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Autore: baka_the_genius_mind    18/06/2009    9 recensioni
10 shot per cinque ragazzi, alle prese con le fasi dell'amore.
Chi sopravviverà?
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Un po' tutti
Note: Lemon, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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{8} Watch Me Bleed (Reita x Kai)

Titolo: Watch Me Bleed
Sottotitolo: Matrimonio
Rating: verde
Segni particolari: il titolo non centra un emerito, ergo la canzone non centra un emerito visto che è tristissima e la fic ha il lieto fine, ma dal momento che l'ascoltavo e che è a dir poco meravigliosa, eccoci qua. Sdolcinata anche questa. Ma, che volete...sono una persona smielata e romantica ♥
Dedicata interamente a Deneb, che ad ogni recensione (o quasi) mi ha chiesto una Reita-Kai ^^ Eccola qua, dolcezza, spero ti piaccia. Solo un piccolo pensierino per ringraziarti delle tue fic-bomba ♥
Note: la madre di Ryo è fatta ad immagine e somiglianza della mia. Cioè una di quelle madri che piange ai matrimoni. Mi sono sempre chiesta perchè si pianga ad un matrimonio, è un'occasione così felice. L'unica volta che ho pianto di commozione e gioia è stato quando mi hanno regalato Angie, la mia chitarra elettrica ♥
Ma quello era diverso u.u
Avvertenze: sarebbe carino possedere i GazettE, ma purtroppo non è così (ç__ç); loro appartengono a loro stessi, questa fic non è stata scritta per offendere chicchessia, ma solo per soddisfare la mia mente patologicamente ossessionata dallo yaoi e dalla loro musica (e dal sorriso fossettoso del buon vecchio Yutaka ♥)


“Allora vi dichiaro marito e moglie!”
La madre di Ryo scoppiò subito in mille lacrime, coprendosi il viso con le mani. Era una donna giovane e bella, alquanto sentimentale, ma simpatica e alla mano.
“Oh, tesoro!” esclamò in lacrime, abbracciando il figlio.
“Stai dando una pessima figura di te” osservò tranquillo lui, cingendole tuttavia le esili spalle con un braccio muscoloso “Non vorrai che Kouyou ci ripensi, vedendoti così piangente col trucco colato…”
“Co-cosa? Ripensarci?” breve pausa “…ho il trucco colato?!” strillò la donna, portandosi le mani agli zigomi.
“Non si preoccupi signora, Ryo sta solamente scherzando…” si sentì in dovere di rassicurarla Yutaka, rivolgendole un sorriso gentile “Kouyou non ci ripenserà…ama Sayuri-san follemente…e lei sta benissimo oggi, se mi permette di osservare…”
La madre di Ryo arrossì lievemente, sorridendo. “Ti ringrazio Yutaka-kun”, poi volse lo sguardo verso i due giovani sposini, che si guardavano uno negli occhi grandi dell’altra, incuranti di tutto il trambusto eccitato intorno a loro. Sospirò la donna, asciugandosi un’ultima lacrime all’angolo dell’occhio.
“Oh, Ryo…guarda che adorabili che sono…sembrano me e tuo padre alla loro età…” sospirò nuovamente, vagamente malinconica “Tesoro, quando ti sposi anche tu?” disse poi, lanciando al figlio un'occhiata languida e sognante.
Ryo sbuffò. “Non vedi l’ora di vedermi sistemato, così potrai finalmente tirare un sospiro di sollievo, vero?” nonostante il tono beffardo, Yutaka capì che quella domanda l'aveva messo a disagio.
“Voglio solo che tu sia felice…”
“Sono felice così, mamma…”
Lei scosse la testa con un sorriso, per poi voltarsi verso Yutaka.
“Mio figlio mi farà impazzire prima o poi…e tu Yutaka-kun? Quando ti vedrò accanto ad una bella ragazza?”
Yutaka avvampò violentemente. “Oh, beh…io…”
“Ce l’hai una fidanzata, vero?”
Yutaka lanciò una breve ed impercettibile occhiata a Ryo, che nel frattempo aveva assunto un sorriso sghembo, a metà fra il malizioso e il canzonatorio. Gli fece l’occhiolino, ridacchiando.
Lasciò che Yutaka balbettasse ancora un po’, che raggiungesse quella deliziosa sfumatura color prugna matura che adorava, prima di intervenire.
“Mamma, non vedi che lo stai imbarazzando?”
“Ma dai! Non è mica come te, lui…non si imbarazza per queste cose!”
“Mamma!” esclamò esasperato ”…vai da Sayu, dai!”
La madre di Ryo congedò i due ragazzi con un piccolo inchino e l’ennesimo enorme sorriso, per avvicinarsi alla figlia ed abbracciarla con trasporto. Baciò entrambe le guance del novello sposo e scoppiò nuovamente in lacrime.
“Allora, Yuta-chan…a me lo vuoi dire se hai la fidanzata?”
“Mhpf, cretino!”


