Libri > Altro
Segui la storia  |       
Autore: Hiroyuki    18/09/2017    1 recensioni
[Miss Peregrine]
La fan fiction si ispira esclusivamente alla trilogia di romanzi e non al film. I personaggi e le vicende, pertanto, sono così come vengono presentate nei libri. La storia è ambientata tre anni dopo gli eventi narrati nel terzo libro e descrive un ipotetico proseguimento, pertanto potrebbe contenere spoiler e anticipazioni per chi non avesse ancora completato la lettura. Nuovi personaggi si aggiungeranno alle vecchie conoscenze per dare vita ad un'avventura che metterà a dura prova Miss Peregrine ed i suoi ragazzi speciali, riportando alla luce le pagine più oscure e dimenticate del mondo degli Speciali.
Genere: Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
L'attesa durò meno del previsto. Il tramonto tingeva tutta la zona di uno splendido rosso e la parte inferiore delle nuvole, illuminate dai raggi del sole morente, assumeva delle tonalità rosate. Un tramonto da favola per quel giorno, che Miss Peregrine aveva, non a caso, scelto affinchè si replicasse all'infinito quando aveva creato l'anello. Ma lo sguardo della ymbryne, da dietro il finestrone della propria camera, questa volta non poteva indugiare sulle bellezze naturali, perchè focalizzata sulle quattro figure che stavano sopraggiungendo e sui guai che avrebbero portato.

In tre avanzavano allineati: a destra c'era un uomo di circa un metro e sessantacinque, con indosso un maglione a collo alto rosso ed un paio di pantaloni blu. Al centro una donna bionda, più o meno della stessa altezza, con la pelle estremamente pallida. Indossava un lungo cappotto che le arrivava fino alle caviglie, coprendone gran parte del corpo. Il terzo era uno strano ibrido tra un uomo ed un leone, di colore giallognolo e dalla muscolatura possente con una chioma di capelli rossi che gli avvolgeva anche spalle e collo come una criniera. Era a petto nudo e indossava solo un paio di jeans corti e strappati.

Dietro di loro procedeva Caul, avvolto in una lunga tunica nera, quasi fosse un predicatore, e teneva lo sguardo fisso sulla vetrata dietro cui si trovava la sorella, con un ghigno sadico dipinto sul volto. Se avesse potuto avrebbe trafitto la donna con il proprio stesso sguardo.

«Sorellina, esci fuori, è giunto il momento di pagare per i tuoi peccati» esclamò con voce melliflua quando arrivarono ad una decina di metri dal portone di ingresso. «Vieni fuori e porta tutti i tuoi bambini. Li ucciderò subito, senza farli soffrire, ma se ti opponi, se ci costringi ad entrare, allora moriranno tra atroci sofferenze e tu li guarderai spegnersi uno dietro l'altro senza poter fare niente, se non darti la colpa.»

La voce di Caul sembrava provenire da più direzioni, come un eco, ma Miss Peregrine non si curò delle sue parole e distolse lo sguardo, ritirandosi all'interno della camera, per prepararsi  allo scontro imminente, oramai inevitabile.

***

Caul non attese di ricevere una risposta, ben sapendo che le sue parole non erano niente altro che una provocazione, quindi rivolse un cenno del capo all'uomo con il maglione. Egli fece alcuni passi in avanti, prese un grosso respiro e, con la bocca, emise uno stridio terribilmente acuto che fece tremare tutti i vetri della casa, mandandoli in frantumi.

Subito dopo la donna si mise a correre verso il portone chiuso e, quando fu ad appena un paio di passi, divenne diafana ed attraversò la superficie di legno, come se non esistesse. Subito dopo la porta fu spalancata dall'interno e la donna, che era tornata normale, fece cenno all'uomo-leone di entrare.

La creatura emise un ruggito ed iniziò a correre verso l'ingresso, varcò la soglia e puntò alle scale che conducevano al piano di sopra, ma quando passò accanto alla porta dello studio un violento pugno piombò contro il suo volto, scagliandolo contro la parete opposta.

Dalla stanza uscì Bronwyn, che si lanciò immediatamente sull'avversario mentre era ancora stordito, per non dargli tempo di reagire. La ragazza lo tempestò di pugni mentre il leone si parava con le braccia. La donna con il cappotto tentò di intervenire per aiutare il proprio compagno, ma Emma, apparsa a metà della scalinata, le lanciò contro una fiammata, costringendola a diventare nuovamente incorporea per non essere colpita.

