Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: painless    11/09/2017    0 recensioni
Due violoncellisti uniti dal legame con la musica.
Mark e Micol, compagni di scuola e compagni di leggio, iniziano a cercare la propria strada nella vita e il loro posto nel mondo, inconsapevoli del fatto che le loro strade si scontreranno in un turbine confusionario di emozioni.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico, Universitario
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
La macchina scomparve dalla visuale, e con lei un pezzo di me. Rientrai in casa e moso in ordine anche le mie cose. Mentre raccoglievo i vari spartiti sparsi sul divano, potevo ancora sentire il profumo di Mark farsi più forte nei punti in cui era stato fino a qualche minuto prima. Cercai di non pensarci. Portai ogni cosa al suo posto e subito dopo decisi di chiamare le altre per sapere a che ora sarebbero arrivate. Per prima chiamai Sarah, ma dopo due squilli partì la segreteria.

"Strano" - pensai - "Non é da lei mandare la segreteria"

Aspettai qualche minuto e riprovai, questa volta con risultati ancora più scarsi visto che risultò immediatamente irraggiungibile. Provai a chiamare Jenna. 

"Pronto?"

La voce di Jenna dall'altro capo del telefono sembrava essere strana, affannata.

"Jenna, tutto okay? Sono Mic"

"Hey Mic, va tutto benissimo. Alla grande, una favola"

A tratti la sua voce si fece più acuta e strozzata. Pensai per qualche secondo, poi capii.

"Jenna, non starai mica..."

"Io? No, ma come ti viene in men-cazzo"

"Jenna!"

"Okay scusa ti richiamo dopo va bene?"

Scoppiai in una risata mista tra incredulità ed imbarazzo. Era chiaro che Lucas e Jenna avevano appena fatto pace dichiarando aperte le danze, ed io ero stata talmente sfortunata da assistere per qualche secondo alla loro musica di sottofondo, come se non avessi mai ascoltato sinfonie oscene come quelle. 
Terrorizzata all'idea di potermi trovare di nuovo in una situazione simile, decisi semplicemente di aspettare che le altre si presentassero alla mia porta impazienti di fiondarsi in casa per divorare ogni schifezza possibile ed immaginabile. Accesi la TV in cerca di qualche film da vedere durante l'attesa, ma come al solito non trovai nulla di interessante. A quel punto salii in camera e accesi il computer, pronta a guardare qualche puntata di una tra le mie serie preferite: American Horror Story.
Divorai il primo episodio e proprio mentre stavo per premere play per guardare il secondo, il campanello della porta suonò facendomi sobbalzare dalla paura. Forse guardare una serie horror mentre ero a casa da sola nel silenzio più totale non era stata una buona idea. Scesi di nuovo le scale e andai alla porta ritrovandomi davanti Emily, Jenna, Sarah e Louise con in mano i rispettivi borsoni, pronte per distruggere la mia camera con infinite battaglie di popcorn.

"Cibo!" - Emily si fiondò in casa alla ricerca della sua fonte vitale: il cibo.

"L'avevo detto io che la prima cosa che avresti fatto una volta arrivata sarebbe stato mangiare"

"Oh andiamo, smettetela e lasciateci entrare" - Sarah intervenne impaziente di entrare - "Tesoro scusa se non ti ho risposto al telefono, ma ero in banca con i miei. Sono ancora fissati con quei prestiti per il college"

"Tranquilla ero solo curiosa di sapere a che ora sareste arrivate, tutto qui. Poi ho chiamato Jenna e ho capito che forse era meglio aspettarvi e basta"

Le lanciai uno sguardo arrabbiato, ma divertito. Poi scoppiai a ridere.

"Scusa Mic, forse avrei dovuto mettere la segreteria"

"Già, decisamente"

Ridemmo e le altre ci guardarono con fare interrogativo. Spiegammo loro cos'era successo e Jenna ci spiegò come aveva deciso di far pace con Lucas per l'ennesima volta, tutto ciò mentre preparavamo la nostra cena a base di schifezze. Ciotole con patatine, dolci e snack di ogni genere regnavano sovrane sul bancone della cucina. Quantità industriali di pizza scorrevano come fiumi e, inutile negarlo, sapevamo che nonostante tutto quella pizza non sarebbe mai avanzata. 

