Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: marta_granger    26/09/2017    2 recensioni
Hermione, Ron e Harry decidono di tornare a Hogwarts affrontare il settimo anno. Orgogliosi di poter definire quell'anno, l'anno della “tranquillità” prendono l'espresso per Hogwarts. Ma si sa, le cose non vanno mai come ci si aspetta...
Dopo la sconfitta di Voldermort molte cose sono cambiate. A questo avvenimento ognuno ha reagito in modo diverso. Il magico trio si scontrerà contro un nuovo vento. Nasceranno nuove amicizie e nuove rivalità. Tutte le case saranno pronte a reagire? E gli insegnanti? Chi ha il coraggio di combattere ancora?
Ma la vera domanda è: in tutto questo Hermione Granger e Draco Malfoy riusciranno a trovare una storia tutta per loro?
Chi non aprirà non saprà.
Dal testo:
-sveglia ragazzi!-esclamò Hermione ricevendo in risposta solo due grugniti.
-Hermione cara- disse Ginny guardando suo fratello e il suo ragazzo ronfare- tu sbagli metodo. Non si svegliano così due dormiglioni cronici... ma così!- tirò fuori la bacchetta e con sguardo maligno sussurrò -accio!- e in men che non si dica , la rossa si ritrovò in mano un mestolo e una pentola - SVEGLIA PIGRONI, SI DEVE PARTIRE PER HOGWARTS!-e iniziò a sbatterli
I ragazzi caddero dal letto.
Buona lettura!
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Friends Never Say Goodbye

 

-Hermione cara- l'accolse sorridente il professor Lumacorno- non mi aspettavo il tuo arrivo.

-Mi sono liberata all'ultimo.- mostrò forzatamente i denti ormai perfetti.

-è sempre un piacere averti con noi.- si fece da parte per farla entrare nel suo ufficio. Lei lo sorpassò notando che attorno al tavolo c'era già accomodato un ragazzo di Serpeverde vestito elegante da capo a piedi. Fece una smorfia.

-Se non ti dispiace caro Blaise, a noi si aggiungerà la signorina Granger.- disse tutto entusiasto il professore, sistemandosi uno dei suoi grossi baffoni grigi. Una smorfia gemella a quella della ragazza apparve sul volto ambrato del Moro. Evidentemente entrambi speravano di stare da soli con il professore o semplicemente, pensò Hermione, il ragazzo odiava la sola presenza di una sangue sporco come lei. -Buonasera- salutò educatamente mentre lui si limitò a ricambiare con un cenno quasi impercettibile della testa.

-Io e il signor Zabini stavamo parlando di Quidditch- la informò, sedendosi e facendo comparire sul tavolo le prime portate. - domani ci saranno i provini della squadra di Serpverde. Oggi invece, ho sentito dire, che sono stati fatti quelli di Grifondoro. Chi avete in squadra quest'anno, cara?-

-Harry Potter, Ronald e Ginevra Weasley, Jimmy Peakese, Ritchie Coote, Angelica Lovezone e Sterling Reve.- rispose annoiata. Non gli interessava particolarmente l'argomento a differenza del professore che sembrava elettrizzato.

-Il signor Weasley portiere? Ricordo di sfuggita che anche gli anni scorsi lo è stato. Ed è bravo?- Hermione annuì mettendo in bocca una forchettata di fagioli.

-Ottimo, ottimo!- parve folgorato dalla notizia. Rimaneva sempre compiaciuto quando scopriva nuovi talenti in un membro del suo club esclusivo. Era un motivo in più di vanto, dopotutto.

