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Autore: Bluereddino    27/09/2017    4 recensioni
Un cuore marcio non può essere recuperato, è destinato solo a sbriciolarsi e a divenire cenere. E il cuore di Silver era ormai marcio da tempo.
Sonic x Silver
Genere: Angst, Dark, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Knuckles the Echidna, Shadow the Hedgehog, Silver the Hedgehog, Sonic the Hedgehog
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Nessuna notifica, nessun messaggio, niente telefonate, no email.

Il dito di Sonic andava sporadicamente a cliccare sul pulsante di accensione del suo telefono, scrutando il blocco sfondo raffigurante la foto più bella che era riuscito a fare alla sua vecchia chitarra elettrica, prima di cederla per non troppi rings a un compratore sconosciuto. Una delle scelte di cui si era maggiormente pentito, forse la peggiore: aveva buttato via un cimelio della sua infanzia per un compenso che a malapena gli aveva pagato una cena in ristorante. Una scelta davvero stupida. Riguardarla impressa nello schermo lo portava indietro nel tempo...
Forse avrebbe dovuto mandare un sms ai suoi due gemelli, giusto per sapere come stavano; era da tanto che non aveva loro notizie. Lo avrebbe fatto più tardi, quando avrebbe trovato il modo di raccontare loro che si era nuovamente infatuato di un ragazzo, e questa volta era l'esatto contrario del volpino: un giovane che aveva conosciuto poco più di un mese prima e che soffriva di una strana malattia mentale ignota.

Nessun segno di vita da parte dei suoi amici "quotidiani". Per quanto riguardava Knuckles e Shadow, sapeva che non avrebbero risposto presto ai suoi messaggi inutili: come indicato dall'orologio, che lo schermo dell'apparecchio sfoggiava alla destra della tastiera dello strumento musicale, erano le ore 20.40, e generalmente -a maggior ragione quella sera, a distanza di soli tre giorni dalla gara- a quell'ora i due ragazzi stavano proseguendo il loro allenamento. Oltre ai due, aveva inviato un messaggio anche a Silver, che recitava semplicemente 'Tutto bene, tu?' riferito all'ormai consueto salutare e chiedere come era andata la giornata del riccio bianco. Avrebbe voluto scrivere che aveva passato, oltre alle ore nel campo di atletica la mattina e qualche ora con i colleghi dell'università poco dopo pranzo, tutta la sera a leggere e rileggere i fogli che aveva stampato dalla sua enciclopedia online di fiducia, riguardanti le più disparate malattie mentali, in modo da tentare di realizzare di quale di queste potesse soffrire il suo interlocutore; però aveva abbandonato l'idea di far sapere delle ricerche al maggiore pensando che ciò potesse urtare la sua sensibilità. Certamente sentir dire a uno dei pochi amici che ti rimangono 'forse ho scoperto di quale disturbo psicologico soffri!!!' non è ciò che un ragazzo vorrebbe, soprattutto se è colui di cui sei pazzamente innamorato.
Sonic non riusciva ancora a realizzare che Silver fosse davvero così attratto da lui, e mentre da un lato ne era più che lieto, dall'altro sperava che si prendesse più tempo per riflettere, come stava facendo lui. Confidava negli amici per il mantenimento del segreto, ma considerando che Knuckles non si era fatto problemi a diffondere le informazioni private riguardanti i sentimenti del porcospino bianco anche davanti a una quasi sconosciuta, non sapeva se poteva davvero stare sereno.

Nessuna risposta dai tre. Fattore turbante era il silenzio che aleggiava nella sua camera, illuminata solo da una luce giallastra prodotta dalla lampada poggiata sulla scrivania alla quale sedeva; avrebbe preferito udire i trilli che comunicavano l'arrivo dei messaggi, nonostante la suoneria fosse fastidiosa oltre ogni sua concezione. La aveva scelta solamente perché almeno così era costretto a controllare il cellulare ogni qual volta il suono giungeva alle sue orecchie.
La cosa che lo rendeva più irrequieto era l'assenza di una risposta da parte di Silver, che teoricamente doveva essere a casa, senza nulla da fare. L'intenzione era di aspettare, poi telefonare se l'attesa si fosse protratta troppo a lungo.

