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Autore: ROW99    04/10/2017    1 recensioni
Essere soli è una delle cose più devastanti che possano colpire la vita di una persona, ma spesso la luce è nascosta più vicino di quanto sembri, magari negli occhi di qualcuno di insospettabile!
Dal testo: Non è facile avere amici quando sei troppo intelligente. Sembri sempre troppo alto, troppo lontano per chi vive una vita normale. Minaho non ricorda un periodo della sua vita in cui non sia stato solo. Forse, nei suoi primi ricordi, prima dell’incidente che gli porterà via il padre, vi era una stilla di felicità, ma poi tutto era crollato.
nb: Minaho e Manabe frequentano la Raimon, ma in una sezione diversa dai protagonisti di IE go
Genere: Drammatico, Fluff, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri, Manabe Jinichirou, Minaho Kazuto
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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O Dio del cielo,
se fossi una rondinella,
O Dio del cielo,
se fossi una rondinella,
vorrei volare,
vorrei volare
vorrei volare
in braccio alla mia bella.

Prendi la secchia
e portalo alla fontana,
là c'è il tuo amore
là c'è il tuo amore
là c'è il tuo amore
che alla fontana aspetta.

Manabe rifletteva.
Adesso toccava a lui non riuscire a dormire… il sonno era sparito.

Mentre accarezzava con estrema delicatezza i capelli dell’amico che ronfava beato, lasciava che la sua mente spaziasse agli ultimi giorni e a quelli che ancora lì aspettavano.

Il tempo stringeva. Bisognava risolvere il problema di Minaho e dell’orfanotrofio… ma non aveva assolutamente idea di come fare. La sua unica speranza era riposta nelle parole dell’allenatore e nel suo “progetto segreto”.
Del resto non poteva immaginare il suo amico in orfanotrofio. È vero, non aveva i genitori, ma forse era ancora più “adulto” di lui… e poi era troppo fragile. La reclusione, la vergogna e il dolore lo avrebbero spento lentamente.
Non voleva vederlo per due ore alla settimana, non voleva smettere di stare con lui… per la prima volta ammise a sé stesso che desiderava vivere insieme a lui. Non era amore, ne era certo… ma qualcosa di diverso… o forse no?

Vedeva l’amico come tante cose. Poteva essere un fratello, poteva essere un padre, e più spesso poteva essere semplicemente il suo migliore amico. Gli piaceva come suonava l’espressione “migliore amico”… era quello che aveva sempre desiderato.

Ricordava quanto aveva sofferto da piccolo. .. quanto aveva pianto in camera sua perché nessuno lo voleva come amico. Si sentiva così solo… quando poi era entrato in crisi con i suoi genitori tutto era crollato.
Guardava dalla finestra gli altri ragazzini giocare nel parco sotto casa dei suoi e desiderava con tutto il cuore essere con loro, ma loro non lo invitavano mai. Nessuno si ricordava mai di Manabe Jinichirou.

Poi… poi era arrivato Minaho.

Quando lo aveva visto aveva provato qualcosa di nuovo. Gli sembrava così buono… non sapeva spiegarsi il perché. Dovette tirare fuori tutto il suo coraggio per avvicinarlo,  quel giorno sotto la pioggia… e poi il miracolo.
Minaho era la sua ancora di salvezza. Quando si sentiva solo, o triste, bastava che gli parlasse, che lo chiamasse e lui subito era lì, lì per abbracciarlo, per dirgli che andava tutto bene, per farlo ridere con le sue trovate.

Sospirò. Era davvero tardi… molto tardi. Per fortuna il giorno successivo le lezioni sarebbero finite in anticipo a causa di alcuni consigli docenti… sapeva che si sarebbe appisolato sul banco altrimenti!
Si accoccoló contro il petto di Minaho e inspiró il suo profumo. Arancio… il suo preferito. Chiuse gli occhi.


La mattina seguente, come da previsione, si alzarono tardi! Volarono in bagno e trangugiarono alcune fette di pane con la marmellata. Non avevano tempo da perdere… Minaho tornava a scuola quel giorno.
-Non trovi che così staresti meglio?
Manabe infilò il pettine nei capelli dell’amico e glieli sistemó.

-Man… tanto non c’è niente da fare… i miei capelli sono autonomi, torneranno al loro stato naturale fra pochi istanti…
Detto fatto. I ciuffi si raddrizzarono da soli. Manabe sospirò ridendo.

-Mh… -Minaho si portò la mano al mento. -Piuttosto… hai i pantaloni storti!
Ill lilla arrossí di botto. -Dannata fretta!
-Guarda che sei carino uguale… tanto carino!

Manabe fissò l’amico con sguardo omicida. -Min… stai attento… la mia vendetta potrebbe essere terribile…
L’arancione sorrise sornione. -Sarà… ma tu continui ad essere caaaaarino!

