Ma dove cavolo è finita? Perché non
è ancora arrivata?
Shikamaru
spostò lo sguardo dalle porte della città alle nuvole che avevano coperto il
cielo e buona parte del sole.
E pensare che, fino a mezz’ora fa,
c’era un cielo limpidissimo.
Nuvole
cariche di pioggia si stagliarono all’orizzonte avvicinandosi minacciose verso
il Villaggio. Anche il tempo cambiò repentinamente nel giro di pochi minuti. Si
alzò un vento leggermente più freddo che spazzò via le foglie rosse, gialle e
marroni da terra, portandole chissà dove. Shikamaru le guardò volare,
perdendosi all’orizzonte, quando la prima goccia gli finì sul naso.
“Non può
mettersi a piovere proprio adesso!”
Ma il
tempo, come a farsi beffa del suo ammonimento, non gli diede retta e le nuvole
cominciarono a far cadere le prime gocce di pioggia, via via sempre più veloci,
tanto da costringerlo a ripararsi sotto il tetto di una casa.
E se le fosse successo qualcosa
durante il tragitto? Non scherziamo, Temari metterebbe paura anche al più
valoroso dei ninja.
Ma più i
minuti passavano e la pioggia cadeva, più Shikamaru non poté fare a meno di
preoccuparsi. Vedeva le persone correre per mettersi al riparo dalla pioggia
fino a quando, fra la pioggia battente, non vide spuntare fra le porte
cittadine una figura a lui nota. Non riuscì a levarle gli occhi di dosso,
vedendo come i vestiti avessero aderito al corpo come una seconda pelle, il
ventaglio sempre con sé e aperto per ripararsi dalla pioggia.
Fu
naturale correre verso di lei, incrociare il suo sguardo e sorriderle
leggermente.
Sì, mi sei decisamente mancata.
“Seccatura.”
“Crybaby,
perché non hai un ombrello con te?”
“E perché
avrei dovuto? Hai il ventaglio che ti protegge.”
Lo sguardo
di fuoco che Temari gli lanciò lo fece desistere dal proseguire oltre,
prendendola per mano. Non gli sfuggì il rossore che cominciò a imporporare le
gote della bionda, lo sguardo pieno di stupore e imbarazzo.
“Ma che
fai, Nara? Potrebbe vederci qu-…”
“Chi
potrebbe mai vederci con questa pioggia? Vieni con me.”
Non
lasciandole la mano cominciò a correre, con Temari che cercava di non scivolare
mentre teneva il ventaglio aperto per proteggerli, anche se di poco. Corsero
sotto i balconi, a perdifiato, fino a quando non arrivarono in un vialetto. Con
passo sicuro oltrepassò il cancello della tenuta e condusse la bionda sotto un
pergolato di legno.
“Siamo a
casa mia. Entriamo, così ti presto un asciugam-…”
Non finì
la frase che Temari lo prese per il bavero e lo avvicinò a sé, rubandogli un
bacio che di casto aveva ben poco. Portò una mano fra i suoi capelli bagnati,
per poi allontanarsi. Shikamaru, imbarazzato, aprì la porta d’ingresso e la
prima cosa che vide fu sua madre che lo guardava in modo accigliato.
“Shikamaru
Nara! Quante volte ti ho detto che devi avere i capelli legati?!”
Il ragazzo
in questione si voltò verso Temari, vedendola sorridere sorniona. Durante il
bacio gli aveva levato l’elastico fra i capelli senza che se ne rendesse conto.
Maledetta Seccatura!