Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: Evali    26/09/2017    1 recensioni
Cosa sarebbe accaduto se il figlio del ghiaccio e del fuoco non fosse stato il noto personaggio che noi amiamo e conosciamo? Come sarebbe andata la storia se il legittimo erede al trono, figlio di Rhaegar Targaryen e Lyanna Stark, fosse stato simile al padre quanto alla madre? Una storia che narrerà le vicende dei nostri beniamini della serie tv, con l'aggiunta di un nuovo giocatore al gioco del trono che modificherà il loro destino. La vicenda è incentrata sulla storyline di una versione originale del figlio dei due sfortunati innamorati e su come avrebbe influito la sua presenza nell'universo creato da George RR Martin. Buona lettura!
Genere: Avventura, Fantasy, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cersei Lannister, Eddard Stark, Jon Snow, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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Scintille alla Barriera
 
Erano ormai trascorsi mesi dal suo arrivo a Castello Nero e gli sembrava quasi di trovarsi in una sorta di deja vu. Come quando Cat gli aveva lasciato le redini di Grande Inverno e lo aveva investito della carica di Protettore del Nord, anche se non ufficialmente, ora si ritrovava ad adempiere alle cariche di lord comandante dei Guardiani della Notte pur non essendolo: Jon aveva dichiarato che la sua guardia, oramai, era conclusa ed era partito con Sansa e Ser Davos per convincere i vari lord del Nord a giurare nuovamente fedeltà agli Stark per combattere con loro nella battaglia contro Ramsey Bolton per riprendersi Grande Inverno. La presenza di Walter non era necessaria dato che era solo un bastardo ed erano già presenti due figli legittimi degli Stark a presiedere gli incontri con i vari lord. La scelta della battaglia era stata la più logica dato che serviva loro una base d’appoggio più sicura di Castello Nero e più alleati per prepararsi alla guerra vera e propria, ossia quella contro gli estranei; inoltre, Grande Inverno era la loro casa. Dunque, Walter era rimasto a capo dei guardiani, dei Bruti e dei cavalieri dei lord alleati, i quali giungevano a Castello Nero dopo aver deciso di appoggiare la loro causa. Non arrivavano in molti data l’ormai inesistente credibilità che aveva assunto l’esercito Stark dopo ciò che era accaduto alle Nozze Rosse. Walter aveva il compito di addestrarli ed esercitarsi a sua volta con quei cavalieri, oltre che di dirigere e preparare tutto ciò che occorreva per l’imminente battaglia. Era cosciente di saper svolgere bene quel ruolo particolare, lo aveva già provato quasi due anni prima e sapeva cavarsela egregiamente nonostante la giovane età. I guardiani, i bruti e gli altri cavalieri delle casate alleate si erano abituati alla sua presenza come comandante o lord protettore, comunque lo volessero chiamare. Gli mostravano un rispetto che tutti sembravano riservargli e ciò lo rendeva felice. Certo, come al solito, non amava rimanere fermo a dirigere senza agire, ma, in quel caso, era proprio quello che gli serviva dato tutto ciò che aveva passato ad Approdo del Re e per arrivarci.
- Mio signore, ne sono arrivati altri! – esclamò Edd entrando nella biblioteca e interrompendo il suo dialogo con Maestro Aemon.
- Bene, lasciateli entrare. Arriverò immediatamente ad accoglierli – gli rispose Walter felice che stessero giungendo nuovi alleati.
Il ragazzo era fermo ad attendere che dalle porte spalancate entrassero i nuovi arrivati. La prima a farsi strada in groppa al suo cavallo, fu una ragazzina dall’aria alquanto minacciosa, seguita dal suo esercito. La giovane scese dal cavallo dinnanzi a lui, rivolgendogli il suo sguardo intimorente.
- Benvenuta a Castello Nero, lady Lyanna Mormont. Siamo onorati di accogliervi qui. Come ben sapete, non possiamo ospitarvi tutti nel castello, ma ho fatto preparare dei rifugi sicuri e protetti a Città della Talpa, ad un giorno da qui. Voi, con alcuni vostri principali sottoposti, ovviamente potete rimanere nel castello in modo da riuscire ad accordarci sulle strategie di battaglia.
La bambina lo scrutò dal basso prima di rispondergli. – Vi occupate voi di tutto ciò?
- Sì, milady.
