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Autore: Cathy Callen    12/09/2017    1 recensioni
Capii subito che era la persona giusta, dal suo sguardo.
Capii subito che era Lui, dal suo abbraccio.
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alice Cullen, Edward Cullen, Isabella Swan | Coppie: Alice/Jasper, Bella/Edward, Carlisle/Esme, Charlie/Renèe, Emmett/Rosalie
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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Mi squadrò nuovamente, come se non ci credesse davvero.
La pioggia continuava a scendere.
“Sei proprio tu?”
“Già, come stai Edward?” chiesi con una sicurezza che non avevo in quel momento.
“Bene e tu? Che fai di bello? Lavori?” Risi piano per le sue domande a raffica, tipico di quando si trovava in una situazione che gli creava leggero imbarazzo e infatti come mi aspettavo sorrise e portò la mano dietro la nuca: “Scusami Bella!”
“Figurati! Comunque si lavoro e tu?”
“Anche io, faccio il medico”.
“Il tuo sogno, ci sei riuscito!”
Annuì.
“Sono felice, davvero!”
“Tu?”
“Io cosa?”
“Hai realizzato il tuo di sogno?”
“Decisamente”.
Continuammo a fissarci negli occhi sorridendo.
Si poteva essere più felici anche se ci si trovava in un desolato parcheggio di supermercato, ormai bagnati fradici ancora sotto la pioggia? Decisamente si, ero molto molto felice!
 
Un tuono ruppe quel momento magico.
Il tempo peggiorava.
“Bella, finisco di mettere la spesa nella tua macchina e ti lascio andare, ti ho trattenuta abbastanza e sei zuppa!”
“Ah.. o..ok!” risposi triste, fosse stato per me sarei rimasta sotto la pioggia pur di stare ancora un po’ in sua compagnia.
“Ehi, fosse per me ti terrei qui ma non voglio che ti raffreddi, anche perché…”
Sorrisi, questa volta, alle sue parole.
“Perché?” Chiesi alla sua frase in sospeso?
“Perché se ti raffreddassi, non potrei invitarti a prendere un caffè con me domani”.
Mi guardò negli occhi in attesa di una risposta che però non riuscivo ad elaborare, il mio cervello in loop ripeteva la sua frase.
“Ti va?”
“Certamente!”
“Per fortuna, non mi rispondevi temevo non volessi venire e stessi cercando una scusa con la quale liquidarmi” disse sollevato.
“Assolutamente no, e poi lo sai che adoro il caffè, come potrei dire di no!”
Rise, di cuore.
“Quindi vieni solo per il caffè? Non per me?”
Finsi di riflettere:
“Mmm… No! In questo caso no, vengo solo perché ci sei tu!”
Soddisfatto chiuse il bagagliaio e mi accompagnò.
“Vai, prima che ti ammali, o che decida di tenerti con me” Mi incitò sorridendo.
“Dove?”
“A casa mia!” Mi disse in tono sensuale facendomi arrossire, se ne accorse e sorrise, io preferii glissare sull’argomento:
“Intendevo domani…”  
“Lo so, ti prendevo in giro piccola, alle 10 al solito bar?”
“Alle 10!”
Senza dire altro, si avvicinò e posò una mano sul fianco, mi strinse a se lasciandomi un bacio sulla guancia.
Il suo profumo era più buono di quello che ricordassi.
Le ginocchia cedettero leggermente a quel contatto e lui mi strinse a se senza commentare, forse consapevole che ciò l’aveva scatenato lui.
“A domani, Bella, sono felice di averti rivisto!”
 
 
 