«Avanti, non vi farete intimorire da un branco di ragazzini!» Li esortava Caul dall'esterno. L'uomo leone si riprese quanto bastava per reagire e iniziò a menare fendenti con gli artigli che graffiavano braccia e volto dell'avversaria, ma la colluttazione continuava senza tregua. La donna incorporea, allora, decise di attraversare tutto il corridoio, passando attraverso ai due contendenti, salì le scale e superò anche Emma, subito dopo si voltò, tornando tangibile, per scaraventarla giù dalla rampa. Emma era completamente sbilanciata, ma un grosso bastone si abbattè sul corpo della donna che si accasciò per il dolore. «Tu potrai anche essere intangibile, ma se nessuno ti vede puoi fare qualsiasi cosa.» Sghignazzò Millard, mentre un bastone galleggiava nel vuoto.

L'uomo con il maglione rosso, tentò di partecipare allo scontro: gonfiò nuovamente i polmoni ed aprì la bocca per cacciare un nuovo urlo, ma non appena lo fece, lo sciame di api di Hugh cominciò a ronzargli intorno al volto e a pungerlo su lingua e palato. In preda al dolore si  ritrasse, sputacchiando insetti e gridando improperi. Contemporaneamente lo stridente acuto di un falco annunciò l'arrivo di Miss Peregrine che volteggio sopra Caul, cercando di ghermirgli il volto con gli artigli da rapace.

Lo scontro sembrava volgere al meglio per i ragazzi di Miss Peregrine, quando il boato di un colpo di fucile risuonò nell'aria. Miss Peregrine lanciò un grido acuto, volteggiando un paio di volte in cerchio e poi fu afferrata per un'ala da Caul che la sventolò davanti agli occhi atterriti dei suoi ragazzi. «È mia, è mia, ho catturato la sorellina.» esultava in preda ad una pazza euforia.

Dalle stanze spuntarono quattro Spettri, una parte di quelli evasi dall'anello punitivo, che imbracciavano un fucile ognuno. 

«Presto salite, quelli sono armati!» strillò Horace che aveva assistito alla scena della cima delle scale. Emma e Millard percorsero immediatamente i gradini che li separavano dal piano superiore, ma gli Spettri fecero fuoco. Horace gridò, portandosi le mani alla gamba destra e si accorse che al suo polpaccio si era conficcato un piccolo ago. Tentò di raggiungere il piano superiore, ma barcollò e cadde addormentato. 

Bronwyn, che era riuscita a sottrarsi allo scontro con l'uomo leone, seppur ferita in più punti, percorse le scale per ultima e quando vi trovò Horace se lo caricò sulla spalla per portarlo al piano di sopra.

***

I ragazzi avevano tutti raggiunto il primo piano. Horace dormiva, portato in braccio da Bronwyn e Miss Peregrine era caduta nelle mani di Caul, probabilmente stordita anch'ella da uno dei dardi sparati dai fucili degli Spettri, che avevano iniziato a salire le scale per venirli a cecare.

«Dobbiamo andarcene da qui o ci prenderanno tutti.» Sentenziò Enoch.

«Ma da qui non possiamo scappare da nessuna parte.» Replicò Claire che stava per mettersi a piangere.

«Da qui, usciamo dalla finestra, vi faccio io da paracadute.» Invitò tutti Olive, che si era tolta i pesanti scarponi e stava galleggiando nell'aria.

«Ma siamo troppi, non riuscirai a sorreggerci tutti, e non abbiamo tempo di fare più viaggi.» la rimbrottò Emma.

«Ooooh, avanti, non c'è tempo per discutere.» Replicò la piccola che, nel frattempo, si era già lanciata fuori dalla finestra. Enoch non se lo fece ripetere e corse ad afferrare le caviglie di Olive; Hugh si aggrappò alla vita di Enoch e così, uno dopo l'altro, i ragazzi fecero una catena umana, saltando dalla finestra. Come previsto, però, il peso era troppo e la discesa fu più rapida del previsto, causando un duro impatto contro il terreno.

«Eccoli, sono da questa parte.» Urlò una voce da dietro la casa e un nuovo colpo di fucile esplose nell'aria. 

 «Gli Spettri che non sono entrati... ci stanno ancora cercando...» Sibilò Millard che si era rialzato dolorante e cercava di far rimettere in piedi anche gli altri.

Lentamente, forse troppo, si rialzarono tutti. Bronwyn si incaricò nuovamente di trasportare Horace sulle spalle e corsero lungo la discesa della collina cercando un luogo dove nascondersi. Nuovi proiettili esplosero nell'aria, ma nessuno parve venirne colpito. «Laggiù!» Gridò Enoch, indicando una piccola costruzione di legno che fungeva da capanno degli attrezzi. 