L'altro problema, e forse quello più consistente, era che alla fin fine lui non avrebbe dovuto passare il suo tempo ad aspettare che i ragazzi si degnassero di connettersi, tanto meno a leggere a proposito del Disturbo Post Traumatico o della Mania, bensì avrebbe dovuto studiare per l'imminente esame scritto. Come comunicatogli attraverso l'apposito sito, la prova di sarebbe svolta il lunedì, e ciò significava che aveva solamente quattro giorni per imparare a menadito quei capitoli infiniti che gli avrebbero concesso l'ingresso al secondo anno di corso. Le pagine di geografia urbana continuavano a presentarsi sotto il suo sguardo, ma a lui ogni parola appariva come un aggrovigiliamento di lettere, sparse e inserite qua e là in modo affatto artistico. Forse se avesse studiato un po' per volta avrebbe avuto una minima speranza di riuscire nel suo intento di accedere alle prossime lezioni, ma la superbia gli aveva consigliato di attendere e divertirsi, poiché la sua mente era abbastanza sviluppata da permettergli di memorizzare il tutto in pochissimo tempo. Purtroppo, quella sua intellettualità aveva un'altra rotta, era completamente mirata alla risoluzione del caso 'Silver' e la pianificazione del territorio era divenuta tanto insulsa quanto complicata.

Ecco che infatti, come già successo una miriade di volte durante quello che doveva essere il suo orario di studi, l'occhio era caduto sulla cartellina adibita alla ricerca psicologica sull'amico argenteo, materia decisamente più interessante di ciò che avrebbe dovuto trattare seriamente sui fogli di carta che gli avrebbero assegnato il fatidico mattino dell'esame.
Una sola cosa era certa: il corso di studi da lui intrapreso non era il suo vero cammino, non quello che sentiva suo. Perché non si era concentrato sul suo desiderio personale, invece di ascoltare i professori del liceo?
'Sarai un bravissimo architetto, è la strada giusta!'
La cruda verità era che a lui l'architettura interessava molto relativamente. Si, non poteva dire di non essere portato per lavori come l'ingegnere o il geometra, ma sentiva di non appartenere troppo a quel mondo fatto di numeri e linee. Nell'ultimo anno della scuola superiore, troppo tardi, aveva trovato dei docenti che gli avevano fatto amare come mai prima le materie umanistiche e in modo particolare la filosofia. Però, come ribadito dalla madre e dagli insegnanti, facendo di quella materia il proprio scopo di vita, non si andava da nessuna parte. Chiunque aveva deciso di laurearsi in filosofia, o era divenuto professore, cosa che il riccio non era intenzionato a fare, oppure faceva la fame gravando sulle spalle dei genitori o del partner. E lui voleva essere indipendemte, non aveva intenzione di elemosinare denaro e alloggio.
La società richiedeva continuamente delle persone competenti in grado di gestire e pianificare, e non avendo la più minima intenzione di cimentarsi nello studio di giurisprudenza o medicina, l'unica soluzione vera era apparsa ai suoi occhi sotto la mesta forma del corso da lui scelto. Mai lo avesse fatto!

Il suo pensiero si era, in pochissimo tempo, rivolto alle ricerche per Silver. Una volta preso un quaderno dalla copertina gialla dalla pila locata sulla scrivania, aveva recuperato la cartellina trasparente in cui teneva i fogli stampati e con devozione aveva iniziato una nuova area di ricerca; con una penna rossa aveva scritto il titolo in stampato maiuscolo, ben leggibile, sul margine superiore.
L'argomento da lui affrontato in quel momento sarebbe stato il delirio. Per quanto considerasse il riccio bianco fin troppo calmo per poter essere affetto dalla patologia, diversi punti rinvenuti nella descrizione del delirio erano analoghi a quanto sapeva sul conto dell'amico.