 
Ancora incredula a casa mia preparai la cena, provai a lavorare senza ottenere grossi risultati, possibile che dopo anni, continuasse a farmi quest’effetto? Possibile che il suo profumo, il suo sorriso continuassero a farmi battere il cuore senza che io fossi in grado di fermarlo? Possibile che non ci fosse modo di togliermi quel sorrisino ebete dal viso? Si, decisamente possibile.
Chiamai Alice, con chi altro potevo parlare?
“Bella!”
“Ciao Alice… disturbo?”
“Assolutamente… che succede?”
“Ho rivisto una persona…”
“Edward?”
“Come cavolo…”
“Come lo so? Non mi avresti mai chiamata, se non fosse stato importante me ne avresti parlato in un altro momento”
“Elementare…” sconfitta, nuovamente.
“Già, ora dimmi tutto!”
Passai circa mezz’ora al telefono con Alice, raccontandole il mio incontro, interrotta dalle sue domande ed esclamazioni.
“Che cosa hai provato?”
“Cosa?”
“Bella, non fare finta di non aver capito, cosa hai provato quando lo hai visto!”
“… stupore, agitazione, benessere quello che mi ha sempre fatto provare Alice, ho sempre sentito di essere nel posto giusto quando mi trovavo con lui”.
“Questo è un bene”
“Oppure un male, dipende da quello che sente lui”
“Vero anche questo, io però resto dell’idea che tu ti sia innamorata di lui al liceo, non l’abbia mai ammesso e nemmeno mai dimenticato!”
“Alice, ti prego… sono già abbastanza nervosa per domani”
“Bella sono sicura che domani andrà benissimo non temere!”
Le parole di Alice non servirono a mettermi più tranquilla, temevo quell’incontro.
Temevo di scoprire una persona diversa da quella che avevo lasciato, temevo di illudermi nuovamente, temevo di scoprire che era solo contento di rivedere una vecchia amica, temevo di aver frainteso il suo sguardo.
 
La serata passò in fretta, la notte meno, dormii poco e male.
Avevo paura di essere ferita delusa, illusa.
Mi alzai presto, uscii a fare una leggera corsetta sperando di stemperare la tensione, che ovviamente rimase anche durante la doccia.
Mi vestii in modo semplice non amavo essere appariscente, preferivo la comodità all’apparenza.
Mi avvicinai allo specchio e misi un leggero filo di matita nera, mascara e diedi un po’ di colore alle guance. Anche per il trucco non amavo l’eccesso.
Avviarsi al bar fu la parte peggiore, le mani sudavano, il cuore batteva forte e non riuscivo a pensare a qualcosa d’intelligente da dire, un argomento di conversazione, Dio, sembravo completamente rintronata e incapace.
Le paure e le ansie sparirono però quando incrociai il suo sguardo, mi aspettava appoggiato alla sua Volvo argentata. Sorrise e si avvicinò:
“Ciao Bellissima!”
“Bellissima?!” chiesi sconcertata
“Per tutti sei sempre stata Bella, per me, bellissima”.
Arrossii e lui sorrise sornione.
“Cosa prendi?” Mi chiese dopo avermi scostato la sedia e aiutato a sedermi, non riconoscevo in lui questa galanteria, mi era nuova, poco familiare e questo mi incuriosiva.
“Un caffè”
“Non dovevo nemmeno chiederlo”
La cameriera arrivò in pochi minuti, lanciando uno sguardo malizioso al mio accompagnatore, il quale non distolse i suoi occhi verdi e profondi dai miei.
“Ciao ragazzi, che vi posso portare?”
“Due caffè e qualche brownies, grazie”
Lo guardai sorpresa
“Brownies?!”
“Ricordo perfettamente che adori quei dolcetti, cosa credi che in questi anni mi sia dimenticato di te?”
“Non ho detto questo”
“Eri sorpresa però, il che mi porta a pensare a questa conclusione!” Dannatamente logico.
Ricordava tutto di me o per lo meno molte cose.
“Non pensavo ti ricordassi certi particolari”
“E invece…”
“Li ricordi”
“Brava!”
“Allora, scrivi?”
“Sì, ho pubblicato un libro da poco e sta avendo abbastanza successo, in cantiere c’è il prossimo, speriamo vada bene!”
“Sono sicuro di si”
“Mmm.. non hai nemmeno letto il mio primo romanzo come puoi dirlo…?!” Chiesi ironica mentre lui scoppiò in una grossa risata:
“Sempre pungente Bella… lo dico perché ti conosco so che persona sei e in passato avevo letto alcuni dei tuoi scritti, non puoi aver fatto altro che scrivere una meraviglia, ne sono convinto”
Abbassai la testa grata di quel complimento e sorpresa per la sua fiducia nelle mie capacità, afferrai un Brownie per nascondere il leggero imbarazzo.
“Mmm” Gemetti chiudendo gli occhi al dolce sapore umido del cioccolato, passai leggermente la lingua sulle labbra per raccogliere gli ultimi residui di quella meraviglia e persa, per un attimo, in quel paradiso zuccherino riuscii comunque a percepire uno strano suono proveniente dal lato opposto al mio.
Aprii gli occhi e trovai Edward intento a fissarmi, gli occhi sulle mie labbra e il respiro leggermente accelerato:
“Non farlo… ti prego”
“Cosa?”
“Non mangiare mai più qualcosa in quel modo… per favore”.
Sembrava essere vicino all’esasperazione.
Confusa gli chiesi il motivo di tale richiesta, la sua risposta mi lasciò inebetita
“Perché sono un uomo… e credimi, è meglio che tu non faccia quel gesto, per lo meno non davanti a me… se non vuoi andare incontro ad una reazione spropositata” era imbarazzato, la voce leggermente arrochita, e io arrossii capendo finalmente che quel gesto l’aveva provocato.
Che fosse attratto da me?
Scacciai subito quel pensiero, non volendo inoltrarmi in un territorio minato, cambiai argomento e forse peggiorai la situazione:
“Allora tu? Medicina è?”
“Già, medicina… “ disse con tono neutro e serio.
“Problemi?”
“Alcuni”
“Non ti va di parlarne?”
“Già”
“In generale o con me?” Eravamo sempre stati sinceri tra di noi, nei nostri piani.
Sospirò pesantemente:
“In realtà non amo parlarne in generale, il punto è che non voglio rovinarmi la giornata con te oggi… ma ti prometto che te né parlerò! Ho sempre ascoltato e spesso seguito i tuoi consigli ci tengo a sentire la tua opinione ma soprattutto ci tengo a raccontarti questa cosa, solo non oggi… sono così felice di averti rivisto che non voglio…”
“Ok, ok non preoccuparti Edward quando vorrai me ne parlerai”
“Grazie” lessi nei suoi occhi tanta gratitudine e felicità, questo mi fece sorridere davvero, con il cuore.
 
