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Autore: SabrinaPK    10/09/2017    2 recensioni
Kate Beckett non si sarebbe mai aspettata di ritrovarsi incinta a diciannove anni, senza madre, ma questo era ciò che la vita le aveva riservato e se ne stava occupando al meglio che poteva. Aveva finalmente deciso di dare il suo bambino in adozione finché il padre non era ricomparso a complicare le cose. Richard Castle aveva una sorta di inclinazione nel farlo. [Caskett AU]
Storia di skygirl55.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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Scendendo dalla macchina proprio di fronte al Roosvelt Park, Kate si aggiustò la cintura sui fianchi e guardò il suo partner, l’agente Ramirez, che le rivolse un cenno fiducioso. Erano ancora di pattuglia quando erano stati chiamati in una scena del crimine per controllare la folla lì intorno. Evidentemente qualcuno aveva provato a rapire un bambino al parco e alcuni dei presenti avevano cominciato a insospettirsi.

’Sai cosa fare, Beckett?’ chiese Ramirez mentre aspettavano che il traffico diminuisse, in modo da poter attraversare.

Kate annuì. ’Sì, signore.’ Era stata assegnata all’agente Ramirez dopo Capodanno—a malapena da quattro settimane. Sentiva di star imparando molto da lui, ma capiva anche che non aveva la pazienza per una recluta in erba come lei. Non era mai scortese, ma sembrava infastidito dalle domande che gli rivolgeva quando non conosceva i protocolli. Peggio, sembrava irritato quando citava le cose che aveva imparato in accademia. ‘Le strade non sono come le aule di una scuola, Beckett.’ le aveva detto almeno una dozzina di volte. Ma ad ogni modo, apprezzava che lui non avesse scrupoli; era così che imparava.

Nonostante tutto, credeva che i primi quattro mesi come agente di polizia fossero andati bene. Veniva elogiata durante le valutazioni mensili e la lista di cose in cui avrebbe dovuto migliorare era sempre molto corta. Certo, da quando si era trasferita di nuovo con la sua famiglia non portava più a casa il lavoro extra di quando viveva da sola, ma ne valeva la pena per stare di più insieme a Rick e alle bambine.

Quando raggiunsero il marciapiede al lato del parco, Kate intravide delle altalene oltre la staccionata e il suo cuore fece un balzo. Lei e Rick avevano portato le bambine in quel parco molte volte lo scorso anno e avevano creato dei bellissimi ricordi. Il suo stomaco si contorse al pensiero di Emily o Alexis come vittima di rapimento o di un tentato rapimento; la sola idea la faceva stare male.

Dio, cosa c’era di male nel mondo? Chi potrebbe mai fare del male a un bambino? Purtroppo, i predatori violenti esistevano ovunque e quello era uno dei motivi per cui ringraziava di avere il distintivo sulla giacca. Era una delle poche persone che aveva effettivamente il potere di fare qualcosa; di tenere tutti al sicuro.

‘Ora chiederemo ai detective che stanno ispezionando la scena dove vogliono che andiamo, ma probabilmente vorranno farci recintare l’area—forse anche chiudere una delle entrate del parco.’

‘Okay.’ Kate annuì. Girando l’angolo diede un’occhiata alle persone accalcate lì vicino finché, dietro alcuni uomini in divisa, non notò una volante della polizia. Avvicinandosi, Kate riuscì a distinguere due piccole bambine sedute sul cofano aperto del veicolo, ma la più grande aveva i capelli rossi.

Oh Dio.

Il cuore smise immediatamente di battere. No, certo che no. Non poteva essere…ma il parco era molto vicino al loro appartamento e—oh Dio.

Kate piantò i piedi sul pavimento e provò a guardare più attentamente attraverso la folla. La bambina più grande indossava una giacca verde e aveva i capelli pettinati in due codine. Accanto a lei, una bambina più piccola, dai capelli castani, era aggrappata al suo petto. Indossava una giacca rosa con dei brillanti bottoni gialli.

Oh Dio.

La ragazza, ormai terrorizzata, cominciò a farsi strada tra la gente quando Ramirez le urlò ‘Beckett, che diavolo stai—‘

’Sono le mie bambine!’ urlò in risposta. ‘Le mie bambine!’

