Linda Danvers
Alex, con Maggie al fianco, entrò al
DEO e fermò il primo agente, chiedendogli se aveva visto Lena. L’uomo scosse la
testa e la maggiore delle Danvers sospirò
“Dove credi che possa essere se non è
qui?” Le domandò Maggie.
“Potrebbe essere ovunque… conosce
questa città, malgrado non sia il suo mondo, anzi, conosce l’intera Terra, per
quello che ne sappiamo ora potrebbe essere su di una spiaggia a lanciare sassi
o, persino, sulla Luna se ha preso un bel respiro…” Alex la guardò sconsolata e
Maggie le sorrise.
“Non è così male come sembra, tornerà
qua, prima o poi e potrai parlarle.”
“Per dirle cosa?” Domandò l’agente.
“Di smettere di guardare Kara come se fosse il sole stesso? Di non farla più
ridere, di non farla più emozionare? Semplicemente, di non amare più mia
sorella?”
“Alex, sappiamo entrambe che non è
così semplice…”
“L’amore è mai semplice?” Chiese
allora la ragazza, sospirando. Non voleva prendersela con Maggie, ma quella
situazione era davvero difficile e, ora che aveva visto Kara a due passi dal
baciare Lena, non poteva più fingere che non fosse un amore reciproco,
inespresso certo, persino ignorato, da Kara, ma pur sempre amore.
“Hai ragione, l’amore non è mai
semplice.” Ammise Maggie, poi le prese le mani attirando il suo sguardo.
“Allora perché hai chiesto a Lena di farsi da parte? Sappiamo entrambe che non
è perché pensi che non sia la persona giusta per lei o perché pensi che Mon-El valga il tuo intervento.”
“Questa storia spezzerà il cuore di
Kara, per questo ho cercato di…”
“Proteggerla.” Concluse Maggie. Sorridendole
con quell’aria piena di comprensione e di tristezza.
“Spezzerà anche il cuore di Lena.”
Aggiunse Alex.
“Oh… credo che il suo cuore sia già
stato spezzato…” Maggie si strinse nelle spalle quando Alex la guardò
interrogativa. “Solo una sensazione.” Ammise.
Un allarme risuonò nel centro di
comando e un agente accorse, poi dopo aver dato una rapida lettura spense
l’allarme allontanandosi, di nuovo rilassato. Alex corrugò la fronte.
“Di cosa si trattava?” Domandò e
l’agente rispose prontamente.
“Il portale nella Fortezza della
Solitudine. Lo monitoriamo dall’invasione daxamite.
Superman si è tenuto impegnato in questi ultimi giorni.” Sorrise.
“Cosa significa?” Insistette Alex.
“Ci sono state…” L’uomo digitò sul
computer, verificando il dato e poi continuò. “Sette aperture.”
“Sette?” Domandò sorpresa lei.
“È impossibile che Superman abbia usato
il portale per la Zona Fantasma così spesso negli ultimi…?”
“Cinque giorni.” Rispose prontamente l’uomo, iniziando ad
essere un poco preoccupato.
“Avete avvisato il direttore?”
“Ehm… no, signora… si tratta di un
segnale che consideriamo di routine e…”
“Chiamate J’onn,
subito.” Impose Alex, prendendo il cellulare.
“C’è qualcosa che non va?” Le chiese
allora Maggie, preoccupata nel vedere la sua tensione.
“Non lo so, ma non mi piace.”
Winn rispose quasi subito e Alex lo
richiamò immediatamente alla base. Quella questione andava risolta, e subito.
Digitò il numero di sua sorella e poi esitò. Avrebbe dovuto allarmarla forse
per nulla?
Guardò l’ora e fece una smorfia, Lois
l’avrebbe uccisa se l’avesse svegliata per niente telefonando a Clark… ma,
meglio la collera di Lois per un falso allarme che la possibilità che i suoi
timori fossero veri.
Kara era seduta ad un tavolino, da
sola. Mon-El la osservò pensieroso. Era sicuro che
stesse bene, la serata non era andata male, malgrado la fastidiosa presenza di
quella Luthor Dru-Zod. I
suoi pensieri si discostarono subito dai sentimenti della ragazza per
concentrarsi sui propri. Gli dava fastidio il mondo in cui le due kryptoniane si guardavano, ma dopo tutto quello che aveva
fatto per Kara di certo lei non lo avrebbe lasciato. Insomma, aveva rinunciato
alla corona di re di un intero pianeta per lei!
Sbuffò, asciugando un bicchiere e
posandolo al suo posto, per poi servire un alieno con una buffa cresta blu.
