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Autore: paige95    14/09/2017    4 recensioni
Missing moments sul triangolo amoroso Hermione/Ron/Lavanda.
Dal bacio avvenuto alla fine della partita di Quiddich, Hermione tenterà in tutti i modi di far lasciare Ron e Lavanda, cercando silenziosamente di rivelare i suoi sentimenti al ragazzo, fino ad arrivare alla tanto attesa scena dell'infermeria...
Spero possa piacervi! Buona lettura :)
Dedicata a: HarryPotter394
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger, Lavanda Brown, Ron Weasley, Un po' tutti | Coppie: Lavanda/Ron, Ron/Hermione
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Da VI libro alternativo
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Un malinconico risveglio
 
Un bacio. Un semplice bacio. Ma loro non si erano mai soffermati su quanto un contatto, in apparenza banale, potesse diventare un pensiero fisso, una sensazione così magnificamente unica, che potesse percorrere solo le menti e i corpi di due ferventi innamorati.
 
Però come avrebbero fatto a parlarsi di nuovo dopo l’esperienza che avevano vissuto e le effusioni che si erano quasi o scambiati, insomma poco importava se i baci mancati fossero stati un paio, alla fine ciò che contava era che le loro labbra si fossero realmente sfiorate in un’unica vera magica unione.
 
Ron finalmente ricordava ogni singolo dettaglio del loro viaggio nel tempo. Ma un particolare ancora sfuggiva al ragazzo: perché non aveva ancora lasciato Lavanda? Forse però l’ora era tarda per affrontare un simile discorso, avrebbe aspettato l’indomani e in quel momento le avrebbe rivelato i suoi veri sentimenti, che non erano rivolti a lei, ma ad Hermione. Avrebbe sicuramente usato tanto tatto - dopotutto Lavanda era rinomata per i suoi attacchi di ira - ma sarebbe stato estremamente sincero. Se lo ripromise: basta ripensamenti e sentimenti repressi, era davvero deciso a chiudere per sempre con la sua fidanzata e stare con la ragazza, a cui, probabilmente, avrebbe dovuto rivelare fin da subito i suoi sentimenti.
 
Il giovane dai capelli scarlatti percorreva i corridoi di Hogwarts con una nuova energia nelle vene, quella insopportabile - o adorabile – spocchiosa gli aveva donato, senza esserne pienamente cosciente, una nuova ragione di vita.
 
E alla stessa ora e per gli stessi corridoi, anche una giovane bruna stava rientrando in Sala Comune per concludere una lunga giornata di esami. Era estenuata, ma anche nella sua mente era presente sempre e solo un pensiero, un incontro, una vicinanza inusuale, che aveva suggellato un legame d’amicizia – che forse in fondo non era mai stato tale – trasformandolo in un potente amore, una passione assopita e un’attrazione, tutt’altro che fatale.
 
L’aveva conquistata, lui non sapeva ancora capire come, dato che ogni attenzione che gli veniva riservata era di puro disinteresse a livello sentimentale.
 
L’aveva conquistato, lei, ragazza razionale e dalle alte doti intellettive, non riusciva a capirne logicamente il modo, ma lui dava l'impressione di essere pronto ad impegnarsi con lei.
 
Percorrevano lo stesso corridoio infondo, ma da due lati opposti del castello. Era la metafora della loro storia? Erano totalmente diversi, ma così fortemente destinati ad uno stesso fato, che, volente o nolente, li avrebbe uniti per sempre, avrebbe intrecciato le loro vite in un gomitolo della stessa matassa, per non sgrovigliarne più i fili.
 
Quella sera avevano la medesima destinazione: la Sala Comune dei Grifondoro. Ma anche nel cuore una bussola puntava nella stessa direzione: ad Est, il punto dove il loro Sole sorgeva.  
 
Un passo sostenuto e una gran voglia di vedersi, e forse abbracciarsi, caratterizzava i due giovani. Avevano una infinita brama di perdersi l’uno tra le braccia dell’altra. Si sarebbero corsi incontro a braccia aperte o il contegno e la riservatezza avrebbero frenato quell’istinto in Hermione? O quell’istinto avrebbe risvegliato il contegno e la riservatezza in Ron?
 
Era amore? Ne erano certi? E allora perché non se l’erano ancora detti, guardandosi negli occhi? Magari sussurrandolo, per non rendere partecipi muri e quadri del profondo sentimento che stava scoppiando loro nel cuore.
 