Quando riuscì finalmente a districarsi nella folla, Kate sorpassò la minuscola barriera costruita dagli uomini già sulla scena e si fiondò dritta verso la macchina. Prima che uno di loro potesse chiederle qualcosa, lei richiamò l’attenzione delle bambine. Al suono della sua voce Emily scoppiò in lacrime, correndo verso la ragazza che si era ormai accasciata sulle ginocchia.

Kate la afferrò al volo, prendendole il viso tra le mani e baciandola sulle guance. ‘Emily, Emily, stai bene? Alexis?’ guardò la bambina dai capelli rossi, che si avvicinò lentamente.

‘Stiamo bene, non ci ha prese.’

Quella affermazione le fece quasi vomitare il contenuto dello stomaco sul marciapiede, ma riuscì a trattenersi. L’orrore che provava era ancora molto forte, ma la furia continuava ad aumentare. Chi era quel tizio e cosa aveva fatto alle sue piccole, innocenti bambine?

‘Che succede qui, agente?’

Kate si alzò per rispondere, ma Emily strillò e le si aggrappò al collo talmente forte quasi da toglierle il respiro, così le diede un leggero colpo sul sederino per prenderla in braccio; le gambe di Emily si allacciarono immediatamente intorno al suo busto in modo da permetterle di voltarsi e rispondere al detective. ‘Loro sono le mie bambine.’

‘E il suo nome è?’

‘Agente Kate Beckett. Sono stata chiamata sulla scena con l’agente Ramirez; non sapevo che loro fossero…coinvolte.’

Il detective la guardò, abbassò gli occhi sul taccuino e poi annuì.

Momentaneamente soddisfatto, permise a Kate di voltarsi di nuovo verso Alexis, allungando una mano per accarezzarle delicatamente il viso. ’Sicura di stare bene? Dov’è tuo padre?’

Alexis indicò oltre le altalene. ‘La polizia l’ha portato lì.’

Gli occhi di Kate misero in rassegna l’area finché non individuarono tre persone a qualche metro di distanza. Erano oscurati dagli alberi e dalle attrazioni del parco giochi, ma riuscì a intravedere il profilo di Rick dietro un agente in uniforme e un terzo uomo che Kate pensò fosse il detective. L’agente stava indicando l’altro lato della strada, annuendo, per poi voltarsi di nuovo verso Rick. Da ciò, Kate poté solo supporre che l’uomo che aveva tentato di rapire sua figlia era scappato.

Prima che la rabbia potesse prendere il sopravvento, venne distratta da Emily che cercava di abbracciarla con molta più forza, così si voltò, in modo da poter baciarla e strofinare il naso contro la sua testa. ‘Va tutto bene, tesoro; la mamma è qui.’ Chiuse gli occhi e la strinse forte, ringraziando silenziosamente l’universo, ma rifiutandosi anche di pensare a come sarebbe potuta finire male.

Quando era uscita per andare al lavoro quella mattina, era già molto in ritardo a causa dell’asciugacapelli che aveva mandato in cortocircuito l’impianto del bagno, costringendola così a schizzare fuori di casa senza poter prima entrare nella stanza di sua figlia per darle un bacio. Non poteva farlo con Alexis; la ragazza non dormiva abbastanza pesantemente, ma Emily sì ed era diventata un'abitudine che mancava raramente da quando era tornata al loft. Quella mattina era stata troppo frettolosa, e se fosse successo qualcosa alla sua bambina non se lo sarebbe mai perdonata.

Quando il pianto di Emily si calmò, Kate portò di nuovo l’attenzione sulla ragazzina, che si teneva i gomiti tra le mani. Non conoscendo la storia, non sapeva ancora quanto Alexis fosse stata coinvolta, ma sapeva anche che non c’era motivo per cui dovesse restare sola, senza essere confortata. Spostando leggermente Emily in modo da reggerla con un solo braccio, allungò la mano sinistra e disse ‘Hey, Alexis, vieni qui.’ Pur non proferendo parola, Alexis poggiò tutto il peso contro Kate, cosa che la portò ad accarezzarle la schiena e parte del braccio.

‘Beckett?’

Il momento venne interrotto un minuto dopo dall’arrivo del suo partner. Si voltò verso di lui con entrambe le bambine strette contro il suo petto e si scusò ‘Mi dispiace.’

