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Autore: ROW99    30/09/2017    2 recensioni
Essere soli è una delle cose più devastanti che possano colpire la vita di una persona, ma spesso la luce è nascosta più vicino di quanto sembri, magari negli occhi di qualcuno di insospettabile!
Dal testo: Non è facile avere amici quando sei troppo intelligente. Sembri sempre troppo alto, troppo lontano per chi vive una vita normale. Minaho non ricorda un periodo della sua vita in cui non sia stato solo. Forse, nei suoi primi ricordi, prima dell’incidente che gli porterà via il padre, vi era una stilla di felicità, ma poi tutto era crollato.
nb: Minaho e Manabe frequentano la Raimon, ma in una sezione diversa dai protagonisti di IE go
Genere: Drammatico, Fluff, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri, Manabe Jinichirou, Minaho Kazuto
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Dove sono i bei momenti
Di dolcezza e di piacer,
Dove andaro i giuramenti
Di quel labbro menzogner?
Perché mai, se in pianti e in pene
Per me tutto si cangiò,
La memoria di quel bene
dal mio sen non trapassò?

I ragazzi cenarono in salotto, chiacchierando del più e del meno.

Manabe non sapeva se dire o meno a Minaho dell’incontro a scuola, il giorno dopo… lui sarebbe andato, ma non sapeva se voleva che l’arancione si esponesse. Si doveva discutere della sua espulsione, e non aveva assolutamente la certezza che sarebbe finita bene… perché portarlo se fosse servito solo a farlo soffrire? Del resto aveva però il diritto di difendersi… doveva assolutamente parlargli.

-Min… ascolta… devo dirti una cosa.

L’arancione spalancò gli occhi e sorrise, infilandosi in bocca una cucchiaiata di gelato. -Vai Man dimmi tutto! Non aver paura…
Il lilla non trovava le parole. Voleva essere chiaro ma delicato… -maledizione quanto è difficile! -Pensò.

-Ecco… diciamo che questa mattina a scuola ho parlato con la prof di inglese… -Manabe parlava cercando di sembrare tranquillo mentre Minaho ascoltava con un sorriso. -Mi ha detto… mi ha detto che domani ci sarà una riunione del consiglio scolastico per decidere se confermare o meno la tua espulsione.

Manabe sospirò… gli era costato arrivare fino in fondo alla frase. Minaho sbiancó di colpo, lasciando cadere il cucchiaio.
-E… e… cosa… cosa pensi che diranno… Man?
-Ecco… io… io credo che… -Il lilla si torturava una ciocca di capelli. -La prof di inglese ha detto che voterà per farti tornare… anche il mister è nel consiglio… la preside poi… forse… io non…
Minaho fece cenno di smettere con la mano. Non voleva far agitare Manabe, anche se aveva il cuore in tumulto. -Lascia stare Man… non possiamo sapere come andrà. Dimentichi che nel consiglio ci sono anche quattro studenti, quattro genitori e un altro insegnante… non possiamo fare previsioni con così pochi dati... -L’arancione si rabbuió.

Manabe si sentì stringere il cuore. Dovevano riammetterlo… altrimenti tempo pochi giorni e sarebbero venuti a prenderlo… lo avrebbero messo in orfanotrofio? Non voleva nemmeno immaginare… forse lo avrebbero costretto a tornare da sua zia, ma se lei non lo avesse voluto…
Scacció questi pensieri. Avevano una possibilità, avrebbero combattuto.

-Ascolta… ascolta Min, qualunque… qualunque cosa succeda, noi non ci separaremo mai, mai! Capito? Io non ti lascio portare via da me… non lo permetteró. Te lo prometto, ok?
Minaho sorrise debolmente. -G… grazie amico… io non… non saprei come fare… non ho paura dell’orfanotrofio… è che non voglio allontanarmi da te nemmeno un istante, capisci?
Manabe sorrise e gli prese la mano. -Non puoi parlare di queste cose Min… inutile avere paura, e sai perché? Le probabilità sono alla zero per cento… l’equazione non ha soluzioni… insomma, è impossibile!


La serata trascorse quindi su un binario più leggero, anche se Minaho si sentiva come chi sta per subire un’intervento non pericoloso, ma di certo doloroso.
-Mi… mi sembra di dover andare dal dentista, Man! Hai presente… hai presente quel disagio ansioso che ti viene la sera prima? Quando sai che solo una notte ti divide dalle tue paure?
Manabe sorrise. Conosceva alla perfezione quella sensazione.