E se quel bacio non fosse significato nulla per loro? Insomma, da quel momento non ne avevano ancora apertamente parlato. E se Ron non avesse alcuna intenzione di lasciare Lavanda? E se Hermione, presa da un attimo di follia e di apprensione, si fosse buttata tra le braccia dell’amico solo per sciogliere una tensione accumulata?
 
Erano vicini. Così dannatamente prossimi a raggiungere l’incrocio del loro cuore. Il luogo dove si sarebbero incontrati di nuovo. Ma stavolta era diverso, più simile ad un primo incontro, che ad un ennesimo appuntamento tra vecchi amici e compagni d’avventura. Un appuntamento che però loro non si erano dati, si sarebbero incontrati alla stessa ora e nello stesso luogo per una imbarazzante combinazione di astri e costellazioni.
 
Pochi passi ancora li dividevano, un angolo e si sarebbero trovati difronte alla Signora Grassa. Svoltarono contemporaneamente con dubbi e certezze nella mente e nel cuore.
 
E si videro.
 
Non parlarono subito, si scrutarono nei dettagli. Quegli stessi dettagli che forse non avevano mai osato notare, per paura di violare un codice. Il codice dell’amicizia. Ma ora quello stesso codice era stato spezzato e in quella sporca impresa ci aveva messo lo zampino un casto bacio.
 
Si imbarazzarono, quando notarono gli sguardi che trafiggevano vicendevolmente i loro corpi. Scrutarono le mura, distogliendo gli occhi dalla figura difronte a loro.
 
“Ciao, Ronald”
 
La ragazza ruppe il ghiaccio.
 
“Ciao, Hermione”
 
Ma subito dopo un grande sorriso si dipinse sul volto di entrambi contemporaneamente.
 
“Che dici, entriamo?”
 
Propose il ragazzo, una volta che la tensione fosse in apparenza sciolta. Lui si stava avviando, ma un presentimento della bruna bloccò quelle intenzioni.
 
“No, aspetta, prima devo dirti una cosa”
 
“Dimmi”
 
“Ti amo, Ronald Weasley”
 
Si commosse inaspettatamente a quelle parole, lui, che di duro non aveva proprio niente, si sciolse davanti alla dichiarazione della ragazza.
 
“Ti amo, Hermione Granger”
 
Le orecchie della ragazza udirono una dolce armonia.
 
Nessun testimone di quel vicendevole scambio di promesse d’amore. Solo loro e il battito del loro cuore.
 
Entrarono nella Sala Comune, ma essa era talmente affollata, che non fu concessa loro nemmeno una carezza o parole poco misurate.
 
Entrarono presto nei dormitori, dopo essersi scambiati la buonanotte.
 
Ma la notte si sa non sempre porta consiglio.
 
 
 
L’alba, tanto attesa da Hermione, arrivò. Sapeva già che sarebbe stata una magnifica giornata. Si levò velocemente con un sorriso sulle labbra. Indossò velocemente la sua uniforme. Si specchiò, ma si vide troppo formale, insomma dopotutto Ron avrebbe potuto gradire qualche bottone - un paio, non di più - slacciato sul petto, quella cravatta allentata per rendere visibile il collo nudo e quella candida camicia libera sulle onde della gonna.
 
La voce di Ginny la fece sobbalzare e le spense per un istante quel sorrisetto angelico stampato in volto.
 
“Hermione, chi ti ha fatto perdere la testa?”
 
Si scambiarono un’occhiata dallo specchio. Ma cosa le diceva a fare che era suo fratello ad averla completamente incantata?
 
“Era ora, Hermione!”
 
“Già”
 
Qualcuno bussò con veemenza alla porta, rompendo quel magico momento.
 
“Ragazze, sono Harry, vi prego, apritemi, un’urgenza”
 
Aveva il fiato corto e un velo di terrore nella voce.
 
Hermione si fiondò sulla soglia e la spalancò, senza nemmeno pensarci.
 
“Ron, è stato avvelenato, è in infermeria”
 
Lo oltrepassò e corse, corse come non aveva mai fatto in tutta la sua vita, corse fino a perdere il fiato. Harry non aveva nemmeno fatto in tempo ad informarla che il pericolo era scampato, che l’amico si sarebbe presto ripreso. Perché lei aveva più urgenza di vedere che di sapere. La stessa urgenza che ebbero le sue lacrime di scendere e di inondare quegli stessi corridoi percorsi qualche ora prima con spensieratezza e gioia.
 
Corse fino a che le gambe le fecero male, finché il sudore le imperlò la fronte e ringraziò la sua vanità per averle suggerito di sbottonare la camicetta e allentare la cravatta.
 
