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Autore: SophLandd    01/10/2017    1 recensioni
«Derek, promettimi che troverai qualcosa per non mollare.
Promettimi che troverai qualcuno da amare. Promettimelo.»
Gli scongiura Stiles, sull'orlo delle lacrime.
Derek aumenta la stretta, sorpreso dalle sue parole.
Non si volevano sucidare dopo tutto questo?
E adesso lo sta pregando di vivere?
«Io...te lo prometto, Stiles. Ma solo se tu farai altrettanto.» Sospira.
Le loro mani si illuminano di rosso, e Stiles sorride tristemente, annuendo.
«Te lo prometto anch'io, Derek.»
E scioglie le loro mani, alzandosi di botto, e scappando da quel posto, dopo essersi infilato velocemente la maglia. Derek non riesce a dire nulla, e pensa che probabilmente quella sarebbe stata l'ultima volta che avrebbe visto quel ragazzino.
Oh, quanto si sbagliava.
// Tratto dal Capitolo 2.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Derek Hale, Stiles Stilinski, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate
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«Perché Derek deve essere così dannatamente bello e intelligente?» Mormora Stiles rivolto verso Scott, sospirando pesantemente. Esattamente un mese fa Stiles era andato a casa di Derek a dirgli che non si sarebbero più potuti frequentare. Stiles appoggia la testa sul banco, fissando quel bellissimo ragazzo dietro la cattedra. Derek sta spiegando qualcosa sulla matematica, che come al solito Stiles non riesce a seguire.

«Stiles, prometto che prima o poi risolveremo tutto.» Afferma Scott, guardando preoccupato il suo migliore amico. Stiles scuote la testa.

"Scott, non sappiamo nulla! Crage non ci vuole dire nulla!" Replica, facendogli capire come la situazione sia abbastanza disperata. 
Sa che Lydia si sta informando meglio su Crage, ma dubita riesca a scoprire qualcosa di utile.

Tutto quello che Stiles sa è che è una bomba pronta ad esplodere, e immagina già i suoi amici al suo funerale.

Ecco anche perchè non vuole più che Derek gli stia accanto, meglio che non soffra troppo per la sua morte. 
Il problema è che a quanto pare Derek stia soffrendo lo stesso, a causa anche del suo passato. 
Stiles vorrebbe solo alzarsi e andare ad abbracciarlo, dandogli tutto l'amore che il ragazzo non ha mai avuto. Purtroppo si ritrova costretto ad amare in silenzio, e da lontano. 
Soprattutto in silenzio.

«Sei così innamorato di lui, Stiles?»Domanda poi Scott. 
Stiles si gira verso di lui, con gli occhi che brillano, e dischiude la bocca.

«Quando morirò, Scott, per favore, racconta a Derek tutto. Digli che...digli che io...» Stiles sente di avere gli occhi completamente lucidi, e Scott lo blocca.

«Non gli dovrò dire nulla, Stiles, perchè tu non morirai, okay?»

Scott poi porta una mano sul braccio del ragazzo, e lo stringe forte, come per dargli forza.

«McCall e Stilinski, fate silenzio.» Tuona Derek, avendo notato come i due parlassero animatamente.

«Scusi, professore.» Fa Scott, mentre Stiles abbassa il volto sconsolato.

La campanella suona poco dopo, e tutti gli studenti si alzano, per poi andarsene nelle altre rispettive aule. Scott si porta lo zaino sulle spalle, alzandosi.

«Andiamo, Sti?» Si rivolge al ragazzino, il quale sembra non volersi muovere. Stiles è troppo impegnato a fissare Derek, che sta sistemando nella valigetta i libri.

«Tu vai, Scotty, prima io devo fare una cosa.» Risponde, mentre il suo migliore amico esita.

«Non fare cazzate, mi raccomando.» Stiles annuisce lentamente, e Scott a quel punto esce dall'aula, salutando brevemente Derek.

Derek si rende conto che sono rimasti solo lui e Stiles, e guarda perplesso il ragazzino, che sembra essere sul punto di avvicinarsi a lui. 
Stiles non può far a meno di pensare a quando Derek lo aveva baciato nella stessa aula, alzandolo sullo stesso banco che aveva appena sorpassato. 
E gli aveva lasciato un succhiotto, che era scomparso solo dopo più di una settimana.