- Sareste dovuto venire voi a persuadere le casate alleate del Nord a combattere per gli Stark, invece che i vostri fratelli. Sembrate molto portato in questo.
- Io sono solo un bastardo, lady Mormont. E poi, il mio posto è qui. Qualcuno dovrà pur occuparsi di dirigere questo posto, il quale sta diventando sempre più affollato – le rispose lui prontamente accennandole un sorriso. Quella ragazzina le piaceva; era furba, agguerrita, sapeva quel che voleva e gli ricordava la sua Arya.
- Non avete tutti i torti. Chi ci accompagnerà nei vostri alloggi?
- Il mio fidato braccio destro Edd insieme a Tormound, vi condurranno nelle camere che abbiamo fatto sistemare per voi – concluse abbassandosi e baciandole cortesemente una mano. Dopo di che, la piccola, in compagnia di altri dieci uomini, seguì Edd e Tormound verso il Castello. Walter li vide allontanarsi mentre Melisandre si avvicinava nuovamente a lui. Quella donna non faceva altro che stargli tra i piedi tutto il tempo da quando era giunto alla Barriera, e ciò non lo entusiasmava per niente. Aveva cercato di allontanarla ma, a quanto pare, essere il Principe promesso comportava anche questo. La donna gli mise una mano sul fianco e guardò anch’essa i nuovi arrivati che si allontanavano.
- Che cosa ci fai qui?
- Ero curiosa di vederla.
- Puoi inventarti delle scuse migliori.
- Da alcuni giorni volevo parlarti di qualcosa. Ma tu non fai altro che evitarmi.
- Non ti sto evitando, Melisandre; io ho dei doveri se non te ne fossi accorta. E il fatto che tu ti comporti con me come se mi stessi corteggiando o come se fossi mia madre (ancora devo capirlo) non mi aiuta. Io non sono Stannis. Se eri la sua ombra quando credevi fosse il Principe, non significa che ora devi essere anche la mia.
La donna rimase in silenzio e accennò un sorriso prima di parlare a sua volta. – Perdonami se ti ho infastidito. Ad ogni modo, ciò di cui ti volevo parlare non riguarda né la profezia, né il Signore della Luce.
- Sono tutt’orecchie.
- Ho riflettuto su quello che è successo il giorno in cui sei arrivato qui e hai convinto il Signore della Luce a darti il permesso di fare il rituale su Jon. Da quando il tuo braccio non è bruciato nel fuoco, un pensiero ha iniziato a farsi strada nella mia mente. Si tratta di un’ipotesi che, sommata a ciò che sono riuscita a percepire toccandoti e ad alcune tue caratteristiche fisiche, potrebbe essere attendibile. Ma, ovviamente, appena te la dirò mi prenderai per pazza. Proprio come farebbero tutti.
A ciò Walter si voltò a guardarla. – Parla.
- Hai mai pensato che Ned Stark possa averti mentito sulle tue origini?
- Perché avrebbe dovuto farlo?
- Potrebbe aver avuto i suoi motivi. Se tu scoprissi di essere qualcuno di diverso da quello che hai sempre creduto, come ti comporteresti?
- Che razza di domanda è? Non capisco dove tu voglia arrivare. Non capisco dove tutti vogliate arrivare. Anche il Ragno, quando ero ad Approdo del Re, non faceva altro che farmi discorsi ambigui riguardo i miei tratti somatici e la mia somiglianza con persone di sua conoscenza.
- Il Ragno? Intendi Lord Varys?
- Proprio lui.
Quella fu la conferma che Melisandre cercava. – Quello che penso da un po’, è che tu possa non essere figlio di Ned Stark. Bensì di sua sorella e di Rhaegar Targaryen.
Walter dovette sforzarsi per non cominciare a ridere e non finire più davanti alla faccia della donna. – Cosa esattamente ti farebbe affermare una cosa del genere?? Sono davvero curioso!
- I tuoi tratti sono troppo delicati ed eleganti per non essere associati ad una stirpe come quella Targaryen. Oltre al fatto che i tuoi occhi parlano chiaro. Sai bene di non possedere caratteristiche proprie degli uomini del Nord. Non ne possiedi praticamente nessuna. Il fuoco che sento dentro di te e la tua immunità alle fiamme sono delle prove schiaccianti.
- Tu hai mai conosciuto Ashara Dayne?
- No, mai.