La porta si aprì ed entrò Maggie. Mon-El la fissò perplesso, era sicuro che fosse con Alex…
La ragazza andò dritta da Kara e le
parlò rapidamente, la giovane scattò in piedi e si allontanò decisa.
“Ehi!” La richiamò lui, ma Kara era
già uscita dal bar, muovendosi a super-velocità. “Cosa sta succedendo?” Domandò
alla detective, con aria aggressiva. La donna lo fissò, mentre sul volto le si
disegnava uno sguardo pieno di divertito sarcasmo.
“Oh… la ragazza d’acciaio, ha trovato
altro acciaio a cui aggrapparsi…” Gli fece l’occhiolino e lui le afferrò il
braccio furioso, trattenendo a stento la sua forza.
“Che cosa significherebbe questo?”
Maggie abbassò lo sguardo sulla sua mano e poi alzò il viso fissandolo, fino a
quando lui non lasciò la presa.
“Significa che un daxamite,
idiota, incapace, dall’aspetto e dal carattere di un adolescente, non può
rivaleggiare con una kryptoniana estremamente
intelligente, bella e dall’animo nobile.” Ghignò nel vedere ogni parola colpire
il giovane.
“Non è vero, menti!” Ringhiò Mon-El.
“Vuoi sapere cosa sta succedendo? Ho
dato questo indirizzo a Kara… lì è corsa, perché lì si trova Lena, vacci anche
tu e vedrai con i tuoi occhi.” Prese un tovagliolo e vi scrisse sopra un
indirizzo poi se ne andò, sulle labbra lo stesso sorriso pieno di divertito
sarcasmo con cui aveva parlato.
Mon-El afferrò il foglietto e lo strinse
tra le dita, Maggie raggiunse la porta e si voltò di nuovo a guardarlo.
“Un paio di balzi e potresti
guardarle mentre si baciano…” Gli fece un occhiolino e uscì dal bar,
scomparendo nella notte.
“Maledizione!” Ringhiò uscendo a sua
volta, furioso.
“Alex!” Kara atterrò, guardandosi
attorno preoccupata, fino a quando non vide sua sorella uscire dall’ombra, un’espressione
ansiosa sul volto.
“Kara, meno male hai ricevuto il
messaggio di Maggie, non potevo chiamarti, non ero sicura…”
“Cosa sta succedendo? Dov’è Lena?”
Chiese lei, il cuore che batteva rapido a causa della paura.
Aveva indossato il costume di Supergirl in un solo istante, volando più rapida che
potesse per raggiungere quel posto in cui, secondo il messaggio di Maggie, Lena
era nei guai e Alex la stava aspettando.
“Voltati.” Le ordinò la donna e Kara
fu sorpresa dal suo tono, Alex non usava mai un tono simile, neppure quando era
molto agitata, neppure con gli agenti che comandava al DEO. “Per favore.” Chiese
la ragazza e Kara obbedì. Sentì le mani della donna scostarle i capelli dal
collo e fu percorsa da un brivido.
“Cosa stai facendo?” Le domandò
girando la testa e osservando perplessa quello che Alex teneva tra le mani.
“Si tratta di un prototipo, ma
dovrebbe permetterti di individuare Lena.” Kara annuì subito, senza chiedere
altro, si fidava di Alex. “Ecco, aiutami a…” Kara sollevò i capelli mentre
quella specie di collare si chiudeva attorno al suo collo.
“Perché dovrei aver bisogno di questo
aggeggio per individuare Lena?” Chiese, mentre faceva una smorfia al contatto
del freddo metallo.
“Oh… beh…” Con un clic il collare si
chiuse.
“È un po’ stretto.” Comunicò.
“Stretto? Sarà l’ultimo dei tuoi
problemi.” Kara si voltò fissando la sorella, il cui tono era cambiato di
nuovo, diventando pieno di freddo sarcasmo.
“Cosa…?” Domandò alzando le mani e
chiudendole sul collare, lo avrebbe tolto, subito.
“Non sai da quanto tempo io desideri
fare una cosa simile! Oh, certo, non sei… lei,
ma andrà bene lo stesso.” Kara tirò, ma malgrado lo sforzo il metallo non si
ruppe.
“Chi sei, tu?” Chiese e la donna
rise.
“Alex Danvers.”
Affermò, mentre estraeva dalla tasca un telecomando. “E ora, Kara Zor-El, farai tutto quello che ti dico.”
La donna premette sul pulsante mentre
lei si lanciava in avanti e il dolore fu atroce. Kara si accasciò a terra, le
mani attorno al collo, incapaci di togliere quel collare che ora risplendeva di
verde.