-A quanto pare il nostro caro Harry ha messo su una squadra piuttosto forte quest'anno. Mi aspetto lo stesso da te Blaise.- Hermione rimase sorpresa a quelle parole. Non le risultava che Zabini giocasse a Quidditch. Piuttosto aveva sempre dichiarato a gran voce che non avrebbe mai praticato uno sport così pericoloso. O meglio, uno sport che avrebbe potuto rovinare il suo viso perfetto. Alzò gli occhi al cielo. -Sei capitano?-

-ovviamente.-rispose il Serpeverde, compiaciuto di essere tornato al centro dell'attenzione.- anche l'anno scorso lo sono stato. Una carica che gentilmente il professore qui presente, nonché direttore della casa di Serpeverde, mi ha gentilmente offerto.- sorrise, spavaldo. Hermione, ne era sicura, con quel sorriso aveva fatto cadere ai suoi piedi molte ragazze. Ma lei non era una stupida. Non la fregava così facilmente. Lo scrutò da capo a piedi. Era palese che non gliene fregasse nulla del Quidditch e che fosse tutta una scusa per mettersi in mostra. Il professore si era fatto abbindolare come un allocco. Sospirò, scuotendo la testa. Non poteva dire nulla però, dopotutto lei stava per fare lo stesso. Si stava per servire di Lumacorno per completare la sua pozione. Era lì apposta. Cercò di nascondere il brivido che gli percorse la colonna vertebrale mangiando una forchettata abbondante di verdura. Una sola notte vicino a Malfoy ed era diventata subdola proprio come lui. Iniziò a tossire per colpa del boccone andatogli di traverso.

Il resto della cena andò avanti con Hermione che mantenne un colorito grigiolino costante a causa dei sensi di colpa e il professore che continuava a farle domande su domande, al settimo cielo di averla lì accanto a lui. Finirono di mangiare verso le nove passate. Zabini si congedò piuttosto in fretta farfugliando qualcosa come “sonnellino di bellezza” e “niente orribili occhiaie”.

Quando la ragazza rimase sola con il professore iniziò a parlare di pozioni e dopo neanche venti minuti era già fuori in corridoio con in mano la criniera di tritone e le uova di avvincino, vittoriosa.

 

-come mai quella faccia, Blaise?- domandò Theodore quando l'amico entrò nella stanza con il volto imbronciato.

-La cena non ha avuto l'effetto desiderato.- l'altro alzò un sopracciglio. -Strano. Ogni volta che vai da Lumacorno torni sempre di buon umore.- Zabini si sdraiò sul suo letto fissando il soffitto -c'era anche la Granger oggi.- disse con tono schifato come se quello dovesse spiegare ogni cosa.

-e qual è il problema?- l'altro si alzò di colpo, con la mascella spalancata, fissandolo dritto negli occhi azzurri -come fai a non capire?- e alla faccia dubbiosa dell'amico si lasciò andare una seconda volta sul letto, scocciato. Doveva sempre spiegargli tutto. Decise di iniziare dal principio. -Questa mattina ci sono stati i provini di Quidditch della casa di Grifondoro e tutte le mie fan storiche sono state appresso a Weasley. Capisci?- alzò la voce, piagnucolando.- A Weasley! Preferiscono quella sottospecie di Troll in miniatura, che per giunta non ha un minimo gusto nel vestirsi, a me, l'unico e inimitabile Blaise Zabini. Queste ragazze non hanno più il minimo gusto. Ma torniamo a noi, dopo questo terribile colpo, ero andato apposta da Horace perché avevo bisogno di lui e dei suoi complimenti. Di qualcuno che mi elogiasse,insomma, capisci?- continuò con una voce strappalacrime, che avrebbe fatto scaldare il cuore a ogni persona del castello. Theodore decise dunque che era arrivato il suo momento. Blaise aveva bisogno del suo migliore amico. Senza perdere tempo si sedette accanto a lui con piuma e carta alla mano. Si. Sarebbe stato il migliore psicologo del mondo, come sempre.- e Lumacorno riesce sempre a trovarmi dei complimenti così belli, veritieri e azzeccati. Una volta mi ha persino detto che sono così perfetto come una fenice. Capisci? E.. e..- ormai la disperazione aveva preso il sopravvento.

