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Autore: Narcissuss98    20/09/2017    0 recensioni
Adam Smith vive una vita da sogno. È ricco, bello, intelligente, ambizioso, studia in uno dei più prestigiosi licei newyorkesi ed è fidanzato con Sean Altman, il principe azzurro/capitano della squadra di football.
Eppure basta l'intervento della pecora nera del KingJ High, Mitch Finnel, per sconvolgere il fragile castello di carte che Adam ha costruito intorno a se.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Scolastico
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Non ho mai creduto alla storia del “la mattina ha l’oro in bocca” e direi che si vede. Non basta la sveglia dal suono perforante o gli artigli della mia gatta Ellie che affondano nel mio petto dopo il brusco risveglio, a svegliarmi è il profumo pungente del primo caffè della mattinata, forte e poco zuccherato come piace a me, e del pane tostato. 
Il tutto è accompagnato da succo d’arancia, burro, marmellate e un paio di brioche sul vassoio in mano a Donna, ferma sulla soglia di camera mia. 
Apro lentamente gli occhi e ancora più lentamente mi isso sulle braccia per sedermi contro lo schienale del letto. Ellie rotola al mio fianco e pianta gli occhioni azzurri nei miei, ricambio lo sguardo con una carezza sulla testolina candida. 
“Buongiorno signorino” il forte accento spagnolo e il profondo affetto di Donna la rendono l’unica persona che può permettersi di rivolgermi la parola di prima mattina. 
Lei è la persona con la quale ho condiviso tutta la mia vita, lei mi ha cresciuto con tutto l’amore di una madre. Siamo stati fortunati a trovarci:  lei donna senza figli e con un cuore pieno d’amore, io figlio trascurato da genitori troppo impegnati per occuparsi di un bambino. 
“Buongiorno Donna” la mia voce esce roca e impiastrata, mentre lei avvicinandosi mi posa amorevolmente il vassoio sulle gambe e con una mano mi accarezza il lato del viso, il mio viso si piega in un pigro ma affettuoso sorriso. 
Donna si dirige verso le finestre e apre le tende, lasciando entrare la luce di questa prima mattina newyorkese. Istintivamente porto le mani agli occhi e aspetto un po' di tempo per abituarmi al sole. 
“Forza gattina, è l’ora della pappa!” a queste parole quella ruffiana di Ellie si butta fuori dal letto, supera Donna e si tuffa fuori dalla mia camera per andare in cucina. 
Come di consueto questa scena fa ridere la mia cameriera ma prima di uscire di camera per riempire di cibo da ciotola della gatta si rivolge di nuovo a me “Forza signorino, oggi ricomincia la scuola e non vorrai sicuramente fare tardi”, si gira ed esce. 
Il primo giorno di scuola, di nuovo. Non è che non mi piaccia andare a scuola, anzi, il KingJ è per me una seconda casa ma separarmi dal letto diventa ogni anno più difficile. 
Butto giù il caffè ripassando il programma della giornata: riunione in aula  magna alle 10:00, prima lezione alle 11:30 e la seconda un’ora dopo. Dopodiché avrò tutto il pomeriggio da passare con Sean, il mio ragazzo.
È divertente come al solo pensiero di lui mi trilla il cellulare per il suo messaggio di iniziò giornata *Buongiorno amore mio*, ricambio il saluto e rimetto il cellulare sul comodino. Mangiucchio una fetta di pane tostato e bevo tutto il succo d’arancia. Appoggio il vassoio sull’altro lato del letto e esco dalle coperte. Poggio i piedi a terra e mi isso sulle gambe, un passo dopo l’altro arrivo alla porta a destra, supero il corridoio e entro nel bagno padronale. Circumnavigo la vasca che troneggia al centro della prima parte del bagno per arrivare alla seconda, dove si trovano i servizi e la doccia. 
Mi tolgo i boxer e la maglietta bordeaux con cui ho dormito e mi butto sotto la doccia, il getto bollente e forte è l' unica cosa che mi assicuri un risveglio efficace per affrontare la giornata. Dopo una doccia di almeno un quarto d'ora, quando mi ritengo abbastanza pulito e sveglio, esco e mi avvolgo in un morbido asciugamano bianco. 
