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Autore: Micchan018    20/09/2017    0 recensioni
Emanuele e Giulia non potrebbero essere più diversi. Hanno stili di vita diversi, passioni diverse, amicizie diverse, caratteri diversi.
Hanno però una cosa in comune: un passato da dimenticare, e la voglia di riscatto.
E' questo che li fa avvicinare e che, dopo il loro primo incontro nel locale più squallido che si possa immaginare, li attira l'uno verso l'altra con una forza che nessuno dei due avrebbe potuto immaginare.
Questa potrebbe sembrare la classica storia del cattivo ragazzo che s'innamora della brava ragazza e cambia per lei.
In realtà è la storia di come, a volte, l'amore per una persona tanto diversa da te può cambiarti al punto da non riuscire più a riconoscere te stesso.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Un sorriso si allargò sul mio viso, mentre rileggevo soddisfatto il messaggio di Giulia. 
Non ero il tipo di ragazzo che si fermava al primo no, o al secondo, e neanche al terzo. Soprattutto quando qualcosa valeva la pena di essere conquistata...e lei ne valeva la pena. Quella mattina mi ero svegliato col pensiero fisso della ragazza stupenda che avevo incontrato la sera prima, e la breve conversazione che avevamo avuto non aveva fatto altro che rafforzare la mia voglia di conoscerla meglio. Qualsiasi altra ragazza si sarebbe sciolta nel giro di pochi istanti, ma lei no. Lei era diversa...e se la sera prima mi era sembrata piena di sé e arrogante, dopo quei pochi minuti al telefono avevo il sospetto che ci fosse qualcosa di molto diverso e molto più grande dietro quella facciata, e non vedevo l'ora di scoprire cosa.
Digitai un messaggio di risposta piuttosto semplice: e sentiamo, cosa intendi con "fare il bravo"?
«Buongiorno fratellone» esclamò William, irrompendo in salotto con addosso soltanto una canotta della Adidas e dei boxer neri. I capelli biondi lunghi fino alle spalle sembravano un ammasso di pagliericcio, e aveva occhiaie talmente profonde da sembrare fossati.
«Buongiorno, Will. Qualcosa mi dice che ti sei addormentato a malapena tre ore fa.»
Lui annuì appena, prendendo una tazza dalla credenza e versandoci il rimasuglio del caffè che avevo preparato appena sveglio. Prese un lungo sorso, per poi sputarlo nel lavandino.
«E' freddo» mugolò asciugandosi la bocca col dorso della mano.
«Cosa pretendevi? E' lì da due ore.»
Will fece una smorfia, poi si avvicinò sul divano ciondolano e ci si abbandonò sopra, evitando per un pelo di spezzarmi una gamba.
«Fa il bravo Manu, preparane dell'altro.»
«Mi sembrava che mamma avesse fatto le mani anche a te.»
Lui rispose con un gestaccio, e io mi alzai rassegnato. «Bel benvenuto di merda» borbottai, mentre vuotavo la moka nel lavandino e sciacquavo il filtro.
«Dov'è Giada?» domandai, frugando nella dispensa per cercare il caffè. 
«E io che ne so. Non mi interessa nemmeno, tanto se non se ne fosse andata da sola, l'avrei cacciata via io.»
Nascosi un sorriso. Esattamente come immaginavo. «Pensi di trovarti una donna fissa, prima o poi?»
Lo sentii ridacchiare. «E tu? L'ultima volta che hai avuto una relazione seria avevi sedici anni.»
«Io sto aspettando la ragazza dei miei sogni» risposi, senza troppa serietà.
«Mh...tipo la ragazza di ieri sera?»
Mi voltai di scatto, e vidi William che mi sorrideva sornione. Ricambiai il sorriso. «Intendi Giulia?»
«Ah, è così che si chiama.»
«Ci sto lavorando. E' una tipa difficile.»
«Sono le migliori.»
Quanto è vero, pensai tra me e me.
L'aria fu invasa dall'odore del caffè che saliva gorgogliando, e io afferrai la moka e riempii la tazza senza aspettare che salisse tutto, e la posai sul tavolino di fronte a mio fratello.
«Tieni, disgraziato.»
«Grazie. Ah, comunque, ti è arrivato un messaggio.»
Scattai verso il cellulare, mentre William se la rideva, e sbloccai lo schermo il più in fretta possibile.
«Cazzo» commentò mio fratello «non vedi proprio l'ora di scopartela questa Giulia, eh?»
«Sei un coglione.»
Non so...potresti cominciare dicendomi qualcosa di te. Intendo, qualcosa di diverso dal fatto che tutte le donne della città cadono ai tuoi piedi come mosche.
Mi morsi un labbro, sedendomi accanto a William che ormai aveva occhi soltanto per il suo caffè.
Dovevo giocarmela bene, molto bene. Potevo fare lo sbruffone, ma sapevo che non avrebbe funzionato, o il bravo ragazzo. Oppure, ancora meglio, una via di mezzo tra le due cose. 
Qualcosa di me...mi chiamo Emanuele Tersigni, ho ventidue anni, sono diplomato in meccanica, e vivo con quel coglione di mio fratello William. E sono incredibilmente sexy, ma questo lo sai già.
William si alzò dal divano, e si diresse verso la cucina. Abbandonò la tazza vuota nel lavandino, per poi poggiare le mani sul lavandino e rimanere fermo a fissarmi.
«Cosa c'è?» domandai, posando il cellulare accanto a me.
«Sai già come muoverti per il lavoro?»
Sbuffai, fingendomi seccato. «Mamma mia che palle, sono qui da un giorno e già pressi.»
Will sorrise, capendo che stavo scherzando. Sapeva benissimo quanto per me fosse importante trovarmi un buon lavoro, e che non avrei perso tempo.