-Non avere paura… puoi stare a casa se vuoi… vado io a difenderti, e dovranno passare sul mio cadavere per separarci! -Manabe sembrava risoluto come non mai. Era ora di tirare le somme della sua vita. Voleva essere un amico migliore e più coraggioso.
Minaho sospirò. -Io… io penso che verrò Man… ne ho bisogno. Voglio che mi guardino in faccia, che ci guardino. Non lascerò ancora che la vita mi colpisca alle spalle, voglio guardarla negli occhi.

Un bel film contribuì ad alleggerire l’armosfera. Era la serata thriller, niente di meglio per uno come Minaho!
-Ehi… Man…
-Mh? -Il lilla mugugnó assorto, preso dal film avvincente.
-Sai? Riguardo all’assassino…
Manabe si riscosse di colpo guardando spaventato l’amico. -No… no!
-Ecco… penso che…
-Minaho Kazuto fermati immediatamente!
-Penso che sia… -L’arancione sorrise sornione. -Il camer…

-Stooooop! -Il lilla si lanciò addosso all’amico e gli tappó la bocca. -Ti supplico! Almeno questo film lasciamelo finire! Ti scongiuro! Dopo dieci minuti mi sveli subito il finale! -Manabe finse di piagnucolare.  Minaho rise.
-Che ci posso fare… sono un detective!
-Mh… -Manabe gli fece il verso imitando il suo modo di portare la mano al mento. -Come interpreta il mio detective il fatto che questa sera col cavolo che viene a dormire in camera mia se si azzarda a spoilerare?
I due ragazzi scoppiarono a ridere.  

-E va bene Man… non ti dirò nulla… ci tengo troppo alla tua favola della buonanotte e al nostro accampamento di coperte! -Minaho finse di mettere il broncio.
Manabe, che intanto si era portato alle sue spalle, appoggió la testa sulla sua schiena. -Non vedo l’ora di andare a nanna sai? Se non fosse che questo film è così bello sarei già nel mondo dei sogni… è stata una lunga giornata!
Minaho sorrise. -Sei tenerissimo Manabe – chan, ma devi proprio dormirmi addosso? Peeeesi!
Il lilla mugugnó. -Eddai… i tuoi capelli sono così soffici… e poi profumi di pulito come un cuscino morbidoso!

L’arancione arrossí. -Mpf… devi proprio arricciarmi i ciuffi, vero?
-Sì. .. Sei antistress! Ho la testa che mi scoppia… troppe emozioni in un solo giorno! Però sono felice… tanto.
Minaho sorrise. -Vuoi che vada a prenderti un’aspirina?
-Mh… no… preferisco evitare, mi danno sempre mal di pancia i farmaci. E poi tu sei molto più antidolorifico… sei così soffice!

Minaho arrossí vistosamente. -Cos… come… io sarei… uffa! Sei troppo puccioso, poi vedi che non riesco mai a dirti di no!
L’arancione fingeva di aver messo su il broncio, ma in realtà ridacchiava. Aveva fatto accoccolare Manabe contro il suo petto e gli aveva tolto gli occhiali. -Dovresti riposare di più… ti sei stancato tanto in questi giorni.

Manabe mugugnó qualche parola di scusa che suonava tanto come un “ti voglio così bene… “, mentre Minaho lo stringeva di più a sé. L’arancione iniziò dolcemente a massaggiargli le tempie con le dita… si stupì da quanto lo sentí contratto. Per forza aveva mal di testa…-Va meglio così? Rilassati… cerco di darti un po’ di sollievo.
Manabe sussurrò qualcosa. Aveva chiuso gli occhi.

Alla fine del film, Minaho si accorse che l’amico dormiva profondamente con la testa contro la sua spalla. Si sentiva tutto dolorante, visto che lo teneva stretto da qualcosa come un’ora, ma era così dolce… lo prese delicatamente in braccio e lo portò in camera, adagiandolo sul letto. Gli rimboccó le coperte e gli fece un gran sorriso. Manabe si svegliò per un istante. Guardava nel vuoto e teneva la mano di Minaho.

