Serie TV > Squadra Speciale Cobra 11
Segui la storia  |       
Autore: ChiaraBJ    25/09/2017    2 recensioni
Quando tutto sembra scorrere di nuovo sui binari della normalità la vita di Ben viene nuovamente sconvolta e di conseguenza anche quella del suo socio Semir. Una verità rimasta nascosta per troppo tempo, complotti, fughe, tradimenti sono alcuni ‘ingredienti’ di questa nuova avventura che vedrà i nostri ispettori indagare lontani dalla loro città.
Soli…o quasi.
Questa storia fa parte della serie ‘Legami speciali ed indissolubili’.
Consigliata, ma non indispensabile, la lettura delle storie precedenti.
Genere: Angst, Azione, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ben Jager, Nuovo personaggio, Semir Gerkan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Legami speciali ed indissolubili'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Image and video hosting by TinyPic

Un piccolo indizio

“Vi giuro che non sono stato io…quando sono arrivato era già morto. Quest’uomo era l’unico che poteva in qualche modo scagionarmi, lui sapeva la verità”
Mathias Wust istintivamente alzò le mani in segno di resa, parlava a voce bassa, mentre usciva da sotto la scrivania.
“Alla luce dei fatti ritengo che non sia stato lei ad uccidere Porfidier, sei d’accordo con me Ben?” domandò Semir voltandosi verso il socio, Ben però non rispose.
“Inoltre non crediamo che l’avvocato si sia suicidato” continuò Semir “Ci sono troppe incongruenze in questa scena del delitto. Forse chi ha ucciso l’avvocato non ha avuto il tempo di mascherare bene l’omicidio”
“Si sarà spaventato sentendo bussare alla porta, dopo l’incidente alla cava sono ritornato in città, volevo parlare con lui…” spiegò Wust additando il cadavere.
“A proposito” Ben si avvicinò a Wust quasi a passo di carica; era a dir poco infuriato, ma allo stesso tempo doveva parlare sottovoce per non attirare l’attenzione di una possibile guardia di ronda nello stabile “A proposito...alla cava…dannazione l’abbiamo chiamata e cercata…”
“Quando mi sono buttato dall’auto sono finito dentro un crepaccio, ho sbattuto la testa e sono svenuto” confessò l’uomo interrompendo Ben.
Ben squadrò Wust da cima a fondo, effettivamente le escoriazioni presenti sul suo corpo confermavano la sua versione dei fatti.
“Se sta insinuando che mi sia finto morto per venire qui è uccidere l’avvocato…” e con fare decisamente scocciato Wust mostrò ai due ispettori un taglio dietro la testa avvicinandosi ancora di più a Ben.
La distanza tra il giovane ispettore e Wust era di pochi centimetri, entrambi si guardarono dritto negl’occhi per qualche secondo; Semir nell’assistere a quella scena pensò ai cartoni animati, tra i contendenti gli parve di vedere lampi che uscivano dalle pupille di uno per entrare in quelle dell’altro.
“Ben non sta insinuando niente, cerchiamo di calmarci ora” suggerì Semir, piazzandosi tra i due.
“Comunque stavo dicendo” continuò Wust senza distogliere lo sguardo da Ben “Sono finito in un crepaccio e sono svenuto. Non so quanto tempo sia passato, ma quando mi sono svegliato sono riuscito a risalire sul ciglio della strada. Ho tentato di chiamarvi, vi ho cercato. Ho pensato che foste morti, la macchina era ridotta ad un ammasso di rottami fumanti e non ho avuto il coraggio di avvicinarmi. Alla fine ho ritenuto che l’unica soluzione per tentare di scagionarmi fosse quella di provare a parlare con Porfidier”
“Ma lei come è entrato nello stabile?” chiese sospettoso Ben.
“L’agente che sta di guardia al palazzo è uscito con una donna, forse una segretaria di qualche ufficio che si è attardata oltre l’orario d’ufficio o una donna addetta alle pulizie. La guardia si è intrattenuta con lei, ha lasciato la porta aperta per qualche secondo dandomi la possibilità di entrare senza essere visto. Mi sono diretto verso l’ufficio dell’avvocato e ho bussato, ma non sentendo risposta ho aperto la porta per controllare se effettivamente all’interno non ci fosse nessuno. Porfidier stava a terra…vi giuro che era già morto quando sono entrato nel suo ufficio “
“L’orario era insolito per chiunque: l’avvocato, la donna delle pulizie. Solo la presenza di una guardia è plausibile” suggerì Ben “Ma mi dica come mai non è ritornato dai ragazzi?” domandò alzando un sopracciglio.
“Non potevo ritornare alla pensione” Wust abbassò gli occhi “Livyana mi avrebbe sicuramente chiesto di voi” poi rivolgendosi direttamente a Ben “Non potevo certo dirle a bruciapelo che voi eravate morti” per un attimo l’uomo stette zitto.
“Continui” lo incalzò Ben.
“Vi ripeto non sapevo dove andare, quindi decisi di venire qui, se non fossi riuscito ad entrare nello stabile lo avrei aspettato fuori, ma poi la guardia è uscita dallo stabile lasciando incustodita per qualche secondo l’entrata” spiegò Wust.
“Potrebbe essere stata la donna che ha visto uscire con la guardia ad uccidere Porfidier” ragionò Semir “Junker potrebbe averla assoldata come killer per eliminare l’avvocato divenuto uno scomodissimo testimone”
“Sì, ma chi può dirlo…” constatò Wust.
“Comunque spero che nessuna telecamera l’abbia ripresa, rischia di essere accusato di un altro omicidio” rimarcò Semir.
“Dovete aiutarmi, vi prego devo scagionarmi…voglio che Livyana sappia la verità…non sono l’assassino di sua madre” supplicò ancora Wust.
“Va bene le ramanzine le lasciamo perdere per ora” sbuffò Ben “Semir dai un’occhiata al cadavere, guarda se addosso ha qualcosa che ci può essere utile. Guarda se trovi anche quella ventiquattr’ore che Junker ha consegnato all’avvocato. Io intanto darò un’occhiata al computer, vediamo se troviamo qualcosa per scagionare Mathias. Ah, e mettiamoci tutti i guanti, meno tracce lasciamo meglio è”
Sia a Semir che a Wust non sfuggì il fatto che Ben avesse chiamato per la prima volta Wust con il nome di battesimo, forse quello era un buon segno, forse Ben aveva sotterrato momentaneamente l’ascia di guerra o forse come riteneva più plausibile Semir, prima avesse risolto il caso prima lo spinoso contenzioso, ovvero l’affidamento di Livyana, avrebbe avuto una fine.