«Cosa c'è, Stilinski?» Chiede Derek, assumendo un tono neutro e distaccato. La formalità è un colpo basso verso il ragazzino, che cerca di non scoppiare a piangere. 
Lui non è così debole, no.

Stiles abbassa lo sguardo, muovendo un piede nervosamente a terra.

«Volevo scusarmi per prima, e anche per la scorsa settimana... al ristorante...» Parla, con lo sguardo del ragazzo su tutto il suo corpo. 
Derek poi volta la testa da un'altra parte, cercando di fermare il battito accelerato del suo cuore, che é a pezzi anche grazie al ragazzino davanti a lui.

«Per favore, Stiles, smettila di guardarmi sempre così.» Se ne esce, con un tono quasi ferito.

Stiles sussulta, non aspettandosi parole simili.

«Così come?» Chiede, confuso, senza capire cosa intenda.

A quel punto Derek si rigira verso di lui, incatenando quegli occhi verdi con i nocciola del ragazzino.

«Come se ti importasse tremendamente di me.»

Stiles dischiude la bocca, indietreggiando lentamente.

«Forse perchè è proprio così...»Sussurra, talmente piano che il ragazzo non riesce a capire.

«Cosa?» Infatti domanda, ma Stiles non lo ripete una seconda volta. Accenna un sorriso triste.

«Niente, arrivederci professore.» Risponde, per poi andarsene via dall'aula.

---

Stiles bussa alla porta della clinica, diverse volte.

Qualche minuto dopo viene ad aprirgli Deaton, in un camice bianco che é in contrasto con la sua carnagione scura.

«Stiles, a cosa devo questa tua visita?» Chiede l'uomo, facendolo entrare all'interno. Stiles si sistema meglio la felpa nera, stringendosi nelle spalle.

«Voglio ricordarmi di una cosa, Deaton.» Afferma, sapendo bene che l'uomo s'intende di magia o cose simili. Deaton corruccia lo sguardo, analizzando bene l'espressione del ragazzino.

«Cosa, esattamente?»

Stiles lo guarda negli occhi.

«Voglio ricordarmi tutto. Tutto di Derek Hale.»

Deaton trasalisce, ricordandosi d'un tratto cos'era successo al piccolo Stilinski. Suo padre l'aveva chiamato di corsa, e quando Deaton era arrivato nell'ospedale in cui il piccolo era tenuto, aveva subito capito cos'era successo. La mente aveva chiuso in un angolino tutti i ricordi dolorosi. 
Come per esempio la partenza di Derek, e di conseguenza ogni cosa legata a quel ragazzo.

«Seguimi.» Gli ordina semplicemente, portando Stiles in un'altra stanza. 
Lo fa stendere su un lettino, vestito, e va a prendere un ciondolo di grandi dimensioni.

«Ti ipnotizzerò Stiles, devi eseguire tutto ciò che ti dico di fare.» Gli spiega Deaton, mentre Stiles annuisce, anche se la consapevolezza di venire ipnotizzato non lo tranquillizza molto, ma dell'uomo si fida.

«Ora guarda questo ciondolo, Stiles.» Comanda, e il ragazzino porta gli occhi su di esso. È d'oro, con una strana gemma rossa al centro. 
Sembra antico, prezioso. 
Deaton glielo fa dondolare davanti agli occhi.

«Concentrati sul ciondolo Stiles, concentrati sul suo moto calmo e rilassante.»

Stiles sbadiglia, sentendosi sempre più stanco. Il ciondolo viene mosso con una lentezza incredibile.

«E adesso ti sentirai la testa sempre più pesante, e le palpebre che cominciano a chiudersi. Lasciati andare, Stiles. Chiudi gli occhi, e pensa di essere in acqua. Ti muovi come il ciondolo, lasciandoti cullare dalle onde...»

Stiles si sente davvero di essere circondato dall'acqua, e fa tutto quello che gli dice l'uomo.

«Adesso riemergi lentamente, e ti ritrovi in un lungo corridoio. Le vedi le porte? Ce ne sono tante quante ogni ricordo di Derek che hai, devi solo aprirle per far riemergere quei ricordi, Stiles, sta solo a te...» Sussurra Deaton.

