Anime & Manga > Inazuma Eleven
Segui la storia  |       
Autore: ROW99    02/10/2017    1 recensioni
Essere soli è una delle cose più devastanti che possano colpire la vita di una persona, ma spesso la luce è nascosta più vicino di quanto sembri, magari negli occhi di qualcuno di insospettabile!
Dal testo: Non è facile avere amici quando sei troppo intelligente. Sembri sempre troppo alto, troppo lontano per chi vive una vita normale. Minaho non ricorda un periodo della sua vita in cui non sia stato solo. Forse, nei suoi primi ricordi, prima dell’incidente che gli porterà via il padre, vi era una stilla di felicità, ma poi tutto era crollato.
nb: Minaho e Manabe frequentano la Raimon, ma in una sezione diversa dai protagonisti di IE go
Genere: Drammatico, Fluff, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri, Manabe Jinichirou, Minaho Kazuto
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Battles are fought by those with the courage to believe
They are won by those who find the heart
Find a heart to share
This heart that fills the soul will point the way to victory
If there's a fight then I'll be there, I'll be there


I due ragazzi proprio non capivano cosa intendesse il mister parlando di “arma segreta”. Cosa aveva in mente per modificare un verdetto che sembrava già deciso? Per quanto antipatico e superbo, il padre di Kitama era un uomo potente. Metà dei finanziamenti della scuola venivano dalle sue tasche… non potevano permettersi di perderli.

-Fidatevi… possiamo ancora averla vinta. Manabe… vieni qui per favore... fammi vedere la mano… ok! Perfetto!
Il lilla non capiva assolutamente cosa stesse succedendo. Che il mister fosse impazzito? Lo stress gioca brutti scherzi.

Minaho, da parte suo, se ne rimaneva seduto con sguardo curioso. Era più forte di lui… non resisteva davanti a un bel mistero.
-Mister… ci aiuti… ci aiuti a capire. Arma… segreta?
Endou sorrise.
-Segretissima! Vedete… dovete sapere che, il giorno in cui Kitama ha picchiato Manabe…


Il gruppetto rientrò in sala accolto dal rumoreggiare dell’assemblea.  A quanto pareva, il clima non si era affatto rasserenato. L’unica differenza sostanziale era che la preside, oramai schierata, aveva costretto il padre di Kitama a retrocedere dalle posizioni conquistate in mezzo alla sala e rifugiarsi al suo posto, dal quale continuava a lanciare ingiurie e minacce.

Quando videro rientrare i due ragazzi accompagnati dell’allenatore, la preside,  la prof di inglese e le due signore rappresentanti dei genitori sorrisero. Erano contenti di vedere che l’arancione stesse bene.
-Va bene… temo… temo che sia ora di passare al verdetto.

La preside sembrava amareggiata. Sapeva che non avevano abbastanza voti per salvare Minaho. Gli studenti erano succubi di Kitama e avrebbero votato contro , due genitori su quattro e due professori su quattro avrebbero fatto lo stesso… anche se lei si fosse schierata votando,  in spregio alla tradizione che la voleva imparziale, mancava un maledettissimo voto al pareggio… in caso di parità il suo voto valeva per due, ma così era tutto inutile.

Il padre del bulletto sorrideva soddisfatto, dopo aver lanciato uno sguardo di disprezzo a Minaho.
-Ottimo!  Possiamo chiudere questa pagliacciata! Vot…

-Aspettate!

Endou si era alzato tenendo una mano sulla spalla del ragazzino misterioso che era entrato con lui. Manabe e Minaho si resero conto che non aveva mai aperto bocca… perché il mister lo aveva portato con sé?
-Aspettate… prima chiedo il permesso di sottoporre al parere del consiglio un’ultima testimonianza.. Sarà davvero breve e non vi ruberà tempo, cari colleghi, ma penso che si rivelerà fondamentale per capire dove sta la ragione…
Il padre di Kitama si morse la lingua. -Protesto! Il tempo della discussione è…
-Silenzio! -La preside lo interruppe con un sorriso speranzoso. -Permesso accordato. Parli, allenatore.

Endou sorrise. -Non sarò io a parlare… ma il mio giovane amico Kobe.
Il ragazzino tremava come una foglia. Il mister gli diede una pacca sulla spalla e gli fece l’occhiolino. -Kobe… ci racconti dov’eri una settimana fa, dopo le lezioni?