Torno alla prima parte del bagno e mi piazzo dal lavandino. Mi guardo allo specchio. Zigomi alti, occhi grandi e grigi, capelli neri, la pelle pallida e priva di imperfezioni tranne un neo piccolissimo sotto l' occhio sinistro. Sempre lo stesso Adam tutti i giorni.
Mi lavo i denti e mi stendo una base, butto a terra l' asciugamano, esco dal bagno e mi dirigo alla cabina armadio dove prendo un paio di slip neri, che si trovano nel cassettone al centro della stanza, e li indosso velocemente per spostarmi al reparto maglie. Siccome oggi è il primo giorno e c'è la riunione di inizio anno, possiamo scegliere come vestirci liberamente, dimenticando momentaneamente la divisa. Opto per una blousa dorata di Michael Kors, blazer nero Saint Laurent, pantaloni scuri e un paio di Loubotin basse borchiate. 
Esco dalla cabina armadio per contemplare la mia parte preferita della casa, il Muro delle Meraviglie. La porta della cabina armadio è incastonata in questo armadio altissimo di borse, sembra la porta di un tempio. 
Prendo la Birkin nera e ritorno in camera mia. Butto in borsa il cellulare, il portafogli, un quaderno e l’agenda Hermes rossa. 
Mi controllo al grosso specchio affianco al caminetto. Si, è il look adatto per iniziare questo anno. 
Esco di camera mia e supero il corridoio per arrivare in cucina dove trovo Donna che pulisce maniacalmente l’intonsa isola di marmo al centro della stanza. Mi avvicino di soppiatto e le dò un sonoro bacio sulla guancia. Si scioglie per un istante prima di farmi una ramanzina sul fatto che sono dimagrito eccessivamente secondo i suoi gusti. 
Sono costretto a promettergli che farò un pranzo da lupi quest’oggi. 
“Ho già chiamato il taxi, arriverà tra dieci minuti più o meno. Buona giornata signorino Smith!” Detto questo mi da un bacio in fronte e si dirige verso camera mia per riordinarla. 
Controllo WhatsApp, un po' di messaggi in vari gruppi e qualche in bocca al lupo per la scuola da parte di amici di famiglia. Il cellulare inizia a squillare tra le mie mani, quando leggo il nome di mia madre lo rimetto sul bancone e lo lascio suonare per una decina di secondi prima di rispondere. "Pronto mamma"
"Adam, finalmente ti sei degnato di rispondere alle mie chiamate!!!"
"Scusa mamma, sono stato un po' preso da..."
"Si, si, tutto molto interessante, senti caro ...
I restanti cinque minuti sono occupati dal suo lungo soliloquio riguardo alla sua imminente partenza per Parigi, al suo catering per la festa di fine mese, della sua incompetente e costosa personal trainer, del mio imminente compleanno...
Mia madre ha il raro dono di riuscire a collegare ogni singolo discorso e quindi mi ritrovo confuso, incapace di ricordare quando sia finito un discorso e quando ne abbia iniziato uno nuovo.
Riesco a chiudere la conversazione quando dico che sto per fare tardi al mio primo giorno di scuola, dopo un altro paio di minuti di avvertenze e auguri mi lascia andare. 
Esco di casa passando per l’ampio androne caratterizzato dalle due file di colonne ai bordi della sala.
Prima di chiudere la porta grido “Sto andando Donna, non mi aspettare per cena” ed esco. Prendo l’ascensore e ringrazio silenziosamente dio per la velocità alla quale vanno gli ascensori newyorkesi. 
Il taxi è davanti all’ingresso del palazzo, saluto Sasha il portiere e mi butto fuori, salgo a bordo e comunico la metà al tassista che mi fissa dallo specchietto con aria leggermente sprezzante, ricambio lo sguardo e lui abbassa gli occhi. Tiro fuori il cellulare e leggo alcuni messaggi, controllo Instagram e rileggo l' agenda del giorno. Mi ritrovo davanti alla KingJ High alle dieci meno un quarto, ho un po' di tempo per salutare i ragazzi della KJ e trovare un buon posto in aula magna per la riunione. Vedo dal finestrino la ressa di studenti, genitori e alcuni professori che cercano di entrare.