Senza dire nulla il gruppo virò in quella direzione, raggiungendo il capanno e rifugiandovisi dentro. Erano tutti stremati, alcuni feriti, chi negli scontri, chi dalla caduta. Gli abiti erano sporchi e strappati ed i cuori battevano all'impazzata per la corsa, ma qualcuno li stava cercando: infatti sentivano distintamente dei passi attorno alla costruzione al cui ingresso si stavano avvicinando.

Trattennero tutti il fiato e non appena la porta si aprì, Emma scattò in avanti con i palmi della mani incandescenti, ma si bloccò a metà della sua corsa. I muscoli erano ancora tesi nello sforzo ma non si muoveva di un millimetro, sembrava non respirare nemmeno. Dalla soglia apparve Darryl che teneva il braccio destro teso proprio di fronte alla ragazza.

«Lasciala immediatamente!» Ordinò Hugh.

«Guarda che è lei che mi ha attaccato, io mi sono semplicemente difeso.» rispose il ragazzo, abbassando il braccio, ed Emma ricadde al suolo, nuovamente libera di muoversi. «Lo sapevo che eri in combutta con loro.» lo accusò lei.

«Calma, calma» replicò estraendo da sotto il cappotto una busta color blu elettrico. «È stata la vostra direttrice a chiamarmi... chissà perchè pensava che aveste bisogno di aiuto.» Aggiunse poi in tono ironico.

«Senti, a noi non serve...» ma la frase di Emma le si strozzò in gola quando il rumore di passi pesanti si fece sempre più vicino al capanno.

«Osta state tutti indietro e fate silenzio.» Intimò loro Darryl, quindi si voltò verso la porta e si mise a sedere con gambe incrociate ed occhi chiusi. «Che caspita stai facendo? Dobbiamo scappare.» Esclamò Olive spaventata, ma il ragazzo intimò loro nuovamente di fare silenzio.

La porta si aprì e due Spettri entrarono con il fucile spianato, osservando nella loro direzione. I ragazzi trasalirono, ma i due non fecero fuoco. Si limitarono ad esaminare la stanza con lo sguardo. «Niente.» Disse uno, ed entrambi uscirono richiudendosi la porta alle spalle. I bambini erano stupefatti.

«Ma come è possibile che non ci abbiano visto?» mormorò Claire.

«Perchè io gli ho impedito di vederci.» Spiegò Darryl che si era rimesso in piedi. «Questo dovrebbe darci un po' di tempo.»

Rimasero tutti per qualche istante in silenzio, ascoltando i passi allontanarsi, poi Emma si avvicinò al telepate. «Ti ho detto che non abbiamo bisogno del tuo aiuto, ce la caviamo da soli, come abbiamo sempre fatto.»

«Non mi importa cosa pensate, e non mi importa se siete o meno in grado di cavarvela da soli.» Replicò. «Sono stato chiamato da Miss Peregrine, e ho intenzione di fare ciò che mi ha chieso. Che ti piaccia o meno. E adesso, se volete scusarmi, vado a controllare cosa stanno facendo gli Spetti.» Annunciò, uscendo poi dal capanno, forse più per evitare di stare nella stessa stanza con i ragazzi che per altri motivi.

***

Emma era rimasta in silenzio, mentre i compagni confabulavano sulla necessità o meno di fidarsi di Darryl. Qualunque cosa avesse detto sarebbe risultata sgradevole e restare ferma con le mani in mano non le piaceva, ma ancora meno le piaceva dipendere da quello sconosciuto che tanti problemi aveva loro causato; e se anche Miss Peregrine aveva deciso di fidarsi, questo non valeva per lei. Ma i motivi di tanto rancore erano da ricercarsi in un altro motivo, che la riportava indietro alla notte della morte dell'amato Jacob: quella sensazione sgradevole che aveva provato di avere qualcosa dentro la testa, e poi, all'improvviso, spuntava fuori qualcuno con la capacità di manipolare le percezioni. Non riusciva a credere che fosse tutta una coincidenza e decise che era giunto il momento di vederci chiaro, quindi si avviò verso la porta e uscì dal capanno.

Darryl era a pochi passi oltre la soglia, intento ad osservare gli Spettri che si aggiravano fra la vegetazione cercandoli, eppure incapaci di vederli, anche se gli passavano accanto. Emma si avvicinò e si mise al suo fianco, guardando dritta davanti a sè.
«Non mi importa cosa pensano gli altri e nemmeno cosa crede Miss Peregrine. Tu non sei qui per puro altruismo, non è vero?»

«Hai ragione» rispose Darryl. «Miss Peregrine mi ha promesso una cosa quando sarete tutti in salvo: asseconderà la mia richiesta di manipolare il tempo per me.»

La ragazza lo guardò, incredula che la direttrice avesse potuto promettere una cosa del genere. «Come puoi anche solo pensare di fare una cosa simile. È del tutto innaturale.»