Ryo si accese una sigaretta.
L’elegante giacca di morbido tessuto nero giaceva scomposta i piedi del letto, accanto alla sua camicia azzurra e a quella color crema chiaro del compagno; qualche passo più in là si notavano le eleganti scarpe di entrambi e ancora la sua cravatta e i boxer di Yutaka. I suoi erano persi fra le pieghe del lenzuolo stropicciato.
“Ryo-chan?”
“Mmm?”
“Mi sleghi?”
Ryo si voltò di scatto, trovando l’amante concentrato nello sforzo di slegare i polsi chiusi dalla sua stessa cravatta. “Mmh, sì…scusami se ti ho legato…”, mormorò aiutandolo.
Yutaka si massaggiò i polsi, con un dolce sorriso. “Fa niente Ryo-chan…non te l’ho impedito…”
Non gliel'aveva impedito.
Normalmente almeno un occhiataccia gli sarebbe sfuggita, ma la notte precedente non era riuscito ad ignorare quella che sembrava solamente rabbia ceca, ma che in realtà Yutaka aveva imparato a conoscere come qualcosa di più profondo. Ryo l'aveva baciato con foga disperata, stringendolo contro il suo corpo quasi volesse fonderlo a sé; era fragilità quella che Yutaka aveva letto nel suo sguardo, fragilità che aveva abbracciato e baciato, cullandola come un bimbo.
Ryo si appoggiò alla testiera del letto, aspirando una grande boccata di fumo. Allungò un braccio verso il moro, tendendo le dita.
“Vieni”
Come un docile, ubbidiente e fedele cagnolino, Yutaka si accoccolò contro il suo petto, tirandosi il lenzuolo sul fianco, mentre Ryo chiudeva il suo braccio sulle spalle, accarezzandogli piano la base del collo. Yutaka mugugnò piano, soddisfatto. Proprio come un cagnolino che si bea delle carezze del suo amato padrone.
Ma Yutaka non era un cagnolino, e Ryo non era il suo padrone.
“Yutaka?”
“Sì?”
“Posso farti una domanda?”
“Certo…”
Ryo rimase in silenzio per parecchio tempo. L’unico, lieve che si sentivo era il suo lento e ritmico inspirare ed espirare e il ticchettare nervoso dell’orologio. Ma in quel momento avvolgente e caldo, anche il tempo sembrava andare a rallentatore, concedendogli più minuti da passare assieme, così, abbracciati.
“Non ti manca un po’?”, gli chiese infine.
“Chi? Kou?”
Ryo sbuffò. “No...la normalità”
Yutaka corrugò la fronte. “Cosa vuoi dire?”
“La normalità…essere una persona normale e comune, comportarsi come tale…e non sto parlando solo del lavoro…”
“E allora di cosa stai parlando?”, Yutaka si alzò a sedere, guardandolo fisso negli occhi. Quel discorso lo stava innervosendo. Aveva qualche vaga idea su dove Ryo volesse andare a parare, e quell’idea non gli piaceva affatto.
“Di noi due…” la sua impressione era stata confermata “…della nostra relazione…”
Yutaka scattò come una molla. “Perché? Non la consideri normale?” balzò in piedi, gesticolando, tremendamente agitato “Siamo anormali io e te Ryo?! Quello che facciamo? E’ innaturale?!”, la sua voce cominciava ad assumere un tono lamentoso, quasi isterico.
Ryo scattò in piedi. Afferrò rudemente il polso del compagno e lo spinse contro il muro, inchiodandolo ad esso col suo corpo. La sigaretta cadde a terra, spegnendosi dopo poco.
“Lasciami finire di parlare, Yutaka”, la sua non era una richiesta. Era più che altro un ordine. La sua voce era dura e graffiante.
“Mi fai male…” pigolò il moro. Era davvero grave se perfino il tranquillo e pacato Ryo perdeva il controllo in quella maniera. Lo liberò all’istante della stretta, come se la sua pelle scottasse.
“Perdonami…” mormorò piano, abbassando lo sguardo.
“Ryo…” gli accarezzò i capelli, stringendolo a sé. Gli sembrava così fragile in quel momento “Cosa succede? Perché vieni fuori con questi discorsi? Tu…non mi ami più?”
Un silenzio teso come una corda di chitarra si affermò violentemente all’interno della stanza. Yutaka spalancò i suoi occhi grandi come cartoni animati nella penombra. Quel silenzio era straziante.
Allora era vero? Ryo lo stava davvero lasciando?
“Non lo dire mai più”, Ryo guardò quei suoi occhioni pieni di lacrime “Come puoi pensare che non ti ami? Yutaka, tu sei tutto per me…non le dire più queste stronzate, per favo…”
Yutaka lo interruppe con un bacio.
Accarezzò i suoi puntuti capelli biondi, stringendolo a sé. Baciò quelle labbra piene, aggrappandosi alle sue spalle, quasi temesse di cadere da un momento all’altro o sentirlo svanire da sotto le dita.
“Credevo mi volessi lasciare…” mormorò staccandosi dal bacio “…che non mi amassi più e che…”
“Non dire cazzate, Yutaka…non smetterei mai di amarti…”
Il moro sorrise, sollevato. Gli baciò l’incavo del collo, sistemandoci il musetto al suo interno.
“Cosa…cosa stavi cercando di dirmi?”
“Sayu e Kou…loro sono normali, si sono conosciuti ed innamorati e ora si sono sposati…”
“Non è nulla di diverso dalla nostra relazione, Ryo…anche noi ci siamo innamorati e…”
