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Autore: Clown    26/09/2017    0 recensioni
Una lettera di licenza e il desiderio di un momento di normalità. Il Comandante Shepard non desiderava altro che abbandonarsi al sogno di quell'istante. La sensazione di sentirsi una donna, prima di un soldato. Di sentirsi un essere umano, prima di un eroe. Ma di fronte a sé, solo la realtà dell'esercito e della guerra. E di un sentimento che detestava non riuscire a sopprimere. [FemShepxVega]
Genere: Drammatico, Romantico, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Comandante Shepard Donna, James Vega, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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GOLPES CON SABOR A CERVEZA






Jane seguì con gli occhi l'uomo, il volto paralizzato in un'espressione lapidea. Lo vide alzarsi, appoggiando a terra prima il piede destro, e fare leva sulle braccia per allontanarsi dal tavolo. Notò che stava ridendo, e che accennò con il capo allo spostamento della mano nella sua direzione, il palmo rivolto verso l'alto in un gesto d'invito.
Gli scagliò uno sguardo caustico.

« No. »

« Solo una canzone. »

« No. Ballo come un vorcha ubriaco, e lo sai. »

« È il momento di imparare. » replicò, tendendo la mano con più decisione.

Shepard scrutò attorno a sé sino a identificare il tenente Vega. Aveva preso parte alle danze accompagnandosi a una provocante ragazza dalla riccia capigliatura corvina. Jane stimò che non dovesse avere più di vent'anni. Li osservò danzare e ripensò alle volte in cui aveva sentito parlare dei latini come di individui nelle cui vene scorresse musica fluida. Mai paragone le sembrò più azzeccato. James aveva abbandonato lo stile combattivo, con cui si era dimenato a ritmo di musica nel suo appartamento, per dei movimenti che il Comandante non avrebbe esitato a definire sinuosi. Sentì una fitta allo stomaco. L'insieme di ancheggiamenti e movenze del corpo sottile come un giungo della giovane ispanica si fondeva in un tutt'uno con la gestualità dell'uomo, in una danza sensuale e appassionata.

"Merda..." « Non sarà ballando che vincerò questa guerra. » disse a Cortez, ancora in attesa di una sua risposta.

« Nemmeno tracannando birra cercando di dimenticarla. »

« Cortez... »

Il pilota si posizionò a braccia conserte di fronte alla donna.

« L'eroina della Cittadella che si tira indietro di fronte a una sfida. Chi l'avrebbe mai detto... » la sbeffeggiò. Seppe di aver colto nel segno quando la vide aggrottare la fronte.

« Cosa stai insinuando? »

« Che il terrore dei razziatori ha paura di fare brutta figura. »

Jane contrasse la mascella in un ringhio. Dentro di sé, Cortez esultò.

« Non. Ho. Paura. »

« Dimostralo. » la sfidò, porgendole di nuovo la mano.

La agguantò con una presa ferrea. Non avrebbe permesso al suo pilota di schernirla in quel modo, anche se si trattava di un inganno per convincerla a ballare. Gli avrebbe dimostrato che Jane Shepard era in grado di vincere qualsiasi sfida.

"Qualsiasi." « Allora Cortez, che devo fare? » sbottò. Essere circondata da gente intenta a dimenarsi la infastidiva.

« Per prima cosa non devi stare così lontana o non riuscirò a guidarti. È l'uomo ad avere il comando in questo caso. »

« Non ti ci abituare. » provò a scherzare, mentre Cortez le cingeva il fianco con un braccio e avvicinava i loro corpi. Percepì il calore del suo palmo sulla schiena.

« La tua mano destra deve stare sulla mia spalla, non sul costato. E ti prego, smettila di stritolarmi la mano o non riuscirò a pilotare la navetta per un po'. »

Jane rise, allentando la presa. Sapeva di apparire goffa ai suoi occhi e pensò che un video di lei impegnata in un ballo di coppia avrebbe mandato in visibilio rotocalchi e programmi comici.

