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Autore: Najara    23/09/2017    8 recensioni
Il cielo è calmo e sereno su National City fino a quando una misteriosa breccia non si apre e da essa cade una figura ancora più misteriosa.
Una nuova avventura SuperCorp.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Kara Danvers, Lena Luthor
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Biscotti

 

Mon-El schivò il colpo e saltò di lato, poi colpì, abbattendo il bersaglio.

“Sì!” Urlò alzando le mani al cielo vittorioso e un colpo lo raggiunse il pieno petto gettandolo a terra.

“Mai distrarsi.” Gli ricordò Kara tendendogli la mano e aiutandolo a rialzarsi, mentre lui faceva una smorfia di dolore.

“Ma sto migliorando, vero?” Domandò con aria infantile.

“Assolutamente sì.” Lo rassicurò lei e lui la prese tra le braccia attirandola a sé per un bacio.

“Disturbo?” Domandò una voce decisa. Kara alzò il viso verso la porta posta in alto e nel vedere Lena si mosse rapida, sfuggendo all’abbraccio di Mon-El e indossando gli occhiali.

“No.” Assicurò. “Hai bisogno di aiuto?”

“In realtà disturbi, ci stavamo allenando.” Intervenne il daxamite, afferrando un asciugamano.

“Ah, non sapevo che ti servissero lezioni anche per baciare. Ricordo che, su Krypton, dicevano avessi varie schiave con le quali giocare, principe.” Il sarcasmo era penetrante nel suo tono e il titolo suonava beffardo sulle sue labbra. Mon-El strinse i pugni, mentre il suo viso si irrigidiva.

“Avevamo finito.” Intervenne rapida, Kara, cercando di spezzare la tensione che si era creata, si avvicinò al ragazzo e gli diede un bacio sulla guancia poi con passo rapido salì le scale raggiungendo la donna.

Lena e Mon-El si incontravano raramente, ma se succedeva vi erano sempre scintille tra di loro.

“Ti serviva il mio aiuto?” Domandò di nuovo, mentre la seguiva.

“No, ma detesto vederti sprecare tempo con il daxamite.” Kara sgranò gli occhi e Lena sorrise. “Sto scherzando, più o meno.” Spiegò e lei arrossì un poco senza neanche sapere il perché. “Non mi serve il tuo aiuto, ma hai detto che ti mancano gli na-kuki, Winn non è ancora arrivato, quindi avevo del tempo libero e ho pensato che sarebbe stato gentile prepararteli viste tutte le ciambelle che mi porti.”

“Gli na-kuki?” Domandò, la bocca aperta. “Come…? Voglio dire… non ci sono le spezie giuste sulla Terra e i bacchi di Sensan e…”

“Va bene… non sono proprio dei na-kuki, ma si avvicinano al sapore che ricordo.” Lena sorrise. “Quando sono arrivata sulla Terra ero terrorizzata, tutto era così… intenso. Gli odori erano troppo forti, i suoni mi assordavano, persino i miei vestiti erano troppo ruvidi contro la mia pelle terribilmente sensibile… e poi c’erano i sapori. Non riuscivo a mangiare senza stare male…” La donna aveva gli occhi persi nel vuoto e Kara non poté far a meno di ricordare che Lena non aveva avuto un cugino grande e capace di comprendere i suoi poteri e di guidarla, in pochi giorni, verso un controllo dei suoi sensi. I Danvers, amici di lunga data di Kal e profondamente comprensivi dei suoi problemi l’avevano aiutata per il resto, come la super-forza, con pazienza e grazie alla pittura. “Così.” Si riscosse la donna. “Un giorno, ero dai Luthor da un paio di settimane ed ero ridotta in un angolo di una stanza buia, Lex decise che doveva fare qualcosa e si mise a suonare per me. La musica catturò tutta la mia attenzione, permettendomi di concentrarmi solo su quello. Suonò per me per ore e ore, fino a quando le dita non gli fecero troppo male.” Lena sorrise al ricordo e Kara non poté fare a meno di imitarla. “Poi mi portò in cucina e insieme ci mettemmo a sperimentare, assaggiai di tutto, il cuoco non era molto contento, ma Lillian lo mandò via e ci lasciò giocare.”

“Imparasti a controllare i tuoi sensi?”

“Non fu facile e non fu immediato, ma quel giorno scoprii che non era impossibile, e scoprii anche come, mescolando alcuni ingredienti, potessi arrivare al sapore dei na-kuki.” Mentre parlavano la donna l’aveva condotta nella mensa della base. Kara ispirò il profumo nell’aria e rimase stupefatta nel riconoscere l’aroma.

