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Autore: LilyBennet    04/10/2017    1 recensioni
Hermione Granger e Draco Malfoy sono follemente innamorati. O almeno così sembra.
Ai due è stata sbadatamente somministrata una pozione d'amore, che finisce per avvelenarli entrambi e causargli dei brutti effetti collaterali. Con il viso di un sinistro color viola lei, e delle disgustose pustole verdi su tutto il corpo lui, si ritrovano a condividere la stessa sorte ad appena un letto di distanza, separati da una sottile tendina dell'infermeria. Non ci vuole molto a capire cosa abbia spinto i due eterni nemici ad agire in un modo così insolito, ma ormai il danno è fatto, e tutta Hogwarts li ha visti girare mano nella mano e scambiarsi tenere effusioni.
In una scuola dove niente rimane segreto troppo a lungo, i due caposcuola si ritrovano a dover far fronte a pettegolezzi di ogni genere, fidanzati gelosi, e rivalità tra case che perdurano da secoli.
Genere: Commedia, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Dean/Ginny, Draco/Hermione, Draco/Pansy, Harry/Ginny
Note: Otherverse, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
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L'avevano persa, non si capacitavano di come fosse potuto accadere. Un attimo prima era lì, seduta sul divanetto con gli occhietti vuoti, e quello dopo era misteriosamente scomparsa.

Se Hermione non gli avesse ripetuto centinaia di migliaia di volte che non era possibile farlo all'interno di Hogwarts, Harry avrebbe giurato che la ragazza si fosse smaterializzata. Si mise le mani nei capelli, sedendosi dove qualche secondo prima, forse minuto, la sua amica aveva riposato le gambe coperte dalla flanella.

Voleva mettersi ad urlare per la frustrazione. Osservò Ginny camminare avanti e indietro davanti a lui, mentre si rosicchiava l'unghia del pollice con un'espressione ansiosa.

« E adesso? » gli domandò la rossa. Harry fece scorrere lo sguardo sul suo profilo snello.

« Andiamo a cercarla » fu l'ovvia risposta.

« Non ci avevo proprio pensato! » gli rispose ironica, fermandosi e allargando le braccia, « non parlavo solo di ritrovare Hermione »

« E di cosa, allora? »

« Di tutto! Malfoy potrebbe anche avermi scagliato contro la maledizione Imperius per farmi portare il bicchiere contenente la pozione ad Hermione; adesso lei ragiona come Lavanda Brown ed è innamorata pazza di lui; è scappata chissà dove, chissà da quanto, per ritrovarlo. A quest'ora potrebbero essere ovunque » strepitò lei, ricominciando a camminare qua e là. Se avesse continuato ancora un po', osservò Harry, avrebbe senz'altro scavato una scia con le sue orme sul pavimento.

« E' un disastro, un completo disastro! E se fossero andati nei sotterranei? Come faremo a riportarla in camera? Ma soprattutto, come lo diciamo a Ron?! »

« Dirmi che cosa? »

Ginny si congelò sul posto, non osando voltare il capo in direzione del fratello.

« Dirmi che cosa, Ginny? » domandò nuovamente lui. Lei si girò per guardarlo, e lanciò un'occhiataccia al suo ragazzo; quest'ultimo sollevò le spalle, come a dire “che potevo farci?”.

Ron, ancora in attesa di una risposta che voleva a tutti i costi sapere, osservò come la sorella cominciasse a boccheggiare come un pesciolino fuor d'acqua.

« Harry, cosa dovete dirmi? » domandò poi al suo migliore amico. Harry aprì la bocca e la richiuse, proprio come Ginny.

Dunque, da dove cominciare.

« Pensiamo che Hermione abbia bevuto senza volerlo un filtro d'amore » disse lui.

« Cosa?! »

« Sì, beh, questo spiegherebbe molte cose » riflettè meditabondo Dean. Ginny lo fulminò con lo sguardo.

« Cosa c'è? »

« Avevi un solo compito da svolgere! » lo rimproverò lei.

« Voleva tornare indietro ad ogni costo, che avrei dovuto fare? »

Ginevra Weasley sbuffò, incrociando nuovamente le braccia al petto. Harry si obbligò a guardare solo il portiere di quidditch, in piedi davanti a lui.