-Tranquillo Blaise. Puoi farcela. Ci sono io qui con te.- lo incoraggiò Nott, mettendogli una mano sulla spalla.

-E proprio oggi che avevo bisogno più che mai dei suoi complimenti per non sentirmi all'altezza, perdon, alla bassezza di Weasley quella sudicia sangue sporco ha osato presentarsi dal professore, rubandomi la scena. Salasar! Lumacorno stra vede per lei e così ha iniziato a fare complimenti a lei e a quella branca di idioti Grifondoro. Oltre al danno anche la beffa, capisci?-

-shh tranquillo. È tutto passato ormai.- il ragazzo iniziò a tirargli pacche amichevoli.- Sai in queste occasioni, se posso darti il mio parere da esperto – si sistemò meglio gli occhiali finti sul naso- devi lasciare perdere. Dormici su e vedrai che tra poco la popolarità di Weasley scemerà e il tuo fan club ritornerà ai vecchi splendori.-

-Oppure- si alzò di colpo Blaise, con il volto improvvisamente luminoso- posso rendere Weasley ancora più brutto di quello che è già.- i due si scambiarono uno sguardo complice e vendicativo. Altro che lasciare correre. I veri Serpeverde sanno come farla pagare ai propri nemici. Rise malvagio proprio mentre Draco Malfoy usciva dal bagno con solo un asciugamano in vita.

-Cosa sta succedendo?-

-Blaise sta creando piani malefici.- sorrise felice Theodore riponendo nel cassetto la piuma e gli occhiali.

-A si? E contro chi?-

-Weasley.- a quel nome il biondo mostrò un ghigno gemello a quello del compagno di stanza. - Finalmente qualcuno di voi inizia a ragionare come si deve. Potter e i suoi amichetti se lo meritano.-

-Arriverà anche il momento del bambino-che-è-sopravvissuto non temere...- intervenì Blaise con la mente persa nei suoi pensieri.

-e della Granger- ricordò Draco pensando a quella mattina.

-e della Granger.- continuò Blaise legando attorno alla zampa del suo gufo reale una lettera. -Ma prima tocca a Weasley.-

-Se ti serve una mano, io ci sono.-

-Ne terrò conto.- rispose ormai tornato di buon umore -però ora voglio un'altra cosa da te Malfoy.-
 

Hermione tappò la boccetta per poi portarsela all'altezza degli occhi. La mosse leggermente, scrutandola con attenzione. Il colore e la densità era perfetti. Sorrise soddisfatta, mettendosi la piccola ampolla in tasca. Prima di pulire il calderone, riempì altre due ampolle con la stessa pozione. Pensò che almeno in futuro, se ce ne fosse stato bisogno, avrebbe già avuto tutte le cure pronte. Infine uscì dal bagno stanca, imboccando le scale che portavano alla guferia. Le mancava solo una cosa da fare.
 

Ginny incrociò le gambe con quelle di Harry.

-Era da un po' che non passavamo un pomeriggio così.- fece notare la ragazza raggiante, raggomitolandosi sotto le lenzuola, al fianco del ragazzo.

-è vero! Ci voleva proprio.-constatò Harry stringendola a sé. Entrambi sorrisero. Si erano rinchiusi in quella stanza poco dopo i provini in un muto accordo e così, senza che neanche se ne accorgessero, avevano saltato pure la cena. E ora erano lì, a coccolarsi tra il silenzio delle mura di Hogwarts.

-A cosa stai pensando?- chiese di botto Harry, iniziando ad accarezzare la schiena nuda della propria ragazza.

-Ai provini di questa mattina.-

-A cosa in particolare?-

-Alla scenata che ti ho fatto quando la Vane ci stava provando spudoratamente. Credo di aver esagerato. Scusami.-

-Tranquilla.- la strinse di più a sé, dandogli poi un tenero bacio alla tempia.- Io, se fossi stato al tuo posto, avrei fatto di peggio. Guai a chi ti prova a toccare.- Scherzò. Ginny sorrise, chiudendo gli occhi e lasciandosi cullare dalle carezze di Harry. Il silenzio tornava a fare da unico spettatore ai due amanti.

