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Autore: Charlie McGee    12/09/2017    3 recensioni
L'età adulta. Fuori da Hogwarts, nella vita che li ha portati ad essere esattamente tutto quello che si aspettavano, Hermione Granger e Draco Malfoy si scontrano, e si ritrovano inspiegabilmente a riconoscersi.
Dal primo capitolo:
"La Granger adulta è diversa da come te la ricordavi; chissà perché di lei hai solo l'immagine datata di una ragazzina bisbetica, che aveva scritto 'sanguesporco' in fronte così grande che ti era impossibile ignorarlo. In questa foto, la donna che hai davanti ha solo una vaga somiglianza con quella irritante saputella. Ha un lungo vestito chiaro, stretto sotto il seno, con maniche di broccato rigido; tiene i capelli legati di lato, in una coda che nel mondo magico non s'è mai vista; ha un viso pulito, la bocca rossa ben disegnata e due grandi occhi sgranati. Sono fissi sulla tua mano, ovviamente."
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Astoria Greengrass, Draco Malfoy, Famiglia Malfoy, Hermione Granger, Scorpius Malfoy | Coppie: Draco/Astoria, Draco/Hermione, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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7.

Gennaio 2020.


Il rientro al Manor è stato confuso.
Ti senti spaesato, fuori posto, come un serpente che ha cambiato pelle e non tornerà in quella vecchia.
Ti glori con te stesso di aver tenuto tutto accuratamente nascosto agli occhi di Astoria, di Pansy, e soprattutto della Granger... anche se cosa dovresti nascondere, esattamente, non lo sai neppure tu.
Questo, naturalmente, finché la tua consorte non sbriciola la tua arrogante sicurezza.
Accade in una domenica fredda, quando siete entrambi in veranda ad osservare gli elfi che si affannano per il cortile. State costruendo una serra nuova per i fiori di Astoria.
Le scivoli accanto, passandole un braccio intorno alla vita.
“Come procedono i lavori, milady?”, sussurri contro il suo collo, nella speranza di scacciare qualche fantasma.
“Spediti. Sono entusiasta!”, e poi, come se fosse parte della stessa frase, “Draco, per cortesia, dimmi: c’è qualcosa fra te ed Hermione Granger?”
Niente giri di parole, niente esitazioni. Solo una domanda che rintocca nell’aria cristallina.
Ti scosti da lei come se ti avesse pugnalato, con addosso la sensazione sbagliatissima di sentirti preso in trappola.
“Che diavolo significa?”
Astoria scambia la tua colpevolezza per indigazione.
“Oh, non fare quella faccia!”, ti rimbrotta, volgendo gli occhi al cielo, “Merlino, neanche ti avessi offeso a morte. È una bella donna.”
“Ridicolo.”, sibili, mascherando il tuo sordo terrore con una furia affannosa.
Astoria ride. “Una moglie non può lasciarsi scappare qualche sciocchezza di tanto in tanto?”
La morsa di terrore che ti aveva stretto lo stomaco si allenta leggermente, quando constati che la tempesta è passata.
Prima di rientrare, però, Astoria ti indirizza un ultimo monito. I boccoli corvini rimbalzano sulla mantella mentre si gira dandoti le spalle.
“Solo una cosa, Draco: non ti azzardare a prendere in giro una Greengrass. Mai.”