“Prego.” Le disse Lena indicandole una sedia. La mensa era vuota, gli agenti mangiavano solo due pasti al giorno, come tutti gli umani. Kara era rimasta stupita nel vedere le porzioni assolutamente normali che mangiava Lena, ma poi aveva scoperto che mangiava sei volte al giorno, dando al suo corpo l’apporto calorico che Kara assorbiva mangiando in triplo ad ogni pasto.

Si sedette e Lena scomparve nella cucina, per poi tornare, qualche minuto dopo, con un teglia tra le mani e un sorriso sulle labbra. Li posò sul tavolo e la guardò incoraggiante.

Kara rimase immobile, per la prima volta non era sicura di poter mangiare.

“Va tutto bene?” Domandò dopo un istante Lena e la sua voce era dolce e comprensiva. Kara alzò gli occhi e non poté trattenere le lacrime che scivolarono sul suo volto.

“Perdonami.” Disse cercando di smettere, ma impossibilitata a farlo.

“Non c’è nulla di cui vergognarsi, io ho pianto quando ho visto, di nuovo, Rao in un telescopio.” La rassicurò la donna, poi non disse più nulla lasciando che la ragazza piangesse per la semplice gioia di sentire il profumo dei biscotti che mangiava da bambina, a casa, quando sua madre prendeva un giorno di pausa dal suo lavoro di giudice e insieme cucinavano quei piccoli dolcetti che lei amava tanto.

Quando riuscì a smettere e poté finalmente mangiarne uno, scoprì che la ragazza non aveva mentito, erano proprio come i deliziosi na-kuki che preparava sua madre.

“Mi dispiace…” Disse, dopo aver mangiato quasi tutta la teglia, perché Lena mangiava così piano e lei non riusciva proprio a resistere.

“Te l’ho detto, non c’è nulla di cui dispiacersi.” Kara sorrise timidamente e Lena abbassò lo sguardo. “Stavo pensando…”

“Sì?” Domandò allora Kara, un brivido di aspettativa che le agitava lo stomaco.

“In qualsiasi momento il computer potrebbe ricostituire i dati sulla frequenza del mio mondo e allora non ci vorrà molto per ricalibrare il congegno datoti da Cisco Ramon e aprire una breccia.” Kara evitò di riflettere troppo sul grumo di tristezza che si formò immediatamente nel suo cuore a quella prospettiva e rimase in silenzio, aspettando che la donna finisse di parlare. “Sarebbe bello approfittare del tempo che ci rimane. Non avevo mai pensato che potesse essere qualcosa di possibile parlare di Krypton con qualcuno di reale, di vero, ma tu sei qui e…” Abbassò il capo. “Lo so che ti ho detto certe cose e che ti ho tenuta a distanza, ma… ormai che i giorni sono contati…”

“Mi piacerebbe moltissimo.” La interruppe lei. Lena alzò lo sguardo e la fissò, fu un lungo sguardo, in cui Kara poté notare il suo turbamento. Non per la prima volta si chiese se la donna le avesse detto tutto o se le tenesse nascosto qualcosa, qualcosa di importante… ma voleva fidarsi quindi sorrise e la ragazza annuì.

“Stasera?” Chiese e Kara annuì decisa.

“Stasera.” Confermò.

 

“E di cosa parlate?” Alex osservava la sorella curiosa.

“Di Krypton, lei aveva dieci anni quando lo ha lasciato, è folle quante cose conosce che anche io conosco, poesie, filastrocche per bambini, giochi, musiche, opere letterarie, spettacoli…” Kara sorrise estasiata poi ricordò una cosa e si mise a frugare nella borsa estraendo poi un piccolo pezzo di carta. “Guarda!” Disse alla sorella. Alex prese il foglio riconoscendo subito la scrittura kryptoniana.

“Ehm… illuminami?” Chiese perché non era ferrata quanto Winn nella scrittura aliena.

“Mi ha scritto: buongiorno!” Kara quasi saltellava dalla gioia.

“Oh… fantastico…” Nel vedere la perplessità di Alex, Kara si riprese il foglio con uno smorfia e allora la sorella sorrise. “Sono contenta che tu abbia trovato qualcuno con cui condividere i ricordi del tuo pianeta. So che con Clark non avete mai molto tempo.” Kara ritrovò immediatamente il sorriso.

“Non è solo questione di tempo, Kal possiede una cultura terrestre, è cresciuto qui, lei ed io…” Scosse la testa, come se fosse troppo quello che provava. “L’altro giorno.” Riprese in fretta. “Abbiamo scoperto che siamo andate, tutte e due, alla prima di uno spettacolo al Centro Culturale di Argo City. Capisci? Lo stesso spettacolo!” Gli occhi di Kara brillavano estatici. “Lena è stata alle Cascate di Fuoco due volte con suo padre, io una sola volta, ma lei non ha visto i pesci-serpenti che nuotano in esse, io sì! E… i pianeti che ha visitato, alcuni li ho visti anche io e ricorda, come ricordo io, l’alba su Durkan, uno spettacolo di colori violacei nel cielo che è impossibile dimenticare.”