Come prima cosa, prima di tentare di esaminare uno a uno i possibili casi in cui la malattia si presenta, aveva provato a evidenziare quali erano più simili al soggetto da esaminare: quelli più rappresentativi erano sembrati il delirio nichilista, quello di controllo o inserimento e quello somatico e forse -avrebbe avuto bisogno di conferme dal diretto interessato- quello onirico.
Il suo sguardo era passato velocemente tra le righe che trattavano degli effetti generali, e per quanto Silver potesse avere qualcosa in comune con tanti dei punti dell'elenco, ad esempio la poca attenzione e la difficoltà a discutere senza cambiare discorso improvvisamente, Sonic aveva ritenuto che non era il delirio il vero problema. Non perché non voleva rendersi conto del fatto che l'amico avesse effettivamente qualche problema, ma riflettendo a fondo, tra una pausa e l'altra dagli impegni, si era reso conto che ogni singola stranezza del ragazzino era direttamente collegata alla coscienza. Non vi era stata una volta in cui non era stata quest'ultima il capro espiatorio della situazione, ma essendo una voce nella testa, forse il riccio bianco intendeva dire che era la sua mente ad aver bisogno di cure, oppure che tutto derivava da una turba mentale che per lui aveva un'identità propria. Magari era un amico immaginario su cui scaricare tutte le colpe. Eppure aveva ribadito ben due volte, una durante il festival e una alla sorgente, che la coscienza era dotata un cervello proprio.

La situazione era estenuante, ogni indizio conduceva a una soluzione differente.
Improvvisamente si era ricordato del fatto che Blaze gli avesse confidato che il maggiore stava molto meglio ora che finalmente usciva dalla sua amata casa.
Preso il portatile, aveva immediatamente cercato la parola chiave 'solitudine'. Incredibilmente, nella pagina web in cui aveva trovato un breve saggio dedicato all'isolamento e alla povertà dei legami affettivi, e i problemi che causa, aveva trovato una grande compatibilità con le stranezze di Silver: stanchezza fisica e indebolimento del corpo, diminuzione della cura di sé stesso, disturbi nella qualità del sonno e maggiore vigilanza e percezione del pericolo. Quest'ultima parte, in particolare, poteva essere legata, sia alle allucinazioni di cui soffriva Silver, a quanto pare mirate allo stimolo di una buona autodifesa, sia alla sua diffidenza con le persone, caratteristica che probabilmente aveva adottato fin da piccolo a causa del bullismo.

Mentre il riccio blu terminava la lettura dell'articolo, che si concludeva con cure e soluzioni, il suo telefono aveva emesso lo sgradevole, ma tanto atteso, trillo.

Silver: Tutto ok, come al solito. Nulla di troppo emozionante.

Sonic aveva sorriso a quelle parole, ma poco prima di riuscire a formulare una risposta, un'altra frase era apparsa:

Silver: Oggi ho parlato un pochino con Knuckles e tra una cosa e l'altra mi ha detto che piaccio a una          persona...
Non è che mi aiuti a capire chi è?

Il ragazzo dagli occhi verdi era sbiancato improvvisamente.

-Di sicuro non è fidanzato/a.

Era inutile prosporre il momento, ci sarebbe arrivato prima o poi, e anche se lo avesse scoperto, il minore non avrebbe avuto problemi a chiedere di poter passare dell'altro tempo insieme per una conferma. No cose affrettate.

Silver: l'ho pensato anche io, quindi non possono essere né Blaze, né Shadow. Meno male, immaginati che imbarazzo con Shadz ahahahah

-Sarebbe stranissimo!!
Non riuscirei nemmeno a immaginarvi innamorati. Cioè, mi fa già strano pensare che stia con Blaze.

Silver: Già, hai ragione.
Non credo sia neanche Amy, lei è una sanguisuga, ma solo con te.

-Non mi ci far pensare.