« Ora? »

« Ora devi lasciarti guidare. Muoviti nella mia stessa direzione. Se io parto con il piede sinistro, tu devi partire col piede destro, e viceversa. Un, dos, tres, pausa, si torna indietro, cinco, seis, siete, pausa, d'accapo. Capito? »

La donna annuì con decisione. Iniziò a spingerla dolcemente di lato, contando i tempi della musica per aiutarla a seguirli con maggiore facilità. La sentiva rigida al tocco, i muscoli tesi dallo sforzo. Notò che teneva gli occhi chiusi e dal labiale comprese che era impegnata a propria volta a tenere il ritmo.

« Piede destro con sinis... scusa Steve! » sollevò il proprio stivale da quello dell'uomo. Si morse il labbro mentre tentava di recuperare la giusta coordinazione.

« Non ti preoccupare Comandante, stai imparando. Ora dovresti ancheggiare un po'. »

« Dovrei fare COSA? »

Il lato del suo piede sinistro scontrò la gamba di Cortez e per un istante sentì mancare il contatto con il pavimento. L'uomo la tenne sollevata, impedendole di cadere tra i suoi tentativi di trattenere le risa.

« Ancheggiare, Comandante. Muovere il bacino a ritmo di musica. Guarda le altre donne in sala, per farti un'idea. »

Shepard sollevò un sopracciglio, le labbra piegate in una smorfia sbilenca. « Ti stai divertendo alle mie spalle. »

« Solo quel tanto che basta. »

La donna tirò un lungo sospiro. Aveva accettato la sfida; era troppo tardi per potersi ritirare. Lasciò che Cortez contasse gli otto tempi della canzone, impiegando quei pochi istanti di tregua per trovare la concentrazione necessaria. Strinse le palpebre nel momento in cui percepì il corpo del pilota spostarsi di lato e trascinarla con delicatezza.
Trattenne il fiato. Mosse le gambe. Aprì gli occhi. Ondeggiò il bacino.

« Sì! VAI COSÌ LOLA! »

Di sottecchi, Shepard rilevò lo sguardo di Vega, illuminato da un ampio sorriso. Gli occhi correvano lungo il profilo del suo corpo, e le sembrò che si fermassero più del necessario sulle gambe e sui fianchi.

Percepì le guance prendere fuoco. "Che cazzo mi prende? Per una stronzata simile, poi!"

Si girò verso Cortez, incrociando un'espressione che giudicò fin troppo eloquente.

« Stai andando alla grande, Comandante. Sei uno schianto. »

"Certo, come no? Uno schianto biotico." « Steve, se non sapessi di non rientrare nei tuoi gusti, inizierei quasi a pensare che ci stai provando con me. »

« Anche se mi piacessero le donne non avresti di che preoccuparti. »

Shepard si lasciò sfuggire una risata amara. « Perché giustamente sono il tuo Comandante. »

« No. Perché sono amico di James. »

« Devo usare le mie autorizzazioni da Spettro per far... »

Il suo sarcasmo subì un'improvvisa battuta d'arresto. Un brusio concitato si levò in direzione della porta d'ingresso, propagandosi verso l'interno. Nell'intero locale, le persone cessarono di danzare come se fossero un unico corpo, comportamento a cui si adeguarono anche i membri della Normandy. Al di sopra della musica, Jane percepì alcuni nomi sconosciuti, sussurrati dalle voci vacillanti degli umani che le si erano ritratti affianco. Poté vedere la maschera di tensione calata sui loro visi.

« Cortez, che sta succedendo? » bisbigliò, guardandosi attorno nel tentativo di fare chiarezza sulla situazione.

« Non lo so, ma non mi piace. »

La massa di gente si divise in due e Vega si ritrovò dal lato opposto rispetto ai due compagni.

