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Autore: clarisss95    25/09/2017    4 recensioni
Missing moments sui malec della serie tv.
Il rating è verde, ma può variare nel corso dei capitoli.
1) 2x15 - Dormi insieme a me.
2) 2x20 - Come superare un litigio: a novel by Alec Lightwood.
3) 1x13 - Sentimenti che vanno, sentimenti che vengono.
4) 2x05 - Dolore.
5) 2x12 - Cosa accadde a Tokyo.
6) 2x07 - Occhi di gatto.
7) 2x06 - Il primo appuntamento.
8) 2x10 - Il filo rosso.
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Magnus Bane
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Cosa accadde a Tokyo.







 
Questo capitolo è ambientato tra la 2x12 e l'inizio della 2x07.
E' narrato sotto forma di flashback.
Il rating è arancione.










Alexander Lightwood stava perdendo la pazienza. Perché Valentine si spacciava per Magnus? 
Lo aveva afferrato per il bavero della camicia e poi lo aveva sbattuto al muro dicendo di smetterla, ma l'uomo non aveva voluto saperne, continuando a dire di essere lo stregone. A chi voleva darla a bere? Non ci sarebbe cascato, sapeva dei tranelli strani di Valentine e non voleva avere niente a che fare con lui. 
Poi era arrivata una strana confessione, e il ragazzo più alto si era paralizzato, incapace di muovere un muscolo. 
- Mi hai regalato un amuleto omamori che porto sempre con me. Me l'hai dato dopo la nostra notte a Tokyo. Al Palace Hotel. Ci siamo baciati sul terrazzo. E poi tu..
- Smettila! - gli aveva detto, preso da un attacco di nervosismo. 
Ma Valentine aveva continuato: - Poi mi hai portato dentro..
- Smettila!- lo aveva ripreso. Poi, perplesso, aveva detto: - Come  fai a sapere queste cose?
- Perché sono io, Alexander... - e lo shadowhunter dopo averlo guardato se n'era andato. 
Come poteva conoscere Valentine quei dettagli intimi che aveva condiviso con Magnus a Tokyo? Jace gli aveva detto che forse si trattava di un incantesimo perché Valentine era sempre un passo avanti a loro, ma Alec, e di questo ne era sicuro, si sarebbe accorto subito se fosse stato sotto incantesimo. Quello a Tokyo era successo davvero, ed era stata una serata così piacevole....
Decise di sedersi in una sedia trovata lì per caso, e rifletté. 
Adesso che Valentine aveva parlato di Tokyo, ci ripenso e si trovò immerso in un mare di sensazioni che mai nella vita aveva provato.






Si erano dati appuntamento a casa di Magnus, in quanto lo stregone era alle prese con un  cliente, lo aveva telefonato e poi era andato da lui. Da quando Jace si era trasferito nel loft non avevano avuto tempo di rimanere soli, e questo ad Alec infastidiva perché voleva condividere tutto il tempo necessario con il suo fidanzato. Doveva ammetterlo, era anche un po' geloso del fatto che Jace e Magnus potessero rimanere soli e insieme nella stessa stanza. Chissà di cosa parlavano. 
Mentre entrava in quella casa che conosceva bene, Alec osservò il suo fidanzato intento a cercare qualcosa per la casa. 
- Tutto bene? - gli domandò. 
Magnus si accorse di lui in quell'istante e, dopo aver accennato un grosso sorriso, disse: - Alexander! Ti stavo aspettando!
- Eccomi qua. - Lo shadowhunter si guardò intorno, stranito - Jace è...
- Non lo so, ma credo sia uscito. 
- Bene. Quindi...che avevi in mente, oggi? Parigi? O potremmo rimanere qua a mangiare cibo d'asporto....
- Nessuna delle due, Alexander - fece Magnus, avvicinandosi - Ho una sorpresa per te. 
Alec lo guardò incuriosito, ma non domandò nulla. Magnus fece subito apparire un portale e loro due si catapultarono dentro. 


Nonostante ci fosse abituato, viaggiare tramite un portale era sempre una sensazione strana: il corpo si aggrovigliava in una massa uniforme ovale  e al ritorno dal posto di partenza ti sentivi più pesante di prima. 
Quando Alec si trovò immerso in un luogo differente, il primo senso a svilupparsi fu l'olfatto, poi la vista, poi il tatto e l'udito. 
