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Autore: Bagabu28    19/09/2017    0 recensioni
"-La verità è che lo spirito di noi cacciatrici non è interessato ad altro se
non allo sconfiggere e cacciare mostri, al prepararsi alle
battaglie...perché questo è ciò che noi siamo.-
Lui mi guardò torvo, non molto convinto dalle mie parole. Così
lentamente si avvicinò e si sedette accanto a me. Poi quasi sussurrando
affermò:
-Ti dirò una cosa Diana, la vita non è solo pensare alla prossima lotta.
Devi goderti i momenti.-
-I momenti?-
-Sì. La vita è fatta di momenti, belli o brutti. Vale la pena di viverli,
sempre.- concluse sorridendo."
Sequel della mia fanfiction "La luna blu", la storia è ambientata circa durante le avventure del 4° libro della saga “Eroi
dell’Olimpo”, ovvero durante “La casa di Ade”. Protagonista indiscussa
della storia, anche questa volta è Diana Morrison, la sedicenne “figlia” di
Artemide. La sua missione è apparentemente semplice: riportare
un eroe incontrato nel bosco al Campo Mezzosangue. Tuttavia durante il
suo viaggio la giovane semidea si troverà ad affrontare ostacoli di ogni
genere...compresi quelli sentimentali.
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Amazzoni, Artemide, Nuovo personaggio, Talia Grace, Will Solace
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'I colori della Luna'
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Capitolo 3

L’idea di andare alla ricerca di un altro carro da guerra non mi  entusiasmava. L’ultima volta non era andata a buon fine...o almeno l’atterraggio non era stato dei migliori, magari questa volta sarebbe andata meglio...o così speravo.
Dopo aver salutato Artemide e le altre cacciatrici partimmo verso Seattle alle prime luci dell’alba. Arrivammo in città dopo qualche ora di camminata pesante sotto il sole cocente di fine giugno.
-Quindi dobbiamo proprio andare a chiedere aiuto alle amazzoni??- chiese nervoso Teseo mentre ci dirigevamo in una zona sud del centro, in una piazza circondata di edifici più piccoli di vetro e mattoni.
Talia annuì. Io scossi le spalle. Era lei il capo, aveva guidato noi cacciatrici in molte missioni e aveva sempre dimostrato grande capacità organizzativa e tattiche infallibili.
-Ehm...non è che uccidono gli uomini a vista, vero?- continuò lui inquieto.
-Dipende…- rispose allora lei.
-Da cosa?!- domandò sempre più agitato.
-Dalla gravità del torto commesso in passato.- concluse la ragazza sorridendo compiaciuta.
-Bene...incoraggiante.-
Talia si fermò all’improvviso, davanti a un palazzo sulla cui porta di vetro era incisa la parola: AMAZON.
-Ci siamo.- dichiarò la semidea. Io ero entusiasta di conoscere questo straordinario popolo di donne guerriere i cui miti mi avevano sempre affascinato. Teseo non sembrava essere dello stesso parere. Mi avvicinai a lui e gli poggiai la mano sulla spalla. Riuscivo a sentire i suoi nervi tesissimi.
-Ei, tutto ok?- domandai gentilmente. Lui serrò la mascella e disse solo: -Facciamo in fretta. Loro non saranno felici di vedermi.-
Talia varcò la soglia, e noi la seguimmo. L’atrio sembrava un grosso acquario vuoto: pareti di vetro, pavimento nero lucido, qualche pianta e quasi nient’altro. Contro la parete nera c’era una scala di pietra altrettanto nera che portava in alto e in basso. Al centro della sala c’era una giovane donna con un completo pantalone nero, lunghi capelli rosso Tiziano e un auricolare da guardia di sicurezza. Sul suo badge c’era scritto: Kinzie. Aveva un sorriso piuttosto cordiale, ma i suoi occhi freddi sembrava cercassero di capire chi avrebbe potuto aggredirli.
Kinzie fece un cenno del capo a Talia: -Posso aiutarti cara?-
-Ehm...spero di sì. Stiamo cercando le amazzoni. So che questa è la sede centrale...avrei bisogno del loro aiuto. Siamo state mandate da Artemide, siamo due delle sue cacciatrici.- rispose prontamente la figlia di Zeus.
