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Autore: TeamFreeWill    16/09/2017    8 recensioni
“Fanfiction partecipante al contest “ByeBoys&Girls Hellatus”
Storia ambiantata nella terra paralella. Si svolge subito dopo la 12*23. Attenzione spoiler.
Simili, ma diversi come guardare attraverso uno specchio. Questo sono gli abitanti di questa terra, dove l'apocalisse tra angeli e demoni, si svolge senza esclusioni di colpi. Mary ci si ritova in mezzo. :)
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Gabriel, Mary Winchester
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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Circa un quarto d’ora dopo i due raggiunsero il luogo indicato dall’incantesimo di localizzazione.

La donna si mise la maschera antigas, visto che la capanna si trovava all’interno di un bosco infernale. L’arcangelo al suo fianco era immune agli effetti dei gas solfurei e per lui non era un problema.

Scesero dal mezzo ed entrarono nel bosco, i sensi in allerta, lama angelica e fucile puntato ad altezza d’uomo. Poi tutto successe all’improvviso.

Pochi passi e tutto si fece bianco e avvolto da una strana nebbia e luce. Chiusero entrambi gli occhi.

Quando li riaprirono tutto attorno a loro era cambiato: gli alberi erano rigogliosi, l’erba verde. Tutto era vivo, perfino l’aria era sana constatò la donna levandosi maschera e foulard.

“Chi siete stranieri?” chiese un uomo materializzandosi davanti a loro. Un uomo basso, elegante, dall’accento inglese. Gli occhi socchiusi si strinsero a osservarli. Poi gli divennero rossi e il suo sguardo si fece furente.

“Un arcangelo! Madre, ci hanno scovato!” e lanciò una palla di fuoco, che Gabe deviò con un gesto della mano. Istintivamente si parò davanti a Mary, il tatuaggio sulla mano illuminato come non mai.

Subito dopo, una donna minuta dai capelli rosso fuoco apparve, in mano un oggetto strano dalle scritte arcaiche.

Lo mise davanti a sé, pronunciò una strana litania e l’arcangelo si piegò in due dal dolore. Che magia potente poteva mai essere? Non volle saperlo, ma la strega sapeva il fatto suo in ogni caso.

“Gabe!” gridò  Mary andando in aiuto dell’amico celeste. “Smettila immediatamente Rowena!” gridò e si accovacciò vicino all’arcangelo che soffriva moltissimo.

“Come sai il mio nome? Bè non importa! Tu, umana, osi entrare nel mio rifugio spazio temporale….dopo che per anni io e mio figlio ci nascondiamo da Lucifero, da quell'usurpatore bastardo?” gridò la strega furente come pure Crowley, pronto di nuovo a lanciare una sfera infuocata, sicuro di non fallire stavolta.

“Aspettate!” Mary mise le mani in avanti, i palmi aperti in segno di resa alzandosi. “ Io non sapevo di questo incantesimo che hai fatto…Io non provengo da questo mondo…ma so come mettere fine a tutto questo. Come sconfiggere Lucifero e Michele! Ma mi serve il tuo aiuto! Gabriele è dalla nostra parte…ha deciso di schierarsi dalla parte degli umani…Anche Castiel lo sta facendo!” disse la cacciatrice, agitata.
Doveva convincerli o Gabe sarebbe morto. Infatti negli occhi dell’arcangelo la grazia si stava accendendo e del sangue usciva dai lati della bocca.

“Castiel? Un angelo strano, occhi blu, trench? Ingenuo?” Crowley era sgomento, il braccio fermo a mezz’aria pronto a sferrare l’attacco.

Mary annuì. Il demone, vedendo questo, l’abbassò lungo i fianchi.

