Anime & Manga > Doremi
Segui la storia  |       
Autore: 7vite    29/09/2017    1 recensioni
La vita di Doremi e le sue amiche è cambiata definitivamente da quando le sei apprendiste hanno deciso di rinunciare per sempre all'uso dei poteri magici, scegliendo di restare a vivere nel mondo degli esseri umani.
Le loro strade si sono divise, ognuna di loro ha intrapreso un cammino diverso, promettendosi però di restare amiche per sempre.
Ed è qui che le incontriamo nuovamente, alle prese con i problemi che affliggono tutte le adolescenti.
Riusciranno a gestire le nuove avversità senza l'aiuto della magia?
Genere: Commedia, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
- UN REGALO SPECIALE -
parte 2
 
Melody aveva mantenuto la sua parola, impegnandosi giorno e notte nella realizzazione di una tromba in miniatura. Non era stato affatto facile, soprattutto a causa dei pistoni. Aveva lavorato tenendo una fotografia in scala sotto gli occhi, cercando di riprodurre ogni minimo dettaglio. Prima d’ora non aveva mai costruito oggetti tanto complicati, al MAHO si limitava a fare amuleti ed anelli che richiedevano al massimo quindici minuti di tempo. Stavolta era completamente diverso, aveva distrutto e ricostruito tutto svariate volte prima di essere del tutto soddisfatta della sua opera. Alla fine aveva persino deciso di incidere le iniziali del suo amico sulla campana, in modo da rendere il regalo ancora più prezioso e personale. Per concludere, aveva attaccato una piccola catenina che terminava con un anello in prossimità del bocchino.
Studiò nuovamente l’oggetto da diverse prospettive, confrontandolo con la foto che teneva sulla sua scrivania. Sembrava essere identico.
Consegnò l’oggetto a Doremi, che l’avrebbe poi dipinto, raccomandandosi di usare solamente i colori oro e argento. Per tutta risposta Doremi aveva sorriso.
«So bene quanto tempo ti ha impiegato, prometto che questa volta non combinerò nessun pasticcio. Mi atterrò alla stessa foto da cui hai preso l’ispirazione per essere sicura di non commettere errori.»
Melody si era fidata, ma affidandole l’oggetto aveva avvertito come una fitta al cuore. Decise di ignorarla, ma non riuscì a scacciare il pensiero che, sebbene avesse dedicato così tante cure al portachiavi, alla fine non sarebbe stata lei in persona a donarlo a Masaru, e questa cosa, in qualche modo, la rattristava profondamente.
Sospirò, cercando di scacciare via il senso di malinconia che l’aveva assalita.
“Non importa da chi lo riceva. Ciò che conta è che lo renda felice.”
E, immaginando il suo viso sorridente, non poté non sentirsi meglio.
 
***
 
Il penultimo giorno di scuola, prima delle vacanze natalizie, il mercatino di classe sarebbe stato smontato. Anche se Doremi si era parecchio divertita a gestire tutto quanto, doveva ammettere di esserne piuttosto lieta. La signorina Asami si era congratulata con tutti quanti per l’impegno e li aveva ringraziati regalando loro una piccola porzione di caramelle.
Nel pomeriggio i membri del club di dibattito avrebbero dovuto ripresentarsi nell’ufficio del preside per ricevere la risposta definitiva. La signorina Asami era l’unica a conoscenza della somma esatta, essendo il tesoriere del gruppo, ma aveva mantenuto il segreto, senza cedere ai continui piagnistei di Sora, che voleva essere la prima a conoscere la risposta.
«Ti ho detto di no. Non vorrei che ti creassi delle false aspettative. Aspetterai la decisione del preside oggi pomeriggio come tutti gli altri, ci siamo intesi?»
Aveva detto e, contro ogni aspettativa, si era mostrata ferma nella sua scelta.
Il preside però li sorprese, presentandosi di persona alla riunione del gruppo, invece di attenderli nel suo ufficio come pattuito in precedenza.
Quando gli alunni lo videro entrare si alzarono in tutta fretta dai loro posti, in segno di saluto.
«Non avevo molto da fare, e ho deciso di venire a trovarvi, in modo da velocizzare le cose.»
Il tono brusco con lui lo aveva detto non lasciava presagire nulla di buono. Pareva quasi che godesse nel veder infrangersi i sogni dei suoi studenti.
