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Autore: SophLandd    25/09/2017    2 recensioni
«Derek, promettimi che troverai qualcosa per non mollare.
Promettimi che troverai qualcuno da amare. Promettimelo.»
Gli scongiura Stiles, sull'orlo delle lacrime.
Derek aumenta la stretta, sorpreso dalle sue parole.
Non si volevano sucidare dopo tutto questo?
E adesso lo sta pregando di vivere?
«Io...te lo prometto, Stiles. Ma solo se tu farai altrettanto.» Sospira.
Le loro mani si illuminano di rosso, e Stiles sorride tristemente, annuendo.
«Te lo prometto anch'io, Derek.»
E scioglie le loro mani, alzandosi di botto, e scappando da quel posto, dopo essersi infilato velocemente la maglia. Derek non riesce a dire nulla, e pensa che probabilmente quella sarebbe stata l'ultima volta che avrebbe visto quel ragazzino.
Oh, quanto si sbagliava.
// Tratto dal Capitolo 2.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Derek Hale, Stiles Stilinski, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Derek passeggia per i corridoi insieme a Jennifer, visto che é ricreazione anche per loro.

Jennifer gli racconta quello che le é appena successo in classe sua, e Derek si appresta ad ascoltare, quando il suo sguardo viene catturato da qualcosa.

O meglio, da qualcuno.
Dal ragazzino, che sta accanto agli armadietti con Malia, la rossa e Scott.
Stanno parlando animatamente, ma Stiles non sembra davvero interessato, pare quasi sia in un mondo tutto suo.

Per qualche secondo i suoi occh verdi si incrociano con i suoi nocciola.
Poi Derek volta lo sguardo verso la donna accanto a lui, come se non potesse sopportare lo sguardo del ragazzino solo un secondo di più.

È passata una settimana da quando Derek non parla più con Stiles, e pochi giorni dalla discussione con Erica.
Alla fine la conversazione non era veramente finita lì.

"Non sono innamorato di Stiles
Non dopo tutto quello che mi ha detto!"

Jennifer continua a parlargli, ma Derek con la testa è altrove. 
Ultimamente infatti a lezione gli capita di distrarsi spesso, soprattutto visto che Stiles è nella sua stessa classe.

"E allora perchéDerek
Perchè tutto d'un tratto senti il bisogno di avere qualcuno accanto
Ti rispondo ioDerek
Hai bisogno che qualcuno ti dia tutto l'amore che Stiles non ti ha datoQualcuno che resticome luispecialmentenon ha fatto
Hai bisogno di colmare un vuotoche sempre lui ha lasciato!"

E non importa se Derek non riesce più a fidarsi di nessuno, ma ha la necessitá di sentirsi amato, apprezzato.
Forse perchè l'unico per cui ha mai provato qualcosa di serio, anche se non lo vuole accettare o ammettere, l'ha abbandonato.

E vorrebbe fidarsi di Jennifer, vorrebbe davvero, ma la paura di essere di nuovo deluso è troppo forte.
E se la donna é in grado di supplire, almeno in parte, la mancanza di Stiles... ben venga.
Forse prima o poi riuscirà ad avere di nuovo fiducia in qualcuno.
Ed é così solo per colpa delle persone.

Derek saluta la Blake, e si dirige in 1D, dove ora ha lezione.

Stiles si é già sistemato vicino a Scott, come al solito, ma non riesce a pensare ad altro che a Derek passeggiare con la Blake amorevolmente.

«Tutto okay?» Chiede Scott, capendo bene il motivo del suo umore.

Stiles abbassa lo sguardo sul banco, mentre Derek entra in classe.

«Sì, è solo che...sembra quasi non gli pesi, il mio distacco. 
Una settimana e sta giá con quella.» Sibila Stiles, stringendo le labbra, tra l'arrabbiato e il deluso.

Sapeva che Derek non poteva provare qualcosa per lui oltre l'attrazione fisica, ma fa comunque male.