-Sai ieri sera, dopo che ho copiato il tema con Ron, ti ho aspettato- disse di colpo il ragazzo facendo irrigidire la piccola Grifondoro. Si era completamente dimenticata di lui. Pensava di fare veloce con Nott. Doveva dirgli solo due cose. Non pensava di certo che la serata si sarebbe stravolta in quel modo. Imprecò mentalmente cercando però di mantenere il sangue freddo. Doveva trovare una scusa plausibile.

-Luna mi ha trattenuta più del previsto e..-

-Non raccontarmi balle, Ginny. Ho incrociato sta mattina Luna nei corridoi mentre andavo da Hermione. Dice di non vederti da ieri mattina a lezione.-la interruppe in tono grave. Cadde un silenzio freddo. -Centra forse con Fred?- chiese poi il ragazzo tornando più calmo. Loro due non avevano mai affrontano questo argomento. Ginny si era sempre dimostrata forte quando si parlava della morte del fratello maggiore, ma sapeva che era tutta una maschera per nascondere il suo dolore. Era normale soffrire dopotutto. Lei adorava Fred, come tutti del resto. La sua ragazza voleva solo essere forte per gli altri. Ma non era suo dovere -puoi dirmelo Ginny. Sono qui apposta. Parlami.- lei non lo guardò neanche negli occhi. Alla fine aveva preso quella pazza ed irresponsabile decisione di confidarsi con Theodore proprio perchè non ne voleva parlare con Harry. Non voleva caricarlo anche del peso del suo dolore. Conosceva troppo bene il suo ragazzo. Ogni cosa che gli avrebbe detto si sarebbe trasformata in senso di colpa. Ogni parola, ogni sillaba. Ne era certa. Si riteneva l'unica causa per ogni persona che aveva perso la vita durante la guerra. Non poteva alimentare il peso di quel macigno.

-Lo sai Harry, Fred non avrebbe voluto...-

-vederci tristi per lui.-completò lui, alzando la voce, quasi ringhiando, e staccandosi da lei.-Ripeti questa tiritera da mesi ormai. Ma è normale soffrire Ginny. Era tuo fratello, cavolo!-

-Ma non credi che lo sappia?- si alzò come scottata dal letto , portandosi dietro le lenzuola per coprire la propria nudità -e proprio perché era MIO fratello che decido io come affrontare la sua morte.-

-e allora se non è per questo, perché sei sparita per ore ieri sera? Dove sei stata?- le fece l'interrogatorio perdendo tutto la pazienza che aveva raccolto poco prima.

-Da nessuna parte.-

-non è una risposta.-

-Non posso dirtelo.-

-Non puoi o non vuoi?-

-Non posso- ripeté più determinata che mai. Era convinta di quello che diceva. Non poteva dirgli che andava quasi tutte le sere nella camera dei segreti a piangere. Lo faceva per lui. Come faceva a non capirlo?

-eri con un altro?- domandò ormai con gli occhi in fiamme, accecato dalla gelosia. La ragazza titubò per qualche secondo. Era con un altro ragazzo, ma non nel modo in cui pensava lui.

-No.- Il silenzio che precedette la risposta, fu più sufficiente di mille parole. Harry avanzò rigido verso la ragazza, bloccandola al muro con la sua stazza.- chi era?-

-Harry guarda che non è come pensi.-

-Chi era?- domandò ancora una volta, stringendole più forte i polsi bloccati sopra la testa.

-Mi fai male.- si divincolò-

-Cazzo Ginny, rispondimi.- Lei lo fissò dritto negli occhi verdi. Come poteva anche solo ipotizzare una cosa del genere? Era da quando aveva appena dieci anni che non aveva occhi che per lui. -Mi crederesti veramente capace di tradirti?- sentì le mani sui polsi allentarsi alla sua domanda e un groppo al cuore nel non sentire una risposta.- lo credi non è vero. Credi davvero che ne sarei capace.- gli occhi iniziarono ad inumidirsi.