- Allora non puoi affermare una cosa del genere, non avendo mai conosciuto la mia vera madre. Quello che dici è impossibile.
- E perché dovrebbe esserlo?
Walter stette per risponderle a tono ma, prima di aprire bocca, si rese conto che non sapeva come replicare. Era una delle rare volte in cui si ritrovava incapace di contestare. Il discorso della donna filava anche fin troppo liscio ma lui si rifiutava categoricamente di credere ad una cosa del genere. Non poteva essere. Per innumerevoli motivi.
Notando la sua esitazione, Melisandre sorrise. – Se dovesse essere davvero così, ciò cambierebbe tutto. Diventeresti ancora più famoso e ricercato di quanto non sei già, ma per ben altri motivi. Significherebbe stravolgere tutte le convinzioni che ruotano nei sette regni da quasi vent’anni. Vorrebbe dire che il trono di spade avrebbe un altro degno e inarrestabile pretendente. Sarà meglio tenerlo segreto. Proprio come ha fatto Eddard Stark fino ad ora.
- Per gli dei, smettila. Smettila di comportarti come se sapessi tutto, se conoscessi i segreti del mondo intero con un paio di deduzioni! Ci vuole ben altro per poter affermare di avere ragione. Il Signore della Luce potrebbe aver reso le fiamme innocue dato che mi ha chiesto esplicitamente di immergervi il braccio; i Dayne hanno sempre avuto gli occhi viola; “il fuoco che ho dentro” non sappiamo a cosa corrisponda e potrebbe anche trattarsi di qualcosa di molto più astratto per quanto ne siamo poco informati e per quanto il Signore della Luce ci lascia intendere. E poi, perché non ti avrebbe detto nulla di esplicito su tutta questa questione della mia discendenza dato che sono il suo “Principe promesso”?? Ti avrebbe informata lui stesso senza lasciarti fare da sola infinite supposizioni. Perciò smettila di asserire e dichiarare certe delle tue creative supposizioni. Io ho ben altro da fare – le rispose voltandole le spalle e allontanandosi.
- Mio signore, è arrivato un messaggero! – disse a gran voce un altro dei guardiani, il quale era di guardia. Walter si voltò nuovamente verso le porte di Castello Nero e diede il via libera per far entrare l’uomo. Erano tutti sull’attenti, pronti ad aspettarsi qualsiasi cosa. Il messaggero entrò e venne prontamente catturato.
- Chi vi manda? – gli chiese subito Walter avvicinandosi.
- Il mio signore Lord Ramsey Bolton ha qualcosa da mostrarvi – disse lo sconosciuto con un ghigno sul viso e sventolando un grosso sacco che sembrava contenere un oggetto pesante. I guardiani che lo stavano tenendo fermo glielo strapparono dalle mani e lo aprirono facendo cadere tra la neve il contenuto. Walter si paralizzò non appena vide la testa mozzata di Cagnaccio piombare tra la neve.
- Rickon … non è possibile … - sussurrò il ragazzo lasciando che i suoi pensieri fluissero all’esterno.
- Walter … - gli disse Tormound appoggiandogli una mano sulla spalla per risvegliarlo da quello stato.
- Come?? Come?!?! – disse Walter gettandosi sull’uomo in un attimo di irrazionalità e tirandolo su da terra mentre lo stringeva per la pelliccia. Tormound e un altro guardiano dovettero trattenerlo per farlo calmare.
- Godetevi la lettera – disse semplicemente il messaggero porgendogli una pergamena.
 
- C’è scritto che si sta “divertendo” con lui. Ci sta comunicando, con  il suo “delicato” linguaggio da macellaio che ha come unico scopo nella vita il giocare con la carne umana come un bambino si divertirebbe con scarti di cibo, che se non ci sbrighiamo a combatterli, lo truciderà come un animale. Nostro fratello, Jon! Rickon!! – disse Walter camminando avanti e indietro per la stanza come un cavallo imbizzarrito. Jon stava finendo di leggere la lettera che il messaggero aveva portato sei giorni prima alla Barriera, insieme alla testa di Cagnaccio.
- Come è possibile?? Come fanno ad averlo? Dice che gli Umber ci hanno tradito, ma Rickon non doveva trovarsi con Bran, Meera e Jojen? Dunque che fine hanno fatto questi ultimi tre? – si chiese Jon, esprimendo i suoi dubbi ad alta voce mentre passava la pergamena a Sansa, così che anche lei potesse leggerla. – Quando parla di portarci anche la testa di un'altra “bestia Stark” se non ci sbrighiamo, si riferisce a NightFlame?
