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Autore: Soul Mancini    20/09/2017    4 recensioni
[Storia momentaneamente sospesa.]
Hoginery, anime in armeno.
Quante anime avete incontrato durante il tour della vostra vita? Eppure con alcune ci si sente immediatamente a casa, ci si avvicina e ci si conosce inevitabilmente. Ci si scontra anche, perché le anime sono tutte diverse e non possono essere sempre d'accordo.
E allora che importanza ha far parte di una famosa metal band losangelina?
DAL TESTO:
«Serj e John stavano intrattenendo una conversazione con una ragazza dai capelli castano chiaro legati in una crocchia.
Un'altra, quasi identica a lei ma leggermente più bassa e più formosa, girovagava per la stanza come una trottola, aggirando i divanetti disseminati sul pavimento con un vassoio di polistirolo in mano.»
Piccole note sulla storia:
- In ogni capitolo troverete una colonna sonora; potrà trattarsi di una canzone dei SOAD o dei progetti paralleli dei componenti.
- Nella storia appariranno alcuni membri di un'altra band, ovvero i Dub Inc, gruppo reggae francese. Non considero comunque questa storia una multiband perché i Dub Inc non saranno protagonisti e appariranno solo in alcuni capitoli. Comunque potrete trovare anche delle loro canzoni nei capitoli.
- Cambierò spesso POV all'interno dei capitoli, ovviamente specificandolo.
Buona lettura :3
Genere: Comico, Sentimentale, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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ReggaeFamily

Shooting on your world

Scars On Broadway – 3005



Noah ♫


Ragazzi, pensiamoci seriamente! Quando ricapiterà un'occasione del genere?” ripetei in tono calmo, tentando di tenere a bada i miei amici.

Era davvero dura farli ragionare: Jacob portava avanti le sue motivazioni in ambito economico, mentre le gemelle sostenevano che fosse ingiusto partire per un tour caduto dal cielo e non meritato.

Non so se hai notato, ma io ci ho già pensato seriamente” tagliò corto Jacob con uno sbuffo. Il chitarrista giocherellava nervosamente con il suo plettro ed esibiva un'espressione corrucciata.

Mi sorprendi, Noah: in genere sei tu quello che si fa prendere dall'ansia e dai dubbi” osservò Ellie, scrutandomi con aria sospettosa.

Ma io credo fermamente nella nostra musica, voglio un futuro per i Souls! Vi rendete conto della proposta che ci hanno fatto?” spiegai con fervore, sollevandomi dalla sedia in cui mi ero accomodato.

Ci trovavamo nel garage di casa mia; teoricamente avremmo dovuto fare le prove, ma quel giorno non eravamo riusciti a concentrarci, ancora tormentati dalla proposta che i nostri amici ci avevano fatto qualche giorno prima.

I Souls avranno un futuro, ma non da raccomandati!” affermò Johanna con determinazione.

Raccomandati? Forse non vi è chiaro che non stiamo partecipando a un talent, ci hanno solo chiamato per delle date! Anche a me viene l'ansia solo all'idea di salire su un palco di un grande festival, davanti a migliaia di persone, ma se la pensiamo così non andremo da nessuna parte!”

I giorni precedenti erano stati terribili per me, mi ero crogiolato tra mille paure e insicurezze, certo che non sarei mai stato all'altezza di ciò che mi era stato chiesto; ma al mio fianco c'era stata Kate, che aveva tentato in tutti i modi di incoraggiarmi. Secondo lei dovevamo accettare senza nessuna esitazione, mi aveva fatto notare che se i System lo avevano chiesto proprio a noi significava che potevamo farlo, che ne eravamo in grado. Era davvero un angelo, grazie a lei ero riuscita a superare ciò che mi bloccava e a raggiungere quelle convinzioni.

Jacob continuava a non essere convinto. Sospirò e incrociò le braccia al petto. “Oh cazzo, certo che tu dal mondo delle favole non riesci proprio a uscire! Sei sempre così: pensi alle cose positive, ma non tieni conto di tutti i problemi che ci sono di mezzo! Spiegami con quali soldi partiamo! Credi che il volo per l'Europa te lo regalino in omaggio nel pacco di patatine?”

