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Autore: Teenager_Imagination    22/09/2017    0 recensioni
[Questa storia partecipa al contest “Humans +” a cura di Fanwriter.it!]
Tracce:
20 > “Quello che tu credi sia un difetto, per me non è altro che una parte di te.” [ Shiro x Matt ]
5 > A si risveglia e il suo corpo non è più lo stesso. BONUS Protesi multiple. [Lance ]
6 > B deve far accettare ad A che la sua vita non è perduta anche se non è più del tutto… umano. BONUS seguito del prompt 5. [ Lance x Keith ]
32 > B in un incidente perde parte x, rimpiazzata poi da protesi/impianto cibernetico. A, che convive già da anni con questa situazione, aiuta B a superare il momento critico.
Genere: Angst, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri, Kogane Keith, McClain Lance, Takashi Shirogane
Note: Missing Moments, Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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•Questa storia partecipa al contest “Humans +” a cura di fanwriter.it!
•Numero parole: 3.159
•Prompt/Traccia: 5.   A si risveglia e il suo corpo non è più lo stesso. BONUS Protesi multiple








 Buio.
Tutto intorno a lui era oscuro.
Ovunque i suoi occhi guardassero, non trovava una singola o fievole fonte di luce.
Era avvolto nell’oblio.
Un dolore lancinante alla testa e al lato destro del corpo lo stavano facendo impazzire, e per quanto provasse a pensare ad altro per distrarsi, il dolore era sempre più forte; non capiva il perché, la fonte del dolore, il perché non riuscisse ad aprire gli occhi ed uscire da quel limbo oscuro in cui si trovava, ma sentiva chiaramente tutto ciò che gli stava succedendo attorno.

Pensi che si risveglierà? - chiede una voce famigliare al suo fianco.
Si, ma non so quando - sente sospirare un’altra persona - appena il suo corpo si riprenderà lui si sveglierà e dovremo stargli tutti vicino, sarà un duro colpo per lui.
Darà di matto.. Lance non riuscirà ad accettarla questa cosa - sussurra tristemente Hunk, la prima voce che riconosce tra tutte quelle che aveva intorno.
Proprio per questo, gli dobbiamo stare vicino - sospira stancamente Keith- sopratutto io...visto che è ridotto così per causa mia. 

Al suono di quella voce, qualcosa nella mente del ragazzo scoppia d’improvviso, aumentando di molto il dolore alla testa, e come l’esplosione di una bomba, la sua mente viene immersa da immagini confuse delle ultime cose che ricordava.



Keith! Alla tua destra - gli urlava, intanto che continuava a sparare davanti a sé- ce ne sono altri laggiù. Tu vai avanti, ci penso io a coprirti le spalle. Si volta rapidamente a controllare che il compagno stesse andando e che nessuno lo colpisse, senza distrarsi dagli attacchi che stava ricevendo lui stesso, che era costretto a schivare per non ferirsi. Il suolo era pieno di detriti, pietre di ogni dimensione, residui di armi distrutte, macchinari abbandonati, un numero non molto elevato di cadaveri nemici e una scia di sangue perduta dai feriti e dai morti. Distratto nel guardare con tristezza ciò che la guerra stava facendo a quel povero pianeta, Lance vede solamente di striscio il laser, che era puntato su di lui, mancandolo di poco. LANCE ATTENTO! - gli urla Keith, assistendo a sua volta alla scena e correndogli incontro per ferire uno dei nemici alle spalle del castano -Non distrarti Lance. Se ti distrai muori, e tu non devi morire.


Come se fosse rimasto in apnea per diverso tempo, Lance di scatto apre occhi, respirando affannosamente in cerca d’ossigeno.
Agitato cerca di guardarsi intorno, ma subito è costretto a richiude gli occhi, accecato dalla luce posta sul soffitto.
dove sono?- si chiede senza voce, ancora spaesato, cercando di abituarsi all’illuminazione -Cos’è successo?
Cerca di sedersi, ancora tutto dolorante, lasciandosi sfuggire qualche flebile verso di fastidio.
Keith? Shiro? Hunk? - urla rauco e con la gola secca, nella speranza che qualcuno lo sentisse ed andasse da lui ad aiutarlo - Pidge? Allura? Coran? Dove siete?- ma non vedendo nessuno arrivare, sospira debolmente, lasciandosi sfuggire un nuovo verso dovuto al dolore, abbassando lo sguardo sul proprio grembo e prendendosi la testa, che sembrava volesse scoppiare, tra le mani.