Lungo corridoio che si era generato tra le due ali di folla, anticipato dal tonfo di passi pesanti, comparve un gruppo di uomini dalla chiara origine ispanica. Dalla cappa di timore e disgusto che era calata sul locale, Shepard dedusse che dovessero essere conosciuti dalla popolazione del posto; forse dei mercenari, o una banda impegnata in traffici illegali. Il suo cervello da militare addestrato si mise al lavoro per identificarne punti di forza e debolezze.
Era un commando composto da cinque uomini armati di spranghe d'acciaio e corte mazze di legno rinforzate con placche di metallo, probabilmente ricavate da qualche area smaltimento rifiuti. Sull'avambraccio di uno di loro, forse il capo, si intravedeva la struttura di un omni-tool di vecchia generazione. Dai rigonfiamenti degli abiti non traspariva alcun profilo tipico delle pistole, né alle loro spalle erano ancorati esemplari di fucili d'assalto o a pompa. Dal modo in cui camminavano e si muovevano tra la folla senza controllare possibili assalti laterali, Jane poté dedurre che non avessero un addestramento di tipo paramilitare. Avevano a disposizione solo armi bianche, sia da taglio che contundenti; si facevano forti della loro fama, più che della minaccia che avrebbero potuto concretamente costituire. Una conoscenza utile nel caso la situazione fosse degenerata.
Seguì il loro percorso sino al bancone del bar. Mosse solo gli occhi, il respiro lento e cadenzato che accompagnava l'aumento di adrenalina nelle sue vene. Li vide ordinare qualcosa al proprietario del locale, e la musica si spense di colpo.
Il portavoce del commando colpì un paio di volte il bancone con la mazza.

« Bene vecchio, ora possiamo parlare d'affari. »

« Ho già pagato una settimana fa. Cosa volete ancora? » domandò l'uomo a testa alta.

« Sì, beh, il capo ha deciso di aumentare il prezzo del servizio. Di cinquemila crediti. »

« Cinquemila crediti? Impossibile, non saprei dove trovarli adesso. » Una lieve incrinatura nella voce frantumò la maschera di sicurezza che il proprietario del Propuesta Indecente si era costruito.

Shepard notò Vega stringere i pugni sino a far diventare le nocche bianche. Gli lanciò uno sguardo tagliente come silenzioso monito di non intervenire senza un suo preciso ordine. Il militare digrignò i denti, muovendo più volte gli occhi dal Comandante agli uomini armati.

« Hai dieci minuti di tempo. Come tu ottenga quei soldi non è affar mio. » si girò verso la folla, sventolando la mazza di fronte a sé come se fosse un prolungamento del proprio braccio.. « Potresti chiedere un generoso contributo ai tuoi clienti. In fondo, dovrebbero essere i primi a desiderare che questo bel localino non subisca danni. »

Un membro della banda si staccò dal gruppo. Jane percepì un moto di disgusto di fronte a quel nanerottolo nerboruto, che si esacerbò quando lo vide afferrare il braccio di una ragazza. « Y luego podríamos divertirnos con algún putarrasca... »

« Aleja tus manos de ella, hijo de puta! » sbraitò Vega, avanzando di un passo verso il criminale. Lo sgorbio si pietrificò sul posto, la mano ancora artigliata attorno all'arto della giovane. Era la metà di James, eppure non sembrava spaventato. Sapeva di avere le spalle coperte.

Shepard guardò i muscoli tesi, la vena pulsante lungo la tempia del proprio sottoposto. Era pronto a scattare. Provò a lanciargli una seconda occhiata che cadde nel vuoto.

"Calmati James."

« Ma guarda. Stasera abbiamo anche un eroe. » il portavoce del commando si avvicinò a Vega, battendo la mazza sul palmo libero. Il volto era tagliato da un sorriso divertito che lasciava intravedere la dentatura marcia. « Allora, cabeza de choto, cosa pensi di fare, eh? Speri di scopare qualche troietta facendo il coraggioso? »

« Mi accontenterei di spaccarti la testa, naco. »

"Merda."

La distanza tra i due si ridusse ancora. « Provaci, pajero. » sibilò l'uomo, appoggiando la punta della mazza sul petto del tenente.