« E quando sarebbe successo? » chiese lui innervosito.

« Ecco... »

Ora sì, che si trovava in difficoltà a dosare le parole.

« Harry? »

Forse non c'era un modo carino, né tanto meno uno delicato che non facesse scoppiare una seconda guerra magica che, in confronto, l'opera di Voldemort era una banale lite tra ragazzini. Harry fece un respiro profondo.

« Pensiamo che Malfoy abbia convinto Ginny a portarglielo mentre era sotto effetto di un Imperius »

Ecco, aveva appena sganciato la bomba. Ginny, alle spalle di Ron, si prese la testa tra le mani; Dean Thomas le si avvicinò, tentò di circondarla con le braccia me lei lo scacciò via.

La percezione del tempo di Harry si distorse, risultando molto più lenta di quello che era in realtà. Potè osservare con orrore l'espressione del suo migliore amico mutare dal fastidio, all'angoscia, alla preoccupazione, e infine all'ira.

 

 

 

 

Blaise a malapena udì lo scambio di battute tra la bionda Serpeverde ad un fianco, e Theodore Nott all'altro.

Era stato cieco – erano tutti stati ciechi – a non notare subito i sintomi di una pozione d'amore.

« Siamo degli imbecilli » disse con lo sguardo fisso sul ragazzo intento a versarsi nel bicchiere l'idromele. Loro, membri di una casa nota per l'astuzia e l'intelligenza, si erano soffermati a guardare il povero Draco delirante, senza collegare l'insolito comportamento a qualche arteficio.

« Oddio, sta impazzendo anche lui » si preoccupò Theo.

« Speriamo di no, ci manca solo che inizi a struggersi per qualche altra rovina, come la piattola Weasley o Lunatica Lovegood » singhiozzò Daphne.

Blaise la guardò scocciato.

« No, io sono sicuro di non aver bevuto alcun filtro d'amore » rispose lui.

« Che filtr- » Daphne non terminò la frase. Si portò la mano curata alla bocca per lo shock, e guardò l'amico a occhi sbarrati.

« Non può essere »

« Eppure è successo »

« E quando l'avrebbe bevuto, scusami? » gli domandò Theodore.

« Era nell'idromele che gli ha offerto Tiger » rispose Blaise portando le mani ai fianchi, e indicando con un gesto della mano il tavolo.

I due rimasero in silenzio, guardando l'amico alzare gli occhi al cielo, maledicendosi per non esserci arrivato subito.

« Aspetta, aspetta » intervenne poco dopo Daphne, « una pozione d'amore lega una persona a quella che gliel'ha somministrato, e fidatevi che conosco alla perfezione l'argomento »

« Ne hai già usata una? »

« Certo che sì, ne ho comprata una da quattro soldi da quei poveracci di gemelli Weasley, e l'ho usata su Terence Higgs » replicò Daphne melliflua, « E come avete potuto constatare tutti, ha funzionato alla perfezione »

Theodore ci pensò su.

« Ora si spiega come mai ti abbia adorata per un giorno interno »

« E vi assicuro... » continuò lei, « che in quell'occasione sia stata io a a farglielo finire “per sbaglio” nel succo di zucca che ha bevuto a colazione. Con l'inganno »

« Ma con questo ragionamento Malfoy si sarebbe dovuto scoprire omosessuale. Blaise? »

« Non me lo spiego. So che c'è di mezzo un filtro, ma non capisco come mai lui si sia innamorato della Granger e non di Tiger »

« Sarebbe stato decisamente meglio vederlo limonare con Tiger, piuttosto che con la Granger » commentò Theodore cupo.

« Certo che avete una mente chiusa, voi due » li rimproverò Daphne, « si vede che non avete mai avuto a che fare con questo genere di intrugli »

« Perchè, evidentemente, noi non ne abbiamo bisogno » le rispose Theo.

Daphne, sentendosi punta nell'orgoglio, pestò i piedi a terra arrabbiata.

« Nemmeno io, ma quel tonto di Higgs pensava solo al quidditch, e non recepiva mai nessun messaggio, e... » si zittì. Sentiva che le sue guance stavano tornando rosse e il sangue le stava affluendo alla testa; riprese a sventolarsi con il ventaglio, traendo piacere dal leggero spostamento d'aria fresca che le accarezzava la pelle. Si calmò in poco tempo.