Non sarà poi così caro! Se vuoi ti anticipo io i soldi, e nel frattempo possiamo trovarti un lavoro estivo per metterne da parte un po'! Una soluzione si può trovare!” proposi, pronto a tutto pur di fargli cambiare idea.

Ellie sospirò e scosse la testa. “Scusate ragazzi, ma io devo andare un attimo fuori a prendere aria! Jo, tu vieni?”

Nella stanza calò il silenzio per un istante; mi voltai verso Johanna e notai subito il suo sguardo assente e l'aria assorta.

Jo?” la richiamò nuovamente sua sorella.

Eh? No, resto qui.”

L'atteggiamento della batterista mi pareva alquanto strano, non era da lei estraniarsi in quel modo. Probabilmente qualcosa non andava, ma decisi di far finta di niente per non metterla in imbarazzo.

Ellie lasciò l'ambiente con il cellulare in mano e io mi accomodai nuovamente sulla sedia, prendendomi la testa tra le mani e spremendomi le meningi per trovare una soluzione ai nostri problemi.

Purtroppo ognuno di noi la pensava in maniera diversa. Odiavo queste discussioni interne alla band, soprattutto in quel periodo pieno di novità: per le nuove date di maggio e la registrazione del cd dovevamo stare uniti, invece non facevamo che discutere da giorni.

Jacob imbracciò la sua chitarra e prese a suonare una melodia malinconica, probabilmente in linea con il suo umore. Lo conoscevo bene e sapevo che per lui la musica era tutto, avrebbe fatto qualsiasi cosa per coltivare il suo sogno, ma purtroppo non era affatto abile nella risoluzione dei problemi e si lasciava subito prendere dallo sconforto.

Capii subito quello che stava provando nonostante tenesse il capo chino e i capelli di fronte al viso, lo sguardo fisso sulle corde del suo strumento.

Io decisi di mandare un messaggio a Kate per spiegarle in breve la situazione: non che fosse cambiato qualcosa, eravamo nuovamente al punto di partenza e nessuno aveva cambiato di un minimo la sua posizione.

La sua risposta mi strappò un sorriso:


Se vuoi ci vediamo più tardi, così ne parliamo con più calma :)


Accettai subito la proposta, sicuro che la mia ragazza sarebbe stata in grado di tirarmi su di morale.

Forse è meglio concludere qui le nostre prove per oggi” sentii mormorare a Johanna, che torturava le sue bacchette e ascoltava il triste sfogo di Jacob.

Hai ragione. Basta, mi sto deprimendo! Andiamo fuori a fumare?” propose quest'ultimo, interrompendosi di botto e cercando la custodia dello strumento con lo sguardo.

Raggiungemmo Ellie all'esterno e anche mia madre, incuriosita da quel viavai, si affacciò in giardino. “Che state combinando? Avete già finito?” domandò con un sorriso.

Per oggi sì!” confermò Johanna con una sigaretta tra le labbra e l'accendino in mano.

Quando finite, entrate pure! Vi posso offrire qualcosa!”

Grazie Linda, ma noi dobbiamo andare via. Sarà per un'altra volta!” rifiutò l'offerta Ellie con un sorriso riconoscente.

Anch'io vado via, non rimango a cena!” le comunicai qualche istante prima che lei tornasse all'interno.

D'accordo! Se esci con Kate, salutala tanto da parte mia!” concluse mia madre.

Il pomeriggio si concluse con il malumore generale: nemmeno Ellie e Johanna, che generalmente erano sempre solari e allegre, avevano tanta voglia di scherzare.

Quando loro andarono via, mi infilai frettolosamente in macchina con un broncio dipinto in faccia. Le casse diffondevano una canzone dietro l'altra nell'abitacolo, ma io quasi non le sentivo.

Eccetto quelle dei System che capitavano sporadicamente, e io puntualmente le cambiavo.

Ma quando mi fermai davanti alla casa di Kate e la vidi raggiungermi con uno dei suoi soliti sorrisi, l'aria tutt'intorno a me parve improvvisamente più calda e luminosa.

Ciao Noah! Cos'è quell'espressione da funerale?” esordì quando si accomodò sul sedile del passeggero; richiuse piano lo sportello e si voltò per stamparmi un bacio sulle labbra.

