Fumetti/Cartoni europei > Miraculous Ladybug
Segui la storia  |       
Autore: KiarettaScrittrice92    27/09/2017    2 recensioni
Questa è Rainbow city, una delle più belle metropoli francesi, musicale e alla moda. Tutti coloro che vivono qui amano la danza e i vestiti. Tutti qui si stanno dando da fare per realizzare i propri sogni.
E' arrivata un'altra ragazza amante della musica, chissà di che colore sarà il sogno che troverà questa ragazza.
Bene mettiamoci comodi e diamo un'occhiata alla storia di Marinette.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ange
 

Marinette emise un sospiro nervoso, mentre le porte scorrevoli dell’Ange si aprivano davanti a lei. Si voltò dubbiosa verso il ragazzo al suo fianco, che con un cenno di assenso la incoraggiò ad entrare.
Come si era fatta convincere in soli due giorni ad entrare lì dentro e ricominciare quello che, ne era sicura, sarebbe stato un calvario di prove inutili e provini falliti? Eppure era lì.
Dopo quell'incontro inaspettato al bar aveva incrociato spesso, nei due giorni successivi, il giovane modello e, nonostante si sentisse ancora mostruosamente in imbarazzo nei suoi confronti, forse anche complice quel ritaglio di giornale appeso nella camera d’albergo che ogni mattina finiva per sbaciucchiare come una scema, lui aveva cominciato a considerarla una vera e propria amica e dopo aver scoperto la sua vita fallimentare a Parigi, l’aveva incoraggiata e convinta a presentarsi alla scuola di Col Blanc, con la promessa che avrebbe convinto la sua segretaria a iniziare anche lui quel percorso. Così ora erano entrambi lì. 
Attraversarono l’ingresso, mentre il cuore di Marinette ormai batteva ad un ritmo frenetico. L’interno era ancora più tipico e particolare dell’esterno: nonostante l’onnipresenza del bianco, ovunque, non dava sicuramente l’impressione di un luogo scialbo o inquietante. Questo perché tutte le pareti erano tappezzate di foto dei migliori e delle migliori Idol che erano usciti da quella scuola, o meglio da quella città.
Ne conosceva parecchie, alcune erano i suoi idoli da sempre. La maggior parte di quelle foto ritraeva ragazze eccentriche dalla fisionomia orientale, proprio come la sua; in fondo, la professione di Idol era nata in Giappone e in Cina, forse era anche per questo motivo che si sentiva così vicina a quel mondo, perché attraverso sua madre e le sue origini cinesi, aveva semplicemente ereditato quella passione. 
Rimase parecchio tempo incantata, a contemplare quelle fotografie, con la bocca spalancata e gli occhi quasi sognanti, fino a che non si accorse dello sguardo divertito del biondo di fianco a lei. Solo in quel momento, quando incrociò per qualche millesimo di secondo quei due smeraldi splendenti, tornò subito l’imbarazzo e abbassò il volto tentando di nascondere il rossore ormai evidente.
«Di nuovo qui Adrien?» chiese una voce femminile che le fece nuovamente alzare lo sguardo.
«Già, ma questa volta non sarà una visita di piacere... Vogliamo iscriverci!» disse il biondo, passando un braccio attorno alla vita della ragazza e avvicinandola a sé. 
Lei dal suo canto non sapeva più dove nascondersi: era sicura di aver ormai assunto il colore di una fragola matura e non sapeva se era per quel gesto spontaneo e istintivo del ragazzo, o per la persona a cui si era rivolto con estrema confidenza.
«T-tu sei Tikki...» disse, guardando con aria completamente ammaliata la donna che aveva di fronte.
«In persona.» rispose lei, con un sorriso meraviglioso.
Ogni suo gesto e movimento, trasmetteva classe ed eleganza. Indossava un semplice pantalone della tuta bianco e un un crop-top nero, ma li portava in modo talmente disinvolto da sembrare in abito da sera. I morbidi e fluenti capelli rossi erano legati in una coda di cavallo, che le dava un’aria molto giovane, così come i vispi occhi azzurri.
«Non ci credo...» sussurrò appena la ragazza, chiedendosi per quale motivo non era entrata prima all'Ange.
«Credo di conoscerti anche io sai? Hai fatto alcuni provini a Parigi, vero?» chiese la rossa, mettendo una mano sul fianco e guardandola attentamente.