Ramirez scosse la testa, offrendole per la prima volta dopo mesi un sorriso gentile. ‘Non preoccuparti. Ho chiamato la centrale e gli ho spiegato la situazione; hai il resto della giornata libera.’

Kate annuì. ‘Grazie mille.’

Ramirez abbassò lo sguardo su Alexis e poi di nuovo su Kate. ‘Ho due maschi quindi, credimi, lo capisco. Buona serata a te e alla tua famiglia, Beckett.’

Kate lo ringraziò di nuovo e si voltò verso Alexis con l’intenzione di chiederle cosa fosse successo, ma venne interrotta quando sentì ‘Kate! Oh, grazie a Dio ti hanno trovata!’

Si voltò verso l’uomo che correva nella sua direzione, chiedendogli ‘Cosa? Di che stai parlando?’

‘Ho detto al detective che eri in servizio e che avrebbe chiamato la centrale per scoprire dov’eri.’

Kate scosse la testa. ‘No, no, sono stata chiamata sulla scena per caso. Che è successo?’

Il viso di Rick arrossì per il rimorso. ‘Oh Kate mi dispiace moltissimo—è tutta colpa mia.’

‘Non è colpa tua, papà.’ affermò Alexis, lasciando la presa su Kate per dirigersi verso suo padre, il quale si chinò per baciarla sulla testa prima stringerla a sé.

‘Okay, signor Castle, vorremmo prendere la dichiarazione di sua figlia adesso se-‘ L’uomo esile che Kate aveva visto insieme a Rick in fondo al parco si fermò quando, una volta sollevato lo sguardo dal suo taccuino, la vide davanti a sé. Aggrottò la fronte e le chiese ‘Cosa fa qui, agente?’

‘Oh no, lei è Kate Beckett.’ si affrettò a spiegare Rick. ‘Si ricorda—le ho detto che lavorava in polizia.’

L’uomo annuì con limitato interesse. ‘Lei è la madre?’ le chiese. Quando Kate confermò con un cenno lui fece le sue presentazioni, anche se con tono irritato. ‘Detective Franklin. Vorrei cominciare a parlare con…Emily, giusto? La più piccola.’

’Sì, è Emily.’ confermò Rick.

Kate provò a staccare la bambina dalla sua posizione, ma qualsiasi tentativo di farle allentare la presa la fece solo urlare e aggrapparsi ancora più forte. Alla fine, Kate guardò il detective e disse ‘È davvero necessario? È molto spaventata.’

‘Le dico io cos’è successo.’ s’intromise Alexis prima che potesse dire un’altra parola. ‘Stavamo salendo sullo scivolo e pensavo che Emily fosse dietro di me, ma quando mi sono girata lei non c’era. C’era un cucciolo ed Emily adora i cuccioli. Sono scesa e le sono andata incontro, ma poi ho visto l’uomo afferrare il braccio di Emily così ho urlato e sono corsa verso di loro, poi gli ho dato un morso sul braccio e lui ha lasciato perdere.’ Voltandosi verso suo padre disse ‘Scusa papà.’

Rick s’inginocchiò e la strinse tra le braccia. ‘No, Alexis—non scusarti; sei stata molto brava e hai salvato tua sorella.’

Dopo aver ascoltato i dettagli, Kate abbracciò Emily ancora più forte e le accarezzò dolcemente la schiena. Poteva sentire le ginocchia cominciare a tremare al pensiero che qualcuno—una persona terribile, orribile, malata—avesse potuto usare un cucciolo per attirare una bambina. La cosa peggiore era che Emily era un obiettivo perfetto. Amava così tanto i cuccioli che quando li vedeva si dimenticava della sua stessa sicurezza. L’avevano beccata più volte a correre da sola per i marciapiedi solo per andare ad accarezzare un cane.

Facendo del suo meglio per controllare le emozioni, Kate si schiarì la voce e si voltò verso il detective Franklin, che stava scarabocchiando qualcosa sul taccuino. ‘Non l’avete trovato?’

‘No, è scappato. Un agente del canile ha trovato il cucciolo che girovagava non molto distante da qui, ma abbiamo una buona descrizione da alcuni testimoni.’

‘Controllerete le telecamere di sicurezza delle strade vicine?’

Il detective Franklin alzò gli occhi al cielo. ‘Sì, agente, sappiamo come fare il nostro lavoro.’