 
Finimmo i nostri caffè e brownies e ci avviammo fuori dal bar dopo aver pagato, offrì lui: “ti ho invitata io ovvio che offro io”.
“Hai impegni oggi?”
“No, perché?”
“Mi piacerebbe portarti in un posto se ti va …”
“Certamente”
“Dovrai fidarti di me…”
“L’ho sempre fatto”
Mi guardò sorpreso e sorridente.
“Bene, allora andiamo!”
Mi prese per mano e ci avviammo per le strade di Port Angeles.
Si fermò di colpo lungo la 104 E. First Street.
“Bella aspetta!”
“Cosa?”
“Vieni qui, alza gli occhi”.
PORT BOOK and NEWS
“Una libreria? Che vuoi fare?”
“Prima mi hai accusato di non aver letto il tuo libro giusto?
Sorrisi: “Certo Edward Cullen e con ciò?”
“Rimedio subito”.
 
 
 
 
 
Angolo Autrice
 
Scusate l’enorme ritardo, ho avuto un po’ di complicazioni ma sono tornata e spero ora ci sia un po’ di tranquillità per continuare a scrivere in santa pace.
Non so sinceramente come sia uscito questo capitolo, non sono molto convinta spero solo vi piaccia e possa far trascorrere qualche minuto di relax a chi legge.
Volevo solo dirvi che ogni informazione in merito a luoghi, ricette, strade e posti sono verificate, prima di scrivere “castronate” ho fatto alcune ricerche, nel caso aggiunga qualcosa di completamente inventato o che non trovi riscontro lo segnalerò.
Per questo vi lascio due link:
1° riguarda la ricetta dei brownies (io li ho fatti non ho usato questa ricetta ma purtroppo non trovo più la mia, presto proverò a farli anche con questa, che a memoria mi sembra quella più somigliante alla mia)
 
http://www.cucchiaio.it/ricetta/brownies/
 
2° riguarda la libreria citata
 
http://www.portbooknews.com


come ogni volta nel caso mi sia sfuggito e a voi no qualche errore segnalatelo
grazie 
Cath
 
  
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