“Noi non possiamo andare in giro per strada mano nella mano, non possiamo baciarci nelle panchine dei parchi, non possiamo cenare in un ristorante al lume di candela…e soprattutto non possiamo sposarci…” Ryo nascose il suo volto prossimo alle lacrime nell’incavo del collo del compagno “Ritienimi un tradizionalista, ma ho sempre sognato un matrimonio in pompa magna, con tanti invitati ed un banchetto, e la torta con i pupazzetti di zucchero…e questo non lo posso fare…”
“Per colpa mia…”, Ryo sbuffò infastidito, allontanandosi quel poco che gli permettesse di guardare il suo compagno negli occhi.
“Smettila di dire cazzate, e ascoltami bene…mai, nemmeno un istante, ho pensato che questo fosse colpa tua. Mai. E’ colpa di questa società di merda che non riconosce l’amore fra due persone. Come se davvero l’amore etero fosse più vero di quello omosessuale, che stronzate!”, fece una pausa, portando una mano ad accarezzare una guancia paffuta di Yutaka.
Poi sorrise.
Ryo sorrideva raramente.
Non perché fosse costantemente triste o arrabbiato, ma perché riteneva superfluo sorridere ogni due per tre. Al contrario di Yutaka, che amava seminare i suoi dolci sorrisi a destra e a manca. Una volta, Ryo gli aveva detto di essere geloso di tutte le persone che ricevevano un suo sorriso, che avrebbe voluto tenerli tutti per sé, chiuderli in una teca di vetro e guardarli quando era triste.
“Sorriderò per te ogni volta che me lo chiederai, Ryo-chan...”
Ryo sorrideva raramente. Ma il suo sorriso era meraviglioso.
Sorrise, dunque, baciandogli la punta del naso.
Poi si allontanò, lasciando Yutaka a rabbrividire contro il muro. Raccolse la sua giacca da terra e frugò all’interno della tasca. Ne pescò un oggettino piccolo e scuro, che nascose abilmente dietro la schiena. Si girò, lasciando vagare il suo sguardo sfacciato sul corpo nudo del compagno.
“Mmh...very cute...” mormorò storpiando quella parole inglesi col suo pesante e simpatico accento nipponico. Sorrise con malizia.
Yutaka raggiunse un inteso color melanzana, precipitandosi sul letto e rifugiandosi sotto le lenzuola. “Pervertito!” brontolò, e il suono della sua voce imbarazzata risultò soffocato dalla stoffa.
Ryo rise. Rise guardando intenerito quella sottospecie di fagotto di coperte dal quale spuntavano spettinati ciuffi color cioccolato. Si accoccolò accanto a lui, accarezzando quella che poteva sembrare la testa.
“Yuta-chan?” cinguettò amabilmente il biondo.
“Cosa vuoi?” borbottò in risposta il moro, mentre il suo musetto imbarazzato spuntava da sotto un lembo di coperta. Avrebbe voluto mantenere il broncio e tenere quel maniaco del fidanzato un po' sulle spine, ma gli fu del tutto impossibile.
Davanti al suo naso, Ryo teneva nella grande mano da bassista una scatolina foderata di velluto blu scuro, aperta: al suo interno, unita da un piccolissimo fiocco turchino c'era una coppia di splendenti anelli, semplici, in oro bianco. Luminosi.
“Ry...cos...?”
“Uke Yutaka...vuoi tu prendere quel patetico debosciato di Suzuki Ryo come tuo...sposo?”
Yutaka rimase immobile. La bocca spalancata, il suo sguardo vagava incerto fra il sorriso rassicurante del compagno e la scatolina che egli teneva in mano quasi fosse il suo piccolo cuoricino pulsante.
“Non mi servono sacerdoti o testimoni...mi basta solo che tu acconsenta a ritenermi tuo marito...”, qualcosa, nel modo con cui Ryo disse marito, commosse Yutaka.
Il batterista rimase muto, la stessa comica mascella a penzoloni, gli stessi increduli occhi spalancati. Un leggere pizzicore gli confermò la sua vicinanza nello scoppiare a piangere come una fontanella.
“Yuta-chan? Chiudi la bocca, che ti entrano i moscer...”
“Sì...assolutamente sì” sussurrò il moro senza fiato.
Ryo gli sorrise, prima di sciogliere il piccolo fiocchetto, prendere in mano uno degli anelli e farlo scivolare nel mignolo di Yutaka. L'anello si chiudeva alla perfezione attorno a quel dito.
“Si mette all'anulare, scemo...” mormorò Yutaka, così emozionato e confuso da non riuscire ad impedire il tremito della sua voce.
“No, dolcezza...” gli rispose Ryo, chiudendogli le labbra con un dito “...le coppie normali lo mettono all'anulare...”, prese la sua mano e ne baciò le dita, soffermandosi più a lungo sul mignolo. Le sue labbra si posarono delicate sull'anello.
“E noi non lo siamo?”
Ryo scosse la testa. “No, amore...noi siamo speciali...”
Yutaka non fece nulla per trattenere quella lacrima che si lanciò in picchiata dal suo occhio sinistro, per scivolare rapida sulla guancia e finire il suo corso sulle labbra carnose di Ryo.
Sorrise, Yutaka, sorrise piangendo, mentre infilava l'altro anello d'oro bianco al mignolo di Ryo, il quale accolse quel piccolo cerchietto prezioso come se non stesse aspettando altro.