Allora mi venne spontaneo sorridere e le fui immensamente grato solo per il fatto che era lì, accanto a me.

Oh, così mi piaci di più! Dove andiamo?” chiese.

Prima di ripartire la scrutai velocemente: indossava un cappottino viola che accentuava le sue forme, un paio di semplici jeans e delle scarpe in tela nere. Il trucco leggero era applicato in maniera impeccabile e si adattava perfettamente al suo viso dolce.

Era bellissima.

Non lo so, pensavo Sunset Boulevard o Third Street” dissi, rivolgendo nuovamente l'attenzione sulla strada davanti a me.

Io voto per Third. È una bella serata, meglio vicino al mare!” esclamò.

E Third sia!”


Vorrei tanto aiutarti a convincere i tuoi amici” sospirò Kate, rinforzando la stretta sulla mia mano.

Purtroppo sono molto testardi, li hai conosciuti e te ne sarai resa conto.”

Ma i ragazzi dei System mi sono sembrati davvero tanto entusiasti nel farvi questa proposta, sembravano aver pensato già a tutto. Che delusione per loro se rifiutaste!” osservò, fermandosi all'improvviso e scrutando le acque scure e calme davanti a sé.

Avevamo da poco finito di cenare e avevamo deciso di fare una passeggiata, approfittando dell'aria non troppo fredda di quella sera.

Lasciai che le nostre dita incrociate si sciogliessero, poi le cinsi la vita con un braccio e la attirai più vicino a me, lasciandomi sfuggire un sospiro. Sentivo il bisogno di averla accanto, di lasciarmi coccolare dal suo splendido profumo e dal suo intenso calore.

Era bello abbandonarsi a quell'attimo di pace, quell'angolo di paradiso, in compagnia del borbottio delle onde e della mia dolce metà. In quell'idilliaco equilibrio, tutti i problemi svanivano.



Ellie ♫


Ciao Shavo... non ti vorrei disturbare, ma in questi giorni stiamo discutendo parecchio della vostra proposta e io ho una gran confusione in testa, ho bisogno di parlare con qualcuno e mi sei venuto subito in mente tu...


Lessi a mia sorella il messaggio che avevo inviato a Shavo quel pomeriggio, quando mi trovavo da sola nel giardino di Noah. Avevo digitato quelle parole in fretta, senza starci troppo a pensare, perché mi erano venute dal cuore. Avrei tanto voluto chiacchierare un po' con lui, trovava sempre il modo per rassicurarmi e distrarmi.

Nonostante ci conoscessimo solo da qualche mese, ormai lo consideravo come una specie di fratello maggiore.

E lui non ti ha risposto?” domandò Johanna curiosa.

No, ma non me ne preoccupo. Sai come è fatto Shavo!”

Sicuramente se l'avessi inviato a Daron ti avrebbe subito chiamato” commentò mia sorella in tono ironico, alludendo a tutte le volte che il chitarrista si era avvicinato a me nell'ultimo periodo.

Sbuffai. “Non me lo ricordare! Certo che se avesse dei modi più delicati di approcciarsi a me avrebbe anche qualche possibilità di costruire un'amicizia decente, ma così proprio no! Non ne posso più di lui che allunga le mani o mi usa come poltrona!”

Ti devi far rispettare!”

Ma io gli dico quando mi dà fastidio, peccato che non mi dia ascolto!”

Non glielo devi soltanto dire! Io fossi in te gli mollerei una sberla ogni volta che si avvicina troppo” consigliò Johanna sghignazzando.

Quel discorso mi irritava, così come il comportamento di Daron. Non capivo cosa ci provasse a ronzarmi sempre attorno; io ero la persona più aperta e socievole al mondo, ma lui sin dal primo momento sembrava essersi posto l'obiettivo di darmi fastidio e indispormi. Nonostante tutto io non mi arrabbiavo con lui, ma in certi momenti pensavo di non poterlo sopportare.

Cambiamo argomento: secondo me è arrivato il momento di dire ai nostri di questa proposta che ci hanno fatto.”

Sapevo di aver toccato un tasto dolente: nostro padre ci avrebbe sicuramente mostrato tutto il suo appoggio e ci avrebbe detto di partire senza pensarci due volte, ma a nostra madre sarebbe preso un colpo.