Passò qualche minuto poi il giovane ispettore attirò l’attenzione degli altri due.
“Venite a vedere cosa ho trovato”
“Cavoli che velocità Ben, sei un hacker…” sentenziò Semir.
“Potrei dirti di sì e fare bella figura alla faccia tua, ma Porfidier doveva essere un gran smemorato” sciolinò Ben facendo notare a Semir che la password del pc era in bella mostra scritta su un post-it attaccato allo schermo.
“Il nome Sabine Kupfer vi dice qualcosa?” chiese Ben.
“A me no” rispose Semir.
“Mathias?” Ben si rivolse a Wust che si era bloccato per un momento.
“Il nome mi rammenta qualcosa, mi sembra che Sophie avesse un’amica con quel nome, ma sono passati quindici anni, potrei sbagliarmi, Sabine è un nome molto comune in Germania”
“Cerchi di far mente locale” lo incalzò Ben.
Mathias cominciò a gironzolare per l’ufficio e tanto era assorto nel cercare di ricordare qualcosa che quasi inciampò sul corpo di Porfidier.
“Stia attento” lo rimproverò Ben “Siamo fortunati che per il momento nessuno si sia accorto di nulla, cerchiamo di non sfidare ulteriormente la sorte”
Ma Wust sembrava non fare caso alla ramanzina di Ben.
“Che stupido!” Wust si batté una mano in fronte “Sono passati tanti anni, ma ora ricordo Sabine Kupfer depose a favore dell’accusa” confermò Wust.
“È vero negli atti del processo che ho letto figurava quel nome” ribatté Semir, poi rivolgendosi a Ben “Perché ti interessa?”
“Guarda questa mail” fece notare Ben “L’avvocato l’ha spedita a questa Sabine Kupfer e nota bene la data è poco dopo l’evasione di Mathias” Ben picchiettò il dito sullo schermo come a voler sottolineare la cosa.
“Fammi dare un’occhiata…” Semir si avvicinò alla scrivania dove stava Ben.

