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Autore: nikita82roma    03/10/2017    5 recensioni
Ambientata prima dell'ultimo episodio della prima stagione. Castle e Beckett sono sulla scena del crimine di un duplice omicidio, una coppia di coniugi con una bambina in affido: Joy entrerà prepotentemente nella vita di castle e ancora di più in quella di Beckett. Il passato si scontrerà con il futuro, scelte, errori e decisioni vecchie e nuove porteranno i nostri dentro un percorso dal quale uscirne non sarà facile, dove giusto e sbagliato non sono così netti e dove verranno prese decisioni sofferte.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kate Beckett, Nuovo personaggio, Rick Castle | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima stagione
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Kate si era concessa più tempo con sua figlia che in qualunque altro giorno. Uscì solo quando fu sicura che si fosse addormentata perché doveva chiamare Castle per avvisarlo. Pensò in realtà che avrebbe anche dovuto farlo prima, ma la sua voglia di vedere e parlare con Joy era troppa che le aveva fatto dimenticare anche quel particolare. Le parole di Joy, però, l’avevano scossa. Lei non si aspettava solo di tornare a casa, si aspettava qualcosa in più da loro. Rick se l’avesse sentita dire così sarebbe stato entusiasta, ma lei non aveva il coraggio di dirglielo. Non voleva che pensasse in alcun modo che quella fosse una sua idea per forzarlo, mettendo poi in mezzo i sentimenti e le volontà di sua figlia, quasi come fosse un ricatto morale.

Lo raggiunse a casa subito dopo averlo avvisato delle condizioni di Joy, sapeva che non vedeva l’ora di vederla anche lui, così fu lei ad offrirsi di rimanere a casa con Alexis mentre lui andava in ospedale, nonostante la ragazza le ripetesse che non c’era bisogno, ma in realtà era Kate a voler passare un po’ di tempo con lei, avvolta in un caldo plaid sulla poltrona mentre sorseggiava un po’ schifata una qualche bevanda miracolosa preparata da Castle con l’odore non certo invitante. Non aveva avuto molto di passare molto tempo con Alexis, soprattutto da sola, in quei mesi, eppure lei era stata determinante per l’evolvere dei suoi rapporti con Joy ed anche con Castle. Era stata la prima a leggere la sua storia, a sapere quello che realmente era successo, ma poi non ne avevano più parlato. Alexis era stata una presenza costante e importante nella vita di Joy al loft, probabilmente uno dei motivi che hanno portato sua figlia, appena arrivata, ad ambientarsi subito così bene. Kate sapeva che Rick aveva parlato di loro due con lei e che Alexis non aveva dimostrato di avere alcun problema, ma dopo quello che le aveva detto Joy, sentiva il bisogno, prima di decidere se fare qualsiasi passo, di confrontarsi con lei che per età era ancora un’adolescente, ma di testa era molto più adulta di tanti suoi coetanei.

- Joy mi ha chiesto di salutarti. Ha detto che le manchi molto e di non andare troppo avanti con la vostra serie tv.

- In realtà ho finito la stagione, però non glielo dico, la riguarderemo insieme. Ci sono veramente buone possibilità che accada come ha detto papà? - Le chiese Alexis mentre Kate seduta vicino a lei prese dalle sue quell’intruglio preparato da Castle e lo allontanò da loro.

- Sì, direi ottime possibilità questa volta.

- Pensi che tornerà a casa a prima di Natale? - Anche Alexis era impaziente che Joy tornasse come tutti loro, ma non solo perché considerava quella bambina ormai a tutti gli effetti come una sorella più piccola, ma anche perché vedeva come suo padre soffriva in quella situazione.

- Questo non so dirtelo, ma ho paura di no. Mancano meno di tre settimane ed il tribunale non ha ancora stabilito una data per il dibattimento. - Beckett non le nascondeva nulla, le parlava come ad un adulta

- Oh… capisco… - Parve molto delusa dalla risposta di Kate e la detective se ne accorse, guardandola in modo tale che anche senza bisogno che le chiedesse nulla, Alexis spiegò la sua delusione. - Papà ci tiene tanto al Natale è la sua festa preferita. Tutti gli anni questo periodo ha già riempito il loft di addobbi di tutti i tipi, ogni anno più strani e complicati. Laggiù fa un albero grandissimo addobbato con tantissime luci e tutte le decorazioni che abbiamo comprato negli anni e poi ne acquista sempre nuove. Quest’anno ancora non ha fatto nulla e credo non ci abbia nemmeno pensato. Credo che senza Joy non sarà molto in vena di festeggiare.

Era visibilmente dispiaciuta ed anche Kate lo era per lei. Allungò una mano per accarezzarle una mano in un gesto che voleva essere di conforto che stupì entrambe. Per età Kate non poteva certo pensare di essere una figura materna per Alexis, però da quando aveva ritrovato Joy sentiva quel lato di se decisamente più accentuato e se Meredith era sempre latitante nella vita della figlia, pensava che almeno avrebbe potuto darle un punto di riferimento femminile se avesse ne avuto bisogno.