-P… papà… mi vuoi di nuovo… bene…

Minaho ebbe una stretta al cuore. Manabe era tornato a dormire profondamente.
Il ragazzo arancione sospirò.
-E va bene… questa notte dormirò sul tappeto!


Quando la mattina dopo Manabe si svegliò, non si ricordava affatto di come avesse fatto ad arrivare nel letto… notó solo che il mal di testa era sparito. Dalla finestra socchiusa filtrava una bella luce mattutina e si sentivano gli uccelli salutare il Sole.
Sbadiglió, si stiró e fece per uscire dal letto… da quando il tappeto era così alto e morbido?
-Manabe… potresti per… cortesia… togliere… i piedi… dalla… mia… pancia? -Minaho ansimava. -Ma quanto… pesi??

Il lilla fece un salto terrorizzato con tanto di gridolino poco virile. -Oddio!!
Manabe atterró sul letto, portandosi le mani al petto e ansimando. -E tu cosa… cosa… perché sei sul mio tappeto??
-Ieri sera ti sei appisolato addosso a me… ti ho portato nel letto…

Il lilla arrossí. -Ma… Ma perché sei rimasto qui vicino? Potevi… potevi andare in camera, oppure venire nel letto con me…
Minaho rise. Non voleva metterlo in imbarazzo, per cui non gli disse di cosa aveva bofonchiato nel sonno. -Avevi bisogno di dormire bene stanotte, Man… il letto è piccolo e io ti avrei dato fastidio. Però non volevo lasciarti solo… e così eccomi qua! Hai un tappeto davvero comodo, sai?
Manabe scoppiò a ridere. -Grazie, Min! Sei così premuroso!

Minaho prese la sovraccoperta e se la mise sulla testa, ad imitazione di San Giuseppe. -Lo sai… ho un’anima santa!
Il lilla gli tiró un cuscino ridendo. -Forza… a far colazione! Devo andare a scuola, io!

Minaho si oscuró di botto.

-Scusa Min… non dovevo dirlo. E comunque… e comunque oggi questa situazione si risolverà positivamente, te lo prometto! -Manabe abbracció l’amico.
Minaho sorrise. Sarebbe stata una giornata impegnativa e decisiva. Era pronto.


I due ragazzi fecero colazione rapidamente, subito dopo la doccia. Non fecero nemmeno in tempo a litigarsi l’ultimo biscotto al cioccolato che era già ora di prepararsi.

-Allora Min… facciamo così. Questa mattina riposati… oggi dovrai essere preparato e fresco. Il consiglio si riunirà verso le tre, quindi hai tutto il tempo di organizzarti. Io ti aspetto a scuola… ci incontriamo fuori dalla classe alla fine delle lezioni e quando è ora  andiamo a dar battaglia! Ci stai? -Manabe fece l’occhiolino all’amico.

Minaho sospirò. Era agitatissimo… da quel giorno dipendeva una grossa fetta del loro futuro insieme. Se fosse andata male… non voleva nemmeno immaginare le conseguenze per lui e per Manabe.
Nonostante tutto doveva essere forte. Lo aveva promesso all’amico e a sé stesso. Qualunque cosa fosse successa,  qualunque fosse stato il verdetto, sarebbe andato avanti nella sua lotta. Non gli avrebbero mai portato via Manabe.

Il lilla, da par suo, ostentava sicurezza ma era nel panico. Avrebbe voluto avere vicino i suoi genitori… loro erano diplomatici, avrebbero saputo cosa dire e cosa fare. Lui invece… cos’era lui? Un secchione asociale. Nonostante dal giorno dell’ingresso di Minaho nella sua vita avesse imparato a credere in sé e a non dare per scontato che gli altri lo avrebbero lasciato solo, era ancora fragile.
Quel giorno però era troppo importante. Il lilla apparteneva a quella categoria di persone timide e timorose, che però messe di fronte a un pericolo che minaccia chi amano, o a un’ingiustizia, prendono la situazione tra le mani e la reggono come i migliori leader, nonostante la paura e il dolore.

Non era forte come Minaho, ma forse lo era in modo diverso. Coraggioso, attivo, con un forte senso del dovere l’arancione, stoico, resiliente, determinato ed eroico lui. In comune avevano l’odio per le ingiustizie e la grande capacità logica e riflessiva. Insieme erano dinamite, lo sapevano.

-Min… insieme?
-Insieme Man. Andiamo insieme a darci dentro!
   
 
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