Stiles si ritrova effettivamente in un lungo corridoio dalle pareti spoglie, in legno. Una fiacca luce lo illumina, e troppe porte si parano lungo le due pareti. Stiles si sente come oppresso.

«Trova il ricordo giusto, Stiles. Quello che ti farà accedere automaticamente a tutti i ricordi che hai di Derek...»

Stiles si ritrova indeciso su quale porta aprire, e come in un sogno corre verso un portone di un legno molto chiaro. Gira la maniglia, aprendola lentamente. Una luce fortissima lo colpisce dritto in faccia, ed entra senza pensarci troppo, socchiudendo gli occhi.

Si ritrova davanti alla visione di uno Stiles piccolo, sui sei anni. 
È seduto su un tavolino in camera sua, che ora non c'è più. 
Il Sole filtra attraverso le tende, e sta disegnando qualcosa con dei pastelli.

Stiles si avvicina al bambino, osservando con tenerezza che sta disegnando una bozza di lui e Derek per mano. 
Derek ha una tuta da superman. 
D'un tratto la porta della stanza si apre, e Stiles si gira verso la persona che è appena entrata.

Apre la bocca, con gli occhi lucidi. 
È appena entrata sua madre. 
Claudia si dirige verso il bambino, osservando a sua volta il disegno. Stiles fissa in silenzio il ricordo della madre, immobilizzato.

"Siete tu e DerekSti?" Chiede la madre, con dolcezza.

Il bambino alza lo sguardo su di lei, sorridendo.

"!" Esclama, tutto contento.

Claudia si accuccia accanto a lui, carezzandogli il volto.

"Come mai è vestito da SupermanSti?" Domanda, con un sorriso.

Al bambino brillano gli occhi.

"Lui è il mio supereroe!"

A Stiles esce una lacrima, e se ne va via dalla stanza, capendo che quello non era comunque il ricordo giusto.

Si ritrova nello stesso corridoio, e si dirige alla cieca verso un altra porta.

«Trova il ricordo giusto, Stiles!» La voce di Deaton rimbomba nella sua testa, come se ci fosse un altoparlante da qualche parte.

Apre un'altra porta, ma questa volta non c'è nessuno spiraglio di luce. 
Deve essere un ricordo brutto. 
Stiles esita qualche secondo prima di entrare all'interno.

Si trova sempre sulla sua stanza, ma questa volta il bambino sta guardando fuori dalla finestra, con uno sguardo perso. Ha otto anni. 
È sera, ed è accesa solo una piccola lampadina, che illumina scarsamente la camera. Il bambino ha in mano lo stesso pupazzo che Derek gli ha regalato per il suo compleanno. Sembra dannatamente triste, e Stiles potrebbe giurare che gli occhi del bambino sono rossi.

Improvvisamente si apre anche questa porta, ed entra un'altra persona. 
È Derek, o meglio, la sua versione quindicenne. Ha una maglia verde chiara. Si ferma un secondo sull'uscio, fissando la figura del bambino, con gli occhi lucidi. Poi il bambino si accorge della sua presenza, e lo guarda con uno sguardo deluso, ferito.

"Mi dispiaceStiles." Sussurra Derek, avvicinandosi al bambino. 
Il piccolo indietreggia lentamente, con le lacrime agli occhi.

"Hai promesso che non mi avresti lasciato anche tuDerek." Replica il bambino, stringendo forte a sè il lupetto. Derek abbassa il capo.

"Stilesnon posso farci nullaMio zio vuole andarsenedice che qui ci sono troppi ricordi brutti." Cerca di fargli capire il ragazzo. Il bambino gli si avvicina.

"Allora facciamoli diventare ricordi belli." A queste parole Stiles dischiude la bocca, sorpreso e sconvolto allo stesso tempo. Sono le stesse parole che ha detto a Derek prima di Natale.

Derek sembra vacillare con lo sguardo.

"Ehiehiti voglio benema sono costretto a seguirloCerca di capirmi..."

Derek si accovaccia all'altezza del bambino, accarezzandogli i capelli, con un sorriso triste. Il bambino cerca di smettere di piangere, porgendogli il lupo.