Si era addormentato.
Le labbra dischiuse, il respiro leggero, l'espressione del volto distesa e rilassata.
Ryo gli baciò dolcemente le labbra, scostandogli una ciocca di scuri capelli dalla fronte.
Si girò.
Sayuri lo guardava, appoggiata stancamente allo stipite della porta. La gravidanza avanzata la sfiancava, ma il suo sorriso e la sua rassicurante bellezza non ne venivano offuscate.
“Non sembri sorpresa...”
“Sono tua sorella, Ryo...certe cose le capisco...”
Ryo abbozzò un sorriso. “Da quanto tempo lo sai?”
“Da prima del matrimonio...”, Sayuri sorrise in risposta, dando una fugace ma intensa occhiata al ragazzo addormentato sul divano di casa sua. Al mignolo della sua mano sinistra spiccava il bagliore di un piccolo anello d'oro bianco. Yutaka si voltò con uno sbuffo esilarante, corrugando la fronte; il plaid a scacchi scivolò sul pavimento. Ryo fu veloce e riprenderlo e coprire nuovamente il suo ragazzo, che emise un buffo verso soddisfatto. Mugugnò poi, corrugando la fronte.
I due fratelli ridacchiarono.
“Fa di quei discorsi la notte!” lo canzonò allegramente lui, togliendogli dolcemente un ciuffo di capelli dagli occhi.
“Quando non è occupato farsi scopare da te...”
“Sayuri!”
Scoppiarono a ridere entrambi, Ryo leggermente rosso in faccia.
La ragazza lanciò un'altra intensa occhiata alla mano destra del fratello; al mignolo portava un anello d'oro bianco. Ryo avvertì lo sguardo della sorella e nascose la mano nella tasca dei jeans, leggermente imbarazzato.
“Lo ami Ryo?”
“Più di quanto tu creda, Sayu-chan...” si voltò a guardare l'intensa smorfia di concentrazione che aveva il viso di Yutaka “...forse più di quanto io stesso creda...”