Fece un respiro profondo.

« Comunque, i filtri d'amore non sono tutti uguali, e non tutti profumano come l'amortentia »

I due ragazzi la guardarono ottusi.

« Vedete, non con tutti è necessario che chi vuol trovare una brutta copia dell'amore sia presente fino alla fine. Con alcuni può bastare anche solo l'atto di versarlo in un bicchiere e, se è incolore e inodore, la vittima non si accorge assolutamente di niente »

« Secondo te la colpevole è la Granger? »

Daphne annuì con sguardo fiero.

Theodore, tuttavia, era ancora molto dubbioso riguardo quella teoria.

« Ma che ragione avrebbe avuto per fare una cosa del genere? E come avrebbe fatto a convincere Tiger a farle da tramite? »

« Alla seconda domanda posso rispondere con una veloce e semplice fattura: confundus. La prima è davvero idiota » commentò acidamente Daphne, « Tu perchè bevi? O perchè respiri? »

« Sai, Theo, penso che il ragionamento di Daphne non sia del tutto folle » ammise Blaise, « probabilmente la Granger covava dei sentimenti per Draco, e ha deciso di agire rifilandogli una pozione. E non dimentichiamoci che lui già sospettava che stesse cercando di farlo diventar matto »

« E ci è riuscita, alla fine » constatò amaramente Daphne.

« Cosa facciamo ora? » domandò Blaise, con lo stesso umore di una persona che ha appena subito un lutto.

« Come sarebbe a dire “cosa facciamo ora”? Andiamo a cercarli! » esclamò indignato Theo.

 

 

 

 

In quel preciso istante, i due caposcuola erano improvvisamente diventati i ragazzi più ricercati del castello; una caccia all'uomo non molto differente da quella indetta per Sirius Black, quando costui si era furbamente trasformato in animagus per sfilare sotto al naso dei dissennatori senza venir acciuffato.

Per essere precisi, avevano ben sei ragazzi alle calcagna, il settimo – ovvero Dean Thomas – aveva fatto un passo indietro, temendo che uno dei due amanti avrebbe potuto togliere ulteriori punti alla casa se solo avesse aiutato a separarli; in effetti, se avessero alleggerito di venti punti ciascuno tutti i presenti, i Grifondoro ne avrebbero perso ben ottanta nel giro di dieci secondi scarsi.

 

La stanza delle necessità venne perlustrata da cima a fondo; dalla zona in cui a Ginny era presumibilmente stata scagliata la maledizione, a quella in cui Hannah Abbott aveva assistito Hermione, a quella in cui alcuni Serpeverde avevano quasi fatto scoppiare un altro duello, non molto tempo prima. Vennero controllati anche quegli angoli angusti e bui dove, nessuno che non sia accompagnato dalla propria dolce metà, penserebbe mai di ficcarsi.

Ronald Weasley, oltre ad essere preoccupato per la propria ragazza – che sentiva sempre meno tale – era a dir poco furibondo con Malfoy, che non solo si stava approfittando di una momentanea debolezza della caposcuola, ma in più aveva osato anche scagliare una maledizione senza perdono a sua sorella. Avrebbe mandato a quel paese la magia e gli sarebbe saltato al collo, non appena se lo fosse trovato davanti; proprio come aveva fatto suo padre al Ghirigoro, al secondo anno, quando aveva preso a pugni Lucius Malfoy.

 

Quando si resero conto che, dei due amanti, non c'era più traccia nella stanza delle necessità, si fecero prendere dal panico e si precipitarono verso l'uscita. Nell'affanno di farsi strada tra i numerosi festaioli e di raggiungere il portone, Harry si scontrò con qualcuno che, decisamente, avrebbe preferito non incontrare: Blaise Zabini.

Tra i due – essendo uno il designato salvatore del mondo magico, e uno dei tanti che lo avrebbe spedito in infermeria stregando un altro bolide l'altro – non scorreva buon sangue già da tempo, ma alla luce dei fatti di quella sera, non poterono non provare un forte astio.