«Signorina, se non sbaglio sei tu la responsabile di tutto quanto, dico bene?»
Disse fissando Doremi. Anche se quell’uomo la intimidiva un po’, decise di non lasciarlo trasparire. Serrò i pugni davanti a sé facendo un cenno con la testa.
«E chi si è occupato invece del denaro?»
Domandò infine, volgendo lo sguardo verso Sora, dando per scontato che si trattasse di lei.
«Me ne sono occupata personalmente signor preside.»
Affermò la voce della signorina Asami. Il preside parve turbato.
«Lei?»
«Sa? Così facendo ho avuto modo di poter arrangiare tutto il necessario, restando ovviamente nei limiti.»
«Cosa intende dire?»
«Mi riferisco ai costi delle decorazioni, del noleggio dell’impianto acustico e visivo, delle vivande da servire e così via. Capisce che una studentessa delle medie non avrebbe potuto occuparsene, sarebbe  stata una responsabilità troppo grande.»
L’uomo non si scompose, tuttavia qualcosa nel suo tono di voce tradiva la rabbia.
«Quindi ha fatto i conti senza l’oste.»
«Al contrario, mi sono solamente limitata a controllare se i nostri fondi fossero sufficienti, ma non ho inviato nessuna conferma. Non mi permetterei mai senza avere la sua approvazione.»
La signorina Asami ostentò un largo sorriso, poi prese la busta contenente il denaro.
«E sono lieta di informarla che rientriamo perfettamente nel budget.»
Sia il preside che gli studenti spalancarono gli occhi.
Alcuni mormorii di assenso si diffusero tra i membri, che adesso erano agitati e seguivano la scena con maggiore interesse.
«Impossibile!»
Sussurrò l’uomo ignorando i brusii, ma la signorina gli si avvicinò con passo deciso.
«Al contrario. Avevo sottovalutato l’idea del mercatino, lo ammetto, ma direi che ha funzionato! Ah, se non le spiace, avrei anche allegato una copia dei preventivi che ho richiesto, affinché possa avere una chiara visione. Bene, a questo punto non resta che metterci all’opera! Immagino sia felice di dare questa bella notizia ai suoi studenti.»
Il preside divenne paonazzo. Il suo sguardo guizzava dalla signorina alla busta che teneva alle mani. Con uno sforzo enorme allargò le labbra in un sorriso, rivolgendo lo sguardo ai ragazzi.
«C…Certamente.»
Disse, schiarendosi la gola.
«Sono orgoglioso di tutti voi, e mi rallegra darvi questa fantastica notizia. La somma finale riesce a coprire le spese, quindi… Quindi a fine anno scolastico verrà organizzato un ballo!»
Pronunciò le ultime parole con velocità, sperando forse di non essere compreso, ma era troppo tardi. I ragazzi erano scoppiati in una fragorosa risata. Alcuni si davano il cinque, altri erano corsi ad abbracciare Sora e a complimentarsi con Doremi.
Avevano vinto.
 
 
L’ultimo giorno di scuola le lezioni durarono un po’ meno, dal momento che dopo gli alunni si sarebbero scambiati i rispettivi regali. Doremi aveva incartato il portachiavi per Masaru in un pacchetto color argento che aveva legato con del nastro blu. Sperava che il colore che aveva passato col pennello non fosse venuto via, dato che poco prima di impacchettarlo aveva dato un ultimo ritocco.
Si avvicinò lentamente al compagno, che teneva le mani incrociate dietro alla testa e gli occhi chiusi come al suo solito.
Doremi si schiarì la voce per attirare la sua attenzione. Ottenne il successo sperato, perché il ragazzo socchiuse un occhio alzando il sopracciglio.
«Vuoi parlare con me?»
Domandò con un tono piatto.
“Beh, altrimenti perché sarei qui?”
Si ritrovò a pensare, mordendosi la lingua.
«Sì, per un fortuito caso del destino sono stata io a pescare il tuo nome, quindi mi è toccato farti un regalo.»
Rispose Doremi con allegria, mostrandogli il migliore dei suoi sorrisi.
«Si tratta di questo? Potevi anche risparmiartelo, in fondo non ci tengo a questo genere di cose.»
Una ruga si formò proprio sotto al sopracciglio della ragazza.