- Sicuramente. Come temevo è ancora lì ad aspettarmi. Jon, tu non capisci. Nessuno di voi può capire. Se Rickon è con Ramsey, con quel Ramsey … non possiamo aspettare di avere abbastanza alleati per la battaglia e sperare di riprendercelo solo a quel punto! Lui non lo lascerà mai andare! Lo ucciderà e lo farà al più presto e nel peggiore dei modi! Ho visto cosa fa e cosa fanno i suoi uomini! L’ho provato sulla mia pelle e non permetterò che mio fratello subisca la stessa sorte!
- Walter … - lo richiamò Jon prendendogli le spalle e cercando di calmarlo. – So che per te è ancora più dura … tu eri quello che teneva di più a Rickon. Ma non possiamo agire sconsideratamente. Dobbiamo attendere di avere più alleati …
- Potrebbero volerci mesi, Jon – lo interruppe Walter. – Non puoi sul serio pensare di avere una speranza di riprenderlo vivo se non agiamo ora, e sai che non parlo di agire onestamente. Tu sei quello che agisce onestamente. Io no.
- Conosco quegli occhi, fratello. Sono gli stessi occhi che sicuramente avrai avuto quando hai deciso di partire per Approdo del Re da solo per liberare le nostre sorelle, e sono gli stessi che hai sempre quando vuoi fare qualcosa di immensamente spericolato e pericoloso, ma che, puntualmente, ti riesce sempre perché, sì, sei un fuoriclasse, Walter, ma prima o poi potrebbe andarti male. Dovresti provare ad avere un po’ di prudenza una volta ogni tanto. Tu stesso hai detto che non ritorneresti mai e poi mai da quelle bestie, a meno che non si tratti di affrontarli sul campo di battaglia, come farai, al mio fianco. Non puoi pensare quello che davvero penso tu abbia in mente. Tu non ti intrufolerai a Grande Inverno da solo e non ruberai Rickon a Ramsey Bolton.
- Sai bene che ci riuscirei, Jon. Ce l’ho fatta ad Approdo del Re, la capitale, un luogo a me sconosciuto, la città più protetta dei sette regni, la sede del re. Eppure, ho rubato e liberato Sansa sotto i loro occhi. Farlo a casa nostra sarebbe un gioco da ragazzi. Conosco Grande Inverno come le mie tasche e l’ho già fatto innumerevoli volte. Inoltre NightFlame mi aiuterà! Lui è come me, mi conosce e sa come agisco. Riuscirei a liberare entrambi. Io devo …
- No, Walter! Grande Inverno è molto più piccola di Approdo del Re ed è colma di soldati Bolton in ogni angolo! Hanno guardie persino nelle stalle! Ci è stato detto che Ramsey ha dei cani addestrati personalmente da lui, ai quali basta udire solo un verso del loro padrone per sbranare senza pietà ed esitazione chiunque lui voglia! Tu sei il primo a confermare ciò che dico e che ha provato le peggiori torture sul suo corpo a causa dei Bolton! Se ti trovano i cani, ti prendono le guardie o, peggio, ti scoverà lui?? Sai meglio di chiunque altro che Ramsey non ti sbatterebbe in una cella come hanno fatto ad Approdo in quel caso! Questa volta non puoi farlo! Mi fido di te più di chiunque altro, fratello, ma non lascerò che tu cada di nuovo nelle grinfie di quella bestia con le sembianze di un uomo! – disse Jon categorico.
- Allora rinuncia già da ora all’idea di riavere Rickon vivo.
- Meglio avere un fratello morto, piuttosto che due – concluse infine il ragazzo, poi rivolgendosi a Brienne. – Lady Brienne, mia madre ti ha dato il compito di proteggere tutti i suoi figli, compreso Walter anche se non ha il suo stesso sangue, giusto?
- Sì, mio signore – confermò la donna.
- Bene. D’ora in avanti, fino al ritorno mio e di Sansa, resterai qui a tenere d’occhio Walter, invece di accompagnarci. Ci penso io a mia sorella; la mia protezione le basta. Walter ha bisogno di qualcuno che lo tenga a bada ed eviti che commetta pazzie. Qui a Castello Nero c’è un immenso bisogno di lui e non deve assolutamente prendere iniziative suicide. È un compito di vitale importanza, Brienne. Puoi farlo?
