Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: __roje    17/09/2017    0 recensioni
-- QUESTA STORIA CONTIENE SCENE DI SESSO ESPLICITE! --
Aki Nomura è solo un ragazzo di 16 anni che ha sempre sognato di poter condurre una vita scolastica del tutto normale, fatta di amicizia e nuovi amori. Tuttavia la realtà in cui si trova non è affatto così; a causa di diversi eventi il suo carattere è diventato molto più rude e introverso e i primi due anni di scuola non sono stati esattamente ciò che credeva ed una delle ragione è la continua presenza nella sua vita di quello che una volta era il suo migliore amico: Hayato Maeda. Un ragazzo di straordinaria bellezza che viene definito da tutti "Principe" per i suoi tratti e i suoi modi, ma la realtà è ben altra infatti Aki scoprirà presto i nuovi gusti sessuali della persona che credeva di conoscere bene e da quel momento tutta una serie di strani eventi cominceranno a susseguirsi nella vita di questo giovane ragazzo.
IKIGAI: è l'equivalente giapponese di espressioni italiane quali "qualcosa per cui vivere" o "una ragione per esistere" o "il motivo per cui ti svegli ogni mattina".
Genere: Commedia, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi, Slash
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Non-con, Tematiche delicate, Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Angolo autrice: Credo di aver appena finito di scrivere uno dei capitoli più belli della storia solo che ci vorrà ancora un po' affinché io possa pubblicarlo visto quanto sono indietro con le pubblicazioni ma ce la sto mettendo tutta per essere costante e mantenere la mia parola di pubblicare tutti i giorni, salvo qualche imprevisto come ieri. Vi auguro una buona lettura!


CAPITOLO 9


Driii, driii. Spensi la sveglia dandole un colpo secco, molto irritato che avesse disturbato il mio sonno. Stranamente quella notte avevo dormito una vera favola, mai come prima, e sembrava mi fossi tolto un peso da dosso dal ieri ad oggi e la cosa mi fece ricordare di Hayato e di ciò che gli avevo detto: “Se lo vuoi davvero uscirò con te.” Che cazzo mi era preso. Tuttavia ci pensai più lucidamente, potevo uscire con lui, in fondo non sarebbe stato nulla di strano, saremmo semplicemente tornati come quando eravamo bambini, ci saremmo solo frequentati di più e la cosa mi suscitò una strana felicità. Hayato era di nuovo mio amico, e non riuscivo a crederci.
“Oh tesoro sei già sveglio” osservò la mamma col bucato in mano.
“Sì, oggi prima delle lezioni il professore di educazione fisica vuole farci fare qualche extra. Secondo lui siamo troppo delle schiappe.”
Il vero motivo non era quello, bensì si era stancato di tutto il pubblico che c’era sempre, così aveva concordato con tutti gli altri professori di spostare le sue ore prima dell’inizio delle lezioni. Nemmeno in un anime si sarebbe potuto assistere a qualcosa del genere.
“Allora vado a prepararti la colazione e un bento” sorrise come suo solito. Aveva un po' di timore tuttavia, quale mamma brucia continuamente il cibo dei propri figli?
Al piano di sotto beccai Mei già sveglia, tutta intenta a guardare i suoi cartoni preferiti, e osservai quali fossero e ciò che vi trovai fu un anime ambiguo.
“Mei che stai guardando di grazia...?”
Indicò con l’indice i personaggi “Junjou romantica!”
Sbiancai che la mia dolce sorellina stesse seriamente guardando una cosa del genere, immediatamente allora afferrai il telecomando per cambiare canale ma non funzionava! “Accidenti perché non va?!”
“Mei-chan vuole vedere questo!” si lamentò la bambina.
Ridacchiai nervoso, “Ma non fa per te, lo capisci vero?” Poi fui distratto da una scena dell’anime nella quale i due protagonisti si scambiavano effusioni e baci senza alcun ritegno. La cosa mi sconvolse da morire, io non potevo seriamente fare cose del genere con Hayato. No, no, e poi no!
“Tesoro la colazione è pronta!” ci chiamò la mamma dalla cucina.
