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Autore: Elgul1    03/10/2017    2 recensioni
Questa storia è un What if di cosa sarebbe potuto accadere, secondo me, se invece di Shouyou, Gintoki avesse avuto come maestro Utsuro diventando il più temibile assassino a disposizione dei Naraku.
Gintoki ha sempre vissuto per servire e aiutare il suo maestro Utsuro che lo ha cresciuto come un figlio. Da anni commette crimini di ogni genere uccide coloro che infangano il buon nome dei Narakue chi rappresenta una minaccia per l'ordine imposto. La sua strada però, durante la sua missione più pericolosa, sarà costellata di numerosi incontri che riusciranno a portarlo verso la dritta via che sembra irragiungibile?
Genere: Azione, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gintoki Sakata, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Violenza
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Kondo non si raccapezzava per la situazione attuale, sbattè con forza il pugno sulla scrivania. Ormai era passato quasi un giorno da quando Hijikata era sparito e di lui non si sapeva nulla di nulla. Quella notte non era riuscito nemmeno a dormire a causa dell'ansia aveva mandato in giro anche alcuni uomini ma niente Toshi sembrava svanito nel nulla.  - Dove diavolo te ne sei andato?- Pensò fra se e se sempre più dubbioso.
" Ohi Kondo." Disse Okita bussando alla porta. 
" Si dimmi. Hai novita tu?" Domandò lui speranzoso e mettendo apposto la scrivania in completo disordine.
" Purtroppo no. Ma vorrei parlarti di un'altra questione..." Mormorò a bassa voce il giovane. 
" Riguardo a cosa?" Chiese Kondo col suo stesso tono di voce basso.               
 Okita chiuse la porta e bisbiglio:" Riguarda il caso del padre di Shimura ricordi? Quello che abbiamo accantonato." 
Kondo annui. " Si ho capito quale intendi e allora?"
" Bhe ecco il corpo e, così i suoi indumenti, sono stati controllati più volte dalla scientifica ma non hanno trovato nulla. Però io mi sono intrufolato e guarda cosa ho trovato..." Nella mano destra d'Okita stava un piccolo foglio scarlatto dalla forma di un biglietto da visita. 
" Che posto sarebbe quello?" Domandò il comandante rigirandosi il foglietto macchiato di sangue tra le mani studiandolo con attenzione. 
" Da quanto sembra è un locale notturno però,  a causa del sangue, non sono riuscito a risalire a quale delle decine di locali della città..." Borbotto afflitto lui.
" Potremo mandare vari gruppi e scoprire quale sia sarebbe un gioco da ragazzi." Disse Kondo buttando giù un 'idea. 
" Non so quanto ci possiamo fidare degli altri..." Mormoro Okita serio.       
" Che cosa intendi dire? " Chiese confuso Kondo.
" La scientifica non c'ha dato il foglietto prima come mai? Forse hanno spie qua tra di noi? Se dobbiamo fare questa cosa dobbiamo farla noi due è l'unica soluzione o nel caso affidarla a gente di cui tu ti fidi ciecamente Kondo."        
" Dopo il trattamento che hanno riservato a Hijikata mi fido poco di molto di loro solo una decina si salvano..." Rispose lui.
" Non puoi giudicarli per quello e lo sai bene..." Lo ribecco il giovane era stanco di quella questione tutti ne facevano una questione di stato non ne poteva più e aggiunse " Stai facendo questa storia più grande di quanto non lo sia, non tutti si fidano di Hijikata come facciamo io e te, mettiamocelo in testa quando vorrà tornare sarà il benvenuto adesso però muoviamoci la città non si protegge da sola capo." Disse Okita seccato della cosa. Prima che Kondo potesse replicare il giovane spalancò la porta uscendo lasciando il comandante interdetto. 
 