- Penso che tuo padre in questi giorni sia stato solo molto preso dai problemi di salute di Joy e dagli avvocati, ma non credo si sia dimenticato che si sta avvicinando Natale, sono sicura anzi che nei prossimi giorni renderà questo posto la succursale della casa di Babbo Natale! - Cercò di essere entusiasta nel dirglielo, ma Alexis notò la smorfia nel suo volto e la sua voce con quella punta di distanza che non voleva farle sentire.

- Non ti piace il Natale, Kate? - Chiese la giovane.

- Sono molti anni che non festeggio più…

- Sei diventata grande? Mio padre proprio non ci riesce - Alexis rise e Kate provò a fare lo stesso.

- Tuo padre è un adorabile bambino per queste cose e spero rimanga sempre così. Sì, sono diventata grande, ma nel modo peggiore. Mia madre è stata uccisa proprio subito dopo le feste di Natale e la nostra casa era ancora tutta addobbata. Lei avrebbe approfittato del giorno successivo per togliere tutto, dopo quella che doveva essere la mia partenza per Stanford. Lei non ha mai tolto gli addobbi, io non sono mai partita e mettere via tutte quelle decorazioni è stato un po’ come mettere via il Natale. Ogni anno in questo periodo il suo ricordo diventava sempre più vivo e faceva male ogni anno allo stesso modo.

- Oh… scusami… mi dispiace…

- No, Alexis scusami tu, non volevo rattristarti. - Kate si sporse per fare una carezza alla ragazza che ricambiò con un sorriso.

- Papà invece dopo che mamma se ne è andata ha cominciato ogni anno a fare qualcosa in più. Non voleva farmi sentire la mancanza di qualcosa, credo, così beh… sai com’è, fermarlo era difficile, se non impossibile quindi questa era un po’ la nostra tradizione.

- È sempre la vostra tradizione Alexis, non è cambiato nulla. Non voglio che pensi che per colpa di Joy o mia la tua vita viene stravolta, non sarà così. Non devi vedere me o Joy come chi ti toglie qualcosa, soprattutto non Joy. - Kate sembrava molto preoccupata per questo, voleva rassicurare Alexis ma non aveva le parole adatte ed anzi si stava facendo lei prendere dall’ansia e dalla paura.

- Non lo penso Kate. - Fu Alexis a prenderle la mano questa volta per tranquillizzarla ed anche quel gesto sorprese entrambe. - Voglio bene a Joy ed anche a te. Mio padre con te è felice ed io sono contenta per questo. Dovremmo solo organizzarci poi, ma penso che un modo lo troveremo no?

Kate fu sorpresa da quelle parole. Anche lei dava per scontato un futuro che li vedesse tutti e quattro insieme? Abbassò la testa un po’ imbarazzata.

- Sì, presumo di sì, lo troveremo.

- Ora cosa farai, ricorderai a mio padre che non ha ancora messo alcuna decorazione per Natale? - Domandò sorridendo Alexis.

- Sono così prevedibile? - Le chiese Kate facendo una smorfia.

- È quello che avrei fatto io, immagino lo farai anche tu. Comunque grazie, in ogni caso. Pensi che prossimamente potrò andare a trovare Joy anche io?

- Lo spero. Sicuramente lei ne sarebbe molto felice, però prima dei rimetterti completamente.

Alexis annuì, sapeva benissimo quali erano le condizioni di salute di Joy, Rick gliele aveva spiegate più volte ed era già capitato che una volta, quando pensava di stare male, è rimasta lontana dalla sua camera per alcuni di giorni, fino a quando non aveva più alcun sintomo. Kate si sporse verso Alexis per sentire se avesse ancora la febbre ed in effetti la ragazza era ancora piuttosto calda. La vide rannicchiarsi e stringersi di più nella coperta e Beckett si rese conto di come anche la giovane Castle, in fondo fosse poco più che una bambina, nonostante ragionasse come una donna adulta e responsabile. In un momento le passò davanti tutta la vita di quella ragazza per quel che sapeva dai racconti suoi e di suo padre, per quel che aveva visto con sua madre e lì sul divano le sembrò più sola di quanto non fosse. Si sentiva in colpa per come Joy le stesse portando via le attenzioni di quel padre che fino a pochi mesi prima viveva solo per lei ed ebbe l’istinto di abbracciarla. Alexis fu sorpresa da quel gesto, ma la lasciò fare, anzi rimase appoggiata sulla sua spalla dove poco dopo si addormentò anche per effetto delle medicine che aveva preso poco prima. Kate non pensò facendo quel gesto che le era venuto così istintivo, frutto di un’istinto materno che con la presenza di Joy era diventato decisamente preponderante in lei, come non si sarebbe mai aspettata, che avrebbe rischiato di potersi contagiare anche lei, il che avrebbe voluto dire stare giorni lontana da Joy. Aveva solo seguito il suo istinto che le diceva che anche quella ragazza, in quel momento, aveva bisogno di un abbraccio.