- Ovviamente, mio signore – rispose la donna.
- Jon, non posso lasciare morire così Rickon!! Non posso!
- Mi dispiace, Walter. Questa è la mia decisione. Ti prometto che farò tutto ciò che è in mio potere per salvarlo.
 
Cersei Lannister si godette il suo calice di vino osservando il tempio di Baelor andare a fuoco. Finalmente aveva ottenuto una parte di ciò che voleva: la sua agognata vendetta nei confronti del dannato Alto Passero e della puttana Tyrell. Entrambi le avevano rovinato la vita in modi diversi. Tuttavia, non si sentiva completa. Mancava ancora qualcuno da spuntare sulla lista delle sue vendette. Mancava la persona più importante. Quella che l’aveva cambiata, così come aveva cambiato la sua vita e il corso degli eventi. Era arrivata alla conclusione di non sentirsi completa senza di lui, senza quel fuoco di rabbia che le bruciava dentro ogni volta che lo vedeva. Ogni essere umano si sarebbe sentito incompleto in assenza di un degno rivale, senza qualcosa al quale aspirare, senza qualcuno di abbastanza difficile quanto prezioso da poter distruggere. Lui non era un rivale come tanti. Lui era l’unico che Cersei non voleva uccidere per quanto la facesse sentire potente averlo in pugno e poter mirare alla prospettiva di controllarlo, di incatenarlo a sé. Era stanca dei soliti giochetti, era stanca dei soliti intrighi, era stanca di farsi del male da sola, di dover soffrire a causa di fastidiosi insetti come quelli che stavano bruciando proprio in quel momento nel tempio. Quel ragazzo non era come loro. Non era simile a nessuno di coloro che Cersei aveva conosciuto. Era un essere a sé, capace di realizzare tutto ciò che voleva e di ottenere qualsiasi cosa con la stessa facilità con la quale sbatteva le ciglia. Aveva capito che la più grande aspirazione a cui poteva mirare, era di programmare il modo di batterlo, di vendicarsi di lui mentre lo teneva prigioniero, nascosto al mondo e privato dei suoi desideri. Presto avrebbe ottenuto ciò che voleva. Presto lo avrebbe riportato ad Approdo del Re e avrebbe avuto la parte mancante di sé, ciò che le serviva per sentirsi completa. Presto pensò sorridendo ancora.
 
Walter entrò dentro la stanza del castello destinata al lord comandante, utilizzata da lui in quei mesi, e vi trovò Brienne. Il ragazzo accennò un sorriso misto tra il malinconico e il finto sorpreso. – Prima avevo una donna che mi seguiva come un segugio facendomi da ombra. Ora ne ho due, a quanto vedo. Mi stavate aspettando?
- Volevo controllare il vostro stato emotivo, signore – rispose Brienne.
- E volevate farlo anche oggi a pranzo, stamattina appena mi sono svegliato e poco fa mentre allenavo delle nuove reclute? Oppure mi state semplicemente controllando come si fa con i bambini quando sono in punizione?
- Vostro fratello vuole solo proteggervi, mio signore.
- Sono la persona che ha meno bisogno di protezione in questo mondo, lady Brienne. E mio fratello vuole proteggere tutti.
- Mi dispiace che vi sentiate in prigione.
- Non mi ci sento. Capisco le sue ragioni ma sono troppo preoccupato per il mio fratellino – disse lui sedendosi sul tavolino.
- Volevo cogliere questa occasione per scusarmi con voi, mio signore.
- Per cosa?
- Catelyn vi voleva molto bene, proprio come ad un figlio. Mi ha chiesto di trovarvi dopo che siete scappato, oltre a liberare Sansa e Arya. Voleva che riportassi a casa tutti e tre. Io, quando sono arrivata ad Approdo del Re con Ser Jaime, non sapevo che foste voi ad aver liberato Sansa. Mi sono preoccupata di proteggere lei fino ad ora, senza tornare indietro a recuperarvi. L’ho portata qui e sono rimasta con lei.
- Davvero vi state scusando per questo?? Avete fatto ciò che era più giusto, Brienne. Non potevate liberarmi dalle prigioni di Approdo del Re. È stato più logico e profittevole rimanere qui a proteggere Sansa nonostante fosse già al sicuro con Jon. Mia sorella ha bisogno di continua protezione. Non angustiatevi per motivazioni che non esistono.