«Per carità, mi chiedevo solo se volessi cercare come meccanico, o...»
«O come cosa? Fattorino.»
«Pensavo più a gigolò, in realtà. Hai la stoffa.»
Accolsi il suo commento spiritoso alzando gli occhi al cielo, e allungai le braccia incrociandole dietro la testa.
«Come mai questa preoccupazione improvvisa?»
Will fece spallucce, e si volto verso la credenza. «No, niente, solo che...» aprì un'anta e tirò fuori un piatto, posandolo su uno dei fornelli «se ti interessa, ho un amico che ha un posto libero nella sua autofficina.»
Accese la fiamma sotto al piatto, e si voltò verso di me con un sorriso. Inarcai un sopracciglio, scrutandolo con aria di diffidenza.
«Sai che non voglio aiuti, faccio da solo» tagliai corto «cosa stai facendo con quel piatto?»
Lui mi rivolse uno sguardo di innocenza totale che era quasi convincente. «Niente, mi preparo per il lavoro.»
«William...»
«Rilassati. Una pacca ogni tanto, che male vuoi che faccia.»
Cercai di mantenere la calma, mentre lui toglieva il piatto dal fuoco e tirava fuori la bustina della sera prima dall'orlo dei boxer.
«Faccio finta di crederti, ma se fai stronzate ti distruggo con le mie mani.»
Lui mi ignorò, abbassandosi sul piatto per tirare su la striscia che aveva preparato. Rialzò la testa di scatto, e rimase qualche istante con gli occhi chiusi e il viso rivolto verso il soffitto.
«Coglione, parlo con te.»
«Tranquillo» mormorò «sai che con me non hai di che preoccuparti.»
Lo spero.
Mi alzai dal divano, cellulare alla mano, e mi diressi verso il bagno. Avevo bisogno una doccia, e volevo assolutamente arrivarci prima di William. Lui ci metteva ore.
Chiusi la porta a chiave, e mi tolsi maglietta e shorts. 
Quando stavo per entrare nel box, il cellulare vibrò, il rumore amplificato dal ripiano di vetro su cui era posato.
Giulia.
Molto essenziale come descrizione.
L'angolo della bocca si sollevò in un sorriso.
Per ora può bastare, il resto lo scoprirai di persona. E tu? Posso sapere qualcosa di te?
Dovetti attendere solo qualche istante per ricevere una risposta, segnale che mi fece presagire che stavo lentamente facendo colpo.
Io mi chiamo Giulia Zanni, ho ventidue anni, diplomata da estetista, fino a tre mesi fa ho lavorato come parrucchiera in un negozio di Varese. Da tre mesi vivo qui in città, a casa della mia amica Iolanda.
Non persi nemmeno un istante di tempo, e cercai immediatamente Giulia Zanni su Facebook. Trovai il suo profilo in meno di un secondo. Era veramente stupenda...sfogliai velocemente le sue fotografie, prima di mandarle una richiesta di amicizia.
La reazione non si fece attendere.
Mi hai chiesto l'amicizia su Facebook?!
Certo, gioia. Ora posso avere un caffè con te, per favore?
Messaggio visualizzato, nessuna risposta, offline. Aspettai un minuto, prima di bloccare il cellulare e buttarmi sotto il getto caldo della doccia. 
Quando uscii quindici minuti dopo, pulito e profumato, la mia risposta era arrivata.
E quando vorresti prenderlo questo caffè?
Era la mia occasione. Decisi di lanciarmi: o la va o la spacca.
Che ne dici di oggi alle quattro?
Tornai in camera mia, e indossai boxer, pantaloni e una maglietta con la scritta "Everything ends except for parties." 
Avevo una sensazione positiva, così iniziai già a prepararmi per il mio appuntamento con Giulia. Tornai in bagno e mi sistemai i capelli, pettinandoli con una generosa dose di crema fissante, e indossai tonnellate del mio profumo preferito.
Quando tornai in camera e controllai se ci fossero nuovi messaggi, vidi che i miei sforzi non erano stati vani.
Oggi alle quattro può andare, il posto però lo decido io.
Trionfante, mi infilai il cellulare in tasca e tornai in salotto. William era ancora seduto al tavolo, a inviare messaggini dal cellulare. Probabilmente rimorchiava qualche nuova tipa.
«Ehi, fratellino» esclamai con un sorriso radioso. Lui alzò la testa, e mi squadrò da testa a piedi.
«Vai da qualche parte?» domandò con una smorfia divertita.
Mi sedetti sulla sedia accanto alla sua, sfoderando la mia miglior aria vittoriosa. «Vado a conquistare la mia tipa da dieci.»
Lo sguardo di William si illuminò, e mi colpì la spalla con un pugno amichevole.
«Grande! Mi raccomando, torna vittorioso o non tornare per niente.»
«Hai dubbi? Comunque, Will, mi serve un aiutino.»
Lui inarcò un sopracciglio, e attese che spiegassi di cosa avessi bisogno. «Mi serve...un po' di carica» dissi, indicando con un lieve cenno della mano il piatto che giaceva ancora di fronte a lui. William guardò prima l'oggetto, poi me, e con un enorme sorriso, afferrò il piatto e si alzò dal tavolo. 
 

// 
 

Ciao a tutti! Eccoci al terzo capitolo di questa nuova storia.
Come avrete capito, sto cercando di pubblicare un capitolo alla settimana. Al momento aggiorno solo questa, appena finirò di lavorare (13 settembre, ci siamo quasi) spero di riuscire a pubblicare due o tre giorni a settimana, storie diverse ovviamente. 
Ne ho diverse da finire!
Intanto, spero che la storia di Emanuele e Giulia vi piaccia. Ci sono sorprese in arrivo, state pronti!
Un bacio,

Mila

 

   
 
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