-Io...-

-Non dire più niente. Mi è bastato il tuo silenzio.-schifata si allontanò da lui recuperando i suoi vestiti lanciati sul pavimento quando erano ancora colpiti dal vento della passione. Si vestì velocemente per poi uscire di corsa dal dormitorio maschile. Saltò i gradini e non si girò indietro quando sentì la voce di Harry gridare il suo nome, ma iniziò a piangere quando non sentì i suoi passi dietro di lei. Lui non aveva intenzione di chiederle scusa, se no l'avrebbe seguita.


-voglio sapere cosa è successo questa notte.- decretò Blaise, portandosi una sedia al capezzale di Malfoy.

-Come scusa?-

-Un avvertimento Draco- iniziò rigido – non devi mai prendermi per stupido. Secondo te non ho notato che sta notte non hai dormito nel tuo letto e che hai una guancia completamente sfregiata?- Quella domanda attirò l'attenzione di Theodore. Sapeva che Blaise aveva la pessima abitudine di non farsi gli affari propri. Negli ultimi anni non ci aveva mai dato troppo peso e aveva imparato a non ascoltare gli interrogatori fatti agli altri. Però a quelle parole ogni muscolo del proprio corpo si irrigidì di sospetto. E se Malfoy... scosse la testa.

-Avevo la ronda.-

-Non dura tutta la notte.-

-è stata diversa.-

-Perché?-

Malfoy era calmo e tranquillamente seduto sul suo letto sfoderando la sua tipica aria annoiata. Eppure, notò Theo, rispondeva in modo evasivo alle domande di Blaise. Ormai il dubbio che lo aveva colpito alcuni secondi prima gli annebbiò completamente la mente. Quella notte era quasi morto a causa di una magia oscura. Ad evocarla poteva essere stato benissimo Draco Malfoy, il ragazzo mngiamorte che gli stava di fronte. Assottigliò gli occhi. Dopotutto chi più di lui aveva un movente? La sua famiglia era caduta, tutti lo odiavano o lo volevano morto. Ogni persona che prima lo elogiava ora desiderava solo fargli del male per il tradimento della sua famiglia al signore oscuro. Aveva perso tutto e tutti. Deglutì rumorosamente. Se aveva ragione, era pericoloso fare troppe domande. Doveva avvertire l'amico. - Blaise, forse non è il caso di fargli l'interrogatorio o finirà per cruciarti.- la mise sul ridere lanciando però un'occhiata significativa al compagno che ovviamente non la colse.

-Voglio solo sapere cosa ha fatto per essersi ridotto in questo modo.- si rivolse ancora una volta a Draco.- Hai per caso affrontato per l'ennesima volta un altro duello?-

In quel momento un gufo marrone attirò l'attenzione di tutti che lo osservarono planare sulla spalla di Malfoy per porgergli un pacco attaccato alla zampa. Il biondo, felice di aver appena trovato una scusa per scappare da quella stanza, si alzò in piedi. -Ne riparleremo. Ora ho da fare.- disse uscendo. Dietro di lui sentì Blaise urlare – Il mio è un consiglio. In questo dormitorio saremo si e no in cinque a non volerti morto. Ti conviene tenerci stretti e fidarti di noi.- poi cadde il silenzio.

-Non possiamo fidarci di Malfoy- decretò Theodore chiudendo la porta della stanza e attirando l'attenzione dell'altro che lo guardò con un sopracciglio alzato.

-Centra forse con il fatto che sta notte sei tornato ad un orario improponibile e per giunta zuppo d'acqua?- l'altro alzò gli occhi al cielo – sai che non mi sfugge niente.- gongolò pieno di sé Blaise.