Lancio una banconota da 50 al tassista e senza aspettare il resto esco. L' aria fresca mi investe ma il caldo tepore del sole rende il tutto piacevole, l' edificio bianco e neoclassico non sembra nemmeno una scuola. Trasuda sfarzo, cultura e riverenza. Non posso non fermarmi ad ammirare le scalinate e la facciata con lunghissime colonne corinzie come faccio tipicamente. 
Mi avvio verso la massa di gente dalla quale si staccano le mie quattro fedeli scagnozze, Carol, Susan, Martha e Patricia. Mi vengono incontro salutandomi affettuosamente e con in mano un caffè d’asporto di Starbucks, Susan mi porge la mia tazza e iniziano a chiedermi come sono andate le mia vacanze. Racconto laconicamente la mia estate mentre le osservo attentamente, Carol abbronzatissima dopo una vacanza con la famiglia a Ibiza, Susan che è rimasta negli Hamptons per lo più ed ha preso qualche chiletto di troppo, Martha con i capelli a caschetto e un bel paio di Jimmy Choo e Patricia, con il suo fisico da modella, la più giovane del gruppo, ma sicuramente la più bella .
L'anno corso Patricia era la nostra galoppina, quest'anno ne dovremo trovare una nuova.
Ci dirigiamo fronte compatto verso le scalinate, io al centro, Martha e Carol alla mia sinistra, Patricia e Susan alla mia destra. La gente si apre per farci passare, siamo noi a regnare sul corpo studenti, ci siamo dovuti conquistare il posto con le unghie e con i denti, ma ora siamo in cima, e difficilmente cadremo a picco. 
Entriamo al liceo e sembriamo andare a passo di marcia, le borse griffate in una mano e il caffè nell'altra. 
A metà corridoio veniamo fermati dai ragazzi delle squadre sportive. Tra i quali figura il mio bellissimo fidanzato, Sean Altman, capitano della squadra di football.
È un dio greco, abbronzato, biondo, occhi scuri, un fisico scolpito dallo sport e evidenziato dalla polo aderente e i pantaloni leggeri. Mi viene incontro e mi bacia. Ci stacchiamo praticamente subito e ci guardiamo negli occhi per un po'. Non ci vediamo da quasi un mese ormai a parte Skype. 
“Sei bellissimo come al solito amore” lo dice stringendomi a se
“Anche tu non sei malaccio oggi”. 
Quando ci stacchiamo gli occhi di tutti sono ancora fissi su di noi. 
Ci dirigiamo insieme verso l’aula magna, le mie ragazze con i rispettivi fidanzati dietro di noi. Ci sediamo nelle file centrali, io sono tra Sean, che mi tiene la mano, e Patricia con il quale ridacchio sfottendo i primini o le compagne malvestite. 
Prima che inizi la riunione tiro fuori il cellulare per scrivere un messaggio a Gigi, la mia migliore amica, e per mettere il silenzioso. 
Per tutta l’ora e mezza la preside Jenkins ringrazia i collaboratori, gli insegnanti, i genitori e tutti i sette nani no-stop. Grazie al cielo posso ridere con Patty e scambiare sguardi di sottecchi con Sean. 
Sono gli ultimi minuti a ridestare un po' di interesse, quando la preside Jenkins parla del progetto Duo 
“ È stata svolta una selezione degli studenti ed una suddivisione in coppie, ogni coppia dovrà collaborare per raggiungere assieme il massimo dei voti in quante più materie i membri di tale coppia frequentino, tale pratica rafforza il senso di lavoro di gruppo e di responsabilità. Sono sicura che riuscirà a creare nuovi e profondi legami. 
Il progetto durerà per il primo trimestre, nella bacheca troverete la lista delle coppie. 
La coppia migliore guadagnerà un ingente numero di crediti e il ruolo di accompagnatore per l’incontro dei membri della Ivy League a Gennaio.”
È una notizia bomba, stringo forte la mano di Sean, spero di essere in coppia con lui, o perlomeno con qualcuno altrettanto bravo a scuola. Riuscire a ottenere il ruolo di accompagnatore evitando le selezioni mi renderebbe molto più facile l’ammissione a Harvard o a Yale o alla Brown. È un’occasione irripetibile, devo assolutamente vincere. 
Non è facile superare la calca davanti ai tabelloni ma quando ci riusciamo scorro velocemente i nomi del mio corso per arrivare alla S di Smith

Adam Smith- Mitch Finnel

O merda
   
 
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