Alle sue orecchie arrivavano solo i terribili suoni degli spari e delle urla terrorizzate delle persone.
Concentrato sui suoi obiettivi, Lance sparava davanti a sé, proteggendo i suoi compagni, che come lui lottavano per vincere.
I corpi a terra aumentavano e la scia di sangue si faceva sempre più numerosa, sempre più rossa, dando all’aria, già sporca di suo dalla terra e dal detriti, un insolito odore ferroso; più loro combattevano più sembrava che il numero dei nemici aumentasse, dando al giovane paladino l’impressione che quella battaglia non avesse più una fine. 
Che fosse arrivata la sua ora? 
Sarebbe morto lì, durante quella piccola battaglia? 
Lance correva, sparava, evitava i colpi e proteggeva i suoi compagni, ma sentiva già la stanchezza di quella lotta prendere il sopravvento sul suo corpo, i pensieri più cupi occupargli la mente e la sensazione di non rivedere più i suoi cari sempre più vicina.
Alla vista di una nuova esplosione, rapido Lance tira per un braccio Keith, portandolo con sé al riparo dietro ad una pietra, chiudendo gli occhi e tappandosi le orecchie per il forte boato causato dall’esplosione.
Quando finirà tutto questo? - sussurra tra se e sé, alzando lo sguardo sul compagno -Sono stanco di questa guerra, non voglio morire Keith - sussurra con voce rauca tossendo per colpa della polvere che si era alzata -Io voglio tornarmene a casa dalla mia famiglia, voglio vivere ed avere una vita tranquilla.-
Presto tutto questo finirà Lance - gli sussurra con tono rassicurante Keith- tornerai a casa e sarai felice.Te lo prometto; ma tu devi promettermi solo una cosa. - sospira, catturando lo sguardo azzurro dell’amico - Resta Vivo.



Di colpo nuovamente Lance torna alla realtà, spaesato e confuso dai piccoli frammenti di ciò che era accaduto.
Avevano vinto?
Quand’era stato ferito?
Perché non ricordava di esser stato male?
Prendendo coscienza di quel ricordo, all’improvviso Lance, ancora ad occhi chiusi, sente che c'è qualcosa di diverso, qualcosa che sentiva fin da quando aveva aperto gli occhi.
Il corpo ancora gli doleva, ma allo stesso tempo era come se non sentisse più tanto dolore in quei punti; ancora la testa tra le mani, Lance avvertiva una differenza di calore da una parte all'altra del viso.
La parte destra del suo viso non era posata su qualcosa di caldo e morbido, come quella sinistra, ma su qualcosa di freddo, liscio e duro.
Di scatto preso dal panico apre gli occhi, col corpo tremante ed il respiro incastrato nei polmoni, sposta lentamente lo sguardo sulla sua mano destra, notando in un primo istante di striscio che fosse grigia e non più mulatta. 
Il petto inizia a fargli male, il respiro lotta contro i polmoni per uscire, ma era troppo spaventato, non riusciva a respirare; con lo sguardo perso e vuoto sul braccio, Lance trattiene le lacrime, comprendendo solo in quel momento perché sentiva tutto quel dolore alla spalla e al petto destro. 
Cautamente alza il braccio destro davanti a sé, che nel compiere il movimento fa uno strano rumore, e con il panico negli occhi Lance guarda con immensa tristezza, quel braccio, che ormai non era più davvero il suo, ma una fredda e robotica protesi. Era simile a quella che aveva il loro Leader, ma a differenza della sua, questa non si fermava a metà del braccio, no, questa gli copriva mezzo petto, si allungava fino alle costole e gli ricopriva tutta la spalla.
Un urlo distrutto gli uscì rauco dalla gola, e con esso anche l’ossigeno trattenuto fino a quel momento. Non riuscendo più a trattenersi, delle lacrime amare cominciarono a scendergli giù lungo le sue guance; distrutto da quella scoperta Lance si ritrova a piangere silenzioso, e con i denti affondato a sangue nel labbro, nell’infermeria del Castello.
Proprio in quel momento in cui era così debole e fragile, nuovamente la sua mente decide di catapultarlo nuovamente negli avvenimenti passati, facendogli riprovare tutto il dolore che aveva provato.