«Stiles, sono sicuro che non è così...»
Mormora Scott, quando tuona una voce davanti a loro.

«Stilinski, McCall, silenzio.» Esordisce Derek, mantenendo un'espressione impassibile.

Stiles abbassa il capo, cercando di non crollare davanti a tutti.

---

Stiles passa attraverso il cancello, in mezzo agli alberi.
C'è un silenzio mortale, che fa accapponare la pelle.

Il cimitero si trova vicino al bosco, quindi é immerso nella natura.
Stiles si mette il cappuccio in testa, percependo una folata di vento in arrivo, e si fa strada tra delle lapidi, lentamente.

Ha dei fiori in mano, comprati poco prima, e tramite un percorso arriva davanti ad una lapide scolorita, non ridotta molto bene.

Si accovaccia a terra, lasciando davanti ad essa i fiori, e legge il nome scolpito sulla lapide.

"Claudia Stilinski."

Stiles sospira, mentre un venticello fresco gli solletica il viso.

«Umh, ciao mamma...è da un pò che non ci vediamo, e mi dispiace, davvero. Ilproblema é che non ho molto tempo per venire qua, sai, adesso che ho anche un lavoretto...» Inizia a parlare, immaginandosi la madre davanti a lui, che gli sorride.

«Ti ricordi di Derek Hale?» Chiede d'un tratto, accennando un sorriso. 
Silenzio.

«Certo che ti ricordi, era il ragazzo di cui ero completamente ossessionato da piccolo. Anche se purtroppo non mi ricordo praticamente o nulla di questa cosa...»

Un Sole pallido cerca di riemergere dalle nuvole, e di riscaldare il ragazzino.

«...l'ho rincontrato, sai? 
Storia lunga, e quasi incredibile.
E sono venuto qua per questo... Sì, mamma, é lui la persona giusta. 
È sempre stato lui...» Stiles ha gli occhi lucidi, e li chiude, imponendosi di non piangere. 
Di non farsi sopraffare dai ricordi.

«...Mi sono innamorato, mamma. 
Vorrei che tu fossi qua con me, a saperlo di persona, sai. 
Mi sono innamorato, e non posso lottare per me e per Derek. Non posso.
Mi sono innamorato e sono costretto a rimanere in disparte, in silenzio, a salvarlo dalla morte quando lui neanche lo sa...non lo può sapere...»

Stiles si asciuga qualche lacrima.

«Non tutti coloro che si amano stanno insieme, mamma. Non tutti...»

Il cielo minaccia improvvisamente un temporale, e Stiles si ricorda con un sospiro di essere venuto a piedi.

«Voglio stare con lui, mamma! 
Non ho mai voluto qualcosa così tanto! È da quasi tre anni che non mi interessa niente di tutta questa merda, ma lui é ogni secondo la fottuta eccezione!» Esclama, sentendosi ridicolo. Come se sua madre potesse sentirlo davvero.

«Voglio lui, ma non posso averlo! 
L'ho fatto entrare nella mia vita, quando invece era meglio per entrambi restasse fuori. E adesso...adesso tutto parla di lui...»

Stiles tira fuori un fazzoletto, asciugandosi il volto.
Poi si alza da terra, e si incammina di nuovo per il percorso, quando gli sembra di scorgere qualcuno di familiare.
Guarda meglio, socchiudendo gli occhi.

Theo?

Il ragazzo é piegato davanti ad una lapide, con gli occhi chiusi. 
Ha anche lui dei fiori in mano.

«Theo?» Esclama Stiles, avvicinandosi.

Theo si gira di scatto, sorpreso.
Ha gli occhi completamente rossi.

«Stiles? Cosa ci fai qua?»

Stiles accenna un sorriso, come se non fosse abbastanza ovvio.

«Per il tuo stesso motivo, suppongo.» Theo infatti avvampa, alzandosi del tutto. Che domande fa?

«É...é mio padre.» Sussurra il ragazzo, rivolto verso Stiles. Sente il bisogno di dirglielo, anche se non sa perchè.