“E’ lui che mi ha indicato cosa rubare! Mi è apparso poco dopo che fui cacciato dall’Inferno e mi raccontò che vide Lucifero prendere il codice di Nadia e il libro dei dannati da due streghe prima di bruciarle, perché lì c’era quello che Michele cercava per poterlo uccidere. Solo i due arcangeli più potenti del creato potevano leggerli e se suo fratello li avesse trovati per lui sarebbe stata la fine... Con fatica trovai le sue cripte e li rubai dandoli a Rowena” indicando la strega “Madre…ci si può fidare!” convenne alla fine del suo racconto, il demone.

“Va bene…certo che se penso a un angelo e a un demone che hanno collaborato…non si è mai sentita una cosa del genere!” e, disgustata, si voltò per entrare nella capanna .

Poi si fermò sulla soglia, si girò su se stessa, mosse aggraziata le mani pronunciando una strana formula e guarì l’arcangelo, che aiutato da Mary, si rialzò. I due la seguirono all’ interno della capanna lanciandosi a volte degli sguardi preoccupati.

“Parlate su…stavo facendo il mio sonno ristoratore di bellezza e voi mi avete disturbata. Spero ne valga la pena Fergus…e che tu possa ritornare a regnare nel tuo regno, Fergus McLoad!” continuò, voltandosi verso il figlio, che odiava essere chiamato così “Madre...Sono Crowley!” disse.
La strega lo guardò, alzando un sopracciglio e rispose “Come vuoi …Fergus!”

Gabriele si mise a ridere di gusto. Ma poi, uno sguardo severo di Mary gli intimò di contenersi e a spiegare ai due, la loro presenza in quel rifugio.

La cacciatrice intanto si era appoggiata alla parete in silenzio, gli occhi chiusi pensierosa, le mani dietro la schiena, lo sguardo basso.

Nascosta alla vista tirò fuori il suo coltello e si tagliò il palmo della mano e con il dito indice della mano destra disegnò un sigillo anti angelo. Era da quando aveva visto il suo nuovo amico ferito quasi a morte che ci pensava e doveva assolutamente allontanarlo.

Rowena, nel mentre il racconto dell’arcangelo andava avanti, prese un tomo antico rilegato in pelle nera da uno scaffale, dei fogli in pelle e un decodificatore, li appoggiò pesantemente sul tavolo e iniziò a sfogliarli pagina per pagina, trovando quello che cercava verso la fine del libro dei dannati.

Sul viso un’espressione soddisfatta.
“Mary ….Qui c’è l’incantesimo che fa per te…il problema è attirarli fuori da qui ovviamente. Ci tengo a non finire bruciata, grazie!” disse la strega avvicinandosi alla donna e incrociando le braccia al petto.

“Nessuno problema.. mi vogliono morta…farò da esca." rispose decisa, sicura, pronta a mettere in atto il suo piano una volta per tutte.
Invocarli non era un problema; il problema era intrappolarli con qualcosa di abbastanza potente.

“Cosa? Sei impazzita? Non se ne parla...” disse Gabe, ma Mary aveva già deciso.

Stava per azionare il sigillo, ma si fermò, dicendo "Mi spiace...ma è una cosa che sento di dover fare da sola… in più devo proteggerti da loro che sicuramente ti ucciderebbero appena ti vedrebbero! E questo non posso permetterlo! Ho visto morire troppe persone e non voglio che accada niente di tutto ciò!”
"No Mary! Non farlo..." ma la donna non l’ascoltò; con movimento sicuro appoggiò il palmo insanguinato sul sigillo e un luce si sprigionò al contatto.

Immediatamente l'arcangelo sparì gridando di dolore.  Apparve lontano dal campo, sotto il vulcano che continuava a eruttare lava. Era frastornato! I Winchester erano testardi! Molto testardi e incoscienti!
Ma poi, appoggiandosi a una roccia comprese che non era testardaggine o incoscienza. Ma il senso del sacrificio. Il senso di mettere il bene degli altri sopra al bene personale. Decise di fare una cosa. Doveva farla, ma doveva farla al campo. Così volò in direzione di esso.
  
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