« Chinga a tu madre, pende.. »

« JAMES! »

La voce di Shepard tuonò sulla sala, spezzando il clima di tensione crescente che si era sviluppato attorno ai due uomini. Percependo le decine di occhi posatisi su di sé, avanzò ad ampie falcate verso il capo dei militari. Gli si fermò di fronte. Era di poco più alto e si ritrovò a fissarlo dal basso verso l'alto. Strinse i pugni per placare la sensazione di prurito che le tormentava le mani.
Il portavoce guardò la donna e scoppiò in una risata fragorosa.

« Ehi, mamóm, recibes órdenes de una zorra? » si voltò verso Vega, schernendolo.

Jane ne approfittò per ordinargli con lo sguardo di tenersi pronto e concentrarsi sull'omiciattolo che aveva scatenato la sua collera. Lo vide annuire in maniera impercettibile e riferire le istruzioni a Cortez, rimasto alle sue spalle.

« Entonches, conchuda, qué tu quieres? Divertirte con nosotros? »

I membri del commando si misero a sghignazzare. Uno di loro si portò la mano sul cavallo dei pantaloni, agitando il bacino in modo osceno. A braccia conserte, Shepard si passò la lingua sulla chiostra dei denti.

« Non ho idea di cosa tu abbia detto e sinceramente non me ne frega un cazzo, ma se entro pochi secondi non ti levi dai coglioni giuro che ti sbatto fuori con quella mazza infilata nel culo. »

Il sorriso dell'uomo si incrinò. Piegò il busto verso la donna finché i loro volti non furono separati che da una decina di centimetri. Jane poté sentire la puzza di tabacco scadente e sudore. Fu invasa dal prepotente istinto di spaccargli la testa.

« Stai attenta a come parli, Arrastrada. Mi dispiacerebbe rovinare questo bel faccino. » le afferrò le guance con il braccio libero dall'arma.

Le mani di Shepard scattarono verso l'arto. Il suono come di un bastone spezzato si propagò nell'aria. Tra le urla della folla, l'uomo si buttò a terra, tenendo attaccato al corpo il braccio curvato in una posizione innaturale.

« MIERD... » non fece in tempo a concludere l'imprecazione che uno stivale lo colpì nel costato, mozzandogli il fiato.

« CORTEZ! JAMES! » Jane diede il segnale ai suoi compagni. Riuscì a intravedere il tenente che ghermiva il proprio avversario. Un bastone calò in direzione della sua testa. La evitò senza scomporsi, scartando di lato. Una seconda spranga le sfiorò la spalla.

« Pensate davvero di farmi paura, figli di puttana? » artigliò il polso che reggeva la spranga e lo piegò all'indietro sino a sentirne le ossa scoppiettare. Il bandito abbandonò l'arma e cadde in ginocchio. Alzò la testa verso la donna, vedendo arrivare il colpo. Crollò a terra con il volto spaccato da un calcio.
Con un urlo di collera, il secondo uomo tentò di prenderla alle spalle.

« Idiota... » rotolò di lato, afferrando la barra d'acciaio abbandonata sul pavimento. Il criminale sbarrò gli occhi. Si era sbilanciato in avanti a causa dell'eccessivo slancio, ritrovandosi con il fianco scoperto. Jane lo colpì con l'intera massa del suo corpo. L'uomo cadde sulla schiena, dove rimase in agonia dopo che il tallone dello stivale della donna gli ebbe centrato l'addome.

Ansimando, Shepard si girò in direzione di James. « Allora, avete fin... »

Scorse il bagliore arancione di un omni-tool. Reagì d'istinto, gettandosi di lato. La sensazione della lama sulla pelle le causò un lungo brivido lungo la spina dorsale.
Percepì l'improvvisa mancanza del terreno sotto i piedi: si accorse di aver inciampato in un cadavere, perdendo l'equilibrio. Precipitò contro il bancone del bar. Il dolore si propagò dalla spalla sinistra su tutta la schiena mentre la spranga di ferro le sfuggiva dalla mano. Un gemito le sfuggì dalle labbra.

« COMANDANTE! »

« STAI AL TUO POSTO, JAMES. »

Il giovane tenente si immobilizzò sul posto, lo sguardo che vagava da Shepard al portavoce, unico sopravvissuto del gruppo. La lama dell'omni-tool era ancora sfoderata e puntata contro la donna.
Dall'altro lato della sala, Cortez gli fece segno di aspettare.