‘È meglio che decida da che parte stare, ne va della sua vita’

“Ah però, i toni sembrerebbero quelli di una lettera di minaccia” confermò Semir.
“Pensate che questa Sabine Kupfer abbia ucciso l’avvocato per farlo tacere?” domandò Wust.
“Volendo azzardare un’ipotesi potremmo supporre che questa Sabine Kupfer potrebbe sapere qualcosa, potrebbe riaccendere le nostre speranze per trovare l’assassino di sua moglie” ragionò Semir rivolgendosi a Wust “Ma se ha o no ucciso Porfidier questo non possiamo saperlo”
“Io direi che dovremmo rintracciare questa donna” propose Wust.
“Ben” si rivolse serio Semir “A questo punto non ci rimane che chiamare il nostro distretto e informare il commissario Kruger. Susanne dovrà aiutarci con le sue ricerche e forse avremo bisogno di qualche aiuto da parte della polizia locale”
“Sempre che non incappiamo in qualche tirapiedi corrotto di Junker, perché a questo punto credo che dietro a tutto questo ci sia lui, dobbiamo solo scoprire il movente di queste morti” replicò Ben.
“Continuate a cercare, io intanto chiamo il distretto e informo la Kruger” consigliò Semir “Porfidier era spaventato, ma non uno sprovveduto, avrà conservato documenti o altro da usare in caso di necessità”
“Visto la fine che ha fatto, dubito” replicò Wust additando il cadavere “Ma se voi lo ritenete utile vi darò una mano a cercare”
“Iniziate senza di me” consigliò Semir estraendo dalla tasca il cellulare “Chiamo il distretto, il commissario andrà su tutte le furie, ma non vedo alternative. Le dirò quello che abbiamo scoperto”
“Ricordale di dirle che la BMW è andata, e quindi l’unico modo per contattarci è il tuo cellulare” sciolinò Ben.
“Perché il tuo è rotto? Hai la batteria scarica?” chiese Semir alzando un sopracciglio.
“Sei tu il collega anziano” replicò serio Ben.
“Ti costa tanto dire che non vuoi sentire tu le ramanzine del capo?” ribatté l’altro scuotendo la testa e abbozzando un mezzo sorriso.

Un’ora dopo Ben, Semir e Mathias Wust decisero di abbandonare la scena del delitto.
“Fra qualche ora qualcuno troverà il corpo di Porfidier, Wust lei è sicuro di non aver lasciato nessuna traccia?” domandò Semir.
“Quando sono entrato nello stabile ho fatto in modo che nessuna telecamera mi riprendesse in volto e ho toccato tutto con un fazzoletto” confermò Wust.
“Ottimo ora non ci resta che andarcene senza essere visti, rintracceremo con l’aiuto di Susanne Sabine Kupfer e appena sorgerà il sole andremo a parlarle”
“Sempre che sia viva e che abiti da queste parti” sentenziò Ben.
“Ovviamente” rimbeccò Semir “Ma ripeto un po’ di ottimismo da parte tua sarebbe l’ideale”

Angolino musicale: Nick Lachey ‘What's Left Of Me’ (ciò che resta di me)
Per ascoltarla: https://www.youtube.com/watch?v=899a8WlVpNk
Guardo la mia vita Passarmi davanti nello specchio retrovisore le foto congelate nel tempo sono diventate più chiare Non voglio sprecare un altro giorno bloccato nell'ombra dei miei errori…ora sono a pezzi e sto svanendo sono la metà dell'uomo che pensavo di essere ma tu puoi avere ciò che resta di me sto morendo dentro poco per volta nessun posto dove andare ma sto andando fuori di testa in cerchi infiniti scappando da me stesso finché tu mi hai dato una ragione per stare

 
 
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Squadra Speciale Cobra 11 / Vai alla pagina dell'autore: ChiaraBJ