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Shinpachi aprì il portone di casa con le ultime forze che aveva si sentiva davvero esausto. Tra il lavoro, gli allenamenti di mattina, quelli di pomeriggio e gli altri compiti che Takasugi gli affidava si sentiva uno straccio. 
Facendo piano entrò in casa erano le una passate. Aveva trascorso le ultime ore ad aiutare i suoi compagni in una fuga preventiva in uno dei tanti nascondigli sparsi per la città sentiva i muscoli delle braccia a pezzi. L'unica cosa che spero era che sua sorella dormisse. Stava per entrare in camera quando una voce, dietro di lui, bisbiglio:" Ti sembra questa l'ora di tornare?"
 " Ootae credevo che fossi a letto ormai..." Rispose lui con la voce tremante di fronte allo sguardo accusatorio di lei. 
" E secondo te io posso stare tranquilla sapendo che tu te ne vai in giro fino a notte fonda a chissà far che cosa!?!" Domandò lei alterata. Lui chino la testa non poteva dirgli cosa stesse facendo davvero altrimenti sicuramente si sarebbe beccato altro anziche una semplice sgridata.                          
" Ecco alcuni colleghi sono andati a bere e così mi sono unito a loro..." Mentì lui imbarazzato. Il suo sguardo severo non cambiò e anzi inizio ad avvicinarsi a lui. " Scusami non si ripeterà più dico davvero..." Mormorò lui cercando di scusarsi chinando la testa.
Ma lei, inaspettatamene, lo strinse a se con forza e con la voce rotta sussurro:" Mi sei rimasto solo tu per favore... Non andartene anche te."
Shinpachi ricambio l'abbraccio nonostante la sorpresa sua sorella non era mai stata una persona debole l'aveva vista sempre forte e sicura di se come poche persone e rispose:" Non lo farò mai te lo prometto sorella." Sperando che quelle parole fossero la verita.
 
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Gintoki non ne poteva già più dopo solo due giorni di convivenza forzata con quella pazza e quel vecchio stava diventando scemo. Shin era passabile cercava di rendersi più invisibile possibile nonostante la mole ma quella ragazza no, prima aveva quasi dato fuoco alla cucina e poi aveva tentato di distruggere la tv ma da dove diavolo era uscita fuori? - Ho bisogno di una pausa..- Pensò fra se e se mentre entrava in un locale del centro ormai semi vuoto vista l'ora tarda. Si mise al bancone accanto ai  clienti che ormai stavano consumando la loro ultima bevuta.                                               
 " Una birra per favore." Disse con voce stanca mentre si metteva sullo sgabello.                                                                                                "Giornata dura anche per te eh?" Domandò un avventore accanto a lui con la voce impastata a causa dei fumi dell alcool. Stava per rispondere ma, quando vide l'avventore sbianco lì, accanto a lui, c'era quel tipo della Shinsengumi. 
" Già ha proprio ragione." Disse alla fine tornando a fissare il vuoto.                                         
  " Per me invece è tutto questo fottuto periodo duro..." Replicò l altro senza essere stato interpellato.                                                               " Bhe mi spiace molto, mi chiamo Gintoki Sakata comunque." Rispose lui prendendo la birra che il barista gli poso davanti.              " Hijikata Toshiro e per il momento in periodo di ferie forzato..." Borbottò lui buttando giù il bicchiere stracolmo come fosse acqua.
 " Ma certo lei è quello che è soppravvisuto all'attentato di una settimana fa!" Esclamò Gintoki con finto stupore.
" Non fosse mai successo sarebbe stato meglio..." Replicò lui piuttosto seccato.
 " Ma è vivo cosa c'e di male in questo?" Domando Gintoki sorseggiando la birra.
" Cosa c'e di male? C'e che, per colpa di quello sporco bastardo, sono stato sospeso. Ho rischiato di essere cacciato e infine la maggior parte dei miei colleghi non si fida di me dovrei continuare?" Ruggi lui sbattendo i pugni sul balcone allarmando i rimanenti occupanti del bar.
 " Anche se hai perso tutto questo hai sempre la tua vita puoi andare avanti." Replico Gintoki sicuro.
 Hijikata lo guardò e chiese:" Dimmi hai mai usato una spada?" 
" No mai, non sono tagliato per certe cose." Mentì lui. 
" Il motivo per cui lotto è per difendere coloro a cui voglio bene, non è per me stesso ma per gli altri e se loro non si fidano di me che senso ha lottare? Lottare per se stessi oppure per il proprio tornaconto è qualcosa di sbagliato. Occorre sempre qualcosa che ci spinga a combattere anche solo una persona da proteggere fa la differenza a volte..." Disse lui tutto d'un fiato e alzandosi aggiunse " Adesso meglio che vada ti ringrazio per la chiacchierata mister permanente ci vediamo in giro..." Lo salutò con la mano uscendo dal locale. Gintoki era in silenzio lottare per qualcuno? E che senso aveva? Lui aveva sempre lottato per portare a casa la pelle in tutti quegli anni aveva ucciso le persone che gli si erano parate davanti solo per proteggere la sua di vita. " Io non ho bisogno di nessuno..." Mormorò fra se e se come a volersi dare una sicurezza che sentiva vacillare sempre di più. 
 