Kate si sentì arrossire. All’improvviso aveva di nuovo diciannove anni, seduta nel salotto dell’appartamento dei suoi genitori mentre il detective Raglan spiegava a lei e a suo padre che avrebbero cercato l’uomo che aveva tolto la vita a sua madre, ma che non avrebbero dovuto tenere alte le loro aspettative, visto che in situazioni del genere non c’era sempre una soluzione. Sarebbe successa la stessa cosa se Emily fosse stata rapita? Sarebbe scappato e non sarebbe mai stato trovato solo per poter attirare un altro bambino in futuro? ‘Scusi, signore, ma queste sono le mie bambine; sto solo cercando di tenerle al sicuro.’

Il detective Franklin non parlò, ma scrisse altre due cose sul taccuino. Quando alzò lo sguardo, si rivolse a Rick. ‘Potremmo non aver bisogno di parlare con la più piccola; probabilmente abbiamo già abbastanza, ma ho il suo contatto. Vi faremo sapere se lo troviamo.’

‘Siamo liberi di andare allora?’ chiese Rick, ma detective li liquidò con un gesto noncurante della mano incamminandosi verso il suo partner dall’altro lato del veicolo.

Voltandosi verso Kate, le chiese ‘Devi tornare a lavoro?’

Lei scosse la testa. ’No; andiamo a casa.’


‘Okay, Emily, tesoro, devi allentare un po’ la presa così mamma può togliersi la cintura.’ disse Kate provando slacciarla da sotto le gambe di Emily, ma fu inutile; non c’era molto che potesse fare con la bambina aggrappata a lei. Kate non aveva problemi a consolare sua figlia; infatti, non vedeva l’ora di sedersi sul divano e coccolarla, ma prima doveva cambiarsi. I quattro isolati dal parco al loft erano valsi due volte la distanza con i venti chili di Emily in più da trasportare. E a peggiorare le cose, il sole l’aveva fatta sudare, nonostante fossero ancora gli ultimi giorni di Gennaio. Doveva almeno togliersi la cintura e il giubbotto antiproiettile, ma avrebbe voluto cambiarsi dalla testa ai piedi.

‘Emily.’ la chiamò Kate, scuotendole la gamba per farla rispondere.

’No.’ disse Emily, affondando ancora di più il viso nel suo collo.

’Solo due minuti e poi ti riprendo in braccio, te lo prometto.’ posizionando le mani sui suoi fianchi, Kate provò a spingerla via, ma la fece solo innervosire e ricominciare a piangere.

‘Noo!’

‘Em, dai.’ disse Rick, raggiungendole. Per la maggior parte del tragitto aveva tenuto stretta la mano di Alexis ed era rimasto stranamente silenzioso. Kate aveva percepito il senso di colpa stampato su tutto il suo viso, ma non voleva discuterne davanti alle bambine. ‘Ti tengo io mentre mamma si cambia.’

Quando la prese per i fianchi, Emily emise un grido e i singhiozzi aumentarono. Si rifiutò di incrociare gli occhi di Kate, così fece subito un passo indietro. Leggermente frustrata, Kate provò a slacciare le braccia dal suo collo, ma per essere così piccola stava applicando una forza incredibile.

‘Emily, tesoro, andiamo. So che sei spaventata, ma stai diventando irragionevole. Devi fare la bambina grande per due minuti e ti prometto che poi ci faremo le coccole per tutto il tempo che vuoi.’

‘Andiamo, Emily.’ disse Alexis, allungando una mano per toccare la gamba della sorella. ‘Puoi aggrapparti a me.’

Per fortuna, il suggerimento funzionò ed Emily poggiò i piedi a terra per aggrapparsi immediatamente alla sorella. Mentre Alexis le accarezzava la schiena, Kate prese subito la pistola di servizio e il taser dalla fondina per metterli in cassaforte. Poi slacciò la cintura di cuoio contenente la torcia, le manette e uno spray al peperoncino per posarla sopra l’appendiabiti. Alla fine si tolse la giacca dell’uniforme, restando solo con una maglietta grigia.

Riuscì a fare tutto in meno di due minuti, il che era un bene dato che Emily era più che pronta a tornare tra le braccia della madre. Voltandosi verso Rick disse, ‘Vado su per provare a cambiarmi.’