L'aria aveva un odore di sale e pioggia. Il posto aveva un'aria buia, eppure non sembrava eccessivamente tardi, probabilmente erano appena passate le 19. Sentì la mano di Magnus sfiorare la sua, e subito si voltò, notando un cartello con una scritta. Lo shadowhunter aggrottò la fronte e strabuzzò gli occhi. 
- Non pensavo avrei vissuto tanto a lungo da venire qua - fece sbalordito. 
- Sapevo che ti sarebbe piaciuto. Insomma....chi non mette Tokyo nella lista dei posti da vedere? 
Alec era ancora sorpreso. Aveva desiderato più volte viaggiare ed ora ne aveva la possibilità, ma non credeva che Tokyo fosse una delle mete desiderate dal suo fidanzato. Si era sbagliato.
- Alexander? Ti va di andare a fare un giro per i negozi? - Sentì la voce di Magnus. 
Annuì, incapace di proferire altro. Era a Tokyo.
A Tokyo! 
Camminò per le strade seguendo Magnus che le conosceva bene, da quel che gli raccontava c'era stato nel 1977 con una congrega di stregoni ai quali serviva aiuto per una questione riservata dei Nascosti.
Avevano attraversato dei giardini e si erano fermati in numerosi negozi: Magnus si aveva comprato parecchi vestiti appariscenti  e ne aveva regalato anche qualcuno ad Alec - di nero, ovviamente, perché, come aveva citato quest'ultimo, altrimenti non lo avrebbe mai indossato. Magnus aveva messo su una faccia mascherata dal disaccordo, ma infine aveva accettato. 
- Quello è il mio negozio preferito! - fece Magnus, e Alec, con numerose buste tra le mani, osservando la luminescenza che offriva il cartello di quel negozio, gli disse che era meglio aspettarlo fuori, mentre lui si accingeva a comprare chissà cosa.
Erano passati cinque minuti quando lo shadowhunter avvertì un rumore. Si rese conto che proveniva dall'angolo buio poco distante, e si stranì. Era un rumore sordo e rauco, al quale si aggiunse poco dopo un grido. Immediatamente scattò, portando con se le buste che aveva in mano, che non lo rallentavano. Il suo spirito di rinforzo aveva sempre la meglio, e qualunque cosa stesse accadendo, doveva accertarsi che fosse tutto nella norma. 
Arrivato nel vicolo, vide una scena da fargli venire i brividi. 
Una donna si trovava per terra, con i vestiti srappati e piangeva, mentre un uomo stava sopra di lei e le gridava parole in giapponese. Alec non aveva ancora disegnato una runa per poter capire e parlare quella lingua, e lo fece immediatamente tirando fuori lo stilo dalla tasca. 
- Stai zitta, ho detto di stare zitta, altrimenti ti ficco questo in gola - l'uomo diceva.
Alec notò che aveva tra le mani un coltello. Deglutì: - Ehi - fece dopo.
Immediatamente i due si voltarono verso di lui. L'uomo mantenne lo sguardo minaccioso e con i denti stretti disse: - Va' via, ragazzino.
Alec si avvicinò nuovamente senza averne il timore e si abbassò vicino alla ragazza: - Stai bene? - domandò, tendendole la mano.
Dapprima lei lo guardò impaurita, poi l'afferrò e si alzò. Aveva i capelli scuri e sul collo indossava un talismano appartenente sicuramente a quella cultura. 
- Cosa vuole questo qui? - le domandò.
La ragazza deglutì a vuoto e parlò tenendo gli occhi sbarrati: - I-io...non lo so, non lo conosco nemmeno - prese fiato: - Stavo tornando a casa ed è sbucato fuori all'improvviso, stavo correndo e lui...lui mi ha afferrata.
Alec strinse i pugni: - Cosa vuoi da....
- Rejae - disse la ragazza. 
- Perché seguivi Rejae? - domandò.
Quello non rispose. Immediatamente si fiondò verso di lui, con il coltello fra le mani, pensando di avere qualche possibilità. Alec fece un sorriso sghembo, prima di afferrare la mano che conteneva l'oggetto e girarla. Notò l'uomo gridare di dolore e stendersi a terra, così lui gli si accasciò sopra. - Cosa pensavi di fare? Prenderti gioco di una ragazza innocente? - domandò. - Non ti azzardare più a inseguire qualcuno, o ti assicuro che... - prese il coltello e passò la punta sulla sua gola -...tornerò e sarò io a farti del male. Hai capito? 
