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Autore: Marauder Juggernaut    27/09/2017    2 recensioni
Crocodile era consapevole, quando aveva accettato la proposta di convivenza del proprio compagno, che non tutto sarebbe filato liscio e pacifico. Doflamingo, dal canto suo, non si aspettava invece che la vita in comune si rivelasse tanto divertente e stimolante.
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[ Dal Prologo ]
Il diretto interessato sospirò: poteva dire che quasi odiava ammettere ad alta voce di avere effettivamente una relazione stabile con un individuo eccentrico come Donquijote Doflamingo, ma la realtà dei fatti era quella e alle volte, quando si fermava a riflettere, sorprendeva persino Crocodile stesso.
(...)
Il Fenicottero tornò poi serio, senza smettere di fissare Crocodile; questi, dal canto proprio, quando vedeva una tale espressione sul volto dell’altro, era già conscio che quel dannato volatile avrebbe detto qualcosa che lo avrebbe spiazzato non poco, per stupidità o per ardimento.
« Quando ti decidi a venire a vivere a casa mia, Wani? ».
Crocodile di certo però non si aspettava sia l’una che l’altro.
« Cosa? ».
Genere: Comico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Crocodile, Donquijote Doflamingo
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Note autrice: Vorre un attimo l'attenzione di voi lettori. Questo è il capitolo su cui ho più dubbi di tutta la raccolta. Sia perché racchiude tematiche delicate, sia perché ho voluto rendere i protagonisti più "umani". Io vorrei davvero sapere la vostra opinione più sincera a riguardo, se non vi piace l'idea mettete pure un commento negativo. Ho cercato di essere meno "brutale" di quanto volessi all'inizio, ma non so se sono riuscita ad essere abbastanza delicata. In ogni caso, qui i protagonisti hanno 19 anni. Ditemi sul serio! Comunque, ringrazio sia Zomi che _Dreamer97 per aver commentato lo scorso capitolo.
Marauder Juggernaut




Ricordi pt. 5 – Una dolorosa cicatrice

Con passo pesante, Doflamingo si trascinò in camera. La mano, abbandonata lungo il proprio fianco, stringeva quasi inerte il cellulare. Si lasciò cadere sul letto, che gli parve improvvisamente troppo grande, nonostante ci avesse sempre dormito da solo non più di pochi mesi prima. Un rapido zampettare lo raggiunse: con un balzo, Laassiù riuscì a raggiungere il materasso e ad andare a leccare la mano del padrone abbattuto. Con un sorriso appena accennato, gli concesse una carezza.
Lo smartphone vibrò. Non fece in tempo a fare il primo squillo che il Fenicottero aveva già risposto.
« Cosa è successo? » la voce profonda del Falco lo fece quasi sorridere. Lui sapeva. Quando Doflamingo lo chiamava significava che c’era un vero problema. E appena Drakul aveva visto la chiamata persa, aveva ritelefonato immediatamente.
Il Fenicottero sembrò ridere isterico: « Falchetto, avevi ragione: a volte dovrei davvero tenere a freno la lingua… ».
Sentì un sospiro oltre la cornetta: « Gli hai ricordato di nuovo la storia della cicatrice? »
 
Doflamingo teneva stretta tra le mani una lattina di gatorade. Tormentava l’alluminio tra le dita, senza avere il coraggio di guardare in faccia il Coccodrillo steso nel letto d’ospedale. Una lunga garza gli fasciava il volto all’altezza degli zigomi. Il candore era macchiato da gocce carminio. Il suo braccio sinistro era bloccato in un gesso, insieme all’annuncio del medico che gli diceva che purtroppo c’era la possibilità che non sarebbe più stato in grado di usarlo liberamente come prima.
« Perché? » la voce di Crocodile fratturò il silenzio teso. Il Fenicottero alzò la testa per guardarlo, non capendo veramente la sua domanda.
« Donquijote, quando sei dentro a una rissa, io non ci penso due volte a spalleggiarti… ». E quando lo faceva, era impossibile che non ne uscissero vincitori.
« Però non è normale che tu sia coinvolto così spesso… » la sua voce quasi tremava. Non stava guardando l’amico nemmeno per un secondo. Per quanto forte e attaccabrighe, Doflamingo non era così stupido da cominciarne tante.
« Perciò dimmi » la rabbia nella sua voce era palpabile « perché cazzo mi ritrovo in ogni scazzottata sempre peggio, perché cazzo ci siamo dentro così spesso, perché cazzo un coltello mi ha attraversato la faccia, per quale cazzo di motivo ora ho la vita rovinata! ».
« Perché sono un fottuto frocio, Crocodile ».
Calò il gelo. La sua voce era seria come non l’aveva mai sentita.
« Perché è divertente scoprire che il ricco Donquijote Doflamingo, il tipo che mette soggezione a tutti in realtà si diverte a succhiare cazzi ». E non serviva davvero continuare oltre il discorso perché la gente sapeva essere bastarda quando voleva.
Ma non Crocodile. Crocodile non disse nulla sulle preferenze dell’amico, sebbene avesse un atroce dubbio che lo corrodesse con un dolore più forte di quello dello sfregio sulla faccia.
« Vuoi dire che io ti… »
« Da più tempo di quanto immagini, Crocodile ».
Il dubbio si dissolse, corrodendogli l’animo come acido.
« Io non resterò qui ancora a lungo, Doflamingo ».
« So avere pazienza ».
« Esci fuori, Doflamingo. Lasciami solo. Devo schiarirmi le idee ».
 
Gli sarebbero serviti quattro lunghi anni.
   
 
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