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Autore: kioccolat    11/09/2017    2 recensioni
Correva per il corridoio dell’ospedale da ormai 10 minuti abbondanti. Aveva il fiatone e sentiva ogni rumore attorno a se ovattato, sentiva il cuore scoppiare, la gola secca, la vista come annebbiata e non riusciva ad elaborare pensieri di senso compiuto per la troppa pressione e preoccupazione che aveva addosso.
Di tanto in tanto, per colpa della veloce corsa, sbatteva su qualcuno, e la persona puntualmente si lamentava. Ma senza fermarsi, Albafica, continuava a correre agitato, spaventato, impaurito.
Era stato chiamato all’improvviso e subito gli si era gelato il sangue a quella notizia, la paura l’aveva assalito e l’ansia si era insidiata in lui.
Naturale.
Raggiunse finalmente il medico, che stava appuntando qualcosa su un blocco, e cercò di parlargli prendendolo, anzi afferrandolo per le braccia. Voleva sapere, chiedere informazioni riguardo l’accaduto. Ma le parole gli morirono in gola… Non sapeva cosa dire, era spaesato, confuso, disorientato. Sperava in una risposta positiva. Ma se fosse sta una negativa? Come avrebbe affrontato la cosa. Lasciò l’altro toccandosi la gola con una mano e iniziò a respirare forte.
Genere: Comico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Crack Pairing | Personaggi: Nuovo Personaggio, Pisces Aphrodite, Scorpion Kardia, Un po' tutti, Virgo Asmita
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Visite

I corridoi bianchi dell’ospedale sembravano tutti uguali e, dopo tre rampe di scale, la già scarsa voglia di fare quella visita era passata da un pezzo.
Shion, davanti a lui, camminava tranquillo ed ogni tanto dava un’occhiata dietro di se. Come per vedere se fosse ancora li e non fosse scappato.
“Mi controlli?”
“Non guardo te Asmita, ma la bella signorina che ci segue a cinque metri di distanza. Ha lo sguardo più preoccupato del mio cane quando pranzo prima di lui.”
“Una ragazza?”
Piano Asmita si girò constatando che si, a cinque metri da loro, se non più, vi era una ragazza. Magra, dalla carnagione pallida, due occhi azzurri come il mare e dei lunghi capelli color argento.
Indossava una maglia a maniche corte celeste e dei jeans fino al ginocchio. Appena vide lo sguardo  del biondo su di lei andò verso il muro appoggiandovisi con la schiena ed iniziò a controllare il cellulare, fingendo indifferenza.
Asmita sospirò piano e riprese a seguire Shion, cui uscì una lieve risata.
“Hai una stalker e non te n’èri accorto?”
“E’ un’amica.”
“Hmhm…Capisco. Anche la mia ex, prima di essere la mia ragazza, era un’amica. Poi ne sono successe di cose.”
“A-mi-ca. Quanto manca?”
“Eccoci, entra pure. Arrivo subito.”
Il ragazzo entrò in una stanza non troppo grande aspettando Shion. Quest’ultimo accostò la porta guardando poi lontano.
“Puoi avvicinarti, se vuoi.”
A passi lenti gli arrivò davanti la ragazza di prima. Un’espressione colpevole, triste, responsabile… di una bambina che è stata beccata a rubar biscotti. Si guardava la punta dei piedi senza dire nulla.
“Come ti chiami?”
“Charu…”
“Sei preoccupata per lui?”
“Già… ma non vuole che lo segua durante le visite.”
“Te lo tratterò bene. Tranquilla.”
Dopo un sorriso rassicurante alla ragazza,  entrò nella stanza anche il giovane dai capelli verdi.
Il biondo si era accomodato su uno sgabello, la procedura era sempre la stessa. Prima facevano il ‘gioco’ delle letterine poi gli controllava gli occhi con quel maledetto affare.
Per un attimo Asmita guardò perplesso Shion. Lo aveva sentito conversare con Charu… Non era una buona cosa.
“Cosa le hai detto?”
“Curioso?”
“No. Non voglio tu le metta strane cose in testa.”
Senza rispondere, con espressione tranquilla e pacata, il dottore si diresse alla lavagna luminosa. Era passato un mese dall’ultima visita di Asmita ma, dato che Shion aveva insistito su un controllo, non era riuscito a dirgli di no. Ignorò beatamente le parole del biondo e decise di iniziare la visita.
 “Iniziamo, questa lettera.”
Con un righello Shion indicò una letterina sulla lavagna luminosa, il biondo tese leggermente le labbra… Faceva fatica a leggere, più fatica dell’ultima volta. Brutto segno. Bruttissimo segno.
“M.”
“Sbagliato, N. Questa.
“O.”
“Errato, Q. Quest’altra?”
 