Quando vide quello annuire Alec si alzò da lui e quellò scappò velocemente, mentre Alec si avvicinò alla ragazza.
- Stai bene? - le domandò.
Rejae annuì: - Grazie....mi hai salvato - disse, toccando il talismano. 
Alec annuì: - Nessuno dovrebbe farti del male. Nessuno dovrebbe fare del male a nessuno. 
Alec notò che la ragazza si stava sfilando il talismano, aveva tolto la catenina ed ora quell'oggetto rimaneva da solo come un semplice oggetto che si porta ovunque.
- Questo è un omamori - disse la ragazza. - Serve per portare fortuna e protezione. 
Alec non capì cosa intendesse dire, quando lei gli e lo mise tra le mani: - Io non ne ho più bisogno. Le carte che ho fatto due settimane fa dicevano che saresti venuto e mi avresti salvato. In cambio io avrei dovuto darti un oggetto prezioso.
- Le carte? Ma che....
- Sono appena stata salvata dal mio Salvatore - fece la ragazza, senza ascoltarlo - Grazie ancora - disse, uscendo dal cunicolo. 
Alec la seguì, ritornando a vedere il negozio nel quale era entrato Magnus. 
Decise che l'oggetto che gli aveva dato Rejae lo avrebbe regalato proprio al fidanzato, dato che lui era già un Salvatore. Magnus aveva più bisogno di lui di quell'oggetto. E poi, voleva più di ogni altra cosa ce fosse protetto lo stregone. 
La ragazza era sparita, e Alec si affrettò a raggiungere il posto dove si trovava poco prima di salvare Rejae, ponendo l'omamori in una delle buste e decidendo di toglierlo una volta tornati nel loft.
Poco dopo sentì la porta del negozio aprire e chiudersi, e ne venne fuori il suo stregone.
- Come mai a mani vuote? -  gli domandò Alec, stranito.
Magnus rispose in tono sconfitto: - Sfortunatamente non avevano niente che mi potesse interessare stavolta. Quarant'anni fa c'era più scelta!
Alec abbozzò una risata e Magnus lo ignorò - Adesso direi di andare a fare una bella cena. Ti va? - gli propose invece. 
Alec annuì - Dove andiamo?
- Oh, ti piacerà il posto - gli disse lo stregone, strappandogli un bacio leggero.


Avevano appena terminato una cena a base di pesce e insalate di vari tipi.  Magnus si era accorto anche della runa attraverso il quale Alec aveva parlato giapponese, perciò il ragazzo aveva dovuto raccontargli di Rejae e di quell'orribile avventura - tralasciando l'omamori che riservava come sorpresa che gli avrebbe fatto una volta tornati a casa.
Il Palace Hotel era un posto etnico, lussuoso e ricco di luci di vario tipo: doveva ammetterlo, Alec non se lo aspettava minimamente in quel modo. 
Avevano optato per una stanza, al posto di cenare con tutta la folla presente nel ristorante, e grazie a Magnus - che aveva le sue conoscenze anche in quel posto - avevano deliziato con un menù  ricco di pietanze del paese, in modo che il suo ragazzo assaggiasse tutto ciò che di buono offriva il luogo. 
Ed Alec, il quale non aveva mai assaggiato cibo vero e proprio del Giappone, alcune pietanze erano piaciute parecchio, dato che aveva anche fatto il bis, sotto lo sguardo soddisfatto di Magnus. 
Le cose per il moro dagli occhi verdi si erano complicate quando alla porta della loro stanza si era presentato un certo signor Yuzaki, un uomo dai quarant'anni, che non vedeva l'ora di incontrare Magnus. 
Lo stregone gli aveva presentati: si trattava di un amico stregone con cui era entrato in contatto una cinquantina di anni prima. I due si erano messi a ricordare i tempi passati, e Alec aveva solo ascoltato le loro conversazioni, quel Yuzaki non gli stava simpatico, ma il suo fidanzato era così spensierato che gli fece piacere vederlo discutere in tal modo.
Quando Yuzaki se ne andò, rivelando di essere anche il capo chef e fingendo che Alec non vi fosse - l'amico di Magnus non amava particolarmente gli shadowhunters - Alec potè sospirare e fare una domanda che gli uscì con tono più grave di ciò che si aspettasse: - Era...è un tuo ex?
