Ringrazio anche solo chi legge.
Scritta per in onore del 5927 days,
richiesta da arashinosora5927.
Più dolce di una fragola
Tsuna avanzava all’interno
del supermercato, battendo le
palpebre e tenendo i pugni stretti.
< Questo posto è
enorme > pensò. Si mordicchiò il
labbro e chinò il capo, guardandosi i piedi.
“Sei sicuro di voler fare
la spesa qui?” domandò.
Gokudera gli appoggiò la
mano sulla spalla e si piegò in
avanti, sorridendogli.
“Decimo. Un giorno voi
sarete boss e potrete avere tutto
quello che desiderate”. Iniziò a dire con voce
calda.
< Iiiih.
Io non
voglio fare il boss! La mafia è spaventosa ed io non voglio
tutto quel potere
> pensò Tsuna, rabbrividendo. Guardò in
viso Hayato, le cui gote si tinsero
di vermiglio.
“Un boss può
mangiare solo il cibo legato alle origini della
famiglia, quindi dovrete abituarvi al cibo italiano”.
Proseguì Gokudera.
“Eh? Io non
voglio” borbottò piano Sawada.
“Però voi siete
del ramo giapponese della famiglia. Quindi se
ti trattasse di cibo esotico proveniente qui dal Giappone, potrebbero
accettarlo. Per questo siamo qui. Potrete iniziare a provare quello che
v’interessa”
disse Hayato con voce calda.
< Ho lavorato per mesi a
quella tavola calda per
permetterglielo > pensò.
Tsuna deglutì
rumorosamente e si avvicinò a una cassa colma
di arance pentagonali.
“Q-queste?”
chiese.
“Ottima scelta, Decimo.
Hanno il sapore delle arance
normali, ma un aspetto intrigante. Però potete osare di
più, ne sono convinto!”
disse Gokudera, stringendo i pugni.
< Lui si impegna tanto per
essere il mio braccio destro,
ma senza di lui non saprei proprio cosa fare > pensò
Tsuna, passandosi le
mani tra i disordinati capelli castani.
“Gokudera-kun, grazie oggi
per avermi portato in infermeria.
Però non c’era bisogno di portarmi in spalla. I-io
capisco che tu voglia
aiutarmi, ma sei un po’ esagerato…”.
Iniziò a dire.
Gokudera si gettò in
ginocchio e si prostrò, appoggiando la
testa sul pavimento.
“Perdonatemi, forse non
volevate che vi toccassi? Ho offeso
la vostra forza in qualche modo?!” gemette.
Tsuna si guardò intorno,
avvampando, guardando una serie di
uomini con dei cappelli a falde larghe fissarli, alcuni di loro
ghignarono e
uno mise la mano sulla pistola.
< Questo posto
dev’essere l’inferno > pensò
Sawada.
“N-no… mi
riferivo al fatto che era imbarazzante, come
quello che stai facendo adesso” esalò.
Gokudera rialzò il capo,
le sue iridi, rese verde smeraldo
dalle lenti a contatto, erano liquide e i suoi occhi arrossati.
“Volete punirmi,
perché non sono un braccio destro degno di
voi?” gemette.
“N-no! Voglio continuare la
spesa” disse Tsuna. Indietreggiò
e corse via.
Gokudera si rimise in piedi e lo
guardò allontanarsi,
osservò le sue spalle sottili e sospirò.
< Temo di non combinarne mai
una giusta con lui >
pensò.
*********
Tsunayoshi passò di fianco
a un ripiano in cui erano
appoggiati dei panini nero pece. Si morse l’interno della
guancia e ne prese un
pacco, guardando di sottecchi Hayato.
< Da quando mi ha chiesto
scusa è diventato silenzioso.
Sta lì, con aria pensierosa. Forse l’ho ferito.
Come posso fare il boss se non riesco
a comportarmi bene
nemmeno con lui che ci tiene così tanto a me?