Nel frattempo mi ero rannicchiato a terra preoccupato a morte, disgustato oltre ogni modo “Improvvisamente mi si è chiuso lo stomaco..”
“Ahahah i fratellone si è messo a terra!”
Dovevo togliermi quell’idea dalla testa. Quei maledetti yaoi che trasmettevano in tv non rispecchiavano la realtà, esageravano come faceva un qualsiasi dannato anime giapponese e preoccuparsi era inutile perché sebbene avessi detto di voler uscire con Hayato, le cose sarebbero andate diversamente. In fondo aveva detto di essere innamorato di me dalla seconda elementare e non aveva mai cercato di fare nulla, avevamo condiviso ogni cosa senza alcun problema quindi sarebbe andata bene.
“Si, posso farcela!” esclamai per darmi la carica.
“Oh davvero? A fare cosa?”
Quella voce fu un fulmine a ciel sereno e mi fece sussultare, della serie parli del diavolo e sbuca. Eppure di cosa mi meravigliavo, eravamo vicini di casa e studenti della stessa scuola, era ovvio che lo incrociassi.
Mi voltai verso di lui a guardarlo, e la visione che mi si palesò davanti fu di un modello per riviste, indossava tutti i giorni la divisa eppure quel giorno gli illuminava ancora di più il viso, e metteva in evidenza lo spettacolare fisico che aveva, e i capelli sembravano così morbidi e lucenti alla luce del sole. Mi diedi improvvisamente dello stupido! Era sempre lo stesso, perché mi mettevo a guardare certe cose?
Ero così a disagio, dovevo comportarmi naturalmente eppure la nostra quotidianità fino a quel momento erano stati continui litigi. Come cambiare quella routine. “Buongiorno” abbozzai un sorriso tirato.
Hayato fissò la mia espressione disgustato “Risparmiatelo sei orribile” tagliò corto e cominciò a camminare. Ero da un po' che me lo chiedevo ma due persone che escono insieme com’è che si comportano? Pensai a qualcosa, ad esperienze passate per poi arrivare alla conclusione che nella mia vita non ero mai uscito con nessuno, e ora mi ritrovo in una pseudo/quasi relazione con un ragazzo.
Prendemmo entrambi la metro, nel più completo silenzio e il che mi parve molto strano. Hayato era il solito, mi ignorò per tutto il tempo e quando ci fu l'occasione di un posto libero non ci pensò due volte ad prenderselo lasciando me in piedi. Era così che si comportava qualcuno che finalmente dopo anni di agoniato amore si comportava con la persona che gli piaceva?!
Beh, tanto male, sempre meglio che vivere quelle scene alla junjou romantica. Se quello sarebbe stato il nostro modo di uscire insieme non mi sarebbe dispiaciuto, pensai. Potevo tranquillizzarmi.
Hayato all’improvviso spalancò una mano e lo fissai confuso. “Che c’è?”
“Sembra pesare la borsa... dalla a me.”
Me lo chiese con fare apatico, senza alcuna gentilezza dipinta sul volto e che lo avesse fatto mi stupì molto. Tuttavia apprezzai quel gesto di improvvisa carineria così annuii e gli sorrisi, “Grazie!” Hayato in tutta risposta annuì non mostrandomi la sua espressione tenendola celata sotto i capelli. Era carino quando non era un completo stronzo.
“Kyaaaaah!” Urlò agghiacciante rovinò quel bel momento.
Sia io che Hayato ci girammo a guardare, e notammo immediatamente due ragazzi che importunavano delle ragazze e una di queste era Saori, vestita della sua divisa scolastica. Assurdo!
“Ma che gonne corte! La vostra scuola vi permette certe cose?” osservò uno dei mostri con la bava alla bocca toccando la gonna dell’amica di Saori, e la poverella gridò ancora.
“Perché nessuno interviene” mi morsi il labbro con la rabbia che cresceva. Se nessuno interveniva l’avrei fatto io a questo punto. Tuttavia non mi fu concesso di andarci perché Hayato afferrò la mia mano e incontrai un paio di occhi glaciali che mi osservavano. “Lasciami Hayato..”
