Settimo capitolo -
Bella
“Io. Odio. La. Matematica.” Sbuffo, buttando la matita sul quaderno.
Come si può
obbligare dei poveri studenti diciassettenni a studiare una cosa del genere? Non si può.
Voglio bruciare i libri e
i quaderni di matematica, fare un falò e scaldarmi lì davanti
mentre sorseggio un bel tè.
“Non mi
dire.” Dice Edward, continuando ad accarezzarmi i capelli.
Sì.
Siamo a casa mia,
sdraiati sul mio letto. In mezzo alle sue gambe, cercavo perlomeno di risolvere
quella maledetta equazione.
Già non ci riesco
perché sono una nullità con la matematica, ma mettici anche un
vampiro che lentamente ti fa i grattini partendo dalla testa e arrivando al
collo. Avanti e indietro.
Le sue mani fredde
dovrebbero farmi rabbrividire, ma i brividi sono di tutt’altro genere.
“Bella?”
“Odio la
matematica.”
“Dai, non è
così difficile.”
Inclino lentamente il
collo, giusto per guardarlo negli occhi.
Dorati.
“Non è
difficile? La odio. E odio Medina.”
“Sembra uno che sa
il fatto suo, invece.”
“Chi? Medina? Lo odio.”
“Dici troppe volte
questa parola.”
“Quale?”
“Odio.”
Sussurra appena, avvicinandosi verso di me. Mi da un
lieve bacio sulle labbra, e lo lascio fare. Vorrei andare oltre, ma non lo
faccio mai se lui non se la sente. Gli lascio i suoi spazi, anche se mi costa
molto, devo ammetterlo.
“Dai, riprendi il
quaderno.”
“No.”
“Forza!”
“No!”
“Raggio di sole, dobbiamo risolvere
questa equazione.”
“Risolvila
tu.”
“Non ho preso due
lauree in Medicina per risolvere le equazioni ad una
diciassettenne.” Il tono è scherzoso, eppure mi metto a sedere e
mi giro verso di lui. Ora, siamo entrambi seduti a gambe incrociate,
l’uno di fronte all’altra.
“Due lauree in
Medicina?” Sussurro appena.
Io non ci posso credere.
“Mh mh.” Annuisce, come se
avesse appena detto di aver comprato due pomodori al supermercato.
“Due lauree in
Medicina e non puoi risolvermi questa cazzo di equazione?”
“Non dire le
parolacce, mia Bella.”
“Non dire le
parolacce?” Sbuffo, contrita. Lui avvicina la
mano al mio viso, accarezzandomi dolcemente una guancia.
“Devi
risolvere le tue equazioni. Come farai, quando andrai al
College?” Scuoto la testa, abbassandola. Sempre con la sua mano
sul mio viso.
Il College, e tra poco inizieranno i
colloqui.
Il futuro.
Ci ho pensato ultimamente? Moltissimo.
Ho preso una decisione? No.
Se prima la mia idea era quella di partire per il College e fare le mie esperienze,
ora… non posso fare a meno di pensare a Edward. Non abbiamo ancora
affrontato questo discorso, ma so che arriverà il momento.
Il momento in cui ci
dovremmo separare. Il momento in cui io invecchierò.
“A cosa pensi, mia
Bella?” Posa la sua fronte sulla mia, e sento il suo respiro freddo sul
mio viso.
Che il College è
l’ultimo dei miei pensieri. Che ultimamente, mi sono vista spesso con
Edward. Insieme a lui. Per sempre. Giovane ed eterea. Ecco, a cosa penso.
Edward si stacca di colpo
da me, e dopo un secondo lo trovo appoggiato all’anta dell’armadio.
Lo scruto, incuriosita.
“Cos’è
successo?” Il suo è un sussurro, che
riesco appena a percepire.
“Di che
parli?”
“Bella…” Sgrana gli occhi,
che ora sono neri e non più dorati. “Ho appena letto la tua
mente.”