Lui annuì e avanzò verso di loro, poggiando una mano al centro della schiena di Emily. ‘Mi dispiace moltissimo per quello che è successo oggi, tesoro. Sono felice che tu stia bene e ti voglio tanto bene.’

L’unica risposta di Emily al contatto di suo padre fu immergere di nuovo il viso nel collo della madre. Kate vide la delusione farsi strada sul viso di Rick e le si spezzò il cuore. Nonostante Emily cercasse lei sempre quando era malata o in cerca di conforto, era anche una cocca di papà proprio come Alexis. Vederli giocare insieme sembrava come assistere ad una vera magia, solo suo padre riusciva a farla sorridere e ridere in quel modo. Sapeva che avrebbero recuperato quel rapporto, ma aveva paura che ci sarebbero voluti giorni.

Non volendo che Rick rimanesse troppo ferito, allungò una mano, gli accarezzò il bicipite e gli offrì un sorriso gentile. Sapeva che avrebbero dovuto parlarne quella sera, ma per il momento era il massimo che poteva fare. Quando incontrò i suoi occhi, dopo qualche secondo, si voltò e salì al secondo piano con la bambina.


Osservando Kate e Emily scomparire al piano di sopra, Rick resistette all’impulso di cedere alle lacrime. Dire che si sentiva sopraffatto dal senso di colpa sarebbe stato poco. Era devastato. Avrebbe dovuto prendersi cura delle bambine; avrebbe dovuto tenerle d’occhio, al sicuro, e aveva fallito.

Un rumore in cucina lo distrasse dai suoi pensieri. Voltò la testa e, quando vide Alexis prendere una bottiglietta d’acqua dal frigo, il suo cuore fece un balzo.

Alexis. La sua bellissima, brillante, gentile, coraggiosa bambina quel giorno era andata oltre i suoi doveri di sorella. Nonostante si fosse ritrovata in una situazione del genere, non poteva che esserne fiero per come era riuscita a gestirla. Nonostante i suoi difetti di padre, lei era cresciuta ed era diventata una persona meravigliosa.

‘Vieni qui Alexis.’ disse mentre si dirigeva in cucina. Allungò una mano per prendere la sua, avvicinandola a sé quando si chinò alla sua altezza. ‘Voglio solo dirti che sono fiero di te, tesoro; molto fiero. Quello che hai fatto oggi è stato incredibilmente coraggioso.’

Alexis fece spallucce. ‘Non è stato spaventoso; non ci ho nemmeno pensato.’

‘Ad ogni modo, sei stata molto coraggiosa e mi dispiace averti messo in questa situazione.’

Lei posizionò la mano sulla spalla del padre, ‘Non devi dispiacerti, papà. Come potevi sapere che lui fosse lì?’

Non avrebbe potuto. Lo sapeva. Giorni come quello gli facevano venire voglia di tenere strette le sue figlie tra le braccia e di metterle sotto una campana di vetro solo per precauzione, ma sapeva che non avrebbe potuto farlo. Doveva permettergli di crescere e fiorire, cosa che non avrebbero potuto fare se le avesse tenute troppo strette. In ogni caso, sarebbero rimasti lontani dal parco per un po’.

‘Comunque, sono molto fiero. E possiamo mangiare quello che vuoi per cena, Alexis—qualsiasi cosa.’

‘Pizza e patatine?’ chiese speranzosa la piccola rossa.

Rick sorrise. ‘Certo; quello che vuoi.’


Mezz’ora dopo, prima di ordinare la cena, Rick si avventurò per la prima volta verso il secondo piano da quando erano tornati a casa. Non voleva infastidire Emily dato che la sua presenza non era chiaramente gradita, ma voleva chiedere a Kate prima di ordinare. Controllò prima nella sua camera, ma era vuota, così attraversò il corridoio e le trovò insieme sul pavimento della stanza di Emily. Kate era seduta con la schiena poggiata contro il letto e le gambe distese. Emily era sdraiata perpendicolarmente, con la testa sul suo grembo mentre la madre le leggeva un libro. Rick bussò alla porta; Kate sollevò immediatamente lo sguardo.

‘Sto ordinando la pizza da Little Nick. Tu vuoi un’insalata o qualcos’altro?’

Kate scosse la testa. ‘La pizza va bene. Prendi anche qualcos’altro?’

‘Patatine fritte.’

Kate sorrise. ‘Un pasto salutare, quindi.’

