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Autore: Najara    30/09/2017    6 recensioni
Il cielo è calmo e sereno su National City fino a quando una misteriosa breccia non si apre e da essa cade una figura ancora più misteriosa.
Una nuova avventura SuperCorp.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Kara Danvers, Lena Luthor
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ricominciare

 

Non appena Lena vide entrare Mon-El al DEO si alzò dalla sedia e gli si avvicinò, il ragazzo la fissò con aria bellicosa.

 “Seguimi.” Disse però lei, dirigendosi verso la palestra che sapeva essere vuota, senza neanche assicurarsi che la seguisse.

“Non mi prenderò un altro cazzotto senza…”

“Mi dispiace.” Lo interruppe secca Lena e lui sgranò gli occhi sorpreso.

“Davvero?” Chiese.

“Non lo ripeterò.” Chiarì subito lei e il daxamite sorrise.

“Ok, bene, grazie. Perché volevo solo scherzare e di certo non mi aspettavo un simile pugno sul naso.”

“Lo so, stavi scherzando, lo fai sempre, Kara è la tua ragazza e se lei ama le tue battute va bene così.” Dichiarò lei tutto d’un fiato come se le costasse notevole fatica.

Mon-El sbatté le palpebre, era stupito, molto.

“Aspetta… non lo sai? Non te lo ha detto?” Chiese e Lena lo guardò stranita, di cosa stava parlando?

“Cosa dovrei sapere?” Domandò a sua volta e il giovane si passò la mano sul volto, davvero sorpreso.

“Sono mesi ormai… Da quanto c’è stato quel piccolo incidente in cui hai perso i poteri ecc. ecc.?” Domandò con la solita insensibilità.

“Tre mesi.” Rispose secca, cercando di non desiderare di colpirlo ancora. La mano le faceva ancora male, anche se Alex le aveva fatto una lastra e aveva detto che non c’era nulla di rotto, fare un bis sarebbe stato molto stupido anche se soddisfacente.

“Bene, allora sono tre mesi che io e Kara non stiamo più assieme.”

Mon-El avrebbe potuto dire molte cose, avrebbe persino potuto colpirla, ma nulla, nulla avrebbe potuto rivaleggiare con quell’affermazione. Lena lo fissò per un lungo istante, il giovane si strinse nelle spalle.

“Qualcosa sul fatto che fossi un buon amico che non avrebbe mai smesso di volermi bene e di esserci per me, ma… niente di più.” Spiegò.

Mon-El la fissava con aria divertita, persino un po’ sarcastica, come se fosse felice che fosse lui per una volta ad aver zittito lei, ma Lena non riuscì a dire nulla. Kara, ancora una volta, aveva dimostrato di essere più decisa e sicura dei suoi sentimenti di quanto lei avesse potuto immaginare.

Quando tornò da Winn, Kara stava scherzando con il ragazzo.

“Buongiorno.” Le disse, abbassando lo sguardo, le guance soffuse di rosa. Come poteva essere così decisa, così veemente, così pronta a lottare per ciò che credeva e poi l’istante dopo arrossire ed essere così terribilmente adorabile?

“Buongiorno.” Riuscì a risponderle.

“Ho portato le ciambelle… spero che ti piaceranno.” Sorrise timidamente e poi si lanciò nel cielo.

“Perché Kara ha preso solo ciambelle con la glassa al cioccolato?” Si lamentò Winn e Lena non poté impedirsi di sorridere.

 

Kara stava lavorando alla CatCo, l’articolo stava venendo bene ed era piuttosto soddisfatta.

“Ciao, Kara, hai un momento?”

“Certo.” James le indicò il suo ufficio e chiuse la porta dietro di lei, Kara lo guardò perplessa, la segretezza poteva capirla, ma la preoccupazione sul viso del ragazzo no.

È successo qualcosa?” Gli chiese.

“Non ancora.” Rispose il giovane enigmatico.

James si sedette sulla scrivania e la fissò incapace di decidere da dove cominciare.