“Com’è
possibile?” Edward non smette di muoversi, facendo avanti e indietro per
lo studio. Sì, perché mi ha dato due secondi per metabolizzare
quello che era successo. Poi, mi ha caricata sulle sue
spalle e ci siamo diretti a casa Cullen. Ora, siamo
nello studio di Carlisle, che seduto sulla sua
poltrona di pelle nera mi scruta attentamente.
“Non saprei.”
Si picchietta un dito sul mento. “Hai detto che sei immune anche ai
poteri di Charlie, giusto?” Annuisco lentamente.
“Sì,
dopo…” tiro su la manica della maglia, mostrandogli la mezzaluna
che si è formata dopo il morso di James. “Dopo questo.”
Carlisle annuisce lentamente.
“Ovviamente Bella non
è stata a contatto con nessun vampiro, a parte Charlie e noi.”
Spiega il capo famiglia, ma sembra che parli più con Edward che con me.
“E possiamo dire che è immune ai poteri di Charlie da quando James
l’ha morsa. Quindi, dovrebbe essere immune a tutti i poteri.”
“Eppure Alice mi ha
vista.”
“Giusto.”
Dice Carlisle. “Ma
Alice vede tutto. E’ raro, che Alice non riesca a vedere qualcosa.”
“E Jasper?”
Chiedo.
“Non sei immune ai
poteri di Jasper. Più di una volta ha cercato di calmarti, e da quanto
mi è stato detto c’è
riuscito.”
“Allora
perché…”
“Questa cosa
è frustrante!” Sbotta Edward, ancora
dietro di me. Non si è seduto nemmeno per un secondo, e sono certa che
non intende farlo.
“Edward, sì, questa è una piccola
anomalia. Prima non potevi leggere i pensieri di Bella, ma è successo.”
“Solo per un
secondo.” Sussurra Edward. “Ora, non sento niente. Niente.”
E sono grata per questo.
“Cercherò
nei miei libri, e farò un paio di domande a qualche amico. Ovviamente, sempre con
discrezione.” Carlisle si alza, aggirando la
scrivania. “Ora, vi lascio un po’ da soli.” Si avvicina a me,
accarezzandomi una spalla. “Tesoro, non ti preoccupare.
Cercheremo di capire perché Edward è riuscito a leggere i tuoi
pensieri.” Annuisco, senza parlare. Dopo pochi
secondi, sento la porta richiudersi dietro di me.
“Che
succede?” Domando, senza nemmeno voltarmi.
Stavamo così bene. Procedeva tutto così bene.
Sento un sonoro sbuffo
dietro di me.
“Questo non deve
succedere.” La sua voce è dura, come non lo è mai stata. Giro
sulla sedia, e trovo i suoi occhi neri che mi fissano. Mi fa accapponare la
pelle, proprio come la prima volta che l’ho visto, durante l’ora di
Biologia.
“Cosa?” Dico
appena.
“Dimmi che quello
che ho visto è solo una fantasia.”
Cazzo! Edward è riuscito a leggere i miei pensieri nel momento meno
opportuno.
“Io…” Arrossisco,
perché non riesco a mentirgli. Perché per quanto possa essere una
fantasia, ho iniziato a sperarci.
Un po’.
“Non accadrà
mai.” Il tono è ancora più duro.
“Lo so.” La
mia voce è roca.
Non piangere, Bella.
Non piangere.
“Io
non ti trasformerò. E non vivrai la tua esistenza da immortale.” Sbotta, sbattendo un pugno sulla libreria di mogano.
Si spezza lentamente, e qualche pezzo della colonna inizia a venir giù.
“Non mi
vuoi?” Lo vedo passarsi una mano sulla faccia, e si sfrega
gli occhi. L’occhiata che mi lancia dopo, mi spezza il cuore. Se potesse
piangere, lo farebbe.
“Non ti
voglio?” Si avvicina lentamente, inginocchiandosi fino ad arrivare alla
mia altezza. “Sei la mia cantante,
Isabella Swan. Il tuo sangue canta per me. Io ti
voglio. Io ti vorrò per sempre.”
“Ma…?”