Magnus sollevò un sopracciglio: - No, hai sentito, siamo amici di vecchia data. 
- Okay - disse Alec, semplicemente. 
Magnus capì che qualcosa non andava, così gli poggiò una mano sulla spalla: - Ogni volta che ti presenterò qualcuno mi chiederai se è un ex? - disse accennando un sorriso. 
Alec fece una smorfia ma non rispose. 
- Vieni - Magnus gli porse una mano - Ti mostro la vista dal tetto dell'Hotel. La amerai. 
Alec avrebbe voluto dirgli che la sola cosa che amava era la persona che si ritrovava di fronte in quell'istante, ma aveva paura di diglierlo. Le parole non erano mai state il suo forte, spesso si faceva tante - moltissime - paranoie da solo perché credeva di non essere abbastanza. 
Tutto di Magnus era ignoto: i suoi genitori, le cose che aveva nel cassetto.... e lui aveva avuto così tanti ex..... chissà se avrebbe ricordato il suo nome, cento anni dopo. 
Alec non voleva essere inferiore agli altri. Magnus gli piaceva e non avrebbe voluto perderlo a causa della sua inesperienza, e nonostante lo stregone lo tranquillizzasse in ogni modo -
Il passato è il passato, ciò che conta è il presente. Sei tu, Alexander - gli aveva detto un giorno, Alec non era sicuro. 
Dannazione. Perché era in questo modo?
Sicuramente gli altri ex di Magnus si mostravano tranquilli e sicuri di sé stessi....
Lo shadowhunter smise di riflettere non appena sentì le mani di Magnus lasciare le sue. Erano arrivati sul tetto.
La vista era davverò bella, come gli aveva fatto notare Magnus: da quell'altezza riusciva a vedere quasi tutta la città, le strade illuminate, le case, le macchine che circolavano nonostante fosse tarda notte.... 
- E' bellissimo - mormorò.
Magnus gli stette vicino: - Sapevo ti sarebbe piaciuto.
Alec avvertì il suo profumo di sandalo e questo gli inebriò le radici. 
- Grazie, Magnus - disse all'improvviso.
- Oh, per quale motivo? - si stupi l'altro.
- Non ho mai visto altri posti oltre Idris e New York.  E tu.... questo viaggio a Tokyo...
grazie - ripeté nuovamente, non sapendo cosa dire. 
Magnus deglutì e gli si parò di fronte: - Non mi devi ringraziare, Alexander. Desidero solo che tu veda i posti dove sono stato. I posti che mi intrigano, questo fa parte anche del conoscersi.....
Alec gli si fece più vicino. Sotto la penombra di Tokyo l'uomo che aveva di fronte era ancora più bello. Non aveva idea dell'ora, sapeva solo fosse tardi e aveva più che mai voglia di baciarlo. Non poteva certo dirsi ubriaco, dato che aveva a stento bevuto una birra e assaggiato un coctail proposto dallo stregone ma che non l'aveva fatto impazzire, quindi poteva dirsi sobrio.  La ricerca di un contatto con Magnus, invece, be', quello..... quello era fortemente presente. 
Così quando lo stregone si voltò verso di lui, probabilmente per dire qualcosa, lo baciò in maniera un po' violenta, dato che Magnus si allontanò per un istante, per guardarlo. - Tutto okay? - gli domandò.
Alec annuì: - Voglio baciarti...  - detto questo, l'altro sembrò sorpreso ma non proferì niente, dato che riprese a baciarlo con più delicatezza stavolta, ma con lo stesso trasporto di prima, quasi avesse una necessità.
Le loro bocche collidevano e si staccavano ormai da cinque minuti, Magnus non aveva il tempo di riprendere il fiato che Alec si avventò nuovamente, scendendo a baciargli il collo. 
Il primo, con le sopracciglia che andavano a sfiorare quasi l'attaccatura dei capelli - anche per il piacere provocatogli da quel contatto - ma soprattutto per la sorpresa di un Alec così spavaldo e sicuro di sè come non l'aveva mai visto, si riprese. Non che quel contatto non gli facesse piacere, poi.
Ma c'era qualcosa di strano....
Notò Alec annaspare: - Ritorniamo in stanza - disse.
Magnus ebbe appena il tempo di annuire, che Alec gli prese la mano e corse dentro in fretta e furia. 

