1947
-
Ricordati di respirare, Toby – gli sussurrò Ethan
mentre gli
risistemava il nodo della cravatta.
Il
suo migliore amico era infatti insolitamente pallido e
dalle mani tremanti.
Non
credeva di averlo mai visto tanto nervoso in vita sua.
-
È solo un matrimonio -, insistè, - e poi
è con Sophie. Lo
sapete da sempre che voi due siete praticamente perfetti gli uni per
gli altri.
–
Annuì,
sorridendo nervoso.
Era
vero, Ethan aveva perfettamente ragione, ma l’idea di
prendere finalmente in moglie l’unica donna che avrebbe mai
potuto essere
totalmente perfetta per lui lo destabilizzava non poco.
-
Sophie sta aspettando all’altare, diamoci una mossa o
comincerà a pensare che te la sei data a gambe –
aggiunse Fleamont, accorso in
quel momento per vedere perché lo sposo ci metteva
così tanto.
Tobias
prese l’ultimo respiro profondo prima di annuire
fissando con decisione il riflesso che gli restituiva lo specchio.
Era
giunto il momento.
-
Sono pronto, andiamo. –
1948
Mayra
le sorrise al di sopra del bicchiere di vino elfico che
stava sorseggiando.
Era
passata una settimana da quando Sophie e Tobias erano
tornati dalla loro luna di miele e lei era assolutamente curiosa di
sapere come
erano andate le cose per i novelli sposi.
-
Allora? –
-
Allora cosa? –
-
Non fare la finta tonta. Voglio sapere ogni cosa, com’era
l’America?
–
-
Interessante -, replicò cauta mentre giocherellava con
l’orlo
del bicchiere, - e devo dire che hanno una cultura molto simile alla
nostra ma
tremendamente diversa sotto altri punti di vista. Mi piacerebbe
tornarci,
magari quando le condizioni lo permetteranno. –
C’era
una scintilla particolare negli occhi di Sophie,
appariva raggiante come se non fosse mai stata così felice
in tutta la sua
vita.
E
il suo bicchiere di vino non era stato minimamente toccato.
Un
sospetto le passò per la mente, spingendola a indagare per
togliersi il dubbio.
-
Sophie … non dirmi che sei incinta. –
La
bionda annuì timidamente, arrossendo furiosamente quando
l’amica
si lasciò andare a un’esclamazione particolarmente
colorita.
-
Certo che tu e Toby non avete proprio perso tempo, eh? Siete
partiti in due e tornate in tre. –
-
E non abbiamo certo intenzione di fermarci a uno. –
Sgranando
le iridi verdi, Mayra battè le mani allegra.
-
Se nasce femmina esigo di essere io la sua madrina. –
Con
una risata, Sophie annuì. – Pensa che Ethan ha
preteso lo
stesso se il primogenito fosse maschio. –
-
Mi sembra giusto. I migliori amici sono padrino e madrina
per diritto. –
1964
Andrew
Perseus Brooks – 1948, Grifondoro
Louise
Lacey Brooks – 1950, Corvonero
James
Francis Brooks – 1952, Grifondoro
Tobias
percorse a passi svelti il corridoio che conduceva allo
studio di Minerva, con Sophie che gli camminava a fianco e indossava
sul bel
volto un cipiglio duro e severo.
Andrew
e Louise, rispettivamente al sesto e al quarto anno,
non gli avevano mai procurato una convocazione nell’ufficio
della vice preside
ma sembrava proprio che James fosse deciso a recuperare abbondantemente
per
entrambi i suoi fratelli maggiori.
Bussò
alla porta dello studio, ricevendo il permesso a entrare
immediatamente.
All’interno
dello studio trovarono ad attenderli Minerva,
seduta dietro la scrivania, e a fronteggiarla Renford Lestrange in
compagnia di
quello che doveva essere il suo primogenito.
James
sedeva invece poco distante, intento a scambiarsi
occhiatacce con il giovane Lestrange.
-
Tobias, Sophie … è bello rivedervi. –
-
Lo è anche per noi, Minerva … ma ovviamente
avremmo
preferito circostanze diverse – replicò Sophie,
lanciando un’occhiataccia al figlio.
- Cosa ha combinato James? –
-
Mamma, io … -
-
James, hai già fatto abbastanza, lascia parlare noi
– lo interruppe
gentilmente suo padre.
Annuì,
abbassando lo sguardo, mortificato.
-
James e Rodolphus hanno avuto un piccolo alterco che si è
risolto in un duello nel bel mezzo del corridoio del terzo piano -,
spiegò
Minerva, - ovviamente entrambe le Case hanno subito una decurtazione di
punti,
ma visto che entrambi i ragazzi sono finiti in infermeria ho ritenuto
più che
giusto convocare entrambe le famiglie. –
-
Ovviamente Rodolphus è più che pronto a scusarsi
immediatamente con James. –
A
Tobias non sembrava proprio che il figlio fosse d’accordo
con le parole di Renford, ma lo sguardo penetrante dell’ex
Serpeverde sembrava
intimargli silenziosamente di ubbidire e permettergli di uscire di
lì il prima
possibile.
-
Ovviamente – bofonchiò tra i denti Rodolphus.
-
E sono certa che lo stesso vale per James, vero? –
-
Sì, certo – mormorò contrariato a sua
volta.
-
Allora non vedo dove sia il problema. Sono tutti interi, è
più che giusto che venga assegnata loro una punizione, e
confido che siano
abbastanza maturi da evitare di ripetere l’errore –
asserì Renford, assestando
una lieve pacca sulla spalla del figlio, - Mi piacerebbe rimanere a
rivangare i
vecchi ricordi dei tempi della scuola, ma temo di essere atteso dal
Ministro
tra meno di un’ora. –
Volse
uno sguardo appena accennato verso Tobias e Sophie,
chinando il capo, per poi accennare un sorriso all’indirizzo
di Minerva e
uscire dallo studio seguito a ruota dal figlio.
Rimasti
ormai soli, Sophie si voltò verso l’ex compagna di
scuola.
-
Sono mortificata, Minerva, non accadrà più.
–
-
Sono solo ragazzi, sono certa che hanno capito la lezione. –
-
Lo spero per lui. –
James
incrociò lo sguardo del padre, che si strinse nelle
spalle come a dire che il problema era tutto suo e non sarebbe di certo
intervenuto per salvarlo dall’ira di sua madre.
Era
fregato, tremendamente e irrecuperabilmente fregato.
Spazio
autrice:
Salve!
Dopo
un’attesa
a dir poco indegna, per la quale chiedo scusa a cody che ha creato sia
Tobias
che Sophie, giungo con l’ultima OS di questa raccolta. Vi
anticipo però che nel
giro di un paio d’ore dovrebbe uscire un’OS a
sé stante che verterà su Minerva
e vedrà comparire anche Renford in alcuni punti.
Ne
approfitto ancora una volta per ringraziare tutte coloro che hanno
partecipato
a Hogwarts 1944 e che ho ritrovato anche qui nella raccolta.
Avete
creato degli OC fantastici e che sicuramente avrò modo di
far comparire nel
corso di Hogwarts 1973, visto che non sono ancora pronta a dare
l’addio a tutti
loro.
A
presto.
XO
XO,
Mary