“La prima sera che
sei venuta a cena qui, insieme a Charlie.” Si
ferma, ed io annuisco per fargli capire che ho
capito. “Emmett ti
ha chiesto se prima o poi Charlie ti avrebbe
trasformata. Tu… tu sei stata
così dura, Bella. Il tuo categorico no mi ha stupito. Ero lì
dietro, che aspettavo il momento in cui Carlisle
dicesse a Charlie della sua famiglia. Ed ho sentito tutto. Hai detto che
saresti stata sempre grata a Charlie, ma che avresti vissuto la tua vita da
umana. Come è giusto che sia. Quello che ho
visto nella tua mente… non rispecchia per niente quello che tu hai detto
settimane fa.”
“Era prima di
te.”
“Cosa?”
“Prima di te.” Mi schiarisco la
voce, cercando di non far uscire altre lacrime. “Prima di te, ero
convinta di quello che stavo facendo. Di quello che volevo fare. Il College, la
mia vita… ma ora… Come
puoi chiedermi di far finta di niente? Di vivere la
mia vita, Edward? Sono la tua cantante, tu dici che non puoi più vivere
senza di me. Ma io? Come faccio? Tu sei immortale,
Edward. Immortale. Io… no. Prima o poi,
dovremmo lasciarci.” Non ce la faccio, e le lacrime iniziano a solcare il
mio viso. “Ora abbiamo la stessa età. Poi, io avrò
vent’anni. E poi trenta. E poi quaranta. E poi cinquanta. E tu…. Tu
sarai un diciassettenne per sempre. Come pensi che io possa vivere in questo
modo?”
“Tu dovrai vivere
la tua vita, Isabella.”
“Senza di
te?”
“Io sarò
sempre con te.”
“COME!”
Sbotto, alzandomi di scatto. “Come faremo? Come pensi che io possa
mettere su famiglia, sposarmi, fare dei figli… ed
avere te accanto! Io voglio
te!”
“Ma
non puoi avermi per sempre!”
“Quindi?
Basta? Finisce così? Edward e Isabella, il vampiro che rifiutò di
trasformare l’umana.”
“Io non ti
trasformerò mai.”
“Non devi essere tu
a farlo.” La risata malinconica di Edward arriva dritta alle mie
orecchie.
“No? E chi lo farà, Charlie?” Il suo tono di scherno fa
ancora più male. “No, perché non lo farà mai.
Perché è il primo a portare avanti quello
che penso io. Tu… non vivrai mai una vita così. Piena di condanne. Un
inferno!”
“Quindi ora stai passando un inferno?” Indignata, a grandi passi
mi avvicino di nuovo. “Stai dicendo che tutto questo è un inferno.
Bene.”
“Questo… questi… sono stati i momenti
più belli della mia esistenza.” E dal tono della sua voce, so che
è vero. “Ma è un inferno, Bella.
Tu… non lo sai. Sarai per sempre un’anima
dannata.”
“Non sarò
mai un’anima dannata.”
“Invece
sì. Sarai
assetata. E spietata. E non penserai più a me come fai ora… ma
avrai un unico pensiero nella tua testa.”
Picchietta l’indice sulla mia fronte, con decisione.
“Ma
non sarò sola.”
“No… non lo
sarai. Ma farai di tutto per esserlo. Io sono tornato
da Carlisle dieci anni dopo.”
“Questo significa
che tornerò da te, comunque vada.”
“Comunque vada, ti
seguirei dappertutto.” Sussurra, mettendo la mano dietro la mia nuca e
avvicinando ancora di più il suo viso al mio.
“Non ci pensare più, mia Bella. Non pensare più ad una cosa del genere.”
“Io voglio passare
l’eternità con te, Edward.” Scuote la testa, sfregando la
sua fronte sulla mia.
“Cambierai
idea.”
“Io sono la tua
cantante. Non puoi vivere senza di me.”
“Non voglio neanche
provarci.”
“Non devi provarci, Edward. Ti prego.”
“Non pregarmi. Non accadrà mai.”
“Non accadrà
ora.” Dico con decisione, puntando i miei occhi nei suoi.
Sorride, scuotendo di
nuovo la testa.
“Cosa
devo fare con te, mia Bella?”
“Continua ad amarmi, Edward.” Dico, appena in un sussurro. “Perché io ti amo.”