Spari, boati, urla, ordini e confusione. Persone che lottavano, alieni che fuggivano, soldati nemici che cadevano a terra, altri che si nascondevano e i suoi compagni che lottavano con tutte le loro forze, chi corpo a corpo e chi con le armi, contro i nemici. Le urla dei feriti gli graffiavano le orecchie, l’odore ferroso del sangue e della terra ormai gli si era attaccato all’olfatto ed intorno al giovane paladino regnava il caos più assoluto. Non riusciva più a concentrarsi con tutta quella confusione, per quanto cercasse di guardare davanti a sé ed avere i riflessi pronti per difendersi, c'era qualcosa che non andava; sentiva che qualcosa sarebbe andato storto o che sarebbe successo qualcosa di brutto, ma non riusciva a capire a chi o cosa sarebbe potuto accadere. Lo scontro continuava, lui aveva già portato in salvo e protetto diverse creature di quel pianeta che i Galra avevano provato a conquistare, senza mai perdere di vista i suoi compagni; stava tutto andando più o meno secondo i piani, ma la sensazione che qualcosa non andasse era sempre lì presente. Come un essere oscuro che gli stava alle spalle e cercava di opprimerlo e soffocarlo nella sua stessa paura e nell’ansia di perdere quelli che erano diventati la sua nuova famiglia. Ormai senza alcuna protezione, il casco distrutto ed armato solamente della sua pistola corre al centro della piazza per aiutare gli altri, senza aver più quella paura di farsi male ma col pensiero di proteggere la sua nuova famiglia; sentiva Shiro ordinar loro di non arrendersi ,che erano vicini alla vittoria, ma fu proprio in quel momento che sentí il suo amico urlare. Lance al grido dolorante di Keith si voltò di scatto, cercando di capire cosa gli fosse successo, trovandosi davanti agli occhi l’immagine del compagno a terra, disarmato, leggermente ferito e con un soldato nemico molto vicino ; Senza neanche pensarci due volte si mette a correre verso di lui, pronto ad aiutarlo, fermandosi solo per prendere la mira e sparare dritto al petto del Galra che stava per ferire nuovamente il suo compagno, ma facendo così Lance si era distratto perdendo di vista la concentrazione per proteggere anche se stesso. LANCE!! - gli urla disperato Keith, ancora a terra, reggendosi sui gomiti - ATTENTO!!!- ma era troppo tardi. Lance ebbe solo il secondo di girarsi leggermente e sentire il panico mischiato alla paura gelargli il sangue e bloccarlo sul posto; con lo sguardo terrorizzato e vitreo vede chiaramente lo sparo dirigersi verso di lui come se il tempo fosse rallentato. Sente la voce di Keith urlargli disperatamente qualcosa ma non riesce a capire, non riesce a muoversi o a reagire in alcun modo, vede solamente quella luce dirigersi verso il suo corpo ed entrare a contatto con esso, scambiando il freddo glaciale che gli aveva sommerso le vene con il calore ustionante del laser. Sentiva la sua pelle bruciare e un dolore atroce ramificarsi lungo il suo petto, così tanto dolore che nemmeno urlare gli sarebbe servito a qualcosa, e di colpo la sua vista comincia a sfocarsi, la capacità di comprendere diminuire, tutti i rumori diventare distanti, come quando sei sott'acqua e i suoni sono ovattati, ed il suo corpo si fa più pesante, tanto da non reggersi più sulle sue gambe; e come un sacco di patate crolla su quel terreno polveroso pieno di pietre e detriti d’armi, e mano mano che la sua vista si fa sempre più assente, alle sue orecchie le grida di keith lentamente si fanno sempre più distanti e alla fine percepisce solamente il dolore mischiato al nulla assoluto.