Mentre i due continuavano la visita, fuori dalla stanza, Charu si mordeva un labbro nervosa. Chissà come stava andando al suo amico, bene? Male? Quel tipo dai lunghi capelli verdi lo stava torturando?
Sospirò rassegnata guardando poi in punto imprecisato del corridoio. Proprio da quel punto arrivò, a passo spedito, un ragazzo dall’aria non tanto pacata. Anzi furiosa. Reggeva in mano una cartellina gialla dove all’interno vi erano numerosi fogli.
“Dov’è quel dannato?! Sto aspettando da un’ora!”
Appena il ragazzo le arrivò davanti, uno sguardo assassino si posò su di lei. Gli occhi di quello strano tipo assottigliarono, e lei dentro si sentì morire. Aveva una gran voglia di scappare ma non poteva. Asmita era ancora in visita e non poteva abbandonarlo!
“L’hai visto?”
“C-Chi?”
“Il medico. Quel maledetto medico che mi sta facendo aspettare da due ore!”
“…scusi, non era una?”
“Allora lo hai visto!”
Gli urlò, e la ragazza fu costretta a tapparsi le orecchie. Che voce rabbiosa…tutto il contrario da quella pacata e dolce a cui era abituata lei.
“Io sto soltanto aspettando una persona… Sta facendo una visita di controllo.”
“Ahn! E c’è un medico  dai capelli lunghi con l’aria sorridente?”
La ragazza annuì allontanandosi. Era sicura che quel tipo l’avesse lanciata dalla finestra dopo la sua risposta. Ma fu sorpresa di vedere che soltanto la cartellina del ragazzo volò sul muro…
“Mi ha fatto passare avanti una persona! Ero in attesa!”
“Anche io sto attendendo, un mio amico…”
Venne guardata da capo a piedi con sufficienza. L’altro raccolse la cartella spolverandola leggermente. Non che gli importasse un granché, ma gli avevano imposto quella visita e quindi già che c’èra doveva farla.
“Voi donne tutte uguali. Siete così incomprensibili.”
A quel punto Charu si sentì leggermente offesa. ‘Tutte uguali’? Perché diceva così quel tizio, cosa voleva da lei?  Non la conosceva nemmeno e si permetteva di parlarle a quel modo? Ma che razza di comportamento era?
“Senta io non so cosa vuole, ma le assicuro che sono qui soltanto come…supporto. Si, supporto”
“Credete che basti un bello sguardo, un bel sorriso e noi siamo cotti. Ma vi sbagliate. A reggere le redini del gioco…siamo noi, i cacciatore. Voi siete le prede…chiaro?”
A quel punto la ragazza dai lunghi capelli capì una cosa. Stava tenendo un monologo con se stesso, e non con lei.
Si misero ad aspettare davanti alla porta, il ragazzo indignato, e Charu con espressione preoccupata, finché non si aprì.
“Asmi!”
Sul volto di Charu tornò a splendere il sorriso e senza pensarci abbracciò il biondo che, per il troppo slanciò della ragazza, quasi non cadde all’indietro.
Asmita sorrise comprensivo ma non ricambiò l’abbraccio, si limitò ad accarezzarle la testa.
“Non sono morto, lo sai?”
“Ero preoccupata…”
“Per questo non volevo che venis…”
Asmita non completò la frase che sentì una piccola risatina provenire dal dottore. Si girò nella direzione di Shion e lo vide con una mano davanti la bocca e gli occhi vispi.
Il biondo gli mimò con la bocca la parola: AMICI
“Mi avevano detto che era qui!”
Una voce arrabbiata ed irritata proferì queste parole. Con la calma più totale del mondo, Shion diede attenzione al ragazzo che le aveva pronunciate.
“Mi dispiace Kardia, Hakurei non si trova a questo piano.”
“Quel bastardo. Mi ha preso in giro!
 
 
Kiki sorrise ai due clienti che si erano accomodati poco prima. Prese il blocchetto e con gentilezza adottò la strategia di Regulus, guardare il ragazzo.
“Cosa posso portarvi?
“Prendiamo due caffè ed una fetta di crostata alle fragole. Per favore due piattini, la dividiamo.”
Il neo-cameriere annuì dopo aver ascoltato l’ordine di Asmita e se ne andò calmo. Che belle le coppie che sapevano ciò che volevano, ordinavano con precisione e soprattutto erano calmi e non schizofrenici.
“Racconta. Che ti ha detto quel dottore?”
“Come al solito. Continuerò con la terapia di quelle strane gocce e basta. Parlando d’altro, non avevo mai notato quel cameriere. Dici che è nuo-”
“Solo le gocce e nient’altro? Cosa ti ha fatto fare in quella stanza? Ha usato quella strana macchina o soltanto la lavagnetta con le letterine?”
“Charu…”
“Vorrei che la tua vista restasse. E che non mi nascondessi nulla…”
Il ragazzo sorrise piano guardando l’amica leggermente triste. Era dolce da parte sua  preoccuparsi a quel modo, ma non voleva fargli sapere più di tanto delle proprie condizioni. Anzi, più Charu ne stava fuori e meglio era. Sia per lei, sia per lui.
“Non ti ho mai nascosto nulla di ciò che ritenevo importante.”
“La tua vista è più che importante Asmita! Devi imparare a considerarti di più, non puoi essere sempre così superficiale in tutto! Impara ad accorgerti delle cose che lo sono veramente…”
Charu strinse i pugni guardando il tavolo. Forse aveva detto un po’ troppo. Ma tanto era sicura di una cosa, quel tonto di Asmita non avrebbe mai compreso appieno i suoi discorsi.
 “Non devi preoccuparti per me, Charu.”
“Io lo sono già, Asmita.”
Arrivarono i due caffè con la crostata e, come detto precedentemente, i due la divisero sorseggiandosi il proprio ordine.
“Quand’è la prossima visita?”
“Posso scegliere…se farla.”
“In che senso?”
“Scusa ero sovrappensiero, posso scegliere quando farla. Shion ha detto che non ci sono problemi sulla data e che posso contattarlo quando voglio.”
“Mhm..”
Charu annuì poco convinta. Sentiva che Asmita le stava tenendo nascosto qualcosa, non voleva insistere, ma era davvero ottuso se credeva che non se ne sarebbe accorta…
 