"Voglio che lo abbia tuDerekCosì ogni tanto pensi a me..." Sussurra, abbassando il capo.

Derek lo afferra, ammutolito.

"TorneròStilesTornerò da te." Afferma convinto, e al bambino s'illuminano gli occhi.

"Me lo prometti?"

"Te lo prometto."

Il ricordo finisce, e Stiles si ritrova catapultato nel corridoio. 
Non era neanche quello il ricordo giusto, dannazione.

«Continua a cercare, Stiles...»

Stiles si avvicina ad un portone metallico, aprendolo con non poca fatica. Anche questo deve essere un ricordo brutto, vista la sensazione che si ritrova ad avere Stiles di tutto quel buio.

Entra dentro, appoggiando i piedi su un prato. Il cielo è rannuvolato, e sta cominciando a piovere. 
Guarda più avanti, accorgendosi di trovarsi nel cimitero. 
C'è in corso un funerale, viste le diverse persone vestite di nero attorno ad una bara. Molte cominciano ad andarsene, e Stiles capisce che deve essere finito da poco.

Si avvicina alla bara, quando nota che sono rimasti solo in due lì vicino. 
Uno è un bambino, ed è sempre la sua versione piccola. 
L'altro è un ragazzino, poco dietro il bambino, con un ombrello in mano. 
La pioggia colpisce senza pietà il bambino, ma lui sembra non accorgersene. 
Derek gli si avvicina con un ombrello, con lo sguardo basso. 
Derek gli posa una mano sulla spalla destra, ma il bambino non si gira, come in un mondo tutto suo. 
Poi lo copre con l'ombrello, scoprendosi a sua volta.

"Hai ancora meStiles..." Mormora, e il bambino d'un tratto si gira, abbracciando di slancio il ragazzino. Derek ricambia l'abbraccia, preso alla sprovvista.

"Mi avrai sempreSti..." Aggiunge poi, e Stiles si ritrova a fissare la scena con la bocca dischiusa, e gli occhi tristi. Viene spinto subito via da una forza invisibile, e si rende conto che il ricordo era già finito.

«Cerca, Stiles, cerca...» Gli dice Deaton, e Stiles comincia a stancarsi di cercare a vuoto. Prosegue lungo un corridoio, quando adocchia una porta di color oro. Si ferma davanti ad essa, titubante, con la sensazione che questa volta è quella buona.

La apre, e si ritrova sopra ad un alto palazzo. Nel piatto tetto, esattamente. 
Il cielo è sempre rannuvolato, ma almeno qua non piove. 
Vede di nuovo il bambino, e questa volta è quasi al limite dello spiazzo, tra il cadere e il restare. 
C'è un forte vento, che scuote gli abiti del bambino.

"Stiles!" Sente un grido alle sue spalle, e appena si gira vede di nuovo Derek. Sta guardando il bambino con uno sguardo terrorizzato. Il piccolo si gira verso di lui, accennando un sorriso.

"Posso volareDerekAndrò a trovare mamma fino in cielo!" Esclama, con una felicità fuori dal normale. 
Derek scuote la testa, come se sperasse sia tutto un fottuto sogno, e in lontananza Stiles vede suo padre. 
È appena salito sul tetto, e guarda suo figlio con la bocca dischiusa.

"Figlio mio..." Mormora, facendo per avvicinarsi, ma viene fermato da Derek.

"Stilesnon puoi volare!"Grida Derek, avvicinandosi lentamente al bambino. 
Il piccolo fa una smorfia.

" che possomamma mi aspettaDerek." Replica, con un sorriso.

Derek ha tutti i capelli scompigliati dal vento, e Stiles crede di avergli visto gli occhi lucidi.

"E lasceresti me quaStilesAbbiamo bisogno di teStilesHo bisogno di te." Cerca di convincerlo Derek, allungando una mano verso di lui.
Il piccolo guarda prima la mano, poi si sporge forse troppo, per fissare a terra.

"Non ti lascerei maiDerek." 
Sussurra, quasi offeso, con un tono estremamente sincero, che fa sussultare il ragazzo. Lo Sceriffo sta piangendo in silenzio, e Stiles con lui.