Si guardarono a vicenda non nascondendo il disprezzo che provavano, in completo silenzio, senza nemmeno più pensare che – presumibilmente – Hermione e Draco erano stati ingannati l'uno dall'altro caposcuola. Fu la voce squillante di Daphne a spezzare il loro contatto visivo.

« Voi! »

Una freccia scagliata nella direzione dei Grifondoro che fece sobbalzare tutti quanti.

« Scommetto che qui c'è anche il vostro zampino, nevvero? »

Ron, forse il più imbestialito dei sei, si sentì subito infastidito dal tono belligerante della ragazza e dal suo farneticare senza senso.

« Di cosa staresti parlando?! »

Insomma, il suo amico gli aveva appena soffiato la ragazza con una pozione d'amore e – per quanto tra loro due le cose stessero traballando pericolosamente – si sentiva comunque in dovere di prendersela.

« Oh, non fare il finto tonto, Weasley » replicò indignata Daphne.

« La Granger ha in qualche modo convinto Tiger a rifilare a Draco un filtro d'amore » si intromise con durezza Theodore, vedendo che la bionda

Serpeverde stava girando troppo attorno al cuore del problema.

« Che cosa?! » si infastidì Ginny, « Hermione avrebbe sedotto Malfoy?! Voi siete matti! »

« Piuttosto è il vostro amico ad averla fatta grossa! » esclamò Ron puntando il dito contro i tre ragazzi davanti a lui.

« Un Imperius! Potrebbe venir spedito davanti al Wizengamot! » singhiozzò Ginny allargando le braccia.

« Se lo trovo lo uccido » montò sempre più arrabbiato Ron.

« Siete fuori di testa! Draco è sempre rimasto con noi! »

L'idea che, forse, entrambi i gruppi potessero essere saltati a conclusioni affrettate iniziò a diffondersi. Blaise guardò in silenzio i suoi acerrimi nemici, con uno sguardo non più astioso, ma bensì pensieroso.

« Draco ha cominciato a dare di matto non appena ha bevuto un bicchiere di idromele » disse con calma. Ginny lo guardò dritto negli occhi scuri, e con estenuante lentezza proferì:

« Hermione dopo aver bevuto della burrobirra che io stessa le avevo portato »

Le soluzioni precedentemente proposte non coincidevano palesemente. Secondo le loro conoscenze, i due caposcuola avrebbero dovuto bruciare di passione corrispondentemente per Ginevra Weasley e Vincent Tiger.

Blaise incrociò le braccia al petto; il loro problema era ancora lì, e si sbellicava dalle risate alle loro spalle.

 

 

 

Draco Malfoy ed Hermione Granger erano seduti in modo scomposto contro un muro del quarto piano, ridacchiando al buio e scambiandosi continuamente baci. Il fastidiosissimo prurito che il Serpeverde aveva cominciato a provare sul volto, si era trasmesso alle braccia, e non aveva resistito a grattarsi.

Hermione, invece, era convinta di essere arrossita per l'emozione, perchè sentiva le guance in fiamme; stranamente, contrariamente a quanto successo nelle precedenti e innumerevoli volte, anche il suo naso bruciava come se scottato.

 

 

« Abbiamo preso un granchio » decretò Blaise, « Daphne, cosa dicevi a proposito dei differenti tipi di pozione d'amore? »

La Greengrass, con un'espressione allucinata, sollevò gli occhi blu sull'amico.

« Ne esistono di diversi. Un primo... » e alzò l'indice per contare, « funziona solo se lo offri tu stesso alla vittima »

« Un secondo... » il medio imitò l'indice, « fa effetto anche se incarichi qualcun altro di farlo bere a chi vuoi conquistare »

Daphne chiuse gli occhi e sospirò profondamente.

« A quanto pare, un terzo... » e sollevò anche l'anulare « fa il suo dovere solo se entrambe le persone lo ingeriscono »

Avevano fatto tutti un madornale errore, un enorme buco nell'acqua.

Ron, dopo aver udito ciò, sentì il proprio cuore rallentare i suoi battiti. Provava sempre un briciolo di rancore verso i due caposcuola, ma adesso che aveva capito di non poter arrivare al responsabile di tutto di sentiva immensamente frustrato.

« E adesso? Come facciamo a sapere dove sono finiti? O che effetti avrà su di loro questa pozione? » domandò spaventato Harry.