"Bene, le schifezze ci sono, manca solo un bel film da vedere mentre divoriamo questa roba" - Esordii Louise

"Guardiamo un horror"

"No. Sarah puoi scordartelo. Io propongo Titanic. Bello, commovente e con un Leonardo Di Caprio che farebbe risvegliare gli ormoni anche a mia nonna"

"Ma tua nonna non è morta tre anni fa?" - chiese Emily a Jenna

"Appunto!"

"Toglietevelo dalla testa, non guarderemo nè un horror, nè Titanic. Perché non guardiamo un film comico?" 

La proposta avanzata da Emily sembrò mettere tutte d'accordo per qualche minuto, ma il paradiso terminó presto.

"Ma se guardassimo di nuovo Shakespeare in love?"

Ci guardammo in silenzio: sapevamo sarebbe finita di nuovo così.

"E va bene salgo a prendere il dvd" - dissi alzando gli occhi al cielo.

Salii al piano di sopra ed entrai in biblioteca, dove in un angolo avevo posto una scatola in cui raccoglievo tutti i miei cd e dvd. Trovato ciò che stavo cercando, recuperai anche il telefono e tornai al piano di sotto. 

"Possiamo ufficialmente dare inizio alla serata"

"Guardammo il film in tranquillità, recitando talvolta le battute dei personaggi insieme a loro. Lo conoscevamo praticamente a memoria, ma era impossibile stancarsene. Dopo esserci ridotte ad una valle di lacrime, cenammo e i fiumi di pizza, come per magia, scomparvero dalla cucina.

"Siamo dei maiali"

"Non esagerare, abbiamo mangiato solo un po' di pizza"

"Un po' di pizza? Avremo mangiato si e no il quantitativo di pizza di un anno intero in una sola sera"

"Vorrà dire che da lunedì inizieremo la dieta"

"Direi proprio di sì"

"C'é ancora una pizza, che facciamo? La mettiamo in frigo?"

In men che non si dica, anche quell'ultima pizza era stata divorata. Passammo la serata cosí, a mangiare schifezze e a ridere come delle matte. Per la prima volta dopo due giorni, ero finalmente spensierata e felice, senza alcun peso o pensiero addosso, fino a quando la vibrazione del telefono non pose fine a quei pochi momenti di felicità assoluta. 

Sbloccai lo schermo, c'era un messaggio di Mark.

"Hey scusa il disturbo, potresti controllare se ho lasciato la mia pece da te? Non riesco più a trovarla" 

Alzai gli occhi al cielo. Come avevo potuto pensare, anche solo per un attimo, che mi avesse scritto perché voleva sentirmi? 

"Ti ricordi dove l'avevi lasciata?" - digitai velocemente il messaggio e spensi di nuovo lo schermo. Avrei controllato la risposta l'indomani mattina. Pochi secondi dopo, peró, il telefono vibrò di nuovo, questa volta in maniera più insistente. Intuii si trattasse di una chiamata. Cosí, convinta che fossero i miei a cercarmi, tirai nuovamente fuori il telefono, ma con mia sorpresa il nome che comparve sullo schermo, fu quello di Mark. 

Emily, che era affianco a me, notó lo schermo del telefono illuminarsi. 

"Micol?!"

La guardai senza dire niente, risposi al telefono e subito scappai nella stanza accanto.

"Pronto?"

Cercai di sembrare il più calma e naturale possibile anche se avevo una mandria di ragazze che mi stavano letteralmente rincorrendo per casa, curiose di sapere cosa stesse succedendo.

"Mic, sono Mark. Ti disturbo?"

"Ciao Mark! No tranquillo non disturbi, dimmi pure"

"Volevo sapere se avevi trovato la mia pece, sai domani dovrei suonare e non ne ho una di riserva con me"

"Veramente non ho anfora controllato, ma se mi dici dove puoi averla lasciata do un'occhiata ora"

"Prova a controllare sotto al divano, o sul leggio..."

