Libri > Shadowhunters
Segui la storia  |       
Autore: Ms Mary Santiago    24/09/2017    0 recensioni
La Corte Unseelie nasconde un segreto inconfessabile.
Una bambina, metà Seelie e metà Shadowhunter, destinata a ribaltare il destino dell’umanità.
Dal testo:
La piccola aveva lunghi capelli biondi, che le ricadevano lungo le spalle in boccoli ben modellati, e occhi dello stesso colore dell’argento liquido.
C’era qualcosa in lei che contrastava con i suoi cinque anni.
Il popolo fatato cresceva a ritmi diversi da quello umano, ma nel suo caso c’era qualcosa di tremendamente inquietante in quello sguardo fisso e freddo.
Era lontana anni luce dalle considerazioni dei mortali.
- Come si chiama? –
- Kestrel Morgenstern. –
Genere: Azione, Dark, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Emma Carstairs, Julian Blackthorn, Kieran, Mark Blackthorn, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo 3

 

 

 

 

Lady Rozenwyn delle due Corti – 17 anni, nobildonna della Corte Seelie e Unseelie

Kieran della Caccia – 19 anni, principe della Corte Unseelie

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Kieran alzò lo sguardo dalla missiva incontrando le iridi color del ghiaccio, incorniciate da lunghe ciocche lucide e nere come le ali di un corvo, di quella che fin da piccolo era stata la cosa più simile a una sorella minore avesse mai avuto.

- Cosa c’è? –

Rozenwyn arricciò le labbra voluttuose in un sorriso accattivante.

- Andiamo, Kier, non provare a fare il sostenuto. Non ti riesce affatto bene. È di Mark? –

Prese un sospiro profondo, annuendo.

Erano passati solo pochi giorni dall’ultima volta che lo aveva visto eppure gli sembrava passata un’eternità. – Sì, è di Mark. –

- E cosa dice? –

- Mi chiede d’incontrarlo all’istituto di Los Angeles. Sostiene che i suoi fratelli abbiano bisogno di chiedermi aiuto in qualcosa. –

- Affari di Nephilim -, decretò deliziata, - non pensare nemmeno per un istante di andarci senza portarmi con te. –

Kieran si accigliò, scrutando con cipiglio serio quella che era di fatto l’ultima fata Unseelie nata nella Corte.

- Scordatelo. –

- Kier … -

- No, Roze. –

- Lo dirò a Gwyn – replicò lei, consapevole di aver toccato il tasto migliore per spingere l’amico ad accontentarla.

E infatti Kieran alzò gli occhi al cielo, roteandoli, per poi sbuffare rassegnato. – D’accordo, ma dovremo muoverci con discrezione. –

- Ovviamente. –

Certo, come se Rozenwyn fosse davvero capace di essere discreta.

Rozenwyn era nata dall’unione di Lady Cryselle della Corte Seelie, dama di compagnia della Regina, e Lord Astal della Corte Unseelie, primo consigliere del Re, ragione per cui aveva lasciato la Terra sotto la collina solo una volta prima di quel momento.

Era tremendamente schietta persino per essere una fata e possedeva una carica a dir poco esplosiva; era diversa da chiunque altro risiedesse nelle due Corti.

Era stato questo a renderla immediatamente simpatica a Kieran.

E in quel momento riusciva chiaramente ad avvertire la sua eccitazione per quell’avventura.

Avrebbe provato con tutta sé stessa a mantenere il contegno che sfoggiava alla Corte Unseelie, ma prima o poi avrebbe fallito e sarebbe toccato a lui rimettere a posto le cose.

Ma dopotutto era questo quello che i migliori amici facevano gli uni per gli altri, come aveva continuato a ripetergli Mark ogni volta che aveva affrontato l’argomento con lui.

 

 

 

 

 

 

 

*

 

 

 

 

Julian Blackthorn – 17 anni.

Emma Carstairs – 17 anni.

Richard Nightmark – 19 anni all’epoca della trasformazione. Luogotenente dei vampiri di Los Angeles.

Kit Herondale – 15 anni.

 

 

 

 

 

 

- Ah, c’è anche la biondina – esordì Richard, entrando nella sala adibita alla riunione a passo deciso neanche fosse lui il padrone di casa, - Magari questa riunione non sarà una noia totale. –

Emma gli sorrise.