Eh sì, hai ragione. Appena arriviamo diamo la notizia... ma preparati a una battaglia persa. Questo è l'ennesimo problema che ci impedirà di partire.”

Dimentichi che abbiamo ventun anni, siamo maggiorenni e possiamo decidere per noi. Mamma può essere apprensiva quanto le pare, ma se decidessimo di partire non ci potrebbe fare niente” obiettai.

Mi dispiaceva parlare così, ma era la pura e semplice verità.


In Europa?!”

Ecco, come previsto mamma era esplosa in una reazione esagerata: aveva lasciato perdere la lavastoviglie con cui stava armeggiando e si era voltata verso di noi con occhi e bocca spalancati.

Aspetta, non giungere a conclusioni affrettate: ancora non abbiamo accettato!” tentai di tranquillizzarla, sapendo che non sarebbe comunque servito.

Ed è stato un gruppo famoso a proporvelo?” si informò papà profondamente interessato, distogliendo lo sguardo dal giornale che stava leggendo.

Io e Johanna non avevamo preso niente da lui: era un uomo tranquillo, per niente impulsivo, ma comunque in grado di farsi rispettare con una sola occhiata.

Oddio, ma come fate? Io questi tizi non li conosco, possono essere anche dei malintenzionati!” proseguì mamma come se nessuno di noi avesse parlato nel frattempo.

Johanna scoppiò a ridere all'idea che i System potessero in qualche modo farci del male, ma io rimasi seria e avvertii un brivido che mi scorreva lungo la schiena.

Mamma, con noi ci sarebbero anche Jake e Noah; loro li conosci, non permetterebbero mai che ci capiti qualcosa! E poi saremmo sempre separati per la notte, se è questo che ti interessa sapere!” spiegò mia sorella cercando di mantenere la calma, ma sapevo che se mamma avesse insistito si sarebbe alterata.

No, non se ne parla, io non mi fido!” si impose mia madre portandosi le mani sui fianchi.

Perché no? È giusto che viaggino e facciano conoscere la loro musica nel mondo” la contraddisse nostro padre.

Mamma, siamo maggiorenni e responsabili, possibile che ancora non ti fidi di noi?” intervenni esasperata.

Di voi mi fido, ma faccio fatica a fidarmi degli altri!”

Quindi, fammi capire: secondo il tuo ragionamento non dovremmo fare concerti fuori Los Angeles per il resto della nostra vita? Allora perché abbiamo fondato il gruppo?” si infervorò Johanna.

Certo che potete, ma ora avete portato fuori questa storia dell'Europa di punto in bianco! Poi sapete bene com'è la scena rock, come potete affermare che questi tipi sono affidabili?”

Se facciamo questo ragionamento non dovremmo fidarci di nessuno” feci notare.

Non stanno mica partendo per la guerra” aggiunse papà.

La discussione andò avanti così per più di un'ora e alla fine ne uscii devastata. Mamma non ammetteva repliche: non voleva che accettassimo, si rifiutava di appoggiarci per questo viaggio.

Io e Johanna sentivamo la rabbia crescere in noi: più quel tour ci veniva vietato, più eravamo intenzionate a partire.

Finché eravamo state noi a porci dei limiti, non ci eravamo rese conto della grande possibilità che avevamo tra le mani; ma grazie a quella discussione e a tutte le riflessioni che ne vennero fuori, capimmo l'importanza di ciò che avremmo potuto vivere.

E soprattutto il vuoto che avremmo provato nel lasciarcela sfuggire.


La mattina dopo mi svegliai di malumore. Il cielo fuori era grigio, pure gli eventi atmosferici presagivano una tempesta in arrivo.

Ma io i tuoni li sentivo dentro di me, ero nervosa e non mi andava di parlare con nessuno.

Solo Johanna poteva capirmi quel giorno, ma sarebbe stata impegnata con Lindsay che si era presa l'influenza proprio la sera prima.