Tuffarsi negli impegni al Ministero è un toccasana.
Persino la vista del tuo nuovo assistente, oggi, non ti è del tutto sgradita.
Onass Paciock, figlio di compagni di scuola, primo della classe all’Accademia di Magidiplomazia di Dublino; un Tassorosso, ma sembra che la goffaggine e l'ignavia di cui la sua Casa fa stendardo lo abbiano miracolosamente solo sfiorato.
Quando ti era arrivato il suo curriculm sulla scrivania, in quelle settimane di spasmodica ricerca di un sostituto dopo che i precedenti inetti erano stati catapultati a suon di incantesimi fuori dal tuo ufficio, l’avevi cestinato senza neanche leggerlo. Il giorno seguente te ne avevano recapitati due. Il giorno dopo ancora quattro. Il settimo giorno, come una babbana piaga apocalittica, Onass in persona si era palesato sulla soglia.
“Lord Malfoy.”, aveva usato il titolo, senza che dovessi imperiosamente puntualizzarlo, e questo ti era piaciuto, “Lavorare per voi sarebbe un onore. Penso che imparerei più cose qui in un giorno che in dieci mesi all’Ufficio Cooperazione.”
Ti aveva adulato in un modo che finalmente non ti era risultato stucchevole e, per dirla tutta, quel ragazzo aveva un bel polso. Dietro ai lisci capelli biondi e al sorriso vago avevi intuito una mente molto simile alla tua, e non ti eri sbagliato.
Sei quasi tentato di salutare amichevolmente al suo ingresso, ma poi lui diventa all’improvviso latore di notizie nerissime e oscure.
“Lord Malfoy, debbo disturbarla. L’auror Weasley ha chiesto di vederla.”
“Digli che sono impegnato.”
Tossicchiare imbarazzato. “Milord, è già...”
“Oh, uffa. Lo so che c’è!”, starnazza qualcuno oltre la porta a vetri, e prima che tu abbia il tempo di Smaterializzarti, nientedimeno che Ron Cencioso Weasley irrompe nel tuo ufficio.
Paciock scompare con le mani alzate in un gesto di resa, ma con lui farai i conti dopo.
“Buongiorno.”, borbotta lo sgradito ospite.
“’Giorno.”, smozzichi per riflesso incondizionato, cercando di non tradire alcuna emozione.
Eppure sei inspiegabilmente agitato, quasi colpevole, mentre le parole di Astoria ti rintoccano fastidiose in testa.
Non lo inviti ad accomodarsi, ma lui lo fa da solo, sedendosi scomposto sulla sedia. Poi rimane zitto, immoto, e ti fissa torvo.
“Weasley, non ho tutto il giorno.”, gli fai notare di ghiaccio.
Che ci fa qui? I vostri sporadici rapporti vengono consumati perlopiù tramite memo intraufficio o galoppini. Se Il Re in persona si è scomodato, vuol dire che non è nulla di attinente al Ministero, lo senti...
Ronald Weasley manda fuori uno sbuffo basso, come un toro, e poi esclama: “Volevo parlarti a quattr’occhi... Di Herm.”
Come non detto.
Soffochi il rantolo che ti è sbocciato in gola dietro ad un tossicchiare educato. Che la sciocca Mezzosangue abbia osato raccontare della sua ridicola infatuazione a qualcuno? A suo marito magari? Sarebbe stupido, incoerente...
... sarebbe proprio da lei.
E quasi contemporaneamente rammenti che, tecnicamente, lei e Ronald non stanno più insieme.
“I vostri guai coniugali non mi riguardano.”, replichi, asciutto, celando i tuoi veri pensieri dietro a una maschera di indifferenza.
E ci prendi in pieno: quell’idiota di Weasley non sa nulla, perché ti rivolge la più innocente delle domande.
“Ma... siete tornati in buon rapporti, no? P-potresti parlarle. Di me.”
L’ironia tragica della situazione ti farebbe quasi ridere, se non fosse così grottesca. La Donnola che viene a chiedere consigli sentimentali a te.
Eppure non è solo denigrazione quella che ti fa incurvare le labbra in un sorriso; c’è anche qualcos’altro, più sottile, più sanguigno... Una sorda irritazione ti preme nel petto, inspiegabile.
E prima di poterti controllare, ti trovi a dire: “Temo che lei non voglia sentire nulla sul tuo conto.", e poi, più basso, quasi minaccioso: "Meglio se le stai alla larga, per un po'."
Un lampo di consapevolezza passa negli occhi bovini del tuo interlocutore. Ti affretti a spegnerlo, aggiungendo brusco che non sei la sua amichetta del cuore, e che se vuole riferire qualcosa, beh, lo faccia di persona.
Forse Ronald è davvero quell’Auror rimbambito che tu sostieni; forse semplicemente non vuole vedere. Fatto sta che si limita a dare una nervosa scrollata di spalle, mentre il suo colorito vira verso un rosso carota.
"E va bene, Malfoy, non mi aiutare."
Appena Weasley si è dileguato fai venire Onass.
“Sono le quattro, penso che farò un paio di commissioni e poi a casa. A domani, Paciock.”