“Sta buono qua” disse e pensai quanto fosse codardo come tutti gli altri. Poi però mi affidò entrambe le borse, e molto lentamente andò dal gruppetto in fondo al vagone e in neppure cinque minuti chiese ai tipi di smetterla, questi gli risero in faccia e in tutta risposta Hayato colpì uno dei due nello stomaco con la stessa cattiveria che lo contraddistingueva. Era assurdamente straordinario! L’altro, completamente spaventato, aiutò l’amico dolorante a rimettersi in piedi e scesero alla prima fermata.
Tutto era finito così com’era cominciato, nel giro di due minuti massimo. Ero rimasto a bocca aperta, ma felice che fosse intervenuto per fermarli. Allora mi avvicinai a lui e alle due ragazze ancora spaventate, “Wow sei stato straordinario” commentai euforico.
“Taci idiota” e afferrò la sua borsa, com’è che il suo umore era così precipitato.
“Hayato grazie! Se non fosse stato per te.. quei due..” cercò di dire Saori.
E li Hayato fece una cosa che spiazzò tutti, cercò di consolare la ragazza e le accarezzò la testa, una carezza così spontanea e dolce che suscitò in me delle reazioni contrastanti. Ero sicuramente contento che le avesse aiutate, ma perché di quel gesto, era così necessario toccarla?
“Oi sveglia Aki, dobbiamo scendere” disse Hayato schioccando le dita davanti ai miei occhi, e tornai alla realtà. Cosa ero andato a pensare, perché mi ero fissato su un dettaglio del genere. Era da yaoi!
Le due ragazze scesero insieme a noi, avevano bisogno di riprendersi così le facemmo sedere su quelle panchine della stazione e presi loro dell’acqua. “Oh grazie Aki, sei sempre così gentile.”
“E’ stato così spaventoso!” commentò l’altra ragazza, molto piccina. Viso tondo, minuto, capelli corti castani e occhi neri sottili dal bel taglio. Era carina quanto lo era Saori, osservai.
Hayato se ne stava davanti a loro con me le mani in tasca, seccato di dover ancora fare il galantuomo. Lo osservai, e non capii proprio come gli fosse venuto un gesto come quello di prima, che gli era preso. A pensarci però, un pò potevo capirlo. Saori era sicuramente carina, e aveva suscitato in lui quella voglia di proteggere la bella donzella in pericolo. Ridacchiai a tal pensiero.
Perché non aveva semplicemente scelto di uscire con una ragazza piuttosto che fissarsi con me? Non avevo qualità particolare, nè bellezza, e non ero sicuramente una ragazza da proteggere, allora perché.
“Sei un idiota!” esclamò a quel punto Hayato, “Ti ostini ad andartene in giro con gonne così corte, poi non lamentarti che qualcuno ti importuni.”
Saori fece broncio, “Ma sono così carine!”
“Allora la prossima volta spiegalo così anche ai tuoi stupratori, baka!” poi rivolse la sua attenzione a me, “Ora possiamo andare per quanto mi riguarda.”
“Ah.. ok.” E lasciammo li le ragazze, ma prima di farlo salutai entrambe. Incredibile che in nemmeno un ora da quando ero uscito di casa potessero già essere successe certe cose, era assurdo. A quanto pare stare entrambi insieme era una sorta di calamita per fatti strani. “Hayato.. “
“Non farlo più” mi interruppe voltandosi molto irritato, “non pensare mai più di immischiarti in una cosa del genere, soprattutto quando non ci sono.” Un sussulto al cuore, lo sentivo che batteva forte nel petto. Sebbene mi sfidasse con il suo solito broncio aveva detto qualcosa di davvero dolce, dovevo dire qualcosa anch’io, dire che non l’avrei fatto più ma non ebbi la forza e Hayato in tutta risposta mi venne incontro e cominciò a tirarmi le guance. “Idiota sei sempre il solito” commentò sempre più irritato.
La guancia quando la lasciò andare si gonfiò e divenne tutta rossa. Lo guardai molto male ma Hayato ignorò le mie occhiatacce e proseguì dritto verso la scuola.