Decisi di prendermi una pausa dai libri, non sarei riuscita a concentrarmi; mi rifugiai nel piccolo studio, che ormai era diventata la nostra saletta della musica, e mi posizionai davanti alla tastiera. Non avevamo la possibilità di acquistare il pianoforte dei miei sogni, ma era sicuramente tra i miei programmi e cercavo di mettere da parte i soldi per questo progetto; per il momento mi dovevo accontentare di uno strumento discreto, ma che almeno mi dava la possibilità di suonare e liberare la mia creatività.

Non appena udì le prime note, Misty, il nostro gatto, si precipitò all'interno della stanza e si accoccolò su una mensola vuota accanto a me. Io stravedevo per lui e amavo la sua compagnia, così come lui stravedeva per la musica.

Misty, cosa ti suono?” mormorai, lanciandogli un'occhiata complice.

Lui in tutta risposta chiuse gli occhi e si lasciò andare a delle dolci fusa.

Le mie dita presero a scorrere sui tasti neri e bianchi, così come i miei pensieri.

Quando suonavo al pianoforte mi veniva subito in mente la mia ispirazione, ovvero Serj. Mi aveva guidato negli anni sia per il canto che per quel magico strumento, ero subito rimasta incantata quando avevo sentito per la prima volta Elect The Dead, il suo album solista, e avevo cercato di imparare qualche sua canzone.

Il fatto che ora potessi interagire con lui e addirittura ricevere i suoi complimenti mi onorava, aveva dato un sapore del tutto diverso alla mia passione per la musica. Non lo volevo deludere e ci tenevo davvero tanto ad aprire i suoi concerti in Europa.

Ma avrei dovuto rinunciare a quello. Era stata una bella illusione, ma c'erano troppi problemi che non saremmo riusciti a superare: l'avversione di nostra madre e i problemi economici che non sfioravano solo Jacob, ma anche me, che guadagnavo solo tramite le nostre poche serate e investivo tutto nell'università. Inoltre l'idea di passare tanto tempo in stretto contatto con Daron mi metteva un po' d'ansia, anche se mi ripetevo che non dovevo preoccuparmene e che le mie decisioni non dovevano essere condizionate da lui.

Avrei dovuto rinunciare anche a quello, così come avevo rinunciato a Noah.

Forse chiedevo troppo dalla vita.

Le mie dita si erano inceppate su una melodia che mi rimbalzava in mente da quando mi ero svegliata, avevano cominciato a ripeterla in automatico. Presa com'ero dai miei pensieri, inizialmente non la associai alla canzone a cui apparteneva, ma poi mi resi conto che si trattava di 3005 degli Scars On Broadway.

Smisi subito di eseguirla, quasi infastidita da quelle note, e cercai di concentrarmi su altro; ma le mie dita tornarono istintivamente su quei tasti.

Shooting on your world” mi ritrovai a canticchiare sottovoce.

Già, tutti sembravano voler sparare sul mio mondo, anche se metaforicamente: prima ero stata bombardata da una scarica di eventi positivi, poi all'improvviso una pioggia di dolorosi proiettili si era abbattuta sulla mia anima.

Era una pioggia di gocce tristi, come quelle che si rincorrevano sul vetro della grande finestra accanto a me.

La vibrazione del mio telefono mi fece sobbalzare, cogliendomi alla sprovvista. Misty invece non fece una piega, mi fissava come a volersi prendere gioco di me. Poi, vedendo che avevo smesso di suonare, mi saltò in braccio e si accoccolò sulle mie ginocchia.

Osservai il display del mio cellulare: Shavo mi stava chiamando. La cosa mi sorprese, mi aspettavo piuttosto una risposta via SMS, ma ero ancora più felice all'idea di poterci parlare a voce.

Pronto?” risposi, cercando di non utilizzare un tono troppo malinconico. Nel frattempo avevo preso ad accarezzare il mio gatto con la mano libera.

Ellie, buongiorno! Come stai? Ho visto il messaggio proprio adesso e ho pensato che per parlare sarebbe stata meglio una chiamata, ma se disturbo possiamo rimandare” esordì lui in tono allegro.

Fu impossibile trattenere un sorriso; era proprio questo che intendevo, Shavo sapevo trasmettere un'energia che in pochi possedevano. “Buongiorno a te! No, non disturbi: stavo pasticciando con le tastiere, ma nulla di che. Hai fatto bene a chiamarmi!”