« Hai finito di causarmi problemi, eh, puta? » ringhiò l'uomo, l'arto fratturato penzoloni lungo il fianco.

« Avrei dovuto romperti l'altro braccio. » lo schernì Jane, sfruttando una sedia come sostegno per rimettersi in piedi.

« Vete a chuparla, zorra. Yo te... » le parole gli morirono in gola quando la sentì scoppiare a ridere.

Dagli occhi della donna traspariva l'eccitazione per il combattimento, una follia omicida che gli mozzò il fiato. La vide alzare la mano verso il taglio che le aveva causato sulla guancia. La osservò pulire il sangue con il fianco dell'indice e avvicinarselo alle labbra.
Tenendo gli occhi fissi sull'uomo, Jane assaporò con la lingua il suo stesso sapore metallico. Si compiacque dell'espressione terrorizzata dell'avversario, manifestando la propria soddisfazione con un ghigno.

« Dicevi? »

« Quién carajo eres tú? »

Shepard vide la lama dell'omni-tool puntare leggermente verso il basso.

"Ci siamo."

Scattò in avanti. Il sopravvissuto reagì d'istinto con un fendente impreciso che non ebbe difficoltà a schivare. Percepì lo spostamento d'aria a pochi centimetri dal suo scalpo.

"Ora!"

Il pugno assunse dei riflessi azzurri mentre l'elettricità statica nell'ambiente cresceva. Con un urlo, scaricò l'energia biotica accumulata contro il pavimento. L'onda d'urto sbalzò per aria l'avversario, scagliandolo ai piedi della folla. Un silenzio tombale calò nel locale, scosso solo dai fiochi lamenti dell'uomo. La potenza del colpo gli aveva spezzato le ossa delle gambe, immobilizzandolo a terra.
Shepard avanzò con brevi passi, arrestandosi di fianco alla testa. Un pungente odore di feci e urina proveniva dal corpo dell'uomo: la forza della nova gli aveva causato il rilascio involontario degli escrementi. Lo guardò come se fosse un insetto molesto.

« Chi... chi sei? » rantolò.

« Il Comandante Shepard, figlio di puttana. Allora, vuoi ancora divertirti con me? » gli assestò un calcio nel costato. Il criminale emise un verso simile a uno squittio. « Allora? » un secondo colpo centrò il braccio fratturato. Lacrime miste a sangue presero a scendere lungo il viso dell'uomo.

« Lola... »

Le mani di Vega sulle sue spalle bloccarono il terzo calcio. Girò il busto verso il tenente, incrociando i suoi occhi carichi di preoccupazione.
Le sembrò di riprendere il contatto con la realtà. Guardò il criminale, piegato dai singhiozzi, ridotto a una larva. Sentì il rivolo di sangue che le correva giù dalla guancia e il dolore pulsante alla spalla che andava affievolendosi. Vide i suoi stessi abiti intrisi del sangue delle persone che aveva massacrato. Percepì il silenzio della folla che si era chiusa attorno a loro, le espressioni cariche d'ostilità e il terrore che la sua sola presenza riusciva a incutere loro.
La gola le si strinse in un nodo. Strinse le palpebre, non riuscendo a reggere la vista di ciò che aveva davanti.
Aveva rischiato per quella gente, e le sue azioni le avevano procurato l'odio della stessa gente che avrebbe voluto proteggere. La consideravano una minaccia. Ebbe l'amara sensazione di aver fallito, come su Virmire, Palaven, Thessia. Come dopo Bahak.

« Merda... »

Si divincolò la presa di James e raggiunse con ampie falcate il tavolo su cui aveva appoggiato la giacca di pelle. Percepì la voce di Cortez come un eco lontano.

« Comandante? »

Indossò la giacca con dei movimenti secchi. La spalla le diede una fitta che decise di ignorare.

« Comandante? »

Si diresse verso l'uscita.
La folla si separò nuovamente in due ali.


  
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