-Lo so, mamma.-

-Si si prendimi in giro. Ma ora torniamo alle cose serie. Allora cos'è questa storia su Malfoy? Lei ci ha garantito che ci potevamo fidare di lui.- Theodore lo guardò in faccia. Sapeva perché aveva quell'espressione. Doveva raccontargli quello che era successo quella notte, non aveva scelta. Solo così avrebbe capito.

-Mettiti comodo. Sarà una storia lunga.-

 

Draco si rigirò il vecchio gufo tra le mani. Lo aveva salvato. Sorrise tra sé, dirigendosi verso il camino scuro e spettrale della sala comune. Chiunque glielo avesse mandato si meritava un premio. Subito dopo scosse la testa per i suoi pensieri. Una pacca sulla spalla sarebbe stato più che sufficiente, dopotutto avrebbe trovato un altro modo per uscire da quella situazione scomoda. Si guardò indietro, in direzione della stanza. Aveva iniziato a riparlare con Zabini e Nott da appena una settimana, come potevano pretendere che si fidasse di loro? Dopotutto potevano benissimo essere loro i colpevoli di quello che era successo quella notte e della sua ferita. Solo perché non avevano ancora tentato di ucciderlo a duello non voleva dire che non erano in grado di fargli del male. Una bevuta non poteva farli diventare automaticamente suoi amici. Si sedette da solo sul divano di pelle nera, ignorando la presenza silenziosa che occupava la poltrona accanto. La sua attenzione era rivolta tutta al pacco legato alla zampa del volatile. Lui non aveva ordinato nulla e quel gufo non poteva essere di sua madre. Era troppo vecchio e poco regale. Con cautela aprì la convezione fatta di un vecchio giornale, tirandone fuori un'ampolla con al suo interno un liquido verde smeraldo. Strabuzzò gli occhi, scuotendola per poi riportare gli occhi sull'animale ancora immobile sulle sue gambe. Sulla zampa aveva ancora una piccola pergamena arrotolata. Senza perdere altro tempo lesse le poche parole:

Questa pozione dovrebbe curarti il taglio.

Hermione Granger”

Sbalordito, tornò a guardare la pozione. Conosceva quello che aveva tra le mani. Era una pozione difficile da fare e con ingredienti introvabili. La scosse un'altra volta. La densità e il colore erano perfetti. A quanto pareva la Granger si era data un gran da fare, per lui. Per qualche secondo rimase incantato. Nessuno lo aveva mai fatto prima, forse solo sua madre. Sentì un calore sconosciuto all'altezza del petto. Perché si era data così tanto da fare? Il cuore iniziò a battergli forte e poi tutto svanì come era iniziato. Draco si ricordò improvvisamente come quella mattina, quella stessa persona, lo aveva lasciato lì da solo in una specie di sgabuzzino sudicio. La rabbia provata al risveglio, ritornò prepotente. Dopotutto fargli la pozione era il minimo per farsi perdonare tutto quello che aveva fatto quella schifosa Grifondoro quella notte.

-ciao Draco.- il ragazzo saltò di colpo sul divano lanciando un'occhiata truce alla proprietaria della voce.

-Daphne.- salutò freddo. L'altra sorrise. -dai su, non ti avrò mica spaventato, vero?- gli chiese divertita, chiudendo il libro che aveva in mano e sistemandosi meglio sulla poltrona.

-Ovviamente no.-

-Allora togliti quel broncio dalla faccia. Non ti si addice proprio.- continuò ridendo e trascinando nel buon umore anche Draco. Era da un sacco di tempo che loro due non parlavano e si accorse in quel momento che gli era mancata la parlantina trascinante della Serpeverde.