«Se potessi tornare indietro e salvare Jacob, non lo faresti?»

Quella domanda fu come una pugnalata al cuore. Emma si sentì avvampare di rabbia e strinse il pugno, immaginando di colpirlo con tutta la forza che aveva in corpo, ma si trattenne a fatica. «Non è la stessa cosa.» Riuscì solo a dire a denti stretti.
Darryl voltò il capo e posò le orbite completamente bianche e prive di pupilla sulla ragazza, che ebbe un brivido lungo la schiena. «Io ti sembro uno Spettro e non ti fidi di me. Questo posso capirlo. Ho cercato di sottrarre i poteri a Miss Peregrine e questo di certo non mi ha fatto guadagnare punti... ma in te non c'è solo diffidenza, come negli altri. Il tuo è un rancore molto più profondo e non capisco davvero da dove provenga.»

«Non sapevi leggere i pensieri?» lo canzonò, per nulla intenzionata a rispondergli.

Darryl, inaspettatamente, mantenne la calma. «Non funziona con tutti allo stesso modo. Alcuni hanno una mente più accessibile. Altri, come te, sono più sfuggenti e non riesco ad entrare nella loro mente senza un appiglio di qualche genere.» le spiegò.
Emma rimase un attimo in silenzio, cercando di capire se le aveva rivolto un complimento in qualche maniera o se la stava solo prendendo in giro. Poi decise di esternare la domanda che le frullava in testa, senza altri giri di parole: «C'entri qualcosa con la morte di Jacob?»

«Concedimi di guardare.» le disse sollevando la mano destra e avvicinandola alla fronte di lei. Emma si ritrasse istintivamente. Poi socchiuse gli occhi e lascio che la sua mano le si posasse sulla fronte.

***

Fu scaraventata indietro nel buoio, senza più sentire nemmeno il terreno sotto i piedi. Per un istante pensò che l'avesse uccisa, poi delle ombre iniziarono a delinearsi, a farsi più nitide ed un pianto le risuonò all'orecchio. Si guardò intorno e si rese conto di essere nell'anello, tra gli alberi che costituivano il boschetto nei pressi della casa, ma il capanno era dalla parte opposta. Poi si voltò verso il pianto che aveva udito e inorridì: stava osservando di nuovo la scena della morte di Jacob ma dall'esterno questa volta. Vedeva se stessa china sul corpo e il sangue che ancora gli colava lento dagli squarci sul petto. Le lacrime le inondarono gli occhi e maledì Darryl che, in qualche modo, l'aveva rimandata a quella scena. I pensieri di amore, dolore ed odio si mescolarono tutti insieme, poi si sentì tirare e la scena si allontanò dal suo sguardo fino a quando non si ritrovò nuovamente nel buio.

***

Quando Emma riapriì gli occhi Darryl era davanti a lei, con il capo chino ed un rivolo di sangue che gli usciva dalla narice sinistra. Stava per dirgli qualcosa, per vomitargli addosso tutta la sua rabbia, ma il ragazzo la precedette. «Ti chiedo scusa.»
Quelle tre semplici parole fecero scemare tutta la sua furia. Non si era scusato nemmeno con Miss Peregrine per quello che aveva cercato di farle e ora si scusava con lei?

«Non volevo farti rivivere quei momenti, ma avevo bisogno di capire di cosa stai parlando...» le spiegò lentamente e, nel buio, Emma ebbe la sensazione di vedere una lacrima rigargli il volto. 

«Non avevo mai visto Jacob prima d'ora e non ho nulla a che fare con la sua morte. Ma quei tagli sul petto... sono certo si tratti di Lukas. L'uomo dalle sembianze leonine che avete affrontato stasera. È uno di coloro che sono stati reclutati da Caul.»
Le lacrime esplosero nuovamente negli occhi di Emma, sollevò il pugno destro sopra la testa, carica di rabbia,  voleva calarlo contro di lui con tutta la forza, ma riuscì solo ad appoggiarglielo sul petto.

«I tuoi amici... i tuoi alleati...» singhiozzava. «E non venirmi a dire che tu eri già andato via... sapevi cosa volevano fare, sapevi i loro piani. Se solo ci avessi avvertito anzichè preoccuparti dei tuoi viaggi nel tempo, se non fossi stato così egoista...»
Darryl rimase in silenzio, poi afferrò il pugno della ragazza. «Vuoi sapere cosa voglio fare nel passato?» le domandò.

Emma sollevò lo sguardo verso di lui e, senza esitazione, annuì. Darryl si chinò leggermente portandosi la mano della ragazza alla fronte e fu di nuovo buio.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Altro / Vai alla pagina dell'autore: Hiroyuki