“James?” Lo incitò lei e il ragazzo annuì.

“Certo… mi ha chiamato Winn, voleva che sapessi che… Lena.” Kara scattò in piedi.

“Cosa le è successo? Sta bene? Si è fatta del male?” James alzò le mani fermandola.

“No, no, sta bene!” Le assicurò.

“E allora perché mi hai fatto spaventare in questo modo!” Lo sgridò lei, scuotendo la testa.

“Lena ha violato la stanza dei reperti per accedere allo scomparto C.R.01.” Spiegò lui e la ragazza si sedette di nuovo.

J’onn lo sa?”

“Sì. È stato lui ha chiedere a Winn di tenere sotto particolare sorveglianza il congegno di Cisco.” James si strinse nelle spalle. “Non sarebbe neppure riuscito a scoprirlo se non fosse stato per questo eccesso di zelo. Lo sappiamo tutti quanto è brava.”

“Già…”

“Vuole tornare a casa.” Disse allora il giovane e Kara alzò lo sguardo su di lui.

Lo sapeva, eppure non poteva accettarlo.

“Ho bisogno ancora di… solo un po’ di tempo…” Lui le annuì, comprensivo, ma il suo volto preoccupato non cambiò.

Kara si alzò e se ne andò tentando di tornare al suo articolo, ma era difficile. Poteva accettare di lasciarla andare, ma se fosse semplicemente sparita dalla sua vita così come vi era entrata?

Aveva bisogno di dirle addio.

Quella sera tornò al DEO. Alex era ancora impegnata in laboratorio per delle analisi e le fece un cenno, tornando subito a lavorare. J’onn era occupato in qualche missione e Winn era in libera uscita.

Molto probabilmente Lena era a casa sua. Le sue orecchie, però, le portarono un suono preciso, che riconobbe immediatamente. Non esitò e raggiunse la stanzetta in cui tanto spesso aveva chiacchierato con Lena.

La ragazza era seduta sulla poltrona che aveva sempre preferito e stava sistemando i pezzi sulla scacchiera facendo quel particolare rumore che aveva riconosciuto.

I loro occhi si incrociarono ed entrambe seppero che quello era solo un modo, come un altro, per iniziare una conversazione. Tra loro, dopo tutto, quella era sempre stata la parte difficile.

Kara si sedette in silenzio e Lena fece la prima mossa, muovendo un pedone.

Giocarono tre partite che Lena vinse con facilità. Nessuna delle due parlò, fino a quando Kara non vide il suo re sconfitto per la terza volta e si lasciò cadere sul divanetto.

“Non voglio che tu te ne vada senza salutare.” Disse. Non era più confusa, triste o arrabbiata, era solo… stanca.

“Non lo farò.” Mormorò Lena.

“Allora perché hai…”

“Avevo bisogno di essere sicura che funzionasse.” Affermò, senza la minima sorpresa.

“Sapevi che lo avrei scoperto.” Comprese Kara e Lena annuì.

Winn è acuto, molto intelligente, ma ci sono ancora dei trucchetti che posso insegnargli.” Si guardarono. Entrambe avevano molte cose da dire, ma sembrava che non sapessero decidersi.

“Ti permetterò di partire. Quando sarai pronta non farò nulla per ostacolarti, lo prometto.” Disse infine Kara, era difficile fare quella promessa, ma doveva perché così avrebbe vincolato anche se stessa.

“Grazie.” Le rispose.

Kara cercò il suo sguardo, era difficile, rimanere lì, immobili in silenzio, lontane. Quando tutto ciò che voleva era…

Supergirl, abbiamo un’emergenza!”

Kara quasi sobbalzò nel sentire il suo auricolare attivarsi e la voce dell’agente del DEO di guardia che le parlava.

“Arrivo.” Disse e Lena abbassò lo sguardo, mentre lei si alzava. “Devo… devo andare.” Mormorò.