-come và, Daphne?-

-Bene dai. Come sempre. A te non lo chiedo neanche. Mi spiace per i tuoi.- l'altro alzò le spalle, facendo finta di nulla, come se non gli importasse. Il buon umore di pochi secondi prima sembrava solo un piccolo frammento di ricordo. -come hai fatto a convincere Hermione a farti fare quella pozione?- La ragazza cambiò completamente discorso, accorgendosi del cambio di umore del ragazzo di fronte a lei. L'altro la guardò scandalizzato. -Da quand'è che la chiami per nome?-

-Da quando ho capito che non deve essere così male. È intelligente davvero. I pregiudizi ci accecano.-

-Anche tu la pensi come Nott- borbottò. Lei alzò le spalle- no, la penso come la McGranitt. È ora di dire basta a queste stupide lotte tra case e cercare di non farsi accecare dalle rivalità.- l'altro lo guardò con gli occhi fuori dalle orbite e poi imitando il verso del conato di vomito. -Ancora peggio.- lo ignorò. -torniamo a noi. Come hai fatto a convincerla?-

-come fai a sapere che è suo?- la bionda fece un sorriso furbo -Draco, Draco -iniziò- il gufo è della scuola e le persone che sono in grado, qui dentro, di fare un pozione del genere si contano sulle dita di una mano.- sorrise ancora, mettendo in mostra la sua dentatura perfetta. -Allora dimmi, come hai fatto?- Lui sbuffò -Ha fatto tutto lei.-

-Interessante.- bisbigliò, prima di tornare a leggere il suo libro. I capelli lunghi e dritti le fasciavano i contorni sottili e morbidi del viso. Le ciglia erano lunghe e immobili sulle pagine. Era sempre stata bella, anche da piccola.

-La smetti di farmi la radiografia.- disse di colpo, guardando dritta negli occhi Draco, che non si scompose neanche di un millimetro nonostante fosse stato beccato in fragrante a guardarla- Stavo pensando che noi due ci conosciamo da un sacco di tempo- mentì spudoratamente.

-Non ricordarmi quei noiosissimi balli a casa Malfoy a cui era costretta ad assistere per colpa dei tuoi, per favore.- rispose scontrosa. Aveva sempre odiato quel genere di feste. Fu il turno di Draco di ridere -Mi ricordo che ti nascondevi sempre, per tutta la serata, sotto il tavolo dei Buffet.-

-Ma sentilo come prende in giro. Ti ricordo che non ero l'unica a stare lì sotto.-

-Sarà successo si e no due volte.- rispose indifferente.

-Si, duecento volte.- precisò lei facendo ancora ridere entrambi dei vecchi ricordi fatti di colori, champagne ed eleganza. Quando erano piccoli quei due si divertivano, ammise a sé stesso il serpverde. Era l'uno l'ancora di salvataggio dell'altra.

-come mai arrivati ad Hogwarts abbiamo smesso di parlare?- domandò un po' nostalgico.

-Caro Dracuccio- iniziò Daphne imitando la voce acuta della Parkinson- hai iniziato a preferire un altro genere di compagnie che però non gradivano la mia presenza intorno a te. Inoltre eri abbastanza odiabile quando ti credevi Dio sceso in terra.-

-Touché-

-anche se devo dire che ultimamente le tue amicizie stanno migliorando.-

-stai parlando di Nott e Zabini?- lei annuì.

-Secondo te mi posso fidare di loro?-

-Perché lo chiedi a me?- L'altro si zittì un attimo prima di rispondere -Perché mi fido di te e dei tuoi giudizi. Sei sempre stata intelligente.-

-Lo prendo come un complimento. I ogni caso, fattelo dire, Blaise pensa per il novanta per cento delle volte solo a sé stesso -iniziò dura – ma sa anche aiutare i veri amici nel momento del bisogno.-

-E Nott?-

-e Theodore è più intelligente di quanto crederesti. A volte non sembra neanche un Serpeverde.-

-come fai conoscerli così bene?-

-Negli ultimi anni, mentre tu andavi in giro a crearti la tua cerchia di scimmioni di cui potevi eleggerti capo tranquillamente, io dovevo pur far qualcosa.-

-Ma Zabini è stato nella mia cerchia per anni.- fece notare.