“Perché…?” Riuscì a domandare.
“Oh… perché è divertente, perché è da
quando ho trovato questo giocattolo in una bunker di Lex
Luthor che voglio provarlo e perché sono sicura che
alla mia Kara piacerà il regalino… o forse no.” Kara rantolò cercando di
rimanere cosciente, mentre Alex ridacchiava. Non riusciva a pensare, non
riusciva a comprendere, sapeva soltanto che Lena doveva essere in grave
pericolo e lei non riusciva a muoversi.
“Quasi mi fai pena…” Le disse la
donna continuando a guardarla, ma nei suoi occhi non vi era traccia di nessuna
pietà. “Questa è un’altra cosa che desideravo fare da tempo.” Alex, o almeno,
quella donna con il viso e la voce di Alex, alzò il pugno e poi lo abbatté sul
suo volto, facendola precipitare nel buio.
Lena sentì i denti della donna incidere
con forza la sua pelle e sobbalzò, non poteva essere… si strappò dal bacio e
sollevò il viso della donna che aveva baciato fino ad un istante prima,
permettendo alle luci della città di illuminare i suoi occhi e il suo viso.
Vi era desiderio in essi, passione,
ma anche qualcosa di…
Un sorriso si aprì sul viso di Kara,
un sorriso divertito, un sorriso… malvagio.
“Credevi davvero che ti avrei
permesso di andartene? Credevi davvero che avrei permesso a un’altra me di
toccarti?” Le domandò.
Il gelo si impossessò del corpo di
Lena.
“Linda?” Domandò ed eccola comparire
nei suoi occhi quella stilla di follia, di odio, di malvagità, quella che aveva
dominato i suoi occhi mentre uccideva sua madre, colpevole vi aver scoperto la
sua vera identità e di aver mostrato a Lena la sua natura malvagia. “Cosa le
hai fatto?” Chiese, mentre spingeva via la donna, disgustata dall’idea di
averla baciata di nuovo, disgustava di aver provato piacere nel sentire le sue
mani toccare il proprio corpo.
“Io? Nulla.” Assicurò la ragazza,
cercando di riavvicinarsi. Lena strinse il pugno e si scagliò su di lei, ma Linda
fu più veloce e la colpì mandandola a infrangersi contro la parete di vetro e a
rotolare in quello che avrebbe potuto essere il suo ufficio.
“Lo sai che sei più debole di me.” Le
ricordò. “Sei solo la figlia di uno scienziato, era mio padre ad essere un
generale, io sono nata per combattere.” Rise, nel vedere il suo volto bianco di
paura. Non erano mai stati i pugni il suo forte, non che non sapesse
combattere, aveva passato anni ad allenare mente e corpo a ogni tipo di
combattimento, ma quando doveva affrontare lei…
era come se fosse solo una donna, dal cuore spezzato.
“Uccidimi, ma lascia questa
dimensione in pace.”
“Ucciderti?” Domandò lei e sembrò
veramente sorpresa. “Io ti amo!” Affermò e Lena provò solo disgusto nel sentire
quelle parole sulle sue labbra. “Ti riporterò a casa e staremo assieme, come
prima.” Sorrise, un sorriso che non era neppure lontanamente simile a quello
della Kara di questa realtà.
“Prima che tu uccidessi mia madre?
Prima che io scoprissi che eri la mente dietro alla maggior parte dei massacri
compiuti da tuo cugino?”
“Oh, andiamo, non negare che ti
piacevo.” Sorrise. “Lo hai ammesso, pochi minuti fa: amavi Linda Danvers.” Le ricordò e Lena strinse di nuovo i pugni, forse
non poteva vincere, non così, ma questo non significava che non avrebbe potuto
provare e morire nel tentativo, sarebbe stato comunque un sollievo e una
vittoria.
Linda sorrise.
“Oh, no, no, no. Non ci pensare
neppure. Tu, ora, farai esattamente quello che ti dico, altrimenti le cose
finiranno male… mi hanno detto che ti sei fatta degli amici qua.” Lena
impallidì di nuovo.
“Hai detto che mi ami, è così che lo
dimostri? Minacciandomi?” La donna inclinò la testa, pensosa.
“Non hai tutti i torti… non voglio
iniziare la nostra nuova storia ferendo i tuoi sentimenti, so bene che hai un
debole per questa specie inferiore.” Roteò gli occhi con divertimento. “Ora
vieni con me, senza lottare e tutto andrà per il meglio.”