Per tutto il tragitto, ti ripeti che vuoi solo sincerarti che quel testa calda di Weasley non abbia ignorato il tuo monito, e abbia comunque deciso di presentarsi a casa sua. Che la tua è una preoccupazione legittima, da gentiluomo. Allora perché ti senti così maledettamente sulle spine?
Come in sogno, ti vedi attraversare suo il vialetto fino alla porta d’ingresso e battere due colpi.
Hermione ti apre quasi subito. È appena tornata dal tribunale, decidi, perché è truccata di tutto punto; il vezzoso fiocco della blusa in seta le penzola sciolto sotto la gola.
È bella., ti viene stupidamente da pensare quando ti indirizza un sorriso luminoso.
“Draco! Che bello vederti. Vuoi entrare?”
E si scosta per farti passare. Non si avvede della tua espressione corrucciata, troppo intenta a ciarlare di qualcosa mentre ticchetta sui suoi tacchi di pelle color cuoio.
Appendi il tabarro distrattamente.
“Oggi Ronald è passato da me in ufficio.”, la interrompi a metà di una frase, ma lei non si scompone, anzi, capta al volo il tuo tono. Curioso come sia la strega più furba del circondario sia riuscita a sposare un tale imbarazzante caso umano.  
“Non era una cosa di lavoro, immagino.”
“Voleva parlare di te.”, al ricordo la bile torna a bruciarti in bocca.
Hermione sbuffa, tirandosi una ciocca di capelli sfuggita dal suo raccolto. È sulla porta della cucina, appoggiata alla cornice, con le mani che tamburellano nervosamente su un gomito.
“Tipico di Ron.”, sbotta, “Vuole sempre averla vinta. Che gli hai detto?”
Dovresti trattenerti. Dovresti mentire, svicolare, dovresti andartene di lì. Lo sai benissimo, sei un Malfoy per Salazar!, queste situazioni spinose sono il tuo pane quotidiano. Ma c’è qualcosa in lei, in te, che ti fa scordare chi sei e come agisci. Ti trasforma in un opportuno Ronald Weasel, incapace di tenere la boccaccia chiusa.
“Gli ho detto di starti alla larga.”
Hai un tono talmente minaccioso e secco che persino tu ti stupisci. Il peso di quanto hai appena rivelato si gonfia tra di voi come un segreto malcelato.
Oh.”, proferisce solo Hermione Granger.
Grandioso, sei riuscito a togliere la facoltà di parola ha una delle streghe più petulanti del Mondo Magico. Ti affretti a mettere una pezza su quella inopportuna confessione:
“Perché, insomma, altrimenti poi saresti nuovamente precipitata nel baratro dell’insulsaggine di quella inetta famiglia, e Astoria avrebbe ricominciato ad invitarlo alle sue cene, ed io sarei stato costretto a sorbirmelo.”
È una pallida imitazione della tua usuale veemenza, questa scusa che non si regge in piedi, che ti ride in faccia e ti dice: ti sei imbrogliato da solo, ahn, Principe delle Serpi?
Non ci credi tu, e non ci crede neppure lei, che non è certo ritardata come il suo consorte. Ma la cosa peggiore è che non tenta neanche di darti man forte in questa tua pantomima: ti guarda, con occhi grandi e strabuzzati, come se non avesse capito una parola.
Infine, dopo secondi interminabili, apre la bocca per dire qualcosa - e qualunque cosa sia, tu non la vuoi sentire. Dovresti essere a casa, dove hai detto a Onass che saresti stato, ricordi?
“Devo andare. Astoria mi aspetta.”, proclami brusco, interrompendo le velleità della Grifondoro.
L’accenno a tua moglie fa scoppiare la bolla di tensione, e vi fa ripiombare nei vostri ruoli.
Gli unici che potremo mai ricoprire.
“Oh, va bene. Portale i miei saluti.”
Le dai le spalle mentre ti infili il tabarro e ti allacci i guanti. Quasi inconsapevolmente, lo fai con movimenti lenti, impacciati, non da te. Erano anni forse che non sentivi questa rovente agitazione scavarti lo stomaco, e odi non riuscire a scacciarla. Eppure, checché razionalità ne dica, le tue mani tremano mentre cerchi di chiudere il gancio sotto la gola.
Senti i suoi passi prima della voce premurosa.
“Aspetta... Faccio io.”
Ti sfiora la spalla affinché ti giri. Le sue mani sono già sul soprabito, e tu hai la tentazione soverchiante di scostarti, di Smaterializzarti seduta stante. Ma quella sarebbe una resa, la prova definitiva che qualcosa c’è, qualunque cosa sia; se ora scappassi come un codardo da colei che è nient’altro che una buona amica di famiglia, la vostra recita finirebbe.
Così subisci, inerme, rigido come un blocco di ghiaccio.
Fingi che sia Pansy.
, ti esorti disperato, quando sai che Pansy Parkinson si farebbe tagliare le mani prima di aiutarti a indossare il pastrano.
Anche lei trema, noti con stupore mentre scruti da sopra la sua testolina mogano, che ha piegato nello sforzo di incastrare il fermaglio.
“... fatto.”
Non sai di preciso come, o perché, ma la tua mano è scattata in alto, la sua verso il basso, e, beh, sembra che adesso tu le stia stringendo il polso. Nel tuo gesto s’intravede un’urgenza disperata. Lei corruga le sopracciglia, non capisce, non vuole capire.
“Draco, io...”
Oh, chiudi il becco, Granger!
Però non lo dici, perché al momento sei sufficientemente impegnato a baciarla, grazie.