Richard Nightmark le piaceva, al contrario della maggior parte degli altri succhiasangue del Clan di Nightshade.

- È sempre bello rivederti, Richard. –

- Non lo metto in dubbio anche se il tuo Parabatai la pensa diversamente – replicò, lasciandosi cadere sul divano.

Qualsiasi altra persona sarebbe apparso sciatto in quella posa scomposta, ma non lui.

Richard possedeva un’aria di distratta eleganza che calamitava irresistibilmente l’attenzione generale.  

Julian mantenne un’espressione studiatamente neutrale sul bel volto, accomodandosi a sua volta e attendendo che Emma facesse altrettanto.

- Siamo riusciti a convincere Kieran a collaborare con noi. –

- Per amor di chiarezza … Quando dici siamo intendi che tuo fratello Mark ha convinto il suo ex ragazzo a collaborare, giusto? –

Emma trattenne un sorriso divertito.

Sembrava proprio che il vampiro non potesse fare a meno di punzecchiare costantemente Julian.

- Esatto -, convenne, - E sempre per amor di chiarezza ti pregherei di non mettere in imbarazzo nessuno dei presenti. –

Sgranando le iridi castano scuro, Richard si volse verso Emma sfoggiando la migliore delle sue espressioni da cucciolo innocente e ingiustamente accusato.

Peccato solo che il giorno in cui si sarebbe potuto associare l’aggettivo “innocente” a Richard Nightmark l’Inferno avrebbe gelato.

- Ho mai messo qualcuno in imbarazzo per puro caso? –

- No, non per puro caso -, riconobbe lei, - ma intenzionalmente sicuramente sì. –

La risata di Richard, bassa e vibrante, risuonò nell’intera sala come avrebbero fatto le fusa di un grosso felino.

- Golpeado y hundido[1]. –

La risata si smorzò mentre la porta del seminterrato veniva aperta e uno dopo l’altro facevano il loro ingresso il resto degli occupanti dell’Istituto con ospiti annessi.

I primi a entrare furono Livia, Ty e Kit.

- Quello è il cucciolo di Herondale? – chiese Richard, osservandolo con un certo interesse.

Kit gli rivolse un’occhiataccia, che suo malgrado ottenne come unico risultato quello di divertire ancora di più il vampiro.

- Cosa avevamo detto poco fa? – gli ricordò Julian.

- Giusto. Le mie scuse, mini versione di Jace Herondale. –

Continuando a fissarlo con cipiglio deciso, Kit sedette accanto a Ty e lanciò un’occhiata in direzione di Livia che sembrava in preda a emozioni contrastanti.

Provò a interpretarne il significato, ma rinunciò dopo poco: ragazze, chi le capiva era bravo.

A seguire entrarono Diana, Cristina, Diego e Jaime.

Mancavano solo Mark e Kieran per completare la riunione, visto che Drusilla era stata costretta a badare a Tavvy.

Aveva protestato e imprecato a lungo, ma nulla era servito a far cambiare idea a Julian. Così i più piccoli dei rampolli Blackthorn erano probabilmente nascosti da qualche parte nel tentativo di origliare senza farsi scoprire.

Kit provò a indovinare dove fossero, ma quando la porta si aprì nuovamente e Mark fece il suo ingresso improvvisamente l’attenzione generale venne calamitata dalla presenza di non una ma ben due fate.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

*

 

 

 

Mark Blackthorn – 18/21 anni.

Cristina Rosales – 18 anni.

Jamie Rosales – 17 anni.

Diego Rosales – 19 anni, Centurione.

 

 

 

 

 

Mark sentì gli sguardi su di loro non appena ebbero messo piede all’interno della stanza.

Le espressioni perplesse sui volti dei presenti lo spinsero a fornire tutte le spiegazioni del caso.

- Conoscete già tutti quanti Kieran … -

- Sfortunatamente sì -, convenne Emma, - Ciao, faccia di donnola. –

Kieran storse il naso con espressione sdegnata.

- Ma quella che sicuramente non conoscete è Lady Rozenwyn delle due Corti. Ai tempi della Caccia lei era una mia buona amica – concluse, facendo finta di non aver sentito il commento della bionda Shadowhunter.