“Che modi, ma gli sembra questo il modo di mostrare riconoscenza? E’ incredibile, non si addolcisce nemmeno sotto il periodo delle feste.”
«Beh, ma ormai è tardi, che ne dici quindi di farmi felice, scartandolo?»
“Mi toccherà portare pazienza, non voglio certo rovinare il buonumore che mi procura il Natale solamente per colpa di Masaru, in fondo sono certa che ne sarà felice.”
Pensò allungando le braccia in sua direzione.
Masaru non fece nessun segno di voler accettare il dono che la ragazza gli porgeva proprio sotto il naso, serrando nuovamente gli occhi e tornando ad ignorarla.
«MA INSOMMA TI DECIDI AD ACCETTARE IL MIO REGALO? SEI PROPRIO UN MALEDUCATO, SAPESSI QUANTO TEMPO HO IMPIEGATO PER REALIZZARLO E TU MI SNOBBI COSÌ! VERGOGNATI!»
“Ops, come non detto.”
La voce squillante della ragazzina aveva fatto cadere Masaru dalla sedia.
«Gulp, e va bene, ho capito, datti una calmata, insomma!»
Disse infine fronteggiando la ragazza ed afferrando il piccolo pacco che gli poneva. Doremi l’osservò mentre lo scartava. Un bagliore illuminò il suo sguardo, sembrava sorpreso.
«Ma questo è… »
Disse, senza finire la frase.
«Ti piace?»
Domandò Doremi sorridendo a trentadue denti, una volta accertatasi di aver ottenuto la reazione desiderata. Da un tipo come Masaru non si aspettava certamente salti di gioia, ma quel suo silenzio e lo sguardo rapito le avevano dato ogni conferma: il regalo gli piaceva tantissimo.
«Beh, questo mi rallegra! Volevo che anche tu fossi felice in questo periodo dell’anno.»
«Grazie.»
Riuscì a mormorare lui senza staccare lo sguardo dalla sua tromba in miniatura, studiandola sotto ogni aspetto.
«È perfetta.»
Quelle parole le avevano scaldato il cuore.
«Non è solo me che devi ringraziare.»
Lui si voltò finalmente a guardarla.
«Io mi sono occupata solamente di dipingerla. La struttura è stata realizzata da Melody, è stata lei anche a suggerire quest’idea e ad incidere le tue iniziali. Dice che in questo modo avrai il tuo strumento preferito sempre insieme a te. Dovresti ringraziare anche lei, quando ti capiterà l’occasione.»
Gli disse sorridendo con gli occhi chiusi, prima di allontanarsi dal banco del ragazzo per raggiungere Marina e le altre.
«Lo farò.»
Sussurrò lui quando lei fu già troppo lontana per udirlo.
 
«Che bel regalo, Akane, sono così invidiosa!»
Diceva Marina, lodando una sciarpa color lillà che Akane teneva fra le mani.
«Già, sono stata molto fortunata ad avere Nana come Babbo Natale segreto! Lei sì che ha ottimi gusti in fatto di moda, non trovate?»
Le altre confermarono a voce alta, facendola arrossire.
«Tu cos’hai ricevuto invece, Marina?»
Domandò di rimando all’amica.
«Io questo bellissimo porta colori. Me l’ha regalato Haruo, non trovate che sia delizioso?»
«Sì, e poi guarda il disegno, è un prato fiorito e tu ami i fiori! Deve averti inquadrata molto bene.»
Le disse Akane allegramente.
«Sì è vero… E tu invece Doremi? Cos’hai ricevuto? Chi era il tuo Babbo Natale segreto?»
Doremi mise il broncio.
«A dire il vero non si è ancora fatto vivo! Non capisco cosa aspetti, la campanella sta per suonare ed io ci tengo a ricevere il mio regalo di Natale… A meno che…»
Doremi divenne improvvisamente blu, portandosi le mani sulle guance come a voler imitare l’Urlo di Munch.
«A meno che il mio nome non sia rimasto sul fondo! Forse non è mai stato pescato da nessuno! Sì, è andata sicuramente così, come al solito sono la bambina più sfortunata della terra!»
Doremi iniziò a piagnucolare, mentre Marina le dava delle dolci pacche sulla schiena tentando di consolarla come meglio poteva.
«Ehi Dojimi!»