Lui le rivolse un sorriso. ‘Certo. Emily sta dormendo?’

Kate infilò un dito tra i capelli della bambina. ’No, è solo sdraiata. Em, vuoi che papà si sieda con te per un minuto mentre vado in bagno?’

‘No.’

‘Beh, lo faremo comunque.’ disse rivolgendo a Rick uno sguardo severo. Lui si sedette sul pavimento vicino alle gambe di Emily mentre Kate provava ad alzarsi. Per fortuna la bambina non protestò, ma non fece nemmeno alcuno sforzo di muoversi dopo che sua madre le ebbe poggiato la testa sul tappeto. Poi Kate porse il libro a Rick prima di uscire dalla stanza.

‘Emily, tesoro, mi dispiace molto per quello che è successo oggi. Sono sicuro che eri molto spaventata.’

’Sì.’ disse flebilmente.

‘Non devi preoccuparti; sei al sicuro adesso.’

Emily si sedette, tirò su con il naso, e si sdraiò di nuovo in modo da poggiare la testa sulle gambe di Rick. Anche se non aveva detto una parola o non l’aveva nemmeno degnato di uno sguardo, era il segno più positivo che aveva ricevuto dall’incidente, così lo interpretò come una piccola vittoria, accarezzandole il braccio finché Kate non fece ritorno.


Kate sospirò quando raggiunse le scale. Non erano nemmeno le nove, ma si sentiva esausta. Emily si era finalmente addormentata dopo la loro routine serale, ma aveva cominciato a piangere quando lei aveva provato a lasciare la stanza. Alla fine, aveva deciso di sedersi ai piedi del letto, ma aveva paura che avrebbe avuto degli incubi e che non sarebbe riuscita a dormire a lungo. Per una cosa o l’altra, sapeva che lei e Rick avrebbero dovuto parlarne prima o poi.

Non vedendolo né in cucina né in salotto, controllò nel suo ufficio, ma era vuoto. Da lì, però, udì dei lievi rumori provenire dalla camera da letto. Se stava piangendo, non c’era bisogno di immaginare il perché. Era stata una brutta giornata per tutti, ma Emily aveva rifiutato la sua buonanotte e il suo bacio, e sapeva che per lui quella era stata l’ultima goccia.

Avvicinandosi alla porta aperta, Kate rimase in disparte per un secondo, osservandolo asciugarsi le lacrime e il naso con un fazzoletto. Era davvero un brav’uomo e un buon padre. Odiava vederlo soffrire, soprattutto da quando quella situazione non era altro che il prodotto della crudeltà di qualcun altro e di una terribile sfortuna. Quando gettò il fazzoletto, lei entrò nella stanza rivelando la sua presenza. Lui la guardò leggermente spaventato.

‘Oh—ciao. Uhm, Emily si è addormentata tranquillamente?’

Kate fece spallucce. ‘Finalmente è crollata, ma non credo che lo sarà per molto.’ Emily di solito aveva il sonno profondo, ma era anche suscettibile ai fattori esterni. In effetti, dopo quella volta in cui aveva visto un cartone animato con Alexis che, nonostante tutto, era risultato troppo spaventoso per una bambina così piccola, aveva avuto gli incubi per oltre una settimana. Kate aveva paura che l’incidente avrebbe avuto delle conseguenze simili—se non peggiori.

Rick annuì e poi la guardò, colpevole. ‘Kate, mi dispiace davvero, davvero tanto. Non posso nemmeno cominciare a dire quanto sono dispiaciuto. Sarai furiosa con me.’

Lei attraversò la stanza e si sedette sul letto accanto a lui. ‘Per niente, Rick; non è stata colpa tua.’

’Sì, invece!’ insistette. ‘Mi sono distratto due minuti—due minuti. Una madre mi stava chiedendo dei miei libri e io stavo parlando con lei…le ho viste vicino allo scivolo e…e quando mi sono voltato, ho letteralmente detto “Ha visto per caso dove sono andate le mie figlie?” poi ho sentito Alexis urlare e—Dio—avrei potuto perderle!’

Kate si avvicinò a lui e posò una mano sulla sua. ‘Ma non è successo.’

Lui la guardò con gli occhi arrossati. ‘Ma avrei potuto e poi non sarei più stato capace di vivere.’