- Grazie, mio signore.
- Ad ogni modo, se volessi scappare via da qui non potreste fermarmi neanche voi, nonostante mi stiate appiccicata ventiquattro ore al giorno. Me ne sto fermo e buono per ora, solo perché sto cercando di rispettare il volere di Jon – le disse sorridendo irrisorio.
- Non sottovalutatemi, mio signore – gli rispose lei ricambiando il sorriso.
- E voi non sottovalutate me, milady.
- Io ho ucciso il Mastino, voi suo fratello la Montagna. Dunque, sono forse l’unica persona che può davvero mettervi in difficoltà e impedirvi di scappare qui, mio signore.
- Forse avete ragione. Sapete, il modo migliore per vincere qualcuno, è mostrargli quanto si sbaglia a sottovalutarvi. Con i Lannister, per lo meno, è stato così.
- Lo so bene, mio signore. Aver ucciso i due combattenti migliori dei sette regni non è l’unica cosa che ci accomuna: abbiamo entrambi viaggiato a lungo con due Lannister come prigionieri – disse Brienne con una nota di amarezza nella voce.
A ciò, Walter la guardò. – Già. Ma non credo che i risultati siano stati gli stessi, o sbaglio? – le chiese il ragazzo notando il suo sguardo nostalgico.
- No, non è come pensate. Io ero la prima ad essere diffidente nei confronti di Ser Jaime Lannister, ma … credo che il viaggio che abbiamo compiuto insieme e tutto ciò che abbiamo passato, in qualche modo, lo abbiano cambiato. Ho intravisto una sofferenza e una bontà in lui che non avrei mai immaginato di scorgere. Lui ha rischiato la sua vita per salvarmi da un orso di sua spontanea volontà. L’uomo che credono sia, non sarebbe capace di un’azione del genere.
- Provate qualcosa per lui.
- Vi sbagliate.
- Non temete, non c’è nulla di male. Non ho mai conosciuto Jaime, ma credo a quello che dite. Per me e Cersei non è stato affatto lo stesso, invece. È una donna orribile e sempre lo rimarrà. L’ho odiata fin dal primo momento che l’ho vista e l’ho catturata e ora, quell’odio, non è altro che accresciuto in me. Abbiamo vissuto e sofferto molto insieme, ma ciò non l’ha cambiata. In qualche maniera credo che lo sia, ma non come dovrebbe e non come è riuscito a fare suo fratello. Il suo animo è nero. È destinato ad essere nero e sempre lo rimarrà – disse lui restando fisso nel fuoco che scoppiettava nel camino.
- Io credo che voi l’abbiate cambiata molto, piuttosto che il viaggio. Ho avuto modo di scambiare solo poche parole con la regina reggente prima di ripartire alla ricerca di Sansa, e ho visto qualcosa in lei che ho visto anche negli occhi di Jaime dopo il nostro viaggio. Lei era appena tornata da quello che aveva compiuto con voi ed era come se fossero simili: cambiati perennemente sia da quello che hanno vissuto ma, nel caso di Cersei, molto di più dalla persona con la quale l’hanno vissuto. Magari il suo cambiamento non è positivo o come quello di suo fratello, ma avete certamente lasciato la vostra indelebile impronta.
- Non credo che dovrei essere fiero di una cosa del genere.
- Ad ogni modo, ora non vi sta più cercando o tormentando.
- Sembra di no. Le ultime notizie che giungono da Approdo riportano che sia immischiata con una strana setta chiamata “Alto Passero”. Niente di più.
In quel momento qualcuno bussò alla porta. - Entrate – disse Walter.
Non appena il guardiano entrò nella stanza, lanciò una freccia sul torace di Brienne con una balestra e puntò l’arma immediatamente su Walter, il quale alzò le mani sconvolto. – Non provare a muoverti o ti uccido – disse l’uomo.
- Hank, perché lo hai fatto? Da quanto ci tradisci?? Per chi lavori??
- Mi dispiace, mio signore, ma i Lannister pagano sempre i propri debiti – gli rispose l’uomo sorridendo sornione mentre due soldati Lannister vestiti da guardiani entrarono nella stanza legando e incappucciando Walter per portarlo via con loro.
 
 
 
 
 
 
   
 
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