"Non credo che tu l'abbia lasciata sul leggio. Prima quando ho sistemato non c'era nulla...provo a controllare sotto il divano" 

Cercai di uscire dalla porta della cucina, ma le altre formarono un muro impossibile da oltrepassare. Misi una mano sul microfono del telefono e lo allontanai da me per non farmi sentire da Mark, poi dissi: 

"Dai fatemi passare, c'è Mark che aspetta in linea"

"Mai"

"Chiudi quel telefono, ora"

"Digli che lo richiami, muoviti"

Rimasi accigliata qualche secondo, nella speranza che notando la mia espressione avrebbero ceduto e mi avrebbero lasciata passare, ma ovviamente fu tutto inutile. 

"Che palle che siete"

Avvicinai di nuovo il telefono a me e dissi:

"Ti dispiace se ti richiamo dopo? Non riesco a cercare bene con il telefono in mano"

Immediatamente mi resi conto che non esisteva scusa più stupida al mondo.

"Tranquilla, chiamami appena sai qualcosa"

"A dopo"

Riattaccai, senza neanche aspettare una risposta. 
Un varco si aprii istantaneamente per lasciarmi lo spazio necessario per ritornare in salotto e le altre iniziarono a seguirmi una ad una, in una quasi perfetta fila indiana. Scena alquanto inquietante, ripensandoci.

"Si può sapere cos'é questa storia?" - la voce di Emily risuonó alle mie spalle.

"Non c'é nessuna storia" - ribattei seccata

"Ah no?"

"Assolutamente no"

Lo sguardo carico di biasimo delle altre era puntato su di me, ed io incapace di sostenere ulteriormente i loro sguardi, sbottai. 

"Okay va bene, vi racconto tutto, ma solo se ne frattempo mi aiutate a cercare la pece di Mark. Dovrebbe essere qui in sala, o almeno credo"

La ricerca iniziò senza sosta mentre raccontavo loro dell'aiuto che Mark mi aveva chiesto e del pomeriggio trascorso insieme, cercando di omettere per quanto fosse possibile ogni sensazione vissuta in quegli attimi. 

"Quindi ricapitoliamo" - come al suo solito, Louise sentì la necessitá di fare il punto della situazione - "Mark ti ha chiesto di vedervi"

"Esattamente"

"E avete passato il pomeriggio insieme"

"A studiare" - precisai

"In casa, qui...da soli"

"Andiamo Louise, non è la prima volta che ci vediamo qui per studiare"

"E anche questa volta avete avuto il coraggio di non combinare assolutamente nulla?!"

Un'ondata di cuscini mi atterró in maniera improvvisa. Louise aveva cominciato a lanciarmi addosso qualsiasi oggetto si trovasse tra le mani e fortunatamente non c'era nulla di troppo pericoloso.

"Ma sei impazzita?! Aia mi fai male! Louisee!!"

"Siete due stupidi, ecco cosa siete" - Louise continuava a prendermi a cuscinate alternando un colpo ad ogni parola. 

Quando finalmente riuscii a scappare dai colpi della feroce belva, Jenna fece concentrare la mia attenzione su di lei.

"Io non vi capisco" - esordii - "È palese che tra voi ci sia dell'interesse, perché nasconderlo così?"

"Ancora? Quante volte dovrò dirvi che tra me e Mark non c'è nulla?"

"Scommetto tutto quello che vuoi, che se solo ti aprissi di più, Mark lascerebbe Charlie in un batter d'occhio e si concentrerebbe solo su di te" 

"Ho detto che non c'é nulla tra me e Mark. Basta. É così difficile da accettare o dobbiamo andare avanti tutta la sera a discutere di amori inesistenti? Piuttosto aiutatemi a cercare questa maledetta pece"

"Tieni" - Sarah mi porse la piccola scatoletta nera di Mark - "L'ho trovata mentre Louise stava cercando di ucciderti con quel cuscino"

Le sorrisi riconoscente.

"Ho trovato la tua pece"

"Posso passare a prenderla domani prima di andare a suonare? xx"

"Certo :)"

"Sei una grande, ti adoro"

La conversazione tra me e Mark si concluse cosí, e la serata si fece all'apparenza tranquilla, cosa che non avrei mai detto de fossi stata consapevole di quello che sarebbe successo dì a poco. 
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: painless