Lena esitò, per un breve istante
pensò ancora alla ribellione, poi abbassò il capo sconfitta e quasi sentì il
sorriso soddisfatto che compariva sulle labbra della giovane. Aveva vinto,
vinceva sempre.
Winn alla sua postazione digitava rapido,
J’onn fissava Alex che, il telefono incolato
all’orecchio, cercava di contattare Kara.
“Non risponde.” Disse per l’ennesima
volta.
“Chiama Mon-El.”
Suggerì allora Maggie e Alex fece una smorfia, ma poi obbedì.
“Mon-El!”
Esclamò, per la prima volta felice di sentire la sua voce. “Dov’è Kara?”
“Kara? È con quella…”
Alex corrugò la fronte nel sentire il tono del giovane. “Schifosa traditrice di una Luthor!”
Sputò alla fine il daxamite.
“Senti, Kara è in pericolo! Così come
Lena, ma non riusciamo a…”
“In pericolo? Le ho viste!” Il tono del giovane si spezzò in un singhiozzò e Alex tremò,
spaventata che il peggio fosse già successo. “Erano avvinghiate, Kara, la mia Kara, avvinghiata a quella schifosa…”
“Di cosa diavolo stai parlando?” Alex
sbatté gli occhi, si era aspettata di tutto, ma non quello.
“Sto parlando di Lena e Kara che si baciavano sul balcone della Luthor Corporation.” Ora il giovane piangeva. “La
mia Kara! Quella donna, quell’arrogante kryponiana,
deve averla corrotta, perché lei non mi avrebbe mai fatto una cosa simile, non
dopo quello che io ho fatto per lei!”
“Hai visto mia sorella baciare Lena Luthor e te ne sei andato via?” Domandò Alex, completamente
sconvolta dalla cosa. Quell’uomo non aveva neanche un briciolo di orgoglio?
“Cosa avrei dovuto fare? Kara mi avrebbe lasciato se mi avesse visto!”
“Tesoro, concentrati.” Le disse
Maggie mentre lei si preparava a dire a Mon-El cosa
pensava di lui.
Alex scosse la testa e tornò a quello
che importava.
“Luthor
Corporation hai detto?”
“Sì.”
Piagnucolò il ragazzo. “La mia…” Alex
riagganciò, aveva ascoltato troppo, ancora una parola e sarebbe scoppiata.
“Dobbiamo avvertirle.” Guardò verso J’onn che annuì. Rapido il suo corpo si trasformò, mentre
già si lanciava verso il cielo.
“Come procede la tua idea?”
“L’idea di Lena, intendi?” Chiese Winn continuando a digitare.
“La tua idea basata su quella di
Lena.” Si corresse lei alzando gli occhi al cielo.
“Bene. I dati della Fortezza che mi
sta inviando Superman, mi hanno permesso di avere un’idea precisa delle
frequenze da cercare.”
“Non avevi detto che con i kryptoniani era impossibile?” Domandò allora Maggie.
“Impossibile perché loro vibrano a
frequenze uniche per cui analizzando Lena non eravamo riusciti a dedurne la
frequenza della sua Terra, ma, dalla Fortezza, o meglio, dal portale della
Fortezza, sono passate anche due umane e la loro frequenza, rapportata alla
nostra è calcolabile.”
“E quindi rintracciabile.” Concluse
Alex.
“Esatto ancora pochi minuti e potrò
dirvi dove si trovano le nostre due intruse.” Assicurò Winn,
soddisfatto.
Un tonfo e J’onn
fu di nuovo Hank Henkshaw.
“Non c’erano, ma vi erano evidenti
segni di lotta.” Alex si morse il labbro preoccupata.
“Dobbiamo trovarle, Winn, subito.”
Note: Le cose si fanno intricate e pericolose. Kara si è lasciata attirare in una trappola, fidandosi prima di Maggie e poi di Alex, ma non delle sue Alex e Maggie. Lena, invece, si è resa conto dell’errore che stava commettendo, ma ha dovuto piegarsi alla minaccia di quella crudele Kara.
Ma chi è questa Kara, questa Linda Davers? Di certo è astuta, spiava questa dimensione da cinque giorni e ha presto capito con quale leva piegare Lena all’obbedienza ed è anche malvagia, ma questo già lo sospettavamo.
Le due Alex, intanto, stanno attuando ognuna un piano preciso. La malvagia ha catturato Kara, la nostra ha trovato, assieme al DEO, un modo per rintracciare le intruse… insomma, ragazze, si balla!
La situazione è tutto meno che rosea… come andrà a finire? Idee, pensieri, riflessioni? Fatemi sapere!