«Già... Io sono Marinette, quella che non ce la fa mai...» disse con quel tono afflitto che accompagnava sempre ogni suo pensiero che riguardasse i suoi fallimenti.
«Mai arrendersi, signorina.» disse divertita la donna, sfiorandole il naso con un dito.
«Allora accetti la nostra iscrizione o no?» chiese Adrien, la ragazza si era completamente dimenticata di lui e del suo braccio che ancora le avvolgeva il fianco. Si scostò imbarazzata, facendo in modo che lui lasciasse la presa, mentre Tikki li osservava concentrata.
«No... Non credo proprio...»
Per un attimo il mondo le sembrò crollare addosso: se nemmeno la miglior Idol di tutta la Francia voleva accettarla come allieva, non aveva nessuna possibilità di realizzare il suo sogno.
«Perché?» chiese il giovane modello, probabilmente anche lui era rimasto stupito della risposta.
«Semplice, l’Ange è una scuola di danza e canto è vero, ma qui vengono le ragazze e i ragazzi che devono cominciare o che hanno già uno stile tutto loro. Voi due, invece, siete esattamente a metà di questo cammino. Conoscete le basi del canto e della danza, ma avete ancora poco senso del ritmo e siete senza uno stile completamente vostro. Avete un potenziale che hanno poche persone, mi ricordate me e il mio partner da giovani: per questo motivo non posso prendervi qui. Sareste sprecati.»
Marinette rimase basita, continuava a fissarla come se fosse circondata da unicorni, talmente le sembrava assurdo quello che stava dicendo loro. Seriamente per Tikki, la più straordinaria e famosa Idol che esistesse nell’intero paese, lei aveva del talento? Certo, aveva anche detto che aveva poco senso del ritmo, ma tutto era passato in secondo piano, o meglio addolcito da quei bellissimi complimenti.
«Quindi cosa dovremmo fare?» fu di nuovo il biondo a porre la domanda, riportandola così di nuovo coi piedi per terra.
«Il mio consiglio è di fare ciò che feci io quando ero giovane: iniziare il vostro corso di istruzione attraversando e conoscendo tutti i quartieri di Rainbow city. Esplorare ogni angolo di questa città; scoprire ogni stile, ogni moda, ogni musica e quando avrete tutti i diplomi dai vari insegnati di ogni quartiere allora potrete tornare qui e nessuno vi toglierà la possibilità di essere ammessi, anche se credo proprio che alla fine di questo viaggio sarete di un’altra opinione.»
Esplorare Rainbow city, possibile che non aveva mai pensato a quella possibilità? Ma certo: l’unico modo per imparare e diventare la migliore era scoprire ogni stile, ogni ritmo, ogni genere, ogni sfumatura della musica.
«Che ne dici Marinette?» chiese entusiasta il ragazzo.
«V-Verrai anche t-tu?»
«Certo che sì! Sicuramente Nathalie riuscirà a riorganizzare le mie giornate in modo che possa seguire le varie lezioni tra un servizio fotografico e l’altro.» rispose tranquillamente lui, facendole l’occhiolino.
«Ma... come farò per i costi? Non credo di avere abbastanza risparmi per permettermi il soggiorno in alcuni quartieri della città, senza contare i biglietti della metro.» domandò ancora dubbiosa la ragazza, rivolgendosi nuovamente a Tikki.
«Tranquilla, questo corso di studi è una cosa che fanno molti ragazzi e ragazze che si approcciano come voi per la prima volta al mondo degli Idol: quindi le accademie o i locali in cui si insegnano i vari stili, dispongono di alcuni dormitori in cui far soggiornare gli studenti, ovviamente il tutto pagando solamente la tassa d’iscrizione e mantenendo dei voti alti durante l’intera durata dei corsi.»
«Per quanto invece riguarda i viaggi ci penserà il mio autista, sempre che non ti dispiaccia viaggiare in limousine.» intervenne subito dopo Adrien, non permettendole nemmeno di ribattere alla rossa.
«Io... N-non lo so... F-forse sta succedendo tutto frotto in treppa... Cioè... troppo in fretta.» rispose lei confusa.
«Signorina, opportunità così non è facile coglierle al volo, ci vuole molta determinazione e grinta. – disse la rossa, attirando nuovamente l’attenzione di Marinette – Vedo nei tuoi occhi la voglia di dimostrare al mondo di che pasta sei fatta, nonostante quella tua maschera di timidezza che ti porti dietro. Fidati di me se ti dico che hai tutte le carte in regola per farcela.»