 
In qualche modo Kardia era riuscito a rintracciare Hakurei, si erano visti nello studio di quest’ultimo.
Lo studio di Hakurei era semplicissimo. Scrivania piena di cartelle e fogli, computer, armadio con chissà cosa dentro, due mobili per i libri. Pareti orribilmente bianche.
 “Kardia…Kardia, Kardia, Kardia. E’ soltanto una visita di controllo. Non devi farti strane operazioni, non ancora almeno, poi da quello che mi dici ti vedo meno stressato!”
Kardia assottigliò gli occhi incrociando le braccia al petto. Meno stressato? Meno stressato?! Rischiava di perdere un’importante scommessa con Degel ed il suo medico lo riteneva meno stressato?!
“Meno…stressato?!”
“Già, che succede nella tua vita? Racconta dai.”
Hakurei si mise gli occhiali iniziando a leggere i fogli che Kardia aveva portato e che erano nella cartellina.
“Vuoi farti i cazzi miei?”
“Beh si, mi piace dialogare coi ragazzi. Mia figlia non mi racconta mai nulla… Sono preoccupato per lei sai? Ho l’impressione che non si diverta. Peccato perché sta attraversando una bellissima età, magari un giorno te la faccio con-“
“Vorrei un riscontro.”
Hakurei rise di gusto poi si fece serio.
“Dimmi come sta andando con questa terapia. Svenimenti, calo o aumento di pressione? Aumento o diminuzione del peso, depressione…alcune medicine la causano. Hai notato qualcosa?”
Kardia storse il naso ripensando a pochi giorni prima, all’appuntamento con Hydra. Ad un certo punto non era riuscito a parlare, cioè al momento delle ordinazioni…sicuramente era colpa delle medicine!
 “Si. Che mi si secca la gola e che mi incazzo facilmente. Giusto… Sicuramente è colpa di tutti questi dannati farmaci.”
“Interessante, e per cosa ti arrabbi?”
“Per…lasciamo stare. Risolverò. A modo mio.”
Il dottore annuì prendendo dal taschino la penna. Guardò bene tutte le dosi del ragazzo.
“Gola secca, forse è questa...magari se ne mettiamo una per stabilizzare…”
“Toglimela invece di darmene una per stabilizzare! Non ne posso più di tutte queste! Ma sai quante ne prendo?!”
“Certo. La cura te l’ho prescritta io.”
Il ragazzo guardò fin troppo male il medico.
Snervante, straziante… Era davvero orribile prendere tutte quelle pasticche, era anche poco pratico quando andava in vari luoghi starsele a portare dietro.
L’ansia di scordarle, l’angoscia di aspettare una certa ora e dire ‘oh, devo prendere la pasticca’, ma soprattutto… buttarne giù più insieme.
E tutto per continuare quella maledetta vita che nemmeno gli stava dando una misera soddisfazione.
Voleva meno medicine, e stavolta sarebbe riuscito nel suo scopo. Hakurei sospirò scrivendo una nuova cura. Prima di consegnare il foglio nella mani di Kardia gli rivolse uno sguardo severo.
“Per la più minima osservazione, non esitare a chiamarmi. Non si scherza su queste cose.”

 
ANGOLO KIOCCOLAT:  Salve a tutte/i! Spero sarete arrivati a leggere fin qui!
Ooooh, e così abbiamo conosciuto la seconda ragazza! Charu! Cosa pensate di questa ragazzina molto dolce? Vi piace come primo approccio?  Su ditemi che sono curiosa di sapere!
Per quanto riguarda il caro Kardia, sembra non gradisca le medicine… Come affronterà il suo metabolismo questo cambiamento?
Se vi è piaciuto, spero di si, aspetto qualche vostro giudizio e…al prossimo capitolo!
   
 
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