-Oh capisco…-  disse sorridente Kinzie. Poi però scoccò uno sguardo alle spalle di Talia e il suo voltò si incupì. Il tono cordiale di un attimo prima lasciò improvvisamente spazio a un tono minaccioso e decisamente fremente di rabbia omicida.
-Lui cosa ci fa qui.-  
-Posso spiegare…- cercò di parlare Teseo facendo un passo avanti ma prima che se ne potesse rendere conto, Kinzie aveva superato la scrivania della reception, sferrando un calcio nel suo torace e scaraventandolo dall’altra parte dell’atrio. Troppo tardi puntai l’arco contro Kinzie. Una decina di altre ragazze vestite di nero si riversò sulle scale, spada in pugno, e ci circondarono.
Kinzie guardò l’eroe con occhio torvo. -Regola numero uno: i maschi non parlano senza permesso. Soprattutto tu. Anzi con quale coraggio hai osato oltrepassare quella porta! Regola numero due: devi sapere che entrare abusivamente  nel nostro territorio è punibile con la morte…-
Prima che fosse troppo tardi, Talia si affrettò ad intervenire.
-Calma, calma, calma. Siamo venuti in pace solo per chiedere aiuto e non abbiamo nessuna intenzione di combattere. Lui è con noi, che vi piaccia o no.-
Kinzie si voltò verso di lei sorpresa. Poi rivolgendosi anche a me esclamò: -Come potete proteggere un uomo del genere??! Avete idea di cosa ha fatto al nostro popolo?! Sono stata fin troppo generosa a non averlo ucciso all’istante.- e così dicendo, impugnò la spada, pronta a trafiggere l’uomo.
-Aspetta!- gridai io mettendo l’arco a terra in segno di resa. -Lascia che sia la regina a decidere la sua sorte.-
Kinzie e le altre amazzoni mi guardarono torve, dubbiose se fidarsi o meno. Alla fine una di loro, probabilmente di livello gerarchico superiore, rispose: -Va bene, sarà la regina Hylla a scegliere il vostro destino.-

 

Le amazzoni ci confiscarono le armi  e ci condussero lungo così tante rampe di scale che persi il conto. Alla fine attraversammo una corsia piena di carrelli elevatori in movimento, ci facemmo largo in un labirinto di nastri trasportatori e ci infilammo sotto una fila di bracci robotici che impacchettavano scatole. Quasi tutta la merce sembrava roba piuttosto normale...ma contro una parete era addossato un carro da guerra con un grosso codice a barre su un fianco. Appeso al giogo c’era un cartello con la scritta: “disponibilità: ultimo rimasto. Ordina subito, ulteriori in arrivo.”
Finalmente entrammo nella sala del trono, le pareti erano decorate da vessilli di guerra, scudi dipinti, ritratti delle donne più illustri e teste impagliate di draghi, idre, leoni giganti. A guardia di entrambi i lati  c’erano decine di carrelli elevatori adibiti alla guerra. Ciascuno era guidato da un maschio con il collare di ferro, ma sulla piattaforma posteriore c’era una guerriera che azionava una balestra gigante.
-Benvenute cacciatrici nel nostro quartier generale, dovete scusare l’accoglienza brusca…- esclamò entusiasta una giovane donna seduta sul trono al centro della sala rivolgendosi a me e Talia.
-Vostra maestà, ci ha mandato la divina Artemide fiduciosa nel fatto che voi ci avreste donato il vostro aiuto.- spiegò gentilmente la semidea.
-Come posso aiutarvi, cacciatrici?-
-Siamo state incaricate dalla dea di portare questo ragazzo fino al campo mezzosangue, ma per farlo avremmo bisogno di un mezzo di trasporto…-continuò Talia. La regina sembrava dubbiosa.
-Certo vi aiuterei volentieri ma...purtroppo il ragazzo in questione ha arrecato moltissime perdite al nostro popolo in passato...non posso lasciarlo andare impunito.- dichiarò l’amazzone.