 

«Benvenuta a Nauge de Soie, in cosa posso esserti utile?» disse con voce un po’ fastidiosa, la ragazza che si trovava dentro il negozio. Marinette la conosceva bene: Sabrina Raincomprix, la spalla di Clohé, o meglio la sua schiavetta personale. Perché era esattamente così che la trattava di solito: come una finta amica a cui poteva dare ordini senza nessun problema, perché tanto sapeva che lei non avrebbe controbattuto di una sillaba.
Vederla da sola perciò era qualcosa di davvero inaspettato.
«Oh ciao Marinette, allora era vero che sei venuta anche tu a Rainbow city, pensavo fosse solo una voce infondata.»
«No... Sono qui...» rispose distrattamente lei, mentre si guardava intorno.
Quel negozio era l’apoteosi dei colori pastello e delle composizioni floreali, praticamente il negozio dei suoi sogni.
Alla fine si decise a comprare un paio di scalda muscoli rosa e quattro magliette di colori diversi. Si diresse alla cassa, dove Sabrina quasi sembrava attenderla, e poggiò i suoi acquisti sul bancone, portando le mani alla sua borsetta.
«Oh, no no... Qualcuno mi ha esplicitamente detto di non farti pagare.» disse la ragazza fermando a metà il suo gesto.
«Cosa?!» chiese lei stupita.
«Ecco. – disse porgendole una busta, poco più piccola di una spanna – Ha detto che verrà a saldare il tuo conto appena avrà di nuovo un attimo libero.» 
La ragazza, con aria corrucciata e dubbiosa, prese in mano la busta per poi aprirla; il piccolo bigliettino all’interno era scritto con una calligrafia precisa ed elegante.

Ho pensato di farti un regalo. Spero non ti dispiaccia. Non vedo l’ora di cominciare questo viaggio assieme, sarà divertente.
Con affetto...

Non fece in tempo a leggere il nome, anche se aveva capito perfettamente chi era stato, perché qualcuno, che aveva fatto trillare il campanello del negozio, glielo strappò della mani.
«Qualcuno ti scrive, perdente? Sicuramente sarà la tua mamma che ti dice di tornare a casa...» disse Chloé Bourgeois facendo poi cadere lo sguardo sul foglio che le aveva rubato.
Marinette provò quasi un brivido di soddisfazione nel vedere il suo volto cambiare espressione, nel leggere quelle poche righe. Dopodiché la bionda accartocciò furiosa il foglio e lo lanciò indietro, voltandosi nuovamente verso l’amica e ignorandola di nuovo.
Lei a quel punto senza un fiato, raccolse il foglietto da terra, prese dal bancone i suoi acquisti e, mentre Chloé sbraitava esasperata contro la povera Sabrina, lei le sussurrò un grazie, per poi uscire dal negozio.

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni europei > Miraculous Ladybug / Vai alla pagina dell'autore: KiarettaScrittrice92