Ti sei svegliato finalmente...- Lance tornato alla realtà, cautamente e col viso ancora bagnato dalle lacrime alza il volto verso quella voce -Ero così preoccupato per te. 
Keith...- lo chiama con voce rotta, facendogli segno di avvicinarsi con la testa -Cos’è successo? Perché ho questo?! COSA DIAVOLO MI È SUCCESSO?! - urla senza rendersene conto.
L-lance.. calmati, per favore - gli sussurra rassicurante cercando di farlo calmare.
CALMARMI?! MI PRENDI PER IL CULO, KOGANE?! - continua ad urlargli ormai senza più controllo sulle sue reazioni - IO NON SONO CALMO. SONO TERRORIZZATO, E SAI PERCHÉ?! - Keith sa bene il perché, ma gli da la possibilità di sfogare tutto lo shock su di sé, incassando ogni urlo o insulto a testa bassa - PERCHÉ NON RICORDO NULLA. NULLA DI TUTTO CIÒ CHE È SUCCESSO. HO SOLO DEI FOTTUTTISIMI FRAMMENTI DI RICORDI CONFUSI E POI COSA SUCCEDE?! MI RISVEGLIO QUI CON QUESTO!!! - solleva il braccio, mettendolo in mostra sotto gli occhi del moro - QUESTO KEITH. MI SONO RISVEGLIATO SENZA PIU UNA PARTE DI ME. - finisce scoppiando in lacrime davanti al compagno, senza più un briciolo di vergogna o paura di mostrarsi debole -Mi sono risvegliato da solo e senza un braccio. Quindi per favore, dimmi cosa cazzo mi è successo - sussurra con voce rotta dal pianto abbandonando l’arto, ormai sostituito dalla protesi, senza più forze sul proprio grembo.
Lance...-con dolcezza Keith gli porta una mano tra i capelli, cercando di confortarlo e lasciandogli sfogare tutte le lacrime -Sei sicuro di voler sapere cos’è successo? Forse è meglio se non lo sai, per ora. - cerca di dissuaderlo dalla richiesta che gli ha fatto, ma lance con filo di voce lo supplica, così sospirante Keith si ritrova costretto a dirgli tutto -Dopo che sei caduto a terra, i Galra hanno iniziato a ritirarsi, visto che stavano perdendo, ma non ho notato molto di ciò che stavano facendo, anche perché sono subito corso da te. - gli sussurra, senza smettere di accarezzargli i capelli -Eri privo di conoscenza, e stavi perdendo davvero tanto, troppo, sangue; stavi morendo tra le mie braccia e io temevo di perderti. 
Lance a quelle parole singhiozza più rumorosamente, aggrappandosi alla maglietta del moro, nascondendo il viso contro il suo petto in cerca di conforto.
Mi dispiace così tanto, Lance. -gli sussurra chinandosi a posare le labbra contro i suoi capelli - impiantarti queste protesi era l’unica soluzione per mantenerti in vita secondo Coran. -mormora dolcemente -Mi dispiace tantissimo, so che sarà difficile per te, ma non potevo perderti, non dopo la promessa che ti ho fatto. Sei troppo importante per la squadra, e per me, non potevo lasciarti morire dissanguato in quel campo d’orrori, tra i corpi dei nostri nemici. -sospira stancamente, cercando di scostarsi di poco dal ragazzo, così da poterlo guardare in faccia.
-Spero che un giorno potrai capirmi e forse anche perdonarci.
Ancora col viso bagnato e l’aria distrutta, Lance cerca di capire bene le ragioni dell’amico guardandosi più e più volte quel braccio bionico e non più mulatto e fatto di muscoli e pelle, ma ora solo un ammasso di ferro e filamenti, non riuscendo ancora ad accettarlo.
Ero messo così tanto male? -domanda a voce bassa, toccandosi il prolungamento della protesi lungo il petto, fino ad arrivare quasi al centro, alzando il viso solo per ritrovarsi un accenno positivo dagli occhi tristi e stanchi del compagno.
Stavi morendo dissanguato, perché per quanto il tuo braccio se ne fosse del tutto andato, avevi perso anche mezzo busto - gli risponde con lo sguardo dispiaciuto sulle protesi -E l’occhio, beh per quello è stato doppiamente più complicato. - sospira sentendosi addosso tutta la stanchezza dei giorni precedenti.
-O-occhio?! - lo guarda confuso il castano - cosa c'entrano i miei occhi?! Cos'altro mi è successo? - gli domanda con voce tremolante
Keith rendendosi conto di ciò che gli ha detto, cerca di rimediare, nascondendosi rapido, e senza farsi notare, dietro la schiena lo specchietto che gli avevano lasciato affianco.
Diciamo che hai avuto anche un altro piccolo incidente durante la caduta, e quando ti ho preso tra le mie braccia privo di coscienza e ricoperto di sangue, diciamo che il tuo viso ne era quasi del tutto coperto-  indietreggia lentamente cercando di tenere il castano lontano da quell'oggetto riflettente.
-KEITH. Dammi subito quello specchio. - gli ordina con voce ferma, ma carica di paura.