« Non lo sapremo mai finchè non si palesano. Non avevo mai visto questo ultimo tipo, quindi non ho idea né di quanto durerà, né di come cambieranno le cose dopo questa sera » rispose triste Daphne.

« Ma perchè siamo ancora fermi qua?! Hermione e Malfoy sono là fuori, chissà dove, con il cervello in pappa, dobbiamo ritrovarli prima che facciano qualcosa per cui finiranno per pentirsi! » strepitò Ron, già indirizzandosi verso l'uscita.

 

 

 

Draco stava accarezzando i capelli crespi di Hermione, con il capo poggiato sulla sua spalla. Si inebriava del profumo alle ciliegie del suo shampoo, e cercava in tutti i modi di resistere al prurito – sempre più insistente – che cominciava ad avvertire su tutto il corpo. Da qualche minuto gli sembrava addirittura che le pareti attorno a lui vorticassero furiosamente, facendogli venire i capogiri.

Hermione, silenziosa e accoccolata contro il Serpeverde, aveva come la sensazione di rischiare di vomitare tutta la cena da un momento all'altro.

« Finalmente ti ho trovata » sussurrò Draco. Hermione intrecciò le dita con quelle del ragazzo.

« Non lasciamoci più » replicò lei.

Era normale che il viso le sudasse in quella maniera? Le era già successo? A dire il vero non se lo ricordava, ma fatto stava che la sua pelle era costantemente umidiccia – nonostante se la asciugasse con il dorso della mano in continuazione.

« Dovremmo sposarci » ripeté lui, « e voglio tanti bambini »

Hermione emise un verso che, alle orecchie del ragazzo, parve incredibilmente somigliante alle fusa di un micio affettuoso. Si liberò della stretta della ragazza e con il pollice e l'indice le sollevò il viso per baciarla e, prima di serrare le palpebre, la vista lo ingannò: per un istante gli parve di vedere il viso della Grifondoro di un raccapricciante color blu – indaco, se proprio voleva essere preciso. Ebbe quasi la tentazione di ritirarsi e guardarla meglio, ma pensò che si fosse tutto trattato di una mera illusione ottica dovuta alla debole luce che penetrava dalle finestre, o al suo profondo amore per lei – a quanto pareva, il vero colore della passione era il blu, e non il rosso come tutti credevano.

Le portò il pollice sulla guancia, per invogliarla a schiudere le labbra e approfondire il loro bacio. Quando questo terminò, la lingua di lui corse a lambire le proprie labbra per risentire il sapore di lei. E fu allora che lo rivide: il colore blu. Anzi, ora che lo guardava meglio era più tendente al viola. Con lo sguardo allucinato allungò una mano verso il viso di lei per sfiorarla, e quel che gli apparve sotto agli occhi giustificò l'urlo poco virile che gli uscì dalle labbra.

Delle orribili, disgustose, inguardabili pustole verdi sulla sua delicata e bianca pelle.

 

 

 

Due bacchette abbandonate al suolo: una di legno di vite, l'altra di biancospino.

« E' di Hermione, questa qui » disse Harry, osservando le venature che circondavano la bacchetta dell'amica.

« Beh, dubito che possano essere di qualcuno che non siano la Granger e Draco » commentò Blaise, riponendo in tasca quella del Serpeverde.

Ripresero la loro marcia, percorsi dall'irrefrenabile voglia di ritrovare i due ragazzi anche se, Daphne più di tutti, temeva che gli sarebbe toccato perlustrare anche tutti quei magici e silenziosi luoghi dove le coppiette erano solite imboscarsi (le camere, il bagno dei prefetti, la torre di astronomia e, come aveva fatto lei con Terence Higgs, la guferia). L'unica magra consolazione consisteva nel poter scartare con assoluta sicurezza la stanza va e vieni.

Ora che i tre Serpeverde e i tre Grifondoro si erano imposti un obiettivo, non si curavano nemmeno di essere in compagnia del nemico. Non un insulto, non una critica velata, non un'occhiataccia, era stato lanciata all'altra casa; i sei studenti stavano collaborando in tranquillità, mettendo da parte tutti i loro dissapori.

 

I corridoi del castello erano bui e vuoti, animati solo dalle lamentele di qualche quadro a causa del fascio di luce emesso dalle sei bacchette.