Kate fece un respiro profondo e gli strinse la mano. ‘Rick, ascoltami. Sei un padre fantastico. Non avrei potuto chiedere un uomo migliore come padre di mia figlia, ma non puoi struggerti per questo. Non potrai controllarle ogni secondo di ogni giorno per il resto delle loro vite. E le bambine stanno bene.’

Lui emise un sospiro incredulo. ‘Alexis non sta bene. So che mostra il suo lato coraggioso, ma credo sia molto più spaventata di quanto lascia credere. Ed Emily? Emily mi odia.’

‘Non ti odia; non potrebbe.’

‘Oh no, hai ragione—peggio; è terrorizzata da me.’

‘Non lo è.’

’Sì, invece!’ insistette. ‘E chi può biasimarla?’ Si portò una mano alla bocca. ‘Quando ho sentito Alexis urlare, mi sono messo a correre. Non credo di aver mai corso più veloce in tutta la mia vita, ma credevo che le fosse capitato qualcosa—che fosse caduta dallo scivolo e che si fosse fatta male, ma quando l’ho raggiunta ho visto che stava mordendo il braccio di quell’uomo. Quella scena—quel momento.’ Scosse la testa e prese un bel respiro. ‘Non lo dimenticherò mai.’

‘L’hai visto in faccia?’ chiese lei a bassa voce.

Lui fece spallucce. ’Solo per poco. Aveva gli occhiali da sole e un cappello; era bianco. È tutto quello che posso dirti. Mi sono solo concentrato su Emily e Alexis per portarle via il più velocemente possibile. L’aveva già lasciato andare quando sono arrivato, ma le ho prese entrambe e sono corso di nuovo con loro verso il parco giochi. Ecco perché Emily mi odia—l’ho spaventata. Non voleva nemmeno che la consolassi; si è aggrappata solo ad Alexis.’

Il livello d’insicurezza nel suo tono di voce la fece rabbrividire. Ragionandoci, non aveva assolutamente senso. ‘Vedi, è solo questo—l’hai spaventata. Probabilmente non aveva idea che quell’uomo stesse cercando di rapirla; era troppo distratta dal cane. Lo supererà; ha solo bisogno di un po’ di tempo.’

‘E se non lo facesse?’

Lei scosse la testa. ‘Lo farà.’

Emise un sospiro esausto e si coprì il viso con le mani. ‘Dio, Kate, continuo a pensarci. E se Alexis non avesse notato che Emily non era più dietro di lei? Se non fosse arrivata in tempo? Emily sarebbe…sarebbe…’

‘Rick.’ Kate girò intorno al letto e si sedette vicino a lui in modo da potergli avvolgere le braccia intorno alle spalle. ’Smettila. Smetti di pensarci. Lo so—ho pensato anch’io a tutti questi terribili scenari, ma tu stai diventando pazzo. Emily sta bene; quell’uomo non l’ha ferita. E nemmeno Alexis.’

‘Mi dispiace, Kate. Mi dispiace tanto.’

Kate lo zittì e lo attirò contro il suo petto, sdraiandosi sul materasso in modo che potessero rannicchiarsi insieme. Lo cullò e gli posò un bacio sulla fronte. Rimasero in quella posizione per alcuni minuti finché Rick non si sollevò per guardarla negli occhi. Riusciva a vederlo; il dolore. Stava cercando un po’ di conforto, una conferma, e lei non aveva problemi a dargli tutto ciò di cui aveva bisogno.

Fece scorrere le mani dalle sue orecchie fino alla mascella, accarezzandogli le guance con i pollici. Annuì prima di sollevare la testa e incollare le labbra alle sue. La sua risposta fu immediata, portando le mani bramose sul suo petto e avvicinando i loro corpi. Ci vollero solo pochi minuti prima che le mani cominciassero a vagare sotto i vestiti, ma a lei non importava; voleva essere confortata tanto quanto lui e, nella sua mente, non c’era persona migliore con cui farlo.











Angolo:
Buonasera a tutti e scusatemi tanto per il ritardo, purtroppo ho avuto un piccolo problema tecnico.
Vi ringrazio enormemente per continuare a leggere e commentare e, vi prego, fatemi sapere cosa pensate di questo capitolo.
Ci vediamo presto!
Link originale: https://www.fanfiction.net/s/12209667/1/The-Life-We-Built 

   
 
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