"Allora afferra la mia manoStilesAndremo a trovare la mamma insiemema afferra la mia mano!" Urla Derek, cercando di farsi sentire nonostante i fischi del vento.

Il bambino esita, e fa per prendere la mano di Derek, quando una bufera di vento divide i due, facendo indietreggiare lentamente il piccolo. Stiles osserva il bambino che sta per perdere l'equilibrio e cadere all'indietro, quando Derek con uno slancio lo afferra per un braccio, giusto in tempo. Lo tira indietro verso di sè, circondandolo in un abbraccio.

Il bambino sembra non essersi accorto del reale pericolo che stava per avere. Guarda Derek con occhi che brillano.

"Continuerai ad essere il mio SupermanDerek?" Chiede, con una vocina dolce.

Derek lo guarda sorridendo, mentre lo Sceriffo sta ancora piangendo per il pericolo scampato.

"StilesSempre."

Stiles indietreggia, asciugandosi le lacrime con gli occhi, e d'un tratto si risveglia. Deaton lo guarda soddisfatto, e Stiles si alza di scatto.

«Mi ha salvato la vita...» Sussurra, mentre tutti i ricordi cominciano a farsi vivi, usciti dal loro nascondiglio. 
Deaton annuisce in silenzio. 
Stiles si ritrova a piangere.

«Era tutto per me, era la figura di riferimento che avevo preso da piccolo...» Mormora, mentre comincia a ricordarsi anche il momento dopo la partenza di Derek. 
Come non voleva mai mangiare nè fare qualsiasi cosa. 
Diceva di star aspettando il suo Superman. 
Deaton lo ascolta senza dire una parola.

«Non ho mai realizzato quanto fosse importante per me...è come se ora i miei sentimenti si fossero quadruplicati...» Continua a parlare, guardando un punto non preciso della parete.

«E se prima ne ero solo innamorato, adesso sono nella merda...» Conclude, tra le lacrime.

---

Stiles si ritrova davanti al loft. 
Non sa perchè è qui, e probabilmente è la cosa sbagliata, ma dopo tutto quello che si ricorda deve almeno sfogarsi con il ragazzo. E ringraziarlo per averlo salvato. Si è catapultato subito qua.

Trova la porta stranamente socchiusa, e la apre lentamente, accennando un sorriso. Gli manca vedere Derek, gli manca tremendamente.

Appena ha una visuale del salone strabuzza gli occhi, indietreggiando, senza fiatare. Ha la bocca aperta, e sente le lacrime scendere e rigare il viso. Perchè deve sempre ritrovarsi a piangere?

Derek è senza maglia, e sta baciando Jennifer, la quale è in reggiseno e mutande. Stiles scuote la testa, sentendosi stupido. 
Pensava davvero che Derek l'avrebbe aspettato dopo tutto questo tempo? Doveva sapere che sarebbe successa una cosa simile. 
Eppure fa male, troppo male.

Jennifer d'un tratto si accorge della presenza di Stiles, e si scosta da Derek.

«Stilinski?!» Esclama, senza capire cosa il ragazzino ci faccia lì. 
Derek sussulta al suo nome, voltandosi a sua volta. 
Fissa Stiles con la bocca semi-aperta, e non capisce proprio perchè stia piangendo. 
Credeva di essere stato chiaro al ristorante. 
Se non vuole più vederlo deve smetterla di fare così. 
Se non prova nulla per lui deve smetterla di confonderlo.

«Scusate...io..» Sussurra il ragazzino, girandosi per andare via, trovando la forza non si sa dove.

«Stiles!» Lo chiama Derek, senza sapere cosa fare. 
Ma Stiles ormai se n'è già andato. 
Sale nella Jeep, tirando un pugno sul volante.

Ha agito d'impulso, e adesso Derek penserà che sia impazzito, come minimo. 
Non può tornare a casa, non può farsi vedere così da suo padre. 
Così si dirige verso la scuola, parcheggiando accanto ai dormitori. Senza pensarci troppo va deciso verso la stanza numero 54, bussando, con ancora le lacrime agli occhi.

La porta si apre, e Theo guarda Stiles perplesso.

«Stiles? Cosa...» Non fa in tempo a finire di parlare che Stiles lo bacia, chiudendo la porta alle loro spalle.

   
 
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