Per qualche secondo Sonic si era immaginato la faccia della ragazza, nel caso lui e Silver si fossero fidanzati. Già la sentiva gracchiare dei confusi 'mi conosci da sempre e sai quanto ti amo, cosa significa che stai con lui che a malapena hai incontrato ieri?'. Non era sicuro di voler vedere una scena del genere.

Silver: Non credo sia Knux, me lo avrebbe detto e basta...

-A Knux piacciono le tette, fidati.

Silver: Senti, Sonic... sono andato e esclusione e
Non so, credo sia arrivato il momento di dirtelo.

Il cuore del porcospino blu batteva all'impazzata, e quasi sembrava voler percorrere il suo esofago e scappare tramite l'uscita d'emergenza, la bocca. I ragazzi glielo avevano detto, che il ragazzo dal pelo candido era innamorato di lui, ma sentirlo dire dal diretto interessato era tutta un'altra cosa. Con fatica aveva scritto la risposta.

-Dimmi
Credo di aver intuito.

Silver: non ero mai riuscito a dirlo a qualcun altro prima di te. Ti prego, rispondimi sinceramente.
Sonic, io ti amo.

-Sembra che il momento sia arrivato...

Silver: Sei tu, vero?
Ho paura...

-Si, Silv, sono io.

Sentiva la faccia ribollire dall'imbarazzo, ma anche grazie a qualcosa di più, un sentimento che per poco non aveva completamente dimenticato. La testa che diceva no, il cuore che insisteva e cercava di spronarlo a dichiararsi decentemente, e soprattutto a buttarsi a capofitto. L'amore non vuole e non può essere controllato, se ne doveva fare una ragione. Le labbra apparentemente morbide di Silver gli erano tornate in mente, vivide come se il giovane si trovasse proprio davanti a lui.
Poi quegli occhi dorati, sofferenti e alla ricerca disperata di qualcuno che potesse colmare il vuoto lasciato dalle ingiustizie e dalle persone ipocrite.

-Silv, te lo avrei dovuto dire la sera al festival, appena mi sono reso conto di quanto provavo.
Ma non ti volevo spaventare, volevo che ci conoscessimo un pochino meglio...

Silver: Non ti immagini come mi sento ora, non ne hai la più pallida idea. Sto piangendo a dirotto.

-Hey, non piangere! Devo venire a soffiarti il nasino come se fossi tua madre?

Silver: Se proprio ci tieni ;)

-Senti, io amo te e tu ami me... ti devo chiedere una cosa.

Silver: Dimmi.
Sono emozionato ahahahah

-Riusciresti ad aspettare un altro mesetto o due?

Silver: In che senso?

Ecco che ancora una volta la ragione aveva sopraffatto il sentimento.

-Mi dispiace, non mi sento ancora pronto. Sai bene come è andata l'ultima relazione e non voglio stare così male come quella volta. Non significa che non ne riparleremo, ma voglio, ho bisogno, di tempo. 
Scusami, faccio schifo.

Silver aveva impiegato un po' di tempo prima di rispondere e ciò aveva reso molto nervoso l'altro, che sapeva di aver appena detto una colossale idiozia. Lui desiderava il riccio argenteo, perché non riusciva a conciliare pensieri e anima?

Silver: Mettici tutto il tempo di cui hai bisogno. Non ti voglio costringere, se non te la senti ti capisco. Tranquillo, non ti sfiorerò con un dito se non ti aggrada.

-Io ti voglio tantissimo, e non ti immagini nemmeno la voglia di baciarti che provo ora. Non penso di poter cambiare idea facilmente ahahahDevo solo finire di disintossicarmi dalla storia con Tails, poi sarò pronto. E tranquillo, arriverò molto presto <3

Sonic aveva continuato a discutere felicemente con il ragazzo, dimenticandosi completamente dei complessi, sia quelli altrui che i suoi. Qualche giorno, e sarebbero stati felicemente fidanzati, già lo immaginava.

"Oh, Silver, ma credi davvero che riuscirà a dimenticare il suo unico vero amore? Non sei all'altezza di Tails, non puoi sostituirlo."

 
   
 
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