Uscire con qualcuno significava quindi che l’altro si preoccupava per te. Tale pensiero mi riempì il cuore di una strana gioia, ero sicuro che le cose sarebbero andate bene tra di noi.
 
//
 
Servì a poco l’idea del professore. Qualcuno aveva fatto girare la notizia che le nostre lezioni di educazione fisica erano state spostate, e di conseguenza la stessa ondata di persone si presentò anche a quell’ora. Dovevo ammettere che non mollavano quelle ragazze, erano da ammirare.
“Ci siamo svegliati tutti a quest’ora per nulla” commentò seccato Oija stiracchiandosi.
Non era l’unico a pensarla così. Tutti quanti ci sentivamo fiacchi, e la voglia di fare esercizio fisico a quell’ora non piaceva a nessuno eccetto Yoshida che era carico come sempre, e stava già correndo sul posto per fare riscaldamento.
Si udirono delle grida quando Hayato uscì dallo spogliatoio, vestito in tuta e i capelli raccolti con un elastico. Ci mancava solo quello spettacolo...
“Maeda-san è così figo!” gridò una dal bordo del campo e fu guardata malissimo dal professore, tuttavia la ragazza ignorò la cosa e continuò ad agitarsi accanto alle amiche.
Hayato gettò un occhiata verso la platea di spettatrici e sorrise, la cosa fece svenire quasi buona parte del gruppo a bordo campo. In fondo era anche lui che fomentava quella loro ossessione. Perché si divertiva così tanto ad essere guardato, che gusto ci provava non capivo e poi, chissà cosa avrebbero pensato tutte quelle ochette nel sapere che il loro idolo stava uscendo già con qualcuno, provai una strana voglia nel volerglielo dire ma desistetti perché quella cosa non doveva sapersi in giro. Eravamo due ragazzi.
“Nomura!” gridò il professore e me lo trovai davanti, “Sei ancora con la testa tra le nuvole?”
“Ehmm no professore...”
Mi fissò con aria severa, perché se la prendeva con me se il suo piano non aveva funzionato. “30 giri del campo, scattare!” Accidenti, quanto odiavo quei suoi metodi da esercito.
Iku e Oija ridacchiarono vedendo la mia faccia afflitta, e molto tristemente cominciai a correre dovendo addirittura farmi largo tra la folla. Una corsa che sarebbe potuto durare poco divenne un impresa e tutto perché quelle ragazze non volevano andare via, e rimasero li per tutto il tempo a guardare Hayato intento a fare il salto in alto insieme agli altri. Era bravo però, dovetti ammetterlo, e mi chiedevo se ci fosse qualcosa in cui facesse schifo da sembrare quanto meno umano.
Distratto nel guardare altro inciampai come un sacco di patate sotto gli occhi di tutti. Mi rialzai completamente sporco di terreno e con un ginocchio sbucciato. Che umiliazione, pensai mentre le ragazze mi fissavano ammutolite. Probabilmente pensavano che patetico quel ragazzo, che vergogna.
“Su rialzati idiota” e mi fu sventolata davanti una mano ed era proprio quella di Hayato.
“Il principe!” squittì una ragazza lì, “Che gentile!”, disse un altra osservando la scena.
Io però fissai la cosa senza alcun piacere, non avevo bisogno di essere sempre raccattato o aiutato, quel suo dannato modo di fare mi faceva sentire ancora più debole di quanto non lo fossi già. Ok, che uscivamo insieme ma non doveva per forza comportarsi così, mi irritava.
Senza accettare quella mano mi rialzai, e un dolore acuto mi trafisse, avevo il ginocchio messo male e Hayato se ne accorse fissando la cosa. Io però non vi diedi peso e mi feci largo per continuare a correre. Trenta giri dovevo fare e li avrei fatti, anche se mi fossi sbucciato qualsiasi altra parte del corpo.
Se quelle ragazze potevano vantare di essere ostinate, lo potevo fare anch’io e non mi sarei fatto vedere debole davanti a nessuno, chiunque esso fosse. Questo ero io, e l’avrei dimostrato.