Le tastiere? Wow! Ora che ci penso non ti ho mai visto suonare il pianoforte!”

Ridacchiai. “Non ti perdi niente! Tu invece che facevi?”

In realtà mi son svegliato da poco: ho fumato, ho fatto colazione e ho tutta la mattinata a disposizione per poltrire!” raccontò, palesemente felice delle sue ferie.

Pigro! Scusa la domanda indiscreta, ma... tu vivi da solo?”

Ero contenta del fatto che attraverso il cellulare non potesse vedere il mio leggero rossore sulle guance. Ponevo delle domande cretine a volte, ma ero fatta così: portavo fuori tutto ciò che mi saltava in mente.

Sì, per il momento. Avere la casa tutta per sé ha i suoi vantaggi, ma a volte è noioso. Ma dimmi: che c'è? Quel messaggio che mi hai mandato mi sembrava un po' triste...”

Sospirai e presi a fare i grattini a Misty sotto il musetto, per la sua gioia. “Ho solo bisogno di parlare con qualcuno. Ieri sera io e Jo l'abbiamo spiegato ai nostri genitori: nostro padre è molto felice per noi, ma mamma è iperprotettiva e farebbe di tutto per evitare la nostra partenza. Abbiamo discusso a lungo ieri, e io e mia sorella ci siamo rese conto che lo vogliamo fare, ma ora tutto sembra impedircelo.”

Vostra madre non si fida di voi?”

Risi appena. “Lo so che sembra assurdo, ma non si fida di voi.”

Di noi?” Shavo sembrava davvero perplesso.

Ha paura di lasciarci nelle mani di malintenzionati...”

È comprensibile” affermò. “Non dev'essere facile per una madre mandare le proprie figlie in viaggio con degli sconosciuti. Ora penso a una soluzione per farle cambiare idea, okay? Se davvero decidete di partire, dovete essere in pace con il resto del mondo!”

Era davvero dolcissimo, il suo modo di preoccuparsi era quasi commuovente. “Grazie” fu tutto quello che riuscii a proferire.

Gli altri del gruppo che dicono?”

Noah stranamente sembra non avere problemi di nessun tipo, mentre Jacob...”

Quello di Jake non è un problema, gliel'ho già spiegato. Ora dobbiamo solo pensare a voi” mi interruppe.

Shavo, non potete pagarci tutto.”

Ma lo vogliamo fare. E poi non sarà tutto, solo il viaggio...”

Shavo!” lo rimproverai.

Con Noah come va? Ci soffri ancora?” cambiò abilmente argomento lui.

Decisi di assecondarlo, era stato carino a preoccuparsi per quello. “Come al solito. Lui esce con Kate e io pian piano lo sto accettando. Confesso che ultimamente ci penso di meno” ammisi, sorprendendomi delle mie stesse parole.

Ne sono contento!”

Parlammo per qualche altro minuto, poi ci salutammo e io restai per qualche minuto assorta nei miei pensieri, con le fusa di Misty a riempirmi le orecchie.

E una nuova speranza a riempirmi il cuore.



♪ ♪ ♪



Ed eccoci giunti al sedicesimo capitolo di questa long! Oddio, già sedicesimo??? Non mi sembra quasi vero, non avrei mai creduto che questa storia sarebbe “vissuta” fino a questo punto, fino a ora! E invece sapete che vi dico? Più scrivo, più mi viene voglia di scrivere! *-*

Allora, vi è piaciuto questo capitolo? Cosa ne pensate? Lo so, è abbastanza malinconico, ma era necessario perché i nostri Souls cominciassero a capire... e poi dai, alla fine è arrivata una ventata di allegria grazie a Shavo ^^

Avrete sicuramente notato il momento tra Noah e Kate, per la prima volta li vediamo insieme, da soli. La loro coppia non è molto shippata, me ne rendo conto, ma è parte della storia e in quanto tale meritava uno spazietto, anche se piccolino :P

Infine... beh, spero vi sia piaciuta la scelta della canzone. 3005 è un brano che adoro davvero tanto, in particolare trovo l'assolo molto toccante e commovente. Qui ci stava, o almeno credo ;)

Grazie davvero a tutti per il supporto, siete SUPER :3

Alla prossima!!! ♥



   
 
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