“Lo so.” Le disse la donna. Kara annuì e poi uscì dalla stanza, sfilandosi gli occhiali, fece un passo e tornò indietro

“Non sparirai, vero?” Chiese e, per la prima volta, Lena le sorrise.

“No, promesso.”

Il mattino dopo Lena le consegnò un sacchetto pieno di biscotti kryptoniani. Kara arrossì e sorrise.

“Ci ho messo un’ora.” Confessò. “Mi mancano i miei poteri.” Ammise, ma il sorriso sulle sue labbra eliminò il rammarico nella sua voce.

La donna fu sul punto di andarsene quando Kara la richiamò.

“Ehm… Lena?”

“Sì?” Le domandò la giovane Luthor.

“Grazie… lo so che il tuo tempo è prezioso e…”

“Non ti preoccupare, ora mangio solo due volte al giorno risparmiando molto tempo.” Le sorrise, divertita dalla sua espressione.

“Oh, stai scherzando!” Comprese lei e Lena rise.

“In realtà non proprio.” I loro occhi si allacciarono in uno sguardo un po’ troppo lungo, poi Lena distolse i suoi. “Buona giornata, Kara.”

E fu una buona giornata, ogni volta che Snapper le lanciava un’occhiataccia lei si mangiava un biscotto, finirono presto, ma le lasciarono un sorriso sulle labbra e un caldo senso di casa nel cuore.

I pensieri tristi, le paure e i timori per il futuro se ne andarono e lei tornò al DEO con la ferma decisione di ottenere altri di quei deliziosi biscotti.

“Lena!” Disse trovandola impegnata in un laboratorio. La donna alzò lo sguardo sorpresa. “Ciao.”

“Va tutto bene?” Le chiese subito lei, preoccupata.

“Sì. Certo, perché dovrebbe andare male?” Lena si rilassò sulla sedia guardandola divertita e Kara provò un’intima scossa. Lei sapeva quello che la ragazza provava e Lena sapeva che lei sapeva. La donna, però, invece di essere in imbarazzo sembrava…

Era strano essere guardate in quel modo, era frustrante sì, ma anche, sorprendentemente, eccitante.

Kara arrossì al pensiero e vide Lena sorridere un po’ di più, lo sguardo che si faceva ancora più intenso, se si fosse morsa le labbra… ma non lo fece e Kara si schiarì la gola, riprendendo il controllo.

“Volevo chiederti la ricetta per quei biscotti. Sono una frana in cucina, ma devo imparare a farli!”

“Non se ne parla neppure.” Affermò, però, la donna, sorprendendola.

“Ma…” Tentò di protestare lei.

“Sono l’unica che può offriti un simile…” Si interruppe, sorrise e, consapevolmente, finì la frase. “Piacere.” Kara trangugiò a vuoto, arrossì e poi annuì.

“Ehm… ehm… capisco.” Ruotò su se stessa e se ne andò. Ritirata strategica suggerì la sua mente, fuga precipitosa strepitò il suo cuore. Cosa diavolo stava facendo Lena? Perché il suo atteggiamento era così drasticamente cambiato? Ok, l’aveva baciata la sera prima, ma era stato solo uno sfiorarsi,  il sugellare un: mai; di certo non era stato un: forse; e neppure un: domani ti guarderò come se fossi un pasticcino prelibato!

Arrossì ancora e fu sicura che persino le sue orecchie erano rosse.

“Kara, viene ad allenarti con me?” Le chiese Mon-El. “Stai bene?” Le domandò il ragazzo, perplesso nel vedere il suo viso.