«Io sono venuto qua per mia madre.» Si confida invece il ragazzino, guardandolo negli occhi.

Non sono poi così diversi.

Theo si tocca il capo imbarazzato, notando che il cielo è completamente rannuvolato, e dovrebbe piovere da un momento all'altro.

«Ti va di andare a parlare in un bar qua vicino? Ho il motorino.» Domanda Theo, e Stiles accetta subito, senza pensarci troppo. 
Ha bisogno di distrarsi.

«Volentieri.»

---

«Quindi avevo ragione. C'era davvero qualcosa tra te ed Hale.» Commenta Theo, davanti ad una tazza di thé caldo.

Stiles sorseggia il suo, annuendo.
Sono in un grazioso bar, con fuori che sta cominciando a piovere.
Hanno parlato un pò di tutto, e adesso sono arrivati all'argomento 'Derek'.

«Già, ma adesso è finito tutto.» Dice Stiles, abbassando il volto.

Theo si sistema meglio sulla sedia.

«Sembra tanto la tipica storia tra professore e studente, sai.» Scherza, pensando probabilmente alle serie tv e ai film.

«Non era così semplice. 
Noi non eravamo così semplici.» Sussurra Stiles, finendo poi di bere.
Ne parla come se tutto fosse finito, come se non ci fosse ormai niente da fare.

Theo guarda Stiles con leggera tenerezza.

«Perché vi siete lasciati?» Osa chiedere, facendo sussultare il ragazzino.

«Non stavamo insieme, eravamo...amici.» Mormora Stiles, beccandosi la faccia scettica e divertita di Theo.

«Non eravate amici, Stiles, e non lo sarete mai. Eravate molto di più.» Commenta semplicemente.

Stiles dischiude la bocca, senza sapere come ribattere.

«Comunque ho deciso io di troncare ogni rapporto con Derek. 
É una storia lunga, e forse un giorno te la racconterò...»

Theo annuisce, anche se non ci crede davvero.

«Ti riaccompagno a casa.» Fa il ragazzo, increspando le labbra in un sorriso. Stiles ricambia.

«Grazie, Theo, davvero.»

---

«Lydia e Scott ti aspettano di sopra.» Annuncia lo Sceriffo a Stiles, appena il ragazzino rientra a casa.
Stiles corruccia lo sguardo, non aspettandosi affatto la visita dei due.

Sale le scale velocemente, aprendo la porta di camera sua. 
I ragazzi sono seduti sul suo letto.

«Cosa ci fate qui?» Chiede sorpreso, mentre Lydia si sistema i capelli rossi.

«Siamo qui per aiutarti, semplice.» Spiega la ragazza, alzandosi, seguita da Scott.

Stiles continua a non capire.

«Dobbiamo capire se Crage e Prassel sono ancora in prigione, Stiles. Potrebbero essere scappati.» Aggiunge  il suo migliore amico, visibilmente preoccupato.

«Mio padre non sa nulla, vero?» Parla Stiles, a bassa voce.

La rossa scuote la testa.

«Non possiamo dirgli nulla, questa gente non scherza, e informare la polizia sarebbe il peggior errore.»

Stiles si trova a concordare con la ragazza, sospirando.

«Il problema é che dobbiamo accedere agli archivi e al computer di tuo padre, Stiles. Per capire meglio.» Esordisce Scott, incrociando le braccia al petto.

Stiles fa una smorfia, non capendo come possano fare una cosa simile con suo padre in casa.

«Non mi sembra fattibile, almeno per il momento.» Infatti parla, anche se Lydia ha un'espressione compiaciuta.

«É per questo che ho sentito Parrish per far invitare tuo padre da lui, per discutere di un caso. 
Tra poco lo Sceriffo se ne andrá.»

Stiles strabuzza gli occhi. 
Parrish é un giovane collega di suo padre, e non pensava che Lydia lo potesse conoscere.