Arrivò, non seppe ancora come, ma lei raggiunse l’infermeria viva, nessun infarto a metà strada la colse di sorpresa.

E lo vide: giaceva privo di sensi, tra quelle candide lenzuola. Si avvicinò a lui, sfiorò le sue lunghe dita e sussurrò.
 
“Ron, sono qui”
 
Si sedette sfinita sulla sedia accanto a lui e pregò che lui aprisse gli occhi in quell’istante. Desiderava con tutta se stessa rivedere quegli occhi cristallini, li amava almeno tanto quanto amava lui. E continuava a ripetere con un fil di voce tra le labbra.
 
“Sono qui”
 
Quelle stesse labbra che presto o tardi lui avrebbe dovuto riassaporare, perché la loro storia era appena iniziata e nessun veleno avrebbe potuto interromperla e strapparle l’amato dalle braccia.
 
E poi, in tutto quel tormento, arrivò lei, l’inizio di ogni sua disgrazia, l’ultima persona che avrebbe voluto dover vedere in un momento simile.
 
“Lui dov’è? Dov’è il mio Ron-Ron?” si avventò sulle sbarre del letto, senza il minimo ritegno del luogo in cui si ritrovasse “Ditemi, ha chiesto di me?”
 
L’ansia di Lavanda si trasformò in rabbia, quando vide che accanto al suo fidanzato, vi era Hermione.
 
“Che ci fa lei qui?”
 
Hermione non ci vide più, si alzò di scatto e le inveì contro.
 
“Potrei farti la stessa domanda”
 
L’altra ribatté con prontezza.
 
“Si dà il caso che io sia la sua ragazza”
 
“Ed io la sua” cosa? Cos’era? Non ne avevano mai discusso, per lo meno non ancora “A-amica”
 
Ecco cos’era per lui, era solo un’amica, una confidente e niente di più. Quel ti amo che si era scambiati cosa poteva valere, se Ron non era ancora riuscito a lasciare Lavanda e a raccontarle la verità.
 
Poi una voce, un confuso sussurro attirò l’attenzione di tutti i presenti.
 
“Her”
 
La ragazza accanto a lui si concentrò per cogliere quello che lui volesse pronunciare.
 
“Hermione”
 
Stava sognando lei? Ma non le importò poi molto il motivo per il quale, in quello stato comatoso, Ron l’avesse chiamata. Lei si risedette, prendendo la sua mano tra le sue e stette lì accanto, con un sorriso soddisfatto sulle labbra a contemplare il suo innamorato.

​E stavolta fu Lavanda a scappare via, in preda alla disperazione e con le lacrime agli occhi.
 
 
 
 
Passarono un paio di giorni, Ron si riprese completamente fisicamente, ma qualcosa tornò a non funzionare nella sua mente ed Hermione se ne accorse subito: mai un accenno a loro, mai un gesto carino, mai un ti amo. Aveva di nuovo perso la memoria? Ma stavolta non era colpa della Giratempo - lei non avrebbe più potuto consultare libri o provare con disperati baci a fargli riaffiorare i ricordi - ma del destino, di un fato crudele, che, così come li aveva uniti, tornò a dividerli inesorabilmente.
 
L’unico aspetto positivo era il ritorno alla normalità. Erano tornati ad essere il Trio. Harry, Ron e Hermione, da buoni amici, trascorrevano i pomeriggi insieme e insieme risolvevano problemi. La bruna era tornata ad essere per il rosso una confidente, una compagna d’avventura e di studi. Le battute di Ron tornarono ad essere per Hermione l’unico modo per sentirlo accanto a sé.

Di Lavanda nemmeno più l’ombra nella vita del ragazzo.
 
E i sentimenti? Quelli rimasero immutati da entrambe le parti.
 
 
Fine.
 
Spazio dell’autrice
 
Ed eccoci arrivati alla fine.
Spero che il finale vi si piaciuto. Vi ha sorpreso? Deluso?
Ringrazio di cuore tutti coloro che hanno recensito, perché i vostri pareri mi hanno motivata a fare sempre meglio (e spero ovviamente di esserci riuscita) <3 Ringrazio di cuore coloro che hanno inserito la storia nelle preferite, ricordate e seguite <3
Un ringraziamento speciale alla dedicataria HarryPotter394 che mi ha sempre supportata <3
E che dire, mi manca già non scrivere più questa storia, ma per ogni inizio c’è sempre una fine, quindi alla prossima FF 😊
Baci :3
-Vale
   
 
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