Da quando si erano lasciati era diventato più attento, per quanto ciò fosse assurdo… come se l’essere solo suo amico lo rendesse, finalmente, più sensibile al suo umore, mentre quando lei era la sua ragazza dava per scontato che dovesse essere felice e spensierata perché aveva lui accanto. Non era stato semplice lasciarlo, non perché provasse dei sentimenti seri per lui, ma perché il giovane aveva strepitano, urlato e poi pianto. L’aveva riempita di regali e poi l’aveva supplicata di riprenderselo. Si era gettato sulle donne, cercando di farla ingelosire e poi l’aveva verbalmente aggredita rinfacciandole tutto quello che lui aveva fatto per lei. Alle fine, però, dopo qualche settimana si era calmato, avevano parlato seriamente, come adulti e lui aveva accettato la sua decisione. Piano, piano erano diventati di nuovo amici e ora Kara apprezzava il tempo passato con lui, la sua leggerezza nel vedere le cose. Il suo spensierato menefreghismo era stato dannoso nella loro storia, ma poteva essere rilassante in un’amicizia.

“Credo che… devo…”

“Oh, Kara, solo una cosa.” La fermò il giovane dal volare via. “Cosa buffissima!” Affermò ancora lui e lei si chiese quale altra espressione umana avesse scoperto. Era ormai un anno che era sulla Terra e ancora si ritrovava a dire sciocchezze, era lento ad imparare, la sua educazione da principe doveva aver avuto lacune enormi.

“Oggi ho scoperto che Lena non sapeva che non eravamo più una coppia!” Kara sgranò gli occhi, sorpresa. “Già! Pensavo glielo avessi detto tu o qualcuno, insomma… comunque, voleva chiedermi scusa per la faccenda del pugno ed è uscita fuori questa cosa. Non è assurdo?” Chiese, Kara però non lo ascoltava più. Ecco il tassello che le mancava. Ecco quello che aveva cambiato l’atteggiamento di Lena.

Ma, in realtà, cosa cambiava? Lena non voleva che tra loro ci fosse qualcosa… e Kara lo aveva accettato, allora perché la guardava in quel modo e le parlava in quel modo?

 

Lena si guardò allo specchio e sospirò, doveva smetterla… eppure era difficile adesso. Mon-El era stato sempre una specie di scudo tra lei e Kara. Un pensiero che la teneva lontano. Kara non doveva provare davvero sentimenti per lei altrimenti non avrebbe potuto stare con un idiota simile… ma, sapere che lo aveva lasciato, mesi prima, mentre lei era in coma con una possibilità su dieci di risvegliarsi… cambiava tutto.

Lei non era pronta a quel cambiamento e lo era fin troppo. Flirtare con Kara era sembrato così giusto, vederla arrossire così soddisfacente… avrebbe voluto scoprire cosa significava baciare quelle labbra per davvero, era sicura che sarebbero state dolci e morbide, diverse, oh, sì, così diverse da quelle di Linda.

Scacciò quel pensiero dalla mente inondandosi il viso con l’acqua fredda, ma non funzionò, così indossò il suo costume nero, a cui aveva tolto il mantello ora che non volava più, e uscì in strada a combattere il crimine minore, come un qualsiasi vigilantes… meglio prendere qualche pugno che pensare a Kara in quel modo.

 

La doccia fredda non era bastata. Kara indossò il suo costume e uscì nella notte, era sicura che la sua mente si sarebbe schiarita se avesse potuto occuparsi di qualcosa di più semplice, come qualche ladruncolo o persino qualche vandalo. Sì, doveva solo smetterla di pensare a Lena che diceva: piacere. E il prima possibile.

 

 

 

Note: Quel fantastico pugno che ci ha fatto tanto piacere si è dimostrato più importante di quello che potevamo pensare. Sorpresa! Kara ha lasciato mon-El mesi fa, perché è ovvio che una volta compreso quello che provava per Lena non ci fosse più spazio per il daxamite.

Dunque eccoci qua. Lena poteva anche avere delle solide convinzioni, ma ora che ha scoperto questo piccolo dettaglio non può fare a meno di addolcire il suo atteggiamento verso Kara e da quello a flirtare, tra loro due, si sa, il passo è breve. Ma, Kara ha ragione, nulla è davvero cambiato...

Questo disgelo che tanto aspettavamo, è un bene o un male?

  
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