 
 
Katsura camminava tranquillo per le strade della zona industriale. Il fumo nero come la pece usciva dai grandi inceneritori lì vicino oscurando le stelle e la luna. Si guardò attorno circospetto le spie della Shinsengumi o di Naraku potevano essere ovunque e lui doveva essere pronto. Prese il primo vicolo a destra per poi bussare alla prima porta che vide. " Chi è?" Mormorò la voce di un vecchio.     
" Sono Katsura aprì." Rispose lui subito.

 
La serranda cominciò ad alzarsi lentamente, il joi si abbasso e passo sotto di essa che fu subito richiusa e sbarrata. Il magazzino dove si trovava era stracolmo di cianfrusaglie pezzi di robot e altre macchine stavano addossate qua e la in completo disordine. L'unica postazione pulita era il tavolo da lavoro messo sulla parte sinistra dalla stanza.
 
 " L'hai portato con te?" Domandò il vecchio, un uomo basso dalla folta barba grigia e i grandi occhiali bianchi. Katsura estrasse un lungo foglio di pergamena dalla tunica e lo passò nelle mani del vecchio che, con cautela lo aprì.
"Gengai molti sono morti per proteggere questa cosa, abbiamo creato ben cinque falsi e di quei falsi nessuno è arrivato dove doveva per fortuna la reale copia l avevo con me." 
" Avete fatto bene mi dispiace per quelle povere vite..." Disse il vecchio seriamente rattristato continuando a leggere la pergamena. 
" Lo sai bene quanto me quando si combatte una guerra le perdite sono necessarie." Replicò il giovane serio.
 " Lo so meglio di quanto tu possa immaginare Zura. Ho perso mio figlio per colpa di quei bastardi..." Sbotto schietto lui chiudendo la pergamena e mettendola via. 
" Cosa ne pensi? E' fattibile?" Chiese Katsura cambiando argomento. 
 
Gengai tamburello sul tavolo come se stesse facendo dei conti poi rispose:" In teoria si ma in pratica... No. Avrei bisogno di molto materiale non reperibile subito." 
" Per quello non è un problema tu dammi una lista e ti troverò tutto quello che serve." Replico l altro porgendogli carta e penna.
" E in più i tempi di rifinitura sarebbero di qualche mese sempre che non venga scoperto prima..." Ammise il vecchio. 
" Gengai quando abbiamo iniziato questa collaborazione ti abbiamo assicurato che ti avremmo protetto e manterrò la parola data. Tu forniscici quello che c'e scritto lì e ti prometto che poi sarai libero, dirò a Takasugi di mandare qualcuno del Kihetai qua da te per sicurezza. " Annunciò lui dirigendosi verso la saracinesca. 
" D'accordo ma ti avviso Zura quello che state facendo è una follia..." Lo ribecco il vecchio seriamente preoccupato.
 Zura sorrise e replicò:" Se non fosse folle allora non sarebbe un'azione da noi." E con queste parole chiuse la serranda lasciando Gengai solo a rimuginare. 
 
 
 







ANGOLO DELL AUTORE: Rieccomi sto cercando di mettere almeno un capitolo a settimana avendone già diversi pronti. Grazie a tutti quelli che continuano a leggere ^^ mi piacerebbe sentire una vostra opinione sulla storia non importa se positiva o negativa battete un colpo se ci siete alla prossima.
   
 
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