“Ho capito.” Sorrise Alex, appoggiandosi al tavolo. “E poi ti lascia bigliettini con dei buongiorno?”

“Sì!” Esclamò lei. “Assieme a un sacchetto di na-kuki appena sfornati. Ma quelli li ho già mangiati.” Affermò, senza nessuna colpa sul viso.

Alex osservò lo sguardo di Kara illuminarsi ancora e si voltò giusto in tempo per vedere Lena entrare. Kara doveva aver riconosciuto il suo battito cardiaco o il suo profumo. La maggiore delle Danvers corrugò la fronte e la sua preoccupazione accrebbe quando vide gli occhi della Luthor brillare nel vedere la ragazza.

Quando Kara se ne andò alla CatCo, Alex si avvicinò a Lena.

“Posso parlarti un attimo?” Domandò e la donna annuì, consegnando a Winn il tablet su cui stava lavorando.

“Di cosa si tratta?” Domandò, perplessa nel vedere Alex che la conduceva in una stanza isolata e chiudeva la porta. “Sono nei guai, agente?” Aggiunse con un sorriso divertito.

“Non lo so… dimmelo tu.” Lena si fece subito seria nel sentire il tono grave di Alex.

“Non capisco…” Iniziò, ma la maggiore delle Danvers la interruppe.

“Kara.” Disse e Lena scosse la testa.

“Kara? Non…” Si interruppe e abbassò il volto.

“Voglio solo che non si illuda. Conosco Kara e non l’ho mai vista guardare qualcuno come lei guarda te e non è solo per la faccenda della condivisione di ricordi, è qualcosa di più.”

“Io…” Alex alzò la mano fermandola.

“Non mentire. Come ho visto lei, ho visto te. So quello che provi.”

“Non volevo questo. L’ho tenuta lontana, ma…” Provò a dire Lena.

“Lo so, è testarda.” Finì per lei Alex con un sorriso triste.

“Non è solo questo.” Disse però la giovane, poi scosse di nuovo la testa. “Lei…” Lena strinse la mascella, incapace di proseguire o forse semplicemente impedendosi di dire qualcosa.

 “Lei è la mia sorellina.” Chiarì la ragazza. “Tu mi piaci e, oh mio dio, saresti mille volte migliore di quell’idiota di un principe daxamite, ma questo non cambia il fatto che so che ci stai nascondendo qualcosa e che presto te ne andrai. Non voglio che Kara soffra, per nessuna di queste due ragioni.”

Lena incrociò le braccia quasi cercasse di darsi del conforto, poi sospirò.

“Neanche io voglio che soffra.”

“Molto bene.” Alex la guardò con compassione. “Perché non…”

Lena alzò lo sguardo e la fissò con durezza ora.

“Non posso arrendermi, non posso lasciare che il mio mondo cada tra le mani degli El. Anche se questo significa rinunciare a… a qualcosa che potrebbe essere importante.” Alex annuì, capiva e ammirava la donna per quella decisione ora più che mai.

“Sai, Mon-El è stato messo davanti ad una scelta simile…”

“Fammi indovinare: ha scelto la soluzione più egoistica facendola passare per quella più eroica?”

Un piccolo sorriso apparve sul viso delle due donne.

“Non avrei saputo dirlo meglio.” Confermò Alex.

“Credi che Kara smetterà, un giorno, di chiudere gli occhi e capirà che merita qualcuno che l’ami più di se stesso? Qualcuno che non solo sappia farla ridere, ma sappia stare accanto a lei quando soffre?” La voce di Lena era leggermente spezzata. Alex non la guardò, rispettando la sua sofferenza.

“Io sarò sempre qui per lei.” Assicurò Alex, non era la risposta che Lena voleva, ma era tutto ciò che Alex poteva promettere.

 

 

 

Note: Dalle ciambelle ai biscotti… più che una storia è un viaggio gastronomico! XD

Cosa ne dite di questo capitolo? Kara e Lena hanno rotto gli indugi e ormai sono diventate amiche. Ovviamente Alex ha visto ben al di là di questa facciata d’amicizia e ha colto i sintomi di qualcosa di più, intervenendo subito per il bene di entrambe… la uccidiamo? ;-)

Cosa c’è nei non detti di Lena? Ormai sia Alex che Kara si sono rese conto che qualcosa c’è… ma cosa?

Idee? Fatemi sapere!

  
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