-Certamente vostra maestà, non conosco le vostre ragioni ma...entrambe desideriamo qualcosa: voi volete vendetta, noi vogliamo un mezzo di trasporto. Possiamo giungere ad un accordo.- ribattè Talia in tono diplomatico. Si vedeva che era nata per guidare gli altri, per ricoprire il ruolo di leader. La regina rifletté qualche istante.
-Può darsi che tu abbia ragione cara, ma tratterò soltanto con te, in privato.- detto ciò, ordinò alle sue guardie di portare me e Teseo in una cella in attesa della decisione sulla nostra sorte. Non cercammo neanche di ribellarci, sarebbe stato inutile e avrebbe aggravato le nostre condizioni. Definire le amazzoni ‘gentili’ era stato un grande errore dal momento che ci scaraventarono dentro un carrello elevatore con violenza e rabbia. Osservai la mia cella: era di piccole dimensioni, a malapena entravamo in due, e i denti del carrello erano stati affilati e trasformati in enormi lame di spada.
-Ok...dunque, se posso chiederlo, cosa diamine gli hai fatto per farti odiare così tanto?!- esclamai nervosa rivolgendomi a Teseo che nel frattempo si era seduto in un angolo.
-Be’...è una lunga storia…- rispose evasivo lui.
-Penso di meritarmi una spiegazione dopo aver subito questo trattamento.- continuai imperterrita incrociando le braccia. Lui abbassò  gli occhi e a voce bassa cominciò: -A quel tempo ero un uomo diverso...ero avventato, appassionato e poco cauto…- fece una pausa, poi continuò:-...be’ un giorno feci visita al popolo delle amazzoni che mi accolsero con banchetti e offrendomi la loro ospitalità. Mi invaghii della loro regina, Antiope, così quando salpai con la mia nave per tornare in patria la portai con me…-
-Cioè la rapisti.- conclusi io.
-Be’ in un certo senso...in fondo anche lei mi amava…-cercò di scusarsi lui. -Sì ma costringere una persona a venire con te contro la sua volontà vuol dire rapirla...comunque va’ avanti...cosa è successo dopo?- lo esortai io. Lui sospirò e a malincuore continuò il suo racconto:
-Per un po’ la nostra vita andò bene, tanto che ebbi anche un figlio da lei. Poi però quando le sue donne guerriere attaccarono l’Attica per riprendersi la loro regina, io be’...ero il re, dovevo difendere il mio popolo…-
-Quindi avrai mandato il tuo esercito a fermarle immagino…-
-Esattamente. Ti basti sapere che non ho voluto prigioniere.- concluse lui affranto. Lo osservai meglio, avevo la strana sensazione che mi stesse nascondendo qualcosa, tuttavia aveva già parlato abbastanza, mi bastava sapere quello che mi aveva detto per capire l’odio profondo che aveva scatenato la reazione delle amazzoni al nostro arrivo. Così mi sedetti anche io nell’altro angolo della cella in attesa della condanna.
-Comunque Diana, non ho avuto ancora il tempo di ringraziarti per prima...se non avessi fermato Kinzie probabilmente non avrebbe avuto problemi a uccidermi…- affermò lui tornando al suo solito tono di voce. Abbozzai un sorriso. Poi continuò: -Mi hai salvato la vita un’altra volta...riuscirò mai a sdebitarmi?-
Prima che potessi rispondere, la guerriera che ci faceva da guardia aprì la nostra cella e ci ordinò di uscire. Ad aspettarci fuori dalla cella vi era Talia con le braccia incrociate e in evidente agitazione.
-Allora?- chiesi avvicinandomi. Lei scrutò attentamente prima me poi Teseo, e infine ci spiegò che le amazzoni desideravano ardentemente la morte dell’eroe, tuttavia, per fortuna era riuscita a contrattare un accordo. -Si tratta di un’umiliazione pubblica.- disse con tono pacato.
-E...in cosa consiste esattamente?- chiese il ragazzo preoccupato.