Una volta nella loro stanza lo shadowhunter riprese a baciarlo portandogli la mano lungo il petto, oltre la maglietta. Non aveva mai sentito Magnus, e poteva constatare quanto fosse tonico. 
L'ultimo si mosse immediatamente.
Stava succedendo qualcosa. 
- Alec cosa vuoi fare? - gli domandò, osservandolo. 
- Voglio dimostrarti che sono all'altezza dei tuoi ex - gli rispose l'interpellato, con naturalezza.
-
Cosa...?
Ma lo shadowhunter aveva altro in mente, e non consisteva nel parlare, dato che inchiodò al muro Magnus e riprese a baciarlo. Lo stregone lo sentì dai suoi baci, il diverso sapore. Un sapore strano, che non apparteneva al suo Alexander. Decise di scostarlo. 
- Non hai detto che non ti importava dei miei ex?
- L'ho detto. E sul serio, non m'importa. Ma io...voglio...ecco io voglio... - il ragazzo sembrava in difficoltà, adesso. 
-
Cosa? - lo incitò. 
- Non voglio essere inferiore agli altri. - Lo disse in un sussurro che alle sue orecchie fu chiaro e forte. - Probabilmente sono il primo che hai incontrato ad essere
vergine, ma posso mostrarti che non sono così innocente. Leggo molto e da ragazzino trovavo sempre quei giornalini porno di Jace...
Magnus lo osservò e scosse la testa: - Alexander, non posso lasciartelo fare. 
- Perchè no?
- Perchè...le cose si fanno perché le sentiamo. Tu adesso vuoi solo dimostrarmi che sei all'altezza degli altri, ma....non ti rendi conto di quanto suoni ridicolo? Sarebbe sbagliato farlo. 
- Quindi non vuoi. - Alec sembrava turbato, dato che aveva iniziato ad agitarsi. Si era anche allontanato da lui per sedersi nel letto.
- Alexander... - mormorò Magnus, raggiungendolo - quante volte dovrò dirti che
ti voglio? Eccome se ti voglio, ma non adesso. Adesso...sei confuso, ti senti smarrito. Io posso aspettare - gli poggiò una mano sulla spalla ed Alec alzò gli occhi per guardarlo, mentre Magnus diceva: - Non sentirti inferiore a qualcuno per queste banalità - e gli diede un bacio sulle labbra che risuonò nella stanza - E non dubitare del fatto che non mi piaci così come sei - un altro bacio casto - Perché la verità è che sei la cosa migliore che mi potesse mai capitare. Hai capito?
Alec a quelle parole si tranquillizzò e gli prese la mano stringendola alla sua. 
- Abbiamo ancora tempo prima di tornare a New York... - osservò lo stregone -  Ti va di coccolarci a suon di baci nel letto? 
Alec annuì, lasciandosi trasportare sul letto. 
Le
coccole. Quella cosa banale e scontata che lo shadowhunter aveva sempre detestato. Mentre Magnus gli dava numerosi baci  a stampo e gli accarezzava le braccia, si rese conto che in fondo non le detestava poi più di tanto. 
Finalmente lo stregone si avvicinò alle sue labbra e fece incontrare le loro bocche. Il bacio fu dapprima uno sfiorarsi di labbra, come se fosse la prima volta, poi divenne più profondo e nessuno dei due si accorse che lo stregone era finito su di Alec ed entrambi erano stretti, legati, chiusi, compatti. Alec portò le sue mani sulle spalle dello stregone, spingendolo contro di se e Magnus inaspettatamente avvertì qualcosa spingere lungo il suo ventre mentre stringeva le sue mani sui capelli dell'altro.  
Magari era una sua impressione.... 
Diminuì le frequenze dei baci decidendo di accantonare quel pensiero. Alec lo stava baciando dappertutto: sulla guancia, sulla fronte, sul collo.....le sue labbra si spostarono su quelle delle stregone e il nuovo bacio lo trafisse come una pugnalata, mentre i loro bacini erano a contatto e lo shadowhunter nel bacio aveva pure emanato un gemito.
Ma era sempre lì.
Magnus si allontanò un istante da lui e Alec, come se avesse fatto qualcosa di sbagliato si ritrasse da sotto  e si rimise in piedi schiarendosi la voce. 
- Che succede? - domandò lo stregone, cercando di fingere. 

- Niente...
- Perché ti sei alzato all'improvviso? - domandò ancora Magnus. Era anche un po' curioso di sapere la risposta che l'altro gli avrebbe dato.