Oh, sono un tale incapace. Vorrei
sapere cosa ci vede in me
lui. Sembra un angelo depresso, bellissimo e intoccabile. Sa tutto
della mafia
e quando si accende le sigarette sembra un vero boss >
pensò. Le sue iridi
castane divennero liquide e brillarono di riflessi aranciati.
“V’interessano
mio cielo? Quelli sono panini da Hamburger”
disse Gokudera con voce rauca.
“Mi parli di
nuovo” sussurrò Tsuna. Chiuse gli occhi e gli
sorrise.
“Perdonate il mio silenzio,
Decimo” mormorò Gokudera,
abbassando lo sguardo.
“M-mi piace quando mi dai
altri soprannomi. Mio Cielo è
carino” disse Tsuna, alzandosi e abbassandosi sulle punte dei
piedi.
“Allora vedrò
d’inventarne altri che vi rendano onore”
giurò
Gokudera, irrigidendosi.
“Senpai
Ryohei una
volta ha mangiato il gelato nero. Mi ha fatto vedere le foto”
sussurrò Tsuna,
poggiando il pacco di panini.
“Quello è nero
grazie alle ceneri di cocco. Questi, invece,
vengono fatti con la cenere del bambù e con il nero di
seppia” spiegò atono
Gokudera.
Tsuna aprì ad o la bocca.
“Certo che sai sempre un
sacco di cose” ammise.
Hayato gli porse il braccio.
“Vi faccio strada, mio
cielo?” chiese.
Tsuna lo afferrò con il
proprio e gli appoggiò la testa
sulla spalla, Gokudera avvertì il proprio battito cardiaco
accelerare e il suo
viso gli diede una serie di vampate.
“V-vi consiglierei un
alimento con cui farvi imboccare,
Decimo” esalò quest’ultimo.
Tsuna piegò di lato il
capo e si sporse verso di lui, gli
posò un bacio sulla guancia.
< Voglio farmi perdonare
> pensò.
“Con cosa mi vorresti
imboccare tu?” chiese e la voce gli
tremò.
< Imbarazzo! >
strillò mentalmente.
“I-io? Beh…
ecco…”. Gokudera deglutì rumorosamente
diverse
volte. “Direi con le fragole ananas. Piccole, dolci e rare. A
una prima
occhiata possono essere sottovalutate, con quel loro aspetto candido e
flaccido, ma basta guardare quei puntini rossi che le ricoprono, simili
a
cuoricini per intuire che in realtà hanno un sapore
divino” esalò.
“Prendiamo quelle e basta,
allora” disse Tsuna.
< Così non
spenderà troppi soldi per me > pensò.
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“S-sai… forse
potrei imparare a cucinare ricette italiane”
disse Tsuna. Guardò Gokudera appoggiare un piattino sul
tavolinetto colmo delle
fragoline.
“Sicuramente sarebbero
divine, mio centro” sussurrò.
Tsuna arrossì e si
mordicchiò il labbro.
“Quando mi dici in quel
modo, sembriamo fidanzatini” mormorò
roco.
Gokudera abbassò lo
sguardo ed incassò il capo tra le
spalle.
“Sono consapevole di non
meritare un ruolo così importante
nella vostra vita” mormorò.
Tsuna si sporse e gli prese la mano
nella propria.
“No, non sarebbe certo per
quello!” disse, alzando la voce.
Arrossì e deglutì rumorosamente. “Sono
io che non potrei mai averti come
fidanzato…”. Iniziò.
Gokudera deglutì e si
alzò, abbracciandolo.
“Mi piacerebbe poterlo
essere. Rimanervi accanto durante i
fuochi d’artificio, toccarvi e amarvi”
sussurrò.
Tsuna gli posò le labbra
sulle sue.
“E lo possiamo
fare?” domandò con voce tremante.
“Non
c’è cosa che non vi farei ottenere”
disse Gokudera gentilmente.
Tsuna sorrise.
“Ti amo”
mormorò, abbracciandolo a sua volta.
“Anche io e per
dimostrarvelo renderò la vostra vita più
dolce di una fragola” rispose Hayato.