Il ragazzo deglutí rumorosamente. -Ecco… io… io stavo passando per il corridoio della biblioteca. Ero appena uscito dai bagni.
Endou sorrise ancora. -E… ricordi cosa hai visto?
Il padre di Kitama lo fulminó con lo sguardo. Cosa diavolo stava succedendo?
-Io… io ho visto Kitama… ho visto Kitama con alcuni suoi amici… e… e ho visto quel ragazzino con i capelli lilla… da solo… credo si chiami Manabe, vero?

Manabe spalancò gli occhi, Minaho la bocca. Stava succedendo qualcosa di notevole, se lo sentivano.
-Cosa facevano? Te lo ricordi? -Il mister era incalzante, ma la sua voce dolce.
-Man... Manabe era appena uscito dalla… dalla biblioteca mentre il gruppetto. .. Con Kitama… camminavano nel senso opposto al suo.
Endou strinse i pugni in un malcelato gesto di trionfo. Minaho ridacchió.

-Quando… quando il ragazzo lilla ha provato ad allontanarsi lo hanno… lo hanno seguito e aggredito a parole… io mi sono nascosto dietro la porta del bagno… è stato spaventoso!
-Che idiozie sono queste!  Rifatti gli occhiali, cretino! -Il padre di Kitama era scattato in piedi.
-Chiuda quella boccaccia abbaiante o la sbatto fuori! -La preside aveva perso ogni ritegno e si era fatta prendere dall’entusiasmo.  Iniziava ad intuire. Il padre di Kitama si sedette mugugnando, gli occhi fiammeggianti.

-Vai avanti Kobe… non avere paura. Siamo tutti dalla tua parte. Poi… cosa hai visto?

Ora tutti prendevano dalle labbra del ragazzino.
-Ecco… io ero nascosto… non ho visto tanto… ma sentivo grida e colpi… quando mi sono sporto un attimo ho visto Kitama che… che lo prendeva a pugni… e poi un urlo molto più forte… penso che gli abbia fatto qualcosa di molto doloroso… poi… poi sono scappato! Perdonatemi!! Non c’è la facevo più! -Il ragazzino si sedette e nascose la testa tra le mani.
-Tranquillo Kobe… va tutto bene. Sei stato davvero coraggioso… potresti avere salvato un tuo compagno. Colleghi del consiglio! Cosa pensate ora di tutto ciò? -Endou aveva una voce stranamente tonante… Manabe se ne stupì.

I consiglieri erano stupiti e perplessi. Le certezze di alcuni iniziarono a incrinarsi.
-Che prove avete a sostegno di queste idiozie? Sono menzogne! Spergiuri!! -Il padre di Kitama sembrava un cacciabombardiere in picchiata. Era furibondo.
Endou sorrise placido. -Manabe… puoi venire un istante qui? Ci vorrà un secondo…
Manabe si scosse stupito. Cosa… cosa voleva il mister da lui? Strinse forte la mano di Minaho.
-Vai Man… qualunque cosa sia… fidiamoci del mister.

Manabe sorrise debolmente e si alzò, piazzandosi vicino ad Endou, nel mezzo della sala.
-Volete le prove? Eccovele qua! -L’allenatore prese dolcemente il braccio di Manabe e gli fece aprire la mano, alzandola così che tutti potessero vederla. Sulla pelle del palmo spiccava una grossa cicatrice di forma inequivocabile. Ustione.
Si alzò un brusio sconvolto. Il padre di Kitama era rimasto senza parole. Ricadde sulla sedia come un sacco di patate.

-Ecco le prove che volevate… mi sembrano fin troppo evidenti, così come è evidente quanto questo ragazzo abbia sofferto. Sappiamo tutti che Minaho ha sbagliato, ma ora io vi chiedo, cosa doveva fare? Cosa fareste voi… -e così dicendo fece correre lo sguardo sulla tavolata- se il vostro migliore amico, la persona a cui tenete di più al mondo, venisse malmenata in questo modo? Kitama avrebbe inoltre potuto rifiutare la lotta, sottrarvisi, ma ha invece scelto di ingaggiarla picchiando e mirando al danno altrui. In ciò non è meno colpevole di Minaho. Chiedetevi ora però quale sia stata la motivazione di tutto ciò! Chi ha colpito per difendere, chi per umiliare! Chi ha sacrificato sé stesso per un altro, chi ha usato la sua forza per ferire!
Endou era rosso in volto. L’assemblea era ammutolita e Minaho era commosso.