-Lance, non credo tu debba vederlo proprio ora - cerca nuovamente di dissuaderlo - devi rimanere qui ancora per qualche giorno, abituati prima alla protesi, per il resto c'è tempo, e se avrai bisogno d’aiuto, saremo tutti al tuo fianco. - Ma Lance, non lasciandosi ingannare da quelle parole, gli porge solamente la mano, invitandolo a dargli lo specchio, che rassegnato Keith gli consegna con mano tremolante - abbiamo fatto il possibile, Lance, perdonaci. Noi saremo comunque sempre al tuo fianco - gli sussurra cautamente lasciandogli lo specchio. 
Lentamente e con mano tremolante, il giovane paladino solleva lo specchio verso il suo viso, vedendo riflesso su di esso prima il suo petto, per metà umano e l'altra metà in protesi, poi il collo, le labbra, il naso e proprio quando era quasi arrivato al suo obbiettivo, si blocca nuovamente, non trovando più le forze per continuare.
Il respiro era tornato ad incastrarsi nella sua gola, il cuore gli batteva troppo velocemente nel petto, tanto da sentirlo ronzare nelle orecchie; sentiva il sudore scendergli lento e freddo lungo la schiena nuda, ed un senso di paura tornare a soffocarlo in quella stanza, ora fin troppo luminoso.
Con sguardo incerto e timoroso, simile a quello di Keith, il castano solleva lo specchio quel poco che gli basta per vedersi gli occhi, ed è propio in quel momento che il respiro gli viene a mancare del tutto e tutto intorno a sé tutto si ferma.
I suoi occhi erano diversi l’uno dall’altro.
Non erano più uguali, non avevano più la stessa sfumatura d’azzurro e in quel esatto momento tutta la realtà di ciò che gli era successo, con le sue conseguenza, gli crolla sulle spalle di colpo.
Con attenzione si guarda quell’occhio, non più di un azzurro bluastro, come il mare di Cuba che sua madre amava tanto ricordargli, ora era di un blu intenso, così freddo e finto, così poco reale da fargli venir voglia di chiudere gli occhi e non guardarseli mai più. 
Per un solo momento, esattamente in quel istante, Lance desidera tornare ad essere avvolto dall’oscurità piutosto che guardarsi allo specchio con quegli occhi così diversi, così non più del tutto suoi.
Non si sentiva più sé stesso, non era più Lance McClain, o almeno, non si sentiva più lui.
Era così diverso dal sè stesso che era abituato a vedere, e questo aumentava le sue insicurezze, anche se col tempo aveva imparato a nascondere quel suo lato sotto piccoli gesti che agli occhi degli altri potevano farlo sembrare un ragazzo vanitoso, in realtà la sua era solo paura di non essere accettato, di non essere carino, di essere diverso, ed ora mentre si guardava in quel piccolo specchio si vedeva brutto, e questa cosa gli faceva così male da farlo sentire non più umano; sentiva il bisogno di piangere, di piangersi addosso tutta la sua tristezza, la sua insicurezza e liberare le sue paure.
Lance.. dì qualcosa - gli sussurra a voce malapena udibile il moro- qualsiasi cosa, urlami contro, piangi, fa qualcosa, ma per favore non restare così in silenzio. - lo supplica.
Esci da qui. - gli risponde trattenendo le lacrime e con voce priva d’emozioni.
Lance.. - tenta di avvicinarlo Keith, ritrovandosi però davanti un Lance irrigidito e freddo.
Ho detto che devi uscire da qui. - gli ordina con voce più carica di rabbia, ma notando che l’altro non reagiva, si volta di colpo verso di lui, con gli occhi lucidi e con una rabbia mai provata prima, mischiata a sensazioni che non riusciva a comprendere urlare al moro - ESCI DA QUI. VATTENE VIA - gli urla lanciandogli dietro lo specchio appena lo vede allontanarsi.
Keith rapido esce dalla stanza dopo lo scatto d’ira dell’amico, anche se sentiva il desiderio di stargli accanto e cercare di consolarlo, comprendeva tuttavia che l’amico volesse restare da solo, e che avesse bisogno di tempo; e dopo aver evitato di striscio lo specchio che gli aveva tirato contro, sfinito si siede contro la porta chiusa dell’infermeria, ascoltando in silenzio il compagno piangere e con le braccia strette al intorno alle gambe, sente quell’enorme magone che da giorni gli pesava nel petto, aumentare sempre di più, ad ogni singhiozzo che sentiva provenire da dietro quella porta.










Note dell'autore:
Grazie a tutti quelli che hanno letto fino in fondo questa storia, spero che la storia vi sia piaciuta ~
Un enorme grazie alla mia beta (Prongs_Text) che ha letto tutto davanti a me (muhahhaah le reaction in Live sono al cosa più bella del mondo pt 2) e mi ha supportata durante le crisi e le lacrime per questo benedetto capitolo. 
A presto~

Ps. La beta mi ha promesso un maglione fatto di lacrime appena finirò la quarta os della raccolta *^*

Pss. Questa os è stata un vero parto.
Dovrebbe essere illegale far soffrire Lance, e davvero, ho seriamente lacrimato tanto mentre scrivevo. La beta ha le prove dei miei audio in lacrime hahahaha 
  
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