«Non voglio sapere come l'hai conosciuto, ma posso capire cosa gli avresti detto come giustificazione?!» Esclama Stiles, cominciando a confondersi con i suoi stessi pensieri.

Lydia fa un sorrisetto sul malizioso.

«Gli ho chiesto solo un favore, non c'era bisogno che specificassi o altro.»

Stiles non vuole neanche sapere perchè non ce ne fosse alcun bisogno, e preferisce rimanere nei suoi dubbi.

In quel momento i ragazzi sentono dei passi per le scale, e lo Sceriffo sbuca poco dopo dalla porta.

«Ragazzi, io devo andare da Parrish. Torno il prima possibile.» Li informa.

Lydia sorride.

«Si prenda tutto il tempo che le serve, Sceriffo.» Stiles alza le sopracciglia davanti al tono amorevole di Lydia.

«Umh, okay...» Mormora John, prima di andarsene del tutto.

Scott si assicura, guardando fuori dalla finestra, che la macchina dello Sceriffo sia scomparsa dalla visuale.

Poi con un cenno avverte i ragazzi che è tutto a posto, e si dirigono tutti e tre velocemente nel suo ufficio.

Lydia si posiziona davanti al computer, tenendo il lampandario spento, e accendendo solo la lampadina della scrivania.

Scott invece si mette ad aprire i vari cassetti, alla ricerca dell'archivio giusto.
Stiles affianca la rossa, sperando vivamente non faccia casini.

Lydia entra dentro un sito della prigione, a cui lo Sceriffo può ben accedere, e clicca la casella di tutti i nomi dei prigionieri.

Poi digita il nome Crage sullo spazio di ricerca, e la finestra resta in caricamento qualche secondo.

I due restano con il fiato sospeso.

Poco dopo si apre davanti a loro una scheda, con tanto di foto di Louis Crage, e tutti i suoi dati.
Stiles cerca di non perdere il controllo di fronte al volto di quell'uomo..

Lydia scorre le informazioni, fino ad arrivare a quella che interessa ad entrambi.

«L'ultimo controllo della sua cella è avvenuto ieri sera, e lui c'era. 
Quindi...non è stato lui a lasciarti il foglio.» Legge Lydia, mentre Stiles non sa proprio come prendere la notizia.

«Se non lui, chi?» Mormora, avvertendo improvvisamente dei brividi.

Lydia si appresta velcomente a controllare la scheda di Carl Prassel, ma anche lui risulta presente.

Nessuno è scappato.

«L'ho trovato!» Esclama Scott d'un tratto, mostrando ai due una cartellina.

La porta sulla scrivania, e tutti e tre l'accerchiano, leggendo sopra la scritta "Caso Green."

Stiles manda giù tutta la saliva, socchiudendo gli occhi.
Le mani di Scott la aprono, tirandone fuori diversi fogli.

Fogli che descrivono dettagliatamente il caso, e che arrivano perfino a nominare Stiles.

«Leggete qua.» Richiama la loro attenzione Scott, indicando con il dito una frase ben precisa.

"... è stata riscontrata una possibile presenza di altre persone all'interno dell'edificio..."

Stiles sussulta, mentre Lydia rimane a bocca aperta.

«Quindi Crage e Prassel non erano soli.» Mormora la ragazza, stupita.

Stiles sente che sta cominciando a tremargli la mano, e cerca invano di mantenere la calma.
Di non farsi prendere da un attacco di panico.

«Mio padre sapeva tutto, e non mi ha mai detto niente...» Scuote la testa sbalordito, mentre Scott lo guarda negli occhi.

«Stiles, che ti doveva dire? 
Che probabilmente c'erano ancora persone in libertá, pronte ad ucciderti nel momento giusto?» Lo fa riflettere il ragazzo, mentre Stiles fa giu e su per la stanza. Sembra un'anima in pena.

«C'è solo un metodo per avere più informazioni.» Esordisce la ragazza, osservando attentamente la reazione di Stiles.

«Cioè?»

«Domani andremo in prigione, a parlare con Crage.»

   
 
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