-Ma sei mai riuscito a comandarlo a bacchetta?- lui ci pensò un attimo. -No.-

Lei ammiccò con la testa. -A Blaise piacciono le attenzioni e questo, credimi, è odiabile, probabilmente ti stava dietro per questo. Ma c'è anche da dire lui può essere davvero un amico, un fratello, con le persone giuste. Quindi Draco, ormai in questa scuola sono poche le persone che sono disposte ad esserti amico. Fidati di quelle.- si alzò, pronta per andarsene.

-Dove vai?- domandò preoccupato e stordito da quello che gli aveva appena detto. Voleva continuare a parlare con lei. Era una delle poche persone amiche che aveva in quel castello.

-A dormire. Ho parecchio sonno e in più c'è la Parkinson che mi sta guardando in cagnesco. Probabilmente appena metterò piede nella stanza si lamenterà che ho osato parlare con il suo ex.- sbuffò. Lui si girò alla ricerca del soggetto in questione. La ragazza era lì, dietro una colonna, con gli occhi fissi su di loro e i pugni stretti come non mai. Non aveva mai sopportato la Greengrass.

-Buonanotte.-

-Buonanotte Daphne.- la vide allontanarsi con passo elegante e ripensò a quello che le aveva detto. Dopotutto forse poteva fidarsi dei suoi compagni di stanza. Senza pensarci si portò tutta la pozione alla bocca.

 

-Theo ma sei sicuro?- domandò Blaise sbalordito dal racconto dell'amico.

-Che stavo per morire? Si ne sono sicuro.-

-No ma chissene di questo...-

-Ma grazie. - disse infastidito- vedo che ti importa tanto della mia vita.- l'altro lo zittì annoiato, tornando alle cose importanti -Se quello che hai detto è vero, c'è qualcuno di molto pericoloso ad Hogwarts.-

-Secondo te è Malfoy?- Blaise parve pensarci un attimo, prima di rispondere -potrebbe. Come hai detto tu ha tutti i motivi per cercare vendetta.-

-Però?- lo precedette l'altro.

-Però mi sembra stanco di queste continue lotte. Pensaci. Questa settimana quanti duelli ha dovuto affrontare? Cinque, sei? E nessuno di questi lo ha iniziato lui. Si limita a difendersi e a far capire che è forte così da non istigare ancora più gente ad affrontarlo a duello.-

-Quindi, secondo te, non è stato lui?- chiese, senza capire dove volesse andare a parare.

-Non ho neanche detto questo. Mi sembra solo poco probabile. Inoltre l'hai vista anche tu la sua ferita. Sembra più che altro che si sia trovato nel posto sbagliato nel momento sbagliato questa notte.-

-Quindi che facciamo? Teniamo gli occhi aperti e basta per ora?-

-si. Forse e meglio. Vediamo se notiamo qualcosa nei prossimi giorni.- L'altro annuì, iniziando a mettersi nel letto, sbadigliando. Theodore chiuse gli occhi pronto per immergersi nel mondo dei sogni quando Zabini lo disturbò.

-Theo!-

-Cosa c'è?-

-Mi hai raccontato tutto, ma non mi hai ancora detto con chi eri.- gli fece notare, tagliando due rotelle di cetriolo con la bacchetta magica. Il serpeverde aveva deliberatamente omesso di essere stato in compagnia della Weasley femmina. Gli aveva detto che era con una persona, ma non aveva osato specificare. Sapeva quanto l'amico la odiava.

-non approveresti.-

-è una mezzosangue?-

-No.- L'altro lo guardò ancora più incuriosito spalmandosi un pappetta color topo sul volto.

-Allora è una grifondoro?-

-Tanto non te lo dico.- L'altro sbuffò infilandosi nel letto e appoggiando sugli occhi chiusi i due pezzi di cetriolo, tagliati poco prima.

-Tanto lo scopro.- lo avvertì, prima di spegnere la luce.

-Lo so.-
 

"The same joy the same sadness each step of the way
that fought me and taught me that friends never say goodbye"
-Friends Never Say Goodbye-

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: marta_granger