Alec era in imbarazzo, si notava chiaramente: - Forse dovremmo tornare di là....sicuramente a New York sarà già tardi, non credi? Dovrei fare proprio una doccia fredda...
- Una doccia fredda? Addirittura? - disse Magnus, sorridendo. Portò lo sguardo in basso, dove si trovava l'evidente erezione. Alec arrossì notando il suo sguardo, cercando di coprirsi, ma non ci sarebbe mai riuscito.
Che figura! - Vieni qua - gli disse allora lo stregone.
Alec lo osservò attento, prima di avvicinarsi a passo lento. Deglutì. Adesso erano così: Magnus seduto al bordo del letto, e Alec in piedi di fronte a lui, con un'erezione che gli faceva male da morire. 
Quando il più grande gli sfiorò appena la patta dei pantaloni, ebbe un sussulto. 
- Alexander... - mormorò lo stregone, alzandosi in piedi. Adesso gli stava di fronte, non arrivava alla sua altezza, ma era abbastanza per guardarlo negli occhi. 
Lo shadowhunter non aveva il coraggio di guardarlo negli occhi, troppo imbarazzato dal momento. La situazione non fece che peggiorare quando Magnus si avvicinò al suo orecchio e sussurrò: - Da quanto non ti tocchi?
Alec strabuzzò gli occhi, incapace di proferire parola. Sentì il sospiro di Magnus ancora sfiorargli il lobo: - Non vergognarti. Non con me.
Il ragazzo annaspò, senza parole. Non riusciva a trovare niente da dire perché la sua mente era in subbuglio. 
Non contava i giorni di quando lo faceva o no, ma era sicuro che fosse decisamente da troppo tempo senza farlo. Altrimenti quell'erezione a cosa era dovuta? Era un uomo, santo cielo. Si sapeva controllare.

Ma non in presenza di Magnus, gli ripeté una voce nella sua testolina, volevi andare al letto con lui fino a qualche istante fa. 
Scosse la testa e Magnus lo interpretò come un rifiuto, tant'é che tolse la mano che si trovava sui suoi pantaloni e la portò lungo il mento dello shadowhunter, per portare i loro occhi  a contatto. 
Sospirò, prima di proferire parola: - Posso toccarti - disse. Non era una domanda. Non che Alec se ne aspettasse una, dopotutto. Quella frase successiva però non se l'aspettava: - Me lo permetti, Alexander? Altrimenti ti lascerò andare nella tua doccia fredda tranquillo.... 
Anche Alec sospirò prima di annuire fortemente, per poi riprendersi: - Voglio che tu lo faccia - disse velocemente. Si schiarì la voce: - Non voglio andare a fare una doccia fredda....voglio te. 
Il volto di Magnus si aprì in un sorriso: - Be', allora direi di proseguire...  - lo stregone lo baciò, prima di portare la mano sulla sua spalla, facendola scendere lentamente lungo il petto coperto da una maglietta scura, fino ad arrivare al bacino. 
I timori di Alec si fecero vivi immediatamente: - Ma tu....tu lo vuoi? - gli domandò.
Magnus lo osservò, e nel suo sguardo, notò Alec, c'era una traccia di qualcosa di familiare. Magnus lo guardava come se esistesse solo lui. E, incosciamente, si rese conto che era lo stesso sguardo che gli rivolgeva lui stesso. 
La frase che gli rivelò Magnus lo fece arrossire ed eccitare ancora di più: - Non mi toglierei mai il privilegio di vederti mentre vieni sotto il mio tocco.
Nessuno dei due smise di guardarsi negli occhi quando Magnus trafficò con la cerniera dei jeans e li abbassò lentamente. Poi, come se fosse la cosa più normale del mondo, infilò le mani nei boxer dell'altro e afferò la sua erezione proprio come con la mano libera afferrò il collo di Alec per avvicinarlo a sé e baciarlo di nuovo. Alec, dapprima spaesato, poi più sicuro, portò le sue mani sulle spalle di Magnus, gemendo quando lo stregone fece con le mani il primo movimento. 
Mentre Magnus continuava ad accarezzarlo la sua bocca si spostò sul collo per lasciare alcuni baci che diedero sollievo allo shadowhunter, che inarcò la testa per riceverne ancora.