Castle le trovò così quando rientrò a casa sorpreso ed emozionato allo stesso tempo. Beckett gli fece segno di fare silenzio.

- Si è addormentata da poco. - Gli sussurrò. Lui si avvicinò a loro prendendo in braccio Alexis per portarla nella sua stanza. Era incredibile, pensò Kate, come tra le braccia di Rick anche lei sembrasse così piccola.

 

Castle tornò al piano inferiore poco dopo e vide Beckett intenta a lavare un paio di tazze rimaste lì dalla mattina. Senza pensarci troppo l’abbracciò da dietro, baciandola su quella parte di collo rimasta scoperta.

- Ti amo. - Le disse baciandola vicino all’orecchio.

- Perché sto lavando le tazze della colazione? - Gli chiese sorridendo anche perché le faceva solletico.

- Anche per quello sì. Per tutto.

Rimase in quella posizione, assecondando ogni suo movimento, fino a quando Kate non ebbe finito. Poi quando lei si voltò rimanendo tra le sue braccia, lui si perse per qualche istante nei suoi occhi e tutta la sicurezza che aveva avuto fino a quel momento sentì che lo stava abbandonando. Possibile che lei gli facesse questo effetto?

- Ti devo parlare Kate. - La voce di lui alle orecchie di Beckett sembrò decisamente troppo seria.

- È successo qualcosa a Joy? O con Connor? - Si allarmò subito, ma lui la tranquillizzò con un bacio a fior di labbra.

- No, tranquilla. Joy sta bene e Connor non mi ha rivolto parola, buon per lui. Riguarda noi.

- Ah…

Rick non aveva certo pensato di fare quel discorso in cucina, però ormai erano lì, e non voleva più rimandare.

- Ho parlato con mia madre stamattina e… ecco… a lei piacerebbe un po’ più di autonomia. Ho pensato che l’appartamento qui sotto potrebbe essere ideale per lei…

- Oh… certo… io… te lo libererò il prima possibile. - Uscì in modo brusco dal suo abbraccio, prendendolo di sorpresa e si appoggiò al bancone dandogli le spalle. - Dammi solo un paio di giorni e porterò le mie cose nel mio appartamento.

Rick sorrise alle sue spalle e non vide come Kate serrava nervosamente la bocca. Non si aspettava di dover lasciare l’appartamento, non adesso. Certo era stata lei a dirgli più volte che quella era solo una sistemazione provvisoria però non poteva negare a se stessa di esserci rimasta male. Castle la sentì rigida quando provò ad abbracciarla di nuovo.

- Non voglio che porti le cose nel tuo appartamento. Voglio che le porti qui, a casa nostra.

Kate si voltò di scatto sorpresa ancora di più da quelle parole.

- Beckett, è non ha senso che continuiamo così. Io voglio stare con te, sempre e non sono solo io a volerlo.

- Hai parlato con Joy…

- Sì e lo vuole anche lei. Lo voglio io, lo vuole anche Alexis. Devi volerlo solo tu. Io so che è presto, che in fondo ci conosciamo da poco, che stiamo insieme da pochissimo, ma Kate, io non posso fare a meno di te.

- Tua madre non vuole l’appartamento, vero?

- No, gliel’ho proposto io. Così potrà stare sempre vicino alle sue nipoti, venire qui quando vuole, ma potremmo avere i nostri spazi.

- Non voglio che pensi che la voglio mandare via dalla sua casa.

- Non lo stai facendo. Lei è entusiasta che tu venga qui e questa soluzione le piace tantissimo. Dice che così potrà frequentare più liberamente una sua nuova fiamma che ha conosciuto da poco, Chet mi pare, ma non ho voluto approfondire. Manchi solo tu.

- Sei sicuro Castle? - Chiese ancora lei.

- Sicurissimo, Beckett. Rimani qui, per sempre. Mi faresti l’uomo più felice del mondo.

- Tu lo sai che io odio i traslochi? - Gli disse sorridendo allacciando le proprie braccia dietro il collo di lui, mentre gli accarezzava la nuca con un sorriso sempre più grande.

- Anche io. Ma ti prometto che sarà l’ultimo. Non te ne dovrai andare più da qui.

- E mi aiuterai con le scatole. - Lo ammonì.

- Sono il più bravo aiutante con le scatole del mondo.

- Allora, in questo caso, sì. Sì, Castle. - Si avvicinò per baciarlo ma lui la fermò.

- Sai che questo è solo un altro mattoncino, vero?

- Non ti accontenti mai, pensi sempre alla mossa successiva tu? - Gli disse quando le loro labbra erano tremendamente vicine.

- No. Non fino a quando non ho tutto quello che voglio. Però intanto mi godo questo sì. Sarà solo l’inizio Kate per noi. Ti amo.

Le concesse finalmente quel bacio e Kate sperava veramente che quello fosse veramente solo un nuovo inizio.

 



Vita vera incompe con un periodo piuttosto pieno di impegni. Non so quando riuscirò ad aggiornare ancora, spero presto. Grazie per la pazienza.
   
 
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