Hermione Granger è, a dispetto dei pronostici, fredda. Ti accusano di essere algido, inavvicinabile... poi posi le labbra su quelle della strega più sanguigna di tutta Hogwarts e sono gelate.
Dal canto tuo sei ruvido, impaziente; con Astoria non ci hai mai fatto particolarmente caso. Ora ti sembra che ogni centimetro della sua bocca sia troppo morbido, troppo fragile, e all’inizio lei è paralizzata. Ma è questione di secondi perché la Granger risponda al bacio e beh, quando ti arpiona il colletto tanto premurosamente allacciato, capisci cosa ci trovi Weasel in lei.
“Draco.”, sospira nella tua bocca; la cosa ti manda abbondantemente in estasi. Le tue mani corrono a circondarle la vita e vi stringete, impacciati, ansiosi.  
Ti tocca la nuca possessiva, ma poi si allontana, e i suoi begli occhi sono velati.
“Noi... non...”
“’Sta zitta, Granger.”, questa volta riesci ad articolarlo. La attiri a te per baciarla ancora passando la lingua sulle sue labbra dischiuse.
Non sai di preciso quanto vada avanti: vi baciate come due ragazzini, anzi, come i ragazzini che non siete mai stati. È un pensiero sciocco, ma che importa ora?
“Aspetta.”, mormora lei contro le tue labbra, e maledizione!, le avevi detto di stare zitta o cosa?
“Che c’è?”, ringhi, accaldato e indispettito, scostandoti.
Lei ride insolente. “Non sapevo baciassi... Così.”
Fai la faccia da gallo cedrone ferito, scostandoti con una luce omicida negli occhi. Se osa dire che baci come un vecchio aristocratico incartapecorito la Crucerai sul posto, bacio o non bacio.
“Così come?”
“Così bene.”, arrossisce, l’impunita.
Il gallo cedrone gonfia il petto.


Note dell'autore

(Riemerge dalle tenebre e proclama con voce stentorea): Sono tornata!
Avete presente quando tutto sembra cospirare affinché non portiate a termine qualcosa? Ecco.
Ma siccome tutte le sfighe (in teoria) hanno un termine prima o poi, (ri)eccoci qui. Ora che ho una connessione internet stabile, quasi subito è ricomparsa anche l'ispirazione e ho scritto questo capitolo in un paio di giorni - è venuto diverso, e perfino meglio, rispetto al progetto iniziale.
Ai vecchi lettori, spero siate ancora qui.
Ai nuovi lettori, se ce ne saranno, ritorno con una storia lasciata in sospeso per qualche mese, ma troppo stuzzicante per non essere prima o poi ripresa in mano.
Sul capitolo. Che c'è da dire? Ce l'hanno fatta! Beh, all'incirca; almeno hanno finalmente combinato qualcosina di concreto. Ho il terrore che Draco sia poco credibile, anche Hermione del resto... e tuttavia i tempi erano maturi perché accadesse il misfatto, non trovate?
Alla prossima, gente.

Charlie
   
 
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