-Tra poco si riuniranno tutte assieme nella sala del trono. Tu dovrai...be’ innanzitutto pentirti delle azioni commesse in passato...poi...ecco…-
Talia tentennò qualche secondo prima di continuare la frase.
-Be’ dovrai implorare perdono ricevendo uno schiaffo per ogni amazzone uccisa…- concluse.
-Cosa?! Ma sei matta! Ho sbaragliato un esercito intero!- esclamò Teseo agitatissimo.
-Un esercito?? Hylla non mi aveva specificato questo dettaglio…- ribattè la ragazza sbalordita.
-Eravamo in guerra...non ricordo i numeri esatti, resta il fatto che questo accordo va assolutamente cambiato!- continuò il ragazzo.
-Invece no. Possiamo farcela.- mi intromisi nel discorso. Si voltarono entrambi verso di me, così spiegai che avrei potuto guarire con le mie doti magiche qualunque ferita, anche centinaia o migliaia di schiaffi...evitai di specificare che la mia magia avrebbe funzionato solo di notte ma tanto era già pomeriggio, Teseo avrebbe dovuto resistere solo per qualche ora. A malincuore l’eroe accettò l’accordo e si incamminò verso la sala del trono. Incredibilmente tutte le guerriere si erano già riunite impazienti di assistere all’umiliazione del malcapitato.
-Dunque Teseo, ex-re di Atene, figlio di Egeo o Poseidone, tua madre non l’ha mai specificato...vieni avanti.- esclamò la regina Hylla dall’alto del suo trono con tono derisorio. Seguirono risatine e versi di scherno che velocemente si propagarono per tutta la sala. Prima che muovesse il primo passo, lo fermai afferrandogli il braccio.
-Ei, sta’ tranquillo, ci penso io a salvarti.- dissi con tono incoraggiante. Lui si voltò sorridendomi. -Lo so, tesoro. Ho una soglia del dolore abbastanza alta, posso cavarmela.- Io lo guardai torvo, proprio non voleva capirlo che non doveva chiamarmi in quel modo.
Poi con disinvoltura si incamminò lungo la navata centrale della grande sala iniziando a scusarsi per le azioni commesse e implorando perdono scegliendo con cura ogni parola. Alla fine del suo discorso, la regina si alzò diffidente e dichiarò ad alta voce: -La tua richiesta di perdono è stata accolta. Tuttavia noi non potremmo ritenerci completamente soddisfatte se ti lasciassimo andare via impunito.-
-Sono al corrente della pena scelta, quindi vi pregherei di fare in fretta.- rispose Teseo mantenendo un tono calmo e pacato.
-Sarai felice di sapere che, per tua fortuna, è stata leggermente modificata.- continuò la regina. -Probabilmente non avresti resistito ai 10000 schiaffi corrispondenti alle donne guerriere del cui sangue tu ti sei macchiato. Ma un centinaio, potranno andare bene lo stesso.-
Detto ciò, una alla volta, le amazzoni presenti in sala si avvicinarono all’uomo schiaffeggiandolo con tutta la loro forza. Teseo sopportò il tutto con pazienza e senza mostrare un minimo segno di sofferenza. Doveva proprio avere una soglia del dolore molto alta.
Alla fine riuscimmo ad ottenere il carro e i pegasi come previsto dall’accordo, la regina Hylla salutò me e Talia con grande affetto ma Teseo con un pugno allo stomaco, come ‘ricordo’ della sua visita. Kinzie ci preparò delle provviste di cibo per i giorni successivi e ci restituì le armi confiscate. Una volta fuori da quel palazzo tutti e tre tirammo un sospiro di sollievo. Avevamo pensato la stessa cosa: menomale che le amazzoni dovevano essere ‘cortesi e disponibili’.


SPAZIO AUTRICE: Salve a tutti lettori e lettrici silenziosi! Siamo finalmente giunti davanti alla prima vendetta di un ex di Teseo (vi anticipo già che è la prima di una lunga serie!;-) Finalmente inizia ad esserci una certa chimica tra la figlia di Artemide e il bell'eroe :-). Vi aggiornerò tra una settimana, intanto sarei felice di sapere cosa ne pensate! Alla prossima! 
   
 
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