Terminò finalmente la lezione, così come la mia estenuante corsa di dolore e il professore ci mandò tutti alle docce complimentandosi con tutti noi per il buon lavoro svolto.
“Ti serve qualcosa Aki?” mi domandò Yoshida vedendomi seduto a terra.
Scossi la testa, avevo il fiatone ma stavo bene “Va avanti ti raggiungo subito.”
E Yoshida si avviò prima di me lasciando che potessi riposarmi. Ero fiero di me, di aver comunque continuato sebbene mi facesse male il ginocchio. Mi venne da sorridere come un ebete e poi un asciugamano tirato con estrema violenza mi arrivò in faccia oscurando tutto.
“Pulisci quel sangue idiota” disse Hayato.
Spostai l’asciugamano, ancora una volta era stato carino con me. Lo strinsi, non sapendo cosa dire o come giustificare il fatto di averlo ignorato prima, per orgoglio non avevo accettato il suo aiuto.
“Mi dispiace...” borbottai pulendo il ginocchio.
Hayato sbuffò “Non mi aspettavo che sarebbe stato facile, lo sapevo dall’inizio” cominciò a dire mettendo in mezzo tutt’altro discorso e lo fissai confuso, e lui in tutta risposta mi sorrise celando un ombra di profonda amarezza, e detto ciò se ne andò verso lo spogliatoio.
Il motivo di quella sua espressione ero io? L’avevo ferito in qualche modo? Mi chiedevo cosa intendesse dicendo così, che cosa pretendeva che facessi. Tutta quella storia era così nuova per me, e principalmente perché di mezzo c’era lui con cui non era sempre facile andare d’accordo. Quindi cosa mi chiedeva.
Dolorante e ancora stanco mi trascinai fino allo spogliatoio, dal quale uscirono molti miei compagni già puliti e con le loro divise addosso. Incontrai anche Iku che ne stava uscendo e mi salutò, feci lo stesso.
Una volta dentro cercai Hayato con lo sguardo e lo trovai accanto agli armadietti che si stava togliendo la maglietta mostrando un fisico asciutto e scolpito, davvero perfetto. Incredibile, ma ammetterlo mi costò davvero tanto, non mi stupiva affatto che mezzo mondo gli sbavasse dietro, era davvero bello e ne rimasi talmente incantato che lo fissai come un allocco per un pò, fin quando Hayato non si accorse della mia presenza rivolgendomi un occhiata gelida e indossando subito la camicia.
“Non volevo davvero rifiutare il tuo aiuto prima.. davvero.”
Chiuse l’armadietto, “Non sono offeso per quello.” E allora per cosa, dimmelo ti prego, avrei voluto dirgli ma non lo feci. Ero così a disagio, sentivo che il cuore mi sarebbe esploso da un momento all’altro. “Però toglimi una curiosità, quando hai detto che saresti uscito con me che razza idea avevi in testa? Che concetto hai di relazione.”
“Che concetto ho?” ci pensai un pò e mi tornò in mente la scena del programma di quella mattina. No, no non era così una vera relazione vero? Non poteva essere.
Hayato sospirò seccato e si accomodò su una panca, “Probabilmente dovrò insegnartelo come funziona.”
“Funziona cosa?!” Sogghignò e si alzò. Mi venne incontro, affascinante e profumato di sapone e mi costrinse ad indietreggiare finendo inesorabilmente contro la parete dello spogliatoio. Bloccò ogni mia fuga con le mani, chiudendomi ai lati e mi fissò intensamente negli occhi. Sentivo di nuovo caldo.
“Hayato non farlo siamo a scuola!” lo spinsi via con una mano e la bloccò.
“Sai quanto me ne importa” e prepotentemente mi rubò un altro bacio, faceva sempre così senza neppure chiedermi se a me andava bene o meno. Non ero contrario, non baciava male anzi, ma era tutto così strano. Di solito baciare qualcuno doveva far provare qualcosa ma io non sentivo nulla, non percepivo alcun sentimento che potesse avvicinarsi all’amore. Perché.
Hayato si spostò da me e mi guardò annoiato, “Sei una frana anche a baciare.”
“Grazie eh.. è normale non ho mai baciato nessuno” mi tappai la bocca, cosa avevo ammesso!