Il padre di Kitama, invece, era sconvolto.  Sembrava che qualcosa di grosso stesse avvenendo dentro di lui, a giudicare dagli occhi vitrei e dalla respirazione accelerata. Stringeva i pugni… sembrava deluso, più che arrabbiato.

-Bene. .. bene. Ora… ora molte cose sono chiarite. Procediamo… procediamo a votare. -La preside si alzò in piedi. -Chi vuole che la punizione di Minaho sia cancellata e che sia riammesso a scuola? Esprimetevi… ora.
Sembrò per un attimo che la sala stessa sospirasse. Le mani scattarono quasi all’unisono verso l’alto.
-Approvato… all’unanimità.


Nel corridoio Manabe e Minaho non avevano ancora smesso di abbracciarsi, ridendo e piangendo.
Avevano ringraziato fino alle lacrime Kobe, che era diventato rosso e aveva portato la mano alla nuca.
-Io… io sono sempre stato uno… uno pauroso… ma… ma questa volta non potevo stare zitto. La… la verità è che io non… non ho  mai avuto tanti amici… e voi due siete tutto quello che… che io avrei voluto essere. Ve… ve lo dovevo, capite?
Manabe era commosso. Abbracció il ragazzino. -Non più… non più. Ora hai due amici. Due amici strani, ma che non dimenticheranno mai il tuo coraggio. Vediamoci qualche volta, sei un ragazzo interessante!

Kobe arrossí ancora di più, sorrise e strinse le mani dei due ragazzi, prima di fuggire nel corridoio mugugnando un -A…. A domani!

Poi fu il turno del mister, letteralmente sommerso di abbracci e ringraziamenti.
-Ragazzi… Ragazzi… vi avevo detto che.. che avevo un’arma segreta! Quando… quando quel ragazzo è venuto da… da me quasi per caso… ho capito che avrebbe avuto il coraggio necessario. L’ho capito al primo sguardo!

Minaho era ancora incredulo… il primo tassello si era messo al suo posto! Certo… rimaneva ancora il problema dell’orfanorofio e quello dei genitori del lilla… ma una cosa su tre si era risolta per il meglio.
-Mister… se non fosse stato per lei…
-No. Non è stato merito mio, ma vostro. Vostro e di Kobe… comunque non temete, sto lavorando a qualcosa anche per la questione orfanotrofio, ma sono in alto mare ancora e non posso farvi promesse. Abbiate solo fiducia… cercherò di non deludervi. E ora… che ne dite di un bel gelato con la squadra? Oggi ci alleneremo sulle nuove tattiche per la finale… è ora che Manabe torni a osservare il gioco… dal campo!


Gioia.
Questa era la parola che poteva descrivere quel pomeriggio. Manabe e Minaho abbracciarono i loro compagni di squadra commossi… tutti avevano fatto il tifo per loro, fuori dalla porta!
Minaho si fece prestare un cambio di biancheria e una divisa di riserva da Shindou e si lanció nell’allenamento. A Manabe invece non sembrava vero di poter tornare a giocare…

L’allenamento tattico in panchina era servito. Ecco cosa progettava l’allenatore! Non aveva mai letto così chiaramente il gioco. Ogni mossa, ogni azione erano un libro aperto per lui e Minaho.
I due ragazzi si coordinavano alla perfezione l’uno con l’altro. Erano fatti per giocare insieme.

Dopo l’allenamento la squadra, Endou in testa, si diresse alla gelateria all’angolo. Bisognava festeggiare!
-Ci voleva proprio! -Minaho sorrideva dietro a una bella coppa arancio e lampone.
-Min… come puoi tradire la cioccolata! Oggi dobbiamo festeggiare con il dolce! -Manabe sorrise aggrendo il suo cono fondente e nocciola.
L’arancione gli fece l’occhiolino  -Guarda bene… in questo gelato ci siamo noi due, Manabe-chan!

Il lilla osservò i colori… poi l’amico… poi i suoi capelli che gli cadevano davanti agli occhiali… capí di colpo, esplodendo in una risata entusiasta.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Inazuma Eleven / Vai alla pagina dell'autore: ROW99