Vide con la coda dell’occhio che Kit si era sporto verso Ty e gli aveva sussurrato qualcosa all’orecchio; suo fratello aveva annuito e aveva replicato snocciolando una serie infinita di parole.

Mark non smetteva mai di stupirsi di quanto quei due sembrassero completarsi e migliorarsi a vicenda.

Ty aveva mostrato una semplicità disarmante nel fare amicizia con Kit e d’altro canto al giovane Herondale sembrava che tutte quelle informazioni che gli venivano fornite interessassero davvero.

- Rozenwyn ha insistito nel venire qui a fornire il suo contributo – chiarì Kieran, con un tono che faceva capire chiaramente quanto lui non fosse d’accordo con la sua scelta.

La fata dalle lunghe ciocche corvine annuì, le iridi color ghiaccio che luccicavano mentre si guardava attorno e studiava uno a uno i volti dei presenti.

- In qualità di membro a tutti gli effetti delle due Corti non c’è nulla che mi passi inosservato a lungo – confermò lei, con un cipiglio determinato che Mark fu sicuro la rese immediatamente simpatica a Emma e Cristina, - perciò se quello che volete domandarci è realmente successo in una delle Corti lo verrò a sapere. –

- E cosa ti spinge a volerci aiutare? – intervenne Diego, osservandola pensieroso.

- Il motivo è davvero così importante per te, Centurione? –

- Lo è –, replicò per lui Jaime, - dal momento che sembra che preferiresti non dircelo. –

Rozenwyn sbuffò, lanciando un’occhiata interrogativa a Kieran, che annuì impercettibilmente.

- Il fatto di essere una fata non implica approvare ciò che accade alle Corti. –

- Dunque non approvi l’operato del Re e della Regina? – chiese Cristina, sinceramente incuriosita.

- Non approvo tutto ciò che fanno o dicono – confermò.

- Non so voi, ma mi basta per sentire ciò che ha da dire su quello che ci ha riferito Richard – decretò infine Cristina.

Un mormorio d’assenso si levò dai presenti.

Il luogotenente del Clan si sporse verso la fata. – Sono giunte voci secondo cui alle Corti ci sia qualcosa che le fate nascondono al Clave. È vero? –

Rozenwyn parve meditarvi per un po’, ma infine annuì.

- Ritengo che sia altamente probabile, ma se la domanda è se io ne so qualcosa per certo allora la risposta è no. –

Cristina le sorrise, rassicurante.

- Non hai nemmeno qualche idea in merito? –

- Ho un’idea, ma meramente personale e della quale non ho prove. Potrebbe trattarsi di qualcosa che risale alla Guerra Oscura. –

- Un’arma? –

- O una persona – concluse Rozenwyn.

Fu allora che all’interno della sala scoppiò il putiferio.

 

 

 

 

 

*

 

 

 

Livia Blackthorn – 15 anni.

 

 

 

 

 

- Sei piuttosto silenziosa, princesita. –

Livia continuò a camminare lungo il corridoio che conduceva all’uscita sotterranea dell’istituto, facendo finta di non averlo sentito.

Eppure avvertiva chiaramente su di sé le iridi ardenti del vampiro.

Dopo un paio di minuti sbottò, fermandosi di botto e voltandosi a folgorarlo con un’occhiataccia.

- Adesso hai improvvisamente voglia di fare conversazione? Buffo, perché ieri sera ci hai cacciate via come se non fossimo altro che stupide mocciose. –

Richard alzò gli occhi al cielo.

Aveva quasi dimenticato quanto potessero essere testarde e orgogliose le ragazze Shadowunter.

- Come ti ho già detto ieri, gironzolare intorno al nostro palazzo non è una mossa molto furba. Non sarò sempre lì per evitare che Artemisia o chi per lei si faccia un’abbuffata di Nephilim. –

- So badare a me stessa. –

- Non lo metto in dubbio, ma uno contro una mezza dozzina non è mai una buona proporzione. –

- So che hai una sorella -, rilanciò allora Livvy, - lei non viene mai a trovarti? –

Katherine.

Era a Londra in quel periodo, per il suo anno di scambio culturale, ed era l’unica della famiglia con la quale aveva mantenuto i rapporti dopo la sua trasformazione.

