Il bruciore di te, scappa e corre, funesto, si ciba
Di ossa spezzate e malinconia di strascichi,
odia l’amore, ma ama il sonno infinito,
le polveri sottili, il biancore delle lenzuola
silenziose.
Il volteggiar sicuro,
i piccioni che si posano sul cuore,
quelle macchie di colore nel giardino
di fronte casa tua.
Ramoscelli crescono impavidi,
rose appuntite sanguinano
l’anima
margherite sorridono
fotosintesi di ricordi,
verdi pelli su code di pavone.
Nota dell'autore: lo scrivo anche qui all'interno della raccolta, come avevo già fatto nell'altra poesia pubblicata! Per una settimana (o quasi) non avrò a disposizione il computer, a partire da stasera, quindi vi lascio momentaneamente questo componimento, che corrisponderebbe al decimo capitolo della raccolta. Spero di reinventarmi e avere tante nuove idee al ritorno. Un abbraccio a tutti coloro che seguono la raccolta, la recensiscono o anche solo la leggono.