Super imbarazzato sperai che non avesse capito ciò che avevo detto ma era troppo tardi, Hayato iniziò a sorridere compiaciuto della cosa e si avvicinò di nuovo a me, sensuale come sempre. “Eh? Quindi sono il tuo primo bacio giusto?” si crogiolò al suono di quel pensiero.
A quel punto lo spinsi via, adirato che mi stesse prendendo in giro ancora una volta. “Va a diavolo Hayato, e io che ci sto pure a queste cose!”
“Perché te la prendi tanto? Non c’è nulla di male, anzi” e lo fissai mentre lo diceva, “questa cosa mi rende estremamente felice” e sfoderò di nuovo lo stesso imbarazzo del giorno prima in biblioteca. Certe volte poteva tirare fuori delle espressioni davvero adorabili.
Non dissi più nulla, imbarazzato quanto lo era lui. Che situazione strana era quella, era felice per una cosa del genere, poi lo fece di nuovo e mi tirò una guancia facendomi molto male. La lasciò andare subito, lo fissai sconvolto che l’avesse fatto di nuovo in una sola giornata. “Era un espressione orribile” osservò severo.
“E’ la mia faccia!”
Hayato ridacchiò e si allontanò da me andando a raccogliere le proprie cose, “Ci stavo pensando già da ieri a questa cosa, ma credo proprio che dovremmo avere il nostro primo appuntamento in questi giorni.”
“A-a..appuntamento?”
Inarcò un sopracciglio, “Non ho detto di spogliarti eh...”
“Lo so! Idiota.. ma siamo due ragazzi, non credo che funzioni così.”
“Ah no? E dimmi un pò che dovremmo fare?”
La domanda che mi ero posto tutto il giorno, che diavolo avremmo fatto dal quel giorno in poi. Parlare di appuntamenti era strano, e nella mia mente li avevo sempre immaginati molto romantici, l'occasione perfetta per tenersi per mano, baciarci e altre cose. Quello almeno era sempre stato il mio immaginario di un appuntamento, e pensare di doverne fare uno con Hayato sapeva tanto di una barzelletta.
“Andiamo alla sala giochi allora!” proposi tirando fuori una cosa a caso.
Piombò il silenzio.
“La sala giochi.. seriamente?” Hayato parve molto disgustato della mia proposta.
“Ma tutti ci vanno e poi ricordo che tu eri molto bravo” ridacchiai nervoso.
Hayato mi fissò stupito per qualcosa forse colpito dal fatto che ricordassi una cosa simile, “E va bene, vada per la sala giochi. Ci andiamo dopo la scuola?” Annuii soddisfatto che si fosse arrivati ad un accordo, e sebbene lui non sembrasse pienamente convinto abbozzò un sorriso anche se molto lieve. Si avvicinò di nuovo, tirando fuori dalla borsa il cellulare e me lo lanciò. Non capii cosa dovessi farci, “Segnaci il tuo numero.”
“Come?”
“Usciamo insieme è ovvio che abbia il tuo numero, no? Idiota.” Giusto non era sbagliata come idea così glielo segnai, sarei stato di nuovo tra i suoi contatti, che strana sensazione di felicità mista ad ansia. “Dammi il tuo”.
Tirai fuori il mio telefono e incredibilmente Hayato lo afferrò cominciando a trafficarci e in meno di pochi secondo salvò il suo numero e l’indirizzo email restituendomi l’apparecchio. Una volta tornato indietro gli diedi un occhiata e notai con quale nome si era registrato: Amore.
“CHE DIAVOLO E’ QUESTO NOME?!” scattai imbarazzato di averlo anche solo letto nella mente.
“Preferivi tesoro o vita mia?”
Tirò fuori la lingua facendomi una smorfia e scappò via di li portandosi via le cose. Che pessimo modo di scherzare, e con quale coraggio aveva scritto una simile cosa. Guardai quel nome ancora una volta, e spontaneamente mi venne da sorridere anche se non gli avrei mai mostrato quanto quello scherzo mi avesse fatto in realtà divertire.


  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: __roje