Era un tardo pomeriggio estivo; gli uccelli cinguettavano dai rami degli alberi, sotto l’ombra delle foglie, e l’aria era afosa, senza un minimo soffio di vento.
In cerca di calma e silenzio, Tsukiko uscì nel terrazzino del dormitorio; isolata dal chiasso proveniente dalla sala comune si mise a fare i suoi esercizi di matematica in santa pace.
Purtroppo senza l’aiuto di Chris non riuscì ad andare molto avanti, bloccandosi in ragionamenti che per lei, da sola, richiedevano molto tempo e concentrazione.
Dopo poco, distolse per un attimo lo sguardo dal libro; la sua attenzione era stata attirata da un leggero bruciore che sentiva al braccio sinistro.
Appena notò che era macchiato di sangue, lanciò un urlo e fece un piccolo salto sulla sedia. Ancora sconcertata, si accorse che aveva del sangue anche sui polpastrelli e sulle unghie della mano destra, continuando a non capire strabuzzò gli occhi. In quel momento Chris la raggiunse a grandi passi, richiamato dal suo urlo spaventato.
“Cucciola, che ti è successo?” chiese dolcemente, posando su di lei occhi pieni di premura che, dopo aver notato il sangue, diventarono freddi e severi, così il suo tono: “Tsukiko, quante volte ti ho detto di non grattare i pizzichi delle zanzare?” la riprese poggiando le mani sui fianchi.
Tsukiko non rispose, abbassò lo sguardo dispiaciuta e le guance le si imporporarono di vergogna.
Chris allora pensò di aver usato un tono troppo duro e, temendo potesse scoppiare a piangere, si addolcì nuovamente.
“Su su, non è successo niente. Adesso andiamo a lavare via tutto questo sangue?” le propose, tendendole la mano. Gli occhietti dispiaciuti della bimba si posarono su quelli verdi e premurosi di Chris, in cerca di una qualche approvazione, per poi prendere la sua mano e seguirlo.
Una volta ripulita dal sangue, si sedettero davanti a un tavolino nella sala comune e Chris tirò fuori il tubetto di pomata dalla scatolina, presa poco prima dalla sua camera.
“Ogni volta che un pizzico di zanzara ti darà fastidio, prima di grattarlo vieni da me e ti metterò la pomata” le disse mentre spargeva il freddo gel con movimenti lenti e circolari in ogni puntino arrossato che vedeva sulle sue braccia.
“Altrimenti ti taglio le manine!” minacciò affettuosamente mentre puntava le sue insistenti iridi verdi sugli occhi assorti della bimba “Chiaro?”
Tsukiko, presa alla sprovvista, sollevò impacciata lo sguardo e balbettò un sì. Tutto soddisfatto, Chris, riprese in silenzio la sua caccia ai puntini rossi sulla sua pelle bianca, per porvi rimedio.
“Su su, non è successo niente. Adesso andiamo a lavare via tutto questo sangue?” le propose, tendendole la mano. Gli occhietti dispiaciuti della bimba si posarono su quelli verdi e premurosi di Chris, in cerca di una qualche approvazione, per poi prendere la sua mano e seguirlo.
Una volta ripulita dal sangue, si sedettero davanti a un tavolino nella sala comune e Chris tirò fuori il tubetto di pomata dalla scatolina, presa poco prima dalla sua camera.
“Ogni volta che un pizzico di zanzara ti darà fastidio, prima di grattarlo vieni da me e ti metterò la pomata” le disse mentre spargeva il freddo gel con movimenti lenti e circolari in ogni puntino arrossato che vedeva sulle sue braccia.
“Altrimenti ti taglio le manine!” minacciò affettuosamente mentre puntava le sue insistenti iridi verdi sugli occhi assorti della bimba “Chiaro?”
Tsukiko, presa alla sprovvista, sollevò impacciata lo sguardo e balbettò un sì. Tutto soddisfatto, Chris, riprese in silenzio la sua caccia ai puntini rossi sulla sua pelle bianca, per porvi rimedio.