La voce di Tetsuya interruppe il suo pianto, innervosendola.
«Cosa vuoi? Ti sembra il momento di disturbarmi? Non vedi che mi sto commiserando? Potresti lasciarmi in pace almeno l’ultimo giorno di scuola? E dire che a Natale dovremmo essere tutti più buoni…»
Il ragazzo non rispose alle sue accuse. Doremi lo fissò.
«Che c’è?»
Domandò lui seccato. Si comportava in modo strano, aveva il viso rosso e teneva lo sguardo basso.
«Di un po’, sei sicuro di stare bene? Di solito quando mi vedi giù decidi di inferire rendendomi furiosa, e invece questa volta hai chiuso il becco. Non è da te, Non ti sarà mica venuta la febbre?»
Fece per avvicinare la mano alla sua fronte, ma il ragazzo la respinse.
«Ma cosa fai? Lasciami in pace!»
«Che caratteraccio! Ritiro tutto, sei sano come un pesce!»
Gli voltò le spalle, ma lui la richiamò.
«Aspetta… Io… Ho… Questo…»
«Che stai farneticando? Dici cose senza senso…»
Senza aggiungere altre parole, Tetsuya le allungò un pacchettorettangolare rosa con un nastro rosso.
Doremi gli rivolse un’occhiata confusa, poi una lampadina si accese finalmente nella sua testa.
«Allora sei tu il mio Babbo Natale segreto!»
Disse, puntandogli un dito contro. Il ragazzo tacque, limitandosi ad annuire.
«SI PUÒ SAPERE PERCHÉ CI HAI MESSO TANTO? STAVO COMINCIANDO A PERDERE LE SPERANZE! È PROPRIO CRUDELE DA PARTE TUA, MA TANTO LO SO CHE NON CAMBIERAI MAI.»
Gli urlò in faccia.
«Oh insomma! Chiudi un po’ il becco ed aprilo, no?»
Le ordinò lui con un filo di voce, lo sguardo fisso sul pavimento.
Doremi decise di dargli una tregua ed accettò il suo regalo con un largo sorriso.
«E va bene, vediamo cosa mi hai comprato.»
Sotto la carta da regalo rosa c’era un pacchetto beige.
«Cos’è?»
Disse Doremi agitandolo, ma Tetsuya le bloccò le mani.
«Non scuoterlo,rischierai di romperlo! Insomma, smetti di fare la bambina ed aprilo!»
«Uff, e va bene… Non sono una bambina!»
Aprì il secondo pacchetto e si trovò sotto agli occhi un orologio dal quadrante tondo nero ed il cinturino color rosa shocking.
«Ho pensato che, dato che sei sempre in ritardo, poteva tornarti utile.»
Doremi guardò il compagno dal basso.
«È davvero bello, ti ringrazio di cuore. È da un po’ che desidero comprarne uno, ma finisco sempre per dimenticarmene. Questo qui è davvero di buon gusto, e poi il rosa è anche il mio colore preferito. Grazie infinite.»
Gli occhi di lei luccicavano, cosa che mise Tetsuya ancora più a disagio di prima. Non era abituato a quel suo tono calmo, o al fatto che lei gli fosse riconoscente, sembrava tutto così diverso, quasi surreale.
Lui si passò una mano dietro la testa.
«Cerca di regolarlo bene, altrimenti non ti servirà a nulla. Anzi se vuoi ci penso io, dato che sei un’imbranata…»
«Come prego?»
Era durato fin troppo…
«DEVI PROPRIO OFFENDERMI ANCHE QUANDO MI FAI UN REGALO?»
«CHE HO DETTO DI MALE? VOLEVO SOLAMENTE DARTI UNA MANO!»
«HAI DETTO CHE SONO IMBRANATA!!»
«MA È LA VERITÀ!»
«MA PERCHÉ CONTINUO A PERDERE TEMPO CON TE?»
«ME LO CHIEDO ANCH’IO, SEI PROPRIO UN’IRRICONOSCENTE!»
«E TU IL SOLITO SBRUFFONE!»
«ME NE VADO!»
«ADDIO!»
Il resto della classe era rimasto ammutolito a fissare la scena.
Niente, per quei due non esisteva la benché minima possibilità di andare d’accordo, nemmeno a Natale!
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Doremi / Vai alla pagina dell'autore: 7vite