La pressione sulla mano si fece ancora più veloce, e sotto il tocco di un bacio sulla mascella Alec si rese conto che aveva iniziato ad ansimare ma non solo: aveva preso il ritmo della mano di Magnus ed iniziava a muoversi contro di essa. Ma non gli importò dell'imbarazzo, mentre sussurrava il suo nome e l'altro lo baciava, lo accarezzava e si prendeva cura di lui. 
Fu così, con un'esplosione di baci e di gemiti e sussurri, che venne nella mano di Magnus e si accasciò contro il suo corpo. Lo stregone fece  appena in tempo ad abbracciarlo che si ritrovò gettato sul letto con addosso il ragazzo che lo baciava.
Sentì il suo respiro tornare normale, prima che lo shadowhunter si rendesse conto della posizione e fece per alzarsi: - Mi dispiace - disse.
Magnus era rimasto sdraiato sul letto nella medesima posizione in cui l'altro l'aveva lasciato: - Di cosa ti stai scusando? - domandò, toccandosi le labbra. Il
sapore di Alec...Alec sulle labbra, Alec sulla mano, Alec dappertutto....
Il giovane balbettò, prima di dire: - Di..questo. Non ho il controllo delle mie azioni quando sto con te. Mi sento strano, Magnus, io...
Quest ultimo deglutì e si alzò dal materasso: - E' normale sentirsi in questo modo, Alexander. Quando si provano dei sentimenti verso una persona non si può fare a meno di pensarla. In continuazione. Diventa il fulcro centrale delle tue giornate e prende possesso del tuo cuore. Non è niente di nuovo.
- Si ma.... - Prese aria -  Questo poteva essere evitato...
Lo stregone sospirò profondamente, prima di dire, docilmente: - Senti, Alexander, è naturale sentire queste cose....anche sentirle nella zona sotterranea. Non devi sentirti in imbarazzo. Non con me.  Ti svelo un segreto...ma lo faccio in buona fede, eh, non ho cattive intenzioni. Lo faccio anche io.
Pensando a te. - Magnus sapeva di starsi sbilanciando un po' troppo con quelle parole, ma lo shadowhunter ormai gli aveva rapito il cuore. Lui, con le sue paure, i suoi timori, con il suo essere così naturale. E Magnus non voleva più nascondere i suoi sentimenti.
- D-davvero?-
- Dovrei mentirti?
Mi piaci ed è evidente che io piaccio a te. Siamo due persone che si piacciono. Non c'è niente di imbarazzante. Dovresti mettertelo in testa. 
Alec fece un sorriso sincero, prima di dargli un lungo bacio.
- Che ne dici se torniamo a casa, adesso? - domandò lo stregone dopo essersi staccato.  Lo shadowhunter annuì, e Magnus riprese, felice: - Tokyo non mi è mai sembrata così bella - prendendo le buste dello shopping e aprendo un portale per tornare a casa.




Alec si ridestò di colpo, notando l'Inquisitrice Herondale passare davanti a lui con aria determinata. Cosa aveva in mente? Decise di avvicinarla a sé, scoprendo che il Conclave aveva rifiutato l'offerta di sottoporre Valentine ad una condanna a morte. La donna lo voleva uccidere. 
La seguì, contrastando le ansie e i timori presenti nella mente, e contrastando perfino una vocina che gli gridava forse è davvero Magnus fingendo che non vi fosse.






Ciao a tutti! So che avevo detto che avrei aggiornato mercoledì, ma alla fine ho deciso di spostare il mio programma, però dovrete aspettare la settimana prossima per il prossimo capitolo.
Prima di tutto devo ammetterlo, scriverlo è stato un parto e non sono nemmeno convinta che sia venuto  come lo avevo immaginato all'inizio. La seconda cosa, invece, riguarda la parte finale, non me la sentivo di andare oltre e scrivere il post della 2x12, ovvero quando Magnus torna nel suo corpo, questo capitolo è già lungo di per se, ma se voi volete anche quello, sarò più che felice di scriverlo sotto forma di bonus!
Vi spiego: questa fanfiction sarà incentrata su otto capitoli, più un capitolo bonus nel quale metterò diversi momenti che non sono citati in quest'opera. Che ve ne pare?
Adesso un'altra domanda: che altri episodi vi piacerebbe approfondire? Fatemelo sapere, ci tengo moltissimo!
Le critiche e i pareri sono sempre bene accetti. A presto!






   
 
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