{terminata alle ore 18:16 del 10 aprile 2009, ritocchi e correzioni esclusi, ascoltando Watch Me Bleed degli Scary Kids Scaring Kids}


Kami-sama, quando l'ho scritta non mi sembrava tanto sdolcinata xD
No, dai...a parte le cretinate gratuite che mi vengono spontanee. E' diabetica. Ma forse è questo che la rende tanto cara ai miei occhi.
Nulla da dire. Solo...trattamela con dolcezza :)


Recenzioni:

Aredhel Noldoriel: sì forse è meglio xD Altrimenti potrei non essere più padrona delle stupidate assurde che mi escon di bocca xD
In effetti all'inizio l'idea del Kai innamorato non c'era. Avevo deciso all'inizio della raccolta di trattare ogni coppia singolarmente, anche perchè tanti innamoramenti in un gruppo di cinque persone non sono tanto probabili...ma poi...povero cucciolo, ha la faccia da martire, da eterno addolorato T^T e allora ho infilato dentro anche il silenzioso innamorato T^T Ah, poveri, quanto li faccio dannare xD
Felice che ti sia piaciuta, tesoro. Spero che anche questa sia di tuo gradimento :)
Un bacione! ♥

Deneb: T^T nooo, non mi picchiare T^T
Comunque io ho semplicemente ADORATO “That's the way love goes” ♥ è semplicemente stupenda! ♥
Spero di non averti deluso io con la mia ReitaKai :(
Un abbraccio ♥

misa_chan: tu non rompi mai, tesoro! Anzi mi fai sempre più felice con le tue recensioni! ^^
In effetti, adesso che me lo fai notare...ci sono anche Aoi e Uruha oO
Nel senso...ho inserito sì, quel pezzetto di complicità ed intimità...ma non era inteso che i due stessero assieme, anche se adesso che lo rileggo può trasparire un legame un po' più profondo. Non so, mi piace che sia così misterioso *che imbecille, neanche si accorge di ciò che scrive* ^///^
Grazie mille, carissima ♥

LadyWay: è una buona cosa fissarsi con lo yaoi xD Io per prima ne sono totalmente assuefatta xD Il paragone con la cioccolata è molto dolce anche se io sono, credo l'unica persona vivente del sistema terracqueo a cui non piace la cioccolata xD L'unica xD Allora io avrei detto “...come la crema sulle fragole” **
Un abbraccio ♥ e grazie!





Siamo alla terzultima shot T^T
Oh dei, che tristezza T^T
Ma non preoccupatevi, gente, non sparirò! *e chi si preoccupa?*
Tornerò con un altra long fic, credo. E ho già in cantiere un paio di shot insulse, ma a mio parere carine **
Al prossimo capitolo, che sarà immerso in un mondo rosato e dolcioso...solo che il protagonista odia le cose rosate e dolciose...ma io non vi ho detto nulla u///u
Alla prossima,
un abbraccio gigantesco a tutte/i!
Mya :)





  
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