I suoi genitori avrebbero preferito vederlo morto che vampiro.

Lei lo voleva semplicemente vedere, che fosse un non morto non faceva alcuna differenza.

- Sono sei mesi che non la vedo. –

Doveva esserci una nota di malinconia nella sua voce, perché lo sguardo di Livvy si fece immediatamente meno battagliero.

- Deve essere dura. Non voglio nemmeno immaginare come sarebbe non vedere Ty per sei mesi. –

Tornò a essere impassibile, allontanando la malinconia che Katherine suscitava in lui.

- E comunque sia, lei è un caso a parte. Nessuno oserebbe mai toccarla nemmeno con un dito. La cosa non vale per te, princesita. –

- Potresti … - fece per dire, ma s’interruppe.

Non sapeva nemmeno lei come fare a ultimare la frase senza suonare del tutto ridicola.

Mettere una buona parola per lei, proteggendola, perché gli faceva piacere se lo veniva a trovare?

Era un po’ arrogante come constatazione e avrebbe fatto una figuraccia epocale se Richard si fosse messo a ridere.

- Potrei? – le fece eco.

Prese coraggio, alzandosi in punta di piedi e sfiorando le labbra del ragazzo con le sue. Posò le mani sulle sue spalle, sentendo la solida consistenza dei muscoli persino da sopra al giubbotto di pelle.

Lo sentì irrigidirsi per un attimo prima di cingerle i fianchi con le mani e ricambiare il bacio.

Durò appena una manciata di secondi, perché Richard si ritrasse rapidamente.

- Dios mío, ¿qué estoy haciendo?[2]
Puntò le iridi castano intenso nelle sue verde mare, scuotendo il capo come se volesse scacciare via le sensazioni che lo avevano assalito poco prima.
- Livvy, é un’idea pessima ... É veramente un’idea pessima. –
 - Ma ... –, fece per ribattere, - se è perchè sei un vampiro a me non importa. A nessuno di noi Blackthorn importerebbe. –
 Scosse risolutamente il capo. 
 Doveva mentire, non c’era altro modo di uscire da quella situazione. 
 - Esco già con qualcuno, è per questo che è una pessima idea. –

La vide sgranare gli occhi, incredula, ripetendo lentamente le sue parole: - Tu … esci già con qualcuno. –

- Già. Avrei dovuto dirtelo prima, ma non immaginavo che … -

- Con chi esci? – lo interruppe.

Bella domanda.

Disse il primo nome che gli passò per la testa.

- Alys Torres. –

Annuì in modo del tutto incondizionato.

Conosceva Alys Torres; era la capobranco di Los Angeles: una bruna bellezza ispanica dal fisico mozzafiato.

- D’accordo -, sussurrò, - congratulazioni – concluse, voltandogli le spalle e correndo via lungo il corridoio.

Non voleva che la vedesse piangere, umiliata e ferita.

- Soy un idiota, he combinado un casino[3] – sospirò Richard, passandosi una mano sul volto.
Ma era meglio così.
Sì, doveva tenere a mente che era molto meglio tenere Nephilim e Nascosti separati.
Sapeva cosa si provava nell’essere visto dal Conclave come un reietto e non l’avrebbe augurato a nessuno; legarsi a un Nascosto l’avrebbe resa tale.
 Come aveva detto, era davvero un’idea pessima.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Spazio autrice:

Salve!

Dopo secoli ho deciso di recuperare questa storia. Ci tengo a precisare che gli eventi della prima parte della storia saranno slegati da “Il signore delle ombre” ma che andando avanti con i capitoli la storia si ricollegherà lentamente con esso.

Spero che il capitolo vi sia piaciuto e che abbiate apprezzato la mia decisione di mettere il prestavolto all’inizio dei paragrafi in modo da farvi avere un’idea più immediata di come immagino i personaggi.

Per ora è tutto.

Al prossimo aggiornamento.

Stay tuned.

XO XO,

Mary



[1] Colpito e affondato

[2] Dio mio, che sto facendo?

[3] Sono un idiota, ho combinato un casino

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Shadowhunters / Vai alla pagina dell'autore: Ms Mary Santiago