« Abbassa quella cosa, ragazzo » berciò l'immagine di un duca deceduto nel lontano 1600 in direzione di Theodore.

« Sì, sì, certo » replicò lui senza ascoltare l'ordine impartitogli, « ci manca solo che io mi piega al volere di un ammasso di vernice e pergamena »

Erano in giro da un po', forse mezz'ora, quando una figura lattiginosa gli volteggiò davanti. Aveva l'aria cupa, e proprio come l'aveva visto in passato Harry Potter, si aggirava tutto pensieroso, bofonchiando tra sé e sé.

« ...come se avessi deciso io di farmi decapitare in maniera così grossolana »

Ginny, dopo un primo momento in cui si limitò ad osservare il fantasma di Nick-quasi-senza-testa con la bocca aperta, saltellò in avanti per farsi notare – così avrebbe potuto chiedergli se almeno lui avesse una minima idea di dove fossero i due avvelenati.

« Buonasera, Nick »

Il fantasma sobbalzò, facendo ondeggiare pericolosamente la sua testa, ancora attaccata al resto del corpo solo grazie ad un centimetro e mezzo di carne. Li guardò stralunato, come se non credesse ai propri occhi.

« Ginevra Weasley? E tutti voi? Cosa ci fate in piedi a quest'ora? » socchiuse le palpebre per vederci meglio, « e perchè siete vestiti così? Non ditemi che avete preso parte alla festa clandestina di cui si vociferava »

Daphne sollevò gli occhi al cielo; se non fosse stato un uomo morto da cinquecento anni, avrebbe giurato che si trattasse banalmente della Granger trasfigurata.

« Sì, la prego, non chiami nessuno » lo implorò lei.

« Questa è proprio una pessima serata » si lamentò l'uomo.

« Sì, non lo dica a noi » borbottò Ron scocciato.

« ...prima passo dieci minuti a cercare di convincere Peeves a non rovesciare un secchio di bava di lumaca addosso ai nuovi alunni, poi devo correre a chiamare il barone sanguinario perchè ogni mio avvertimento si è rivelato vano; gli altri spettri non demordono dal deridermi per la mia testa quasi-mozzata, e due caposcuola si comportano come dodicenni pazzi d'amore » continuò a lagnarsi Nick-quasi-senza-testa.

Tutti sgranarono gli occhi. Qualcuno li aveva visti.

Harry Potter fece un passo avanti.

« La prego, ci dica che ha visto dove sono andati »

« Oh, giovane Potter, io non ne ho idea » gli rispose il fantasma con rammarico, « posso solo dirti che mi è parso di vederli diretti verso i piani inferiori »

I piani inferiori. Dire che ai tre Serpeverde si raggelò il sangue era minimizzare il tutto. Blaise già si vedeva mentre, entrando in camera sua, si ritrovava davanti alla Granger e il suo ormai-ex-amico (perchè dopo un fattaccio del genere difficilmente gli avrebbe ancora rivolto la parola) intenti a fare sesso, magari proprio sul suo letto, tanto per rendere ancora più drammatica la situazione.

« Grazie mille! Ora, se non le dispiace, dovremmo cercare i nostri amici » lo liquidò Ginny, afferrando per un braccio Harry e defilandosi in direzione delle scale.

 

Stavano correndo a perdifiato, quando Peeves il poltergaist gli sfrecciò davanti cantando allegramente a proposito di una nata babbana e di un purosangue ricco sfondato. Nell'immaginario di tutti si era ormai tristemente depositata l'idea che la Grifondoro avesse seguito il biondo Serpeverde nei sotterranei. Erano ancora al quarto piano

« Magari non è come pensiamo » disse Harry per calmare il suo migliore amico.

« Oh, ne dubito. Non dimentichiamoci che è pur sempre sotto l'effetto di una pozione » intervenne Ginny.

« Ci mancava solo questa » commentò Daphne.

« State zitti e correte, in questo momento potrebbero anche star già... »

Un urlo femminile rimbombò per i corridoi bui. I sei ragazzi si bloccarono sul posto, e si scambiarono una serie di sguardi.

Quello strillo doveva per forza di cose appartenere a Hermione. 

   
 
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