Manabe puntò l’indice contro il petto dell’amico fingendo di essere estremamente arrabbiato.  -Stai attento… non tirare troppo la corda…
-Oh Man… che indice carino che hai! -L’arancione scoppiò a ridere mentre Manabe si metteva sconsolato le mani tra i capelli.

-Min… ultimo avvertimento… prima che la mia furia si abbastanza su di te… stiamo facendo tardi!
Minaho gli fece l’occhiolino.
-Hai ragione… meglio arrivare in anticipo… anche se sei carin…. Ahia!!

Manabe, impassibile, gli aveva assestato un pestone letale. -Io ti avevo avvertito… ti avevo avvertito..
Il lilla poté finalmente abbottonarsi la camicia mentre l’amico saltellava per la stanza guaendo come un cane ferito. -Ahhh… che pace… non trovi anche tu che il silenzio sia adorabile? -Il lilla sorrise sarcastico.

-Manabe… questa me la paghi… non potrai… ahia… non potrai più camminare senza. .. ahia! Senza temere la mia tremenda vendetta! Per poco… ahia! Per poco non mi azzoppi!
Manabe sbuffó ironico. -Che tragico il mio amicone! È stata solo una carezza di affetto e comprensione… nient’altro!  E poi non ho nemmeno le scarpe… cosa potrò mai averti fatto!

Minaho mise il broncio. -Violento… io volevo solo essere simpatico e amichevole… sei così carin… AHIA!!!
-Manabe due, Minaho zero. -Il lilla aveva colpito per la seconda volta. -Ne ho pronto un terzo se desideri!

Minaho piagnucolava buffamente. -E va bene… me ne vado… persona rustica e poco tollerante!
Il ragazzo arancione zoppicó fuori dalla stanza mentre Manabe ridacchiava sotto i baffi. -Finalmente posso finire di prepararmi… Dove ho messo la giacca… vediamo…


Al lilla ci volevo solo cinque minuti per finire i suoi preparativi. Scese le scale tutto allegro, lo zaino sulle spalle.
-Min! Io sono pronto… andiamo?

L’arancione era in cucina, seduto sul pavimento e intento a tenersi una busta di surgelati premuta sul piede.
-Vattene… Vattene e lasciami qui! Solo con le mie colpe e i miei rimpianti! -L’arancione si portò teatralmente la mano alla fronte. Manabe scoppiò a ridere.

-Vieni qua teppista… oppure ti porto a scuola in braccio!
-Magari! Sei così carin… non ci provare!
Manabe aveva alzato minacciosamente la gamba destra. Minaho si ritrasse.
-Tu ti rendi conto che se mi dai un pestone con quelle scarpe mentre io sono scalzo me lo rompi, il piede, vero?

Il lilla rise. -Allora se vuoi uno scapaccione non hai che da chiedere… oppure preferisci il solletico?
Scoppiarono a ridere entrambi.

-Ma ascolta Man… per curiosità… perché non vuoi che ti dica che sei carino?
Manabe sorrise sornione.
-Io non sono carino. .. Io sono carinissimo!!


Minaho e Manabe fecero il loro ingresso trionfale in classe in perfetto orario.

All’arancione non sembrava vero di tornarsene al suo banco… quella stessa scuola che aveva tanto odiato ora gli sembrava un posto bellissimo dove passare il suo tempo insieme al lilla… aveva il gusto dolce della vittoria!
A ricreazione decisero di fare un salto in biblioteca… volevano cercare un buon libro di biologia per integrare gli appunti della mattina.
Proprio mentre erano seduti al tavolo Shindou fece il suo ingresso in sala.

-Ehilá Ciao ragazzi! Vi ho cercato dappertutto! Il mister… il mister vuole parlarvi in privato dopo gli allenamenti… mi ha detto di riferirvelo.

Il castano sembrava senza fiato. Doveva aver corso per mezza scuola per trovarli.
-Vieni Shindou… siediti con noi e prendi un sorso d’acqua. -Manabe porse all’amico la bottigliietta.
Il castano sorrise e si sedette con loro. Passarono il resto della ricreazione a parlare di calcio e della finale… erano tutti carichi ed emozionati.

Al momento di rientrare in classe si diedero appuntamento alla sala del club per gli allenamenti e si separarono. Minaho non riusciva a togliersi dalla testa le parole del castano…  cosa poteva volere da loro l’allenatore?
-Man… dici… dici che Endou ha qualche notizia positiva per noi?
Il lilla si sistemó gli occhiali sul naso. -Io… io lo spero proprio! Altrimenti perché farci chiamare così?

I due ragazzi si sorrisero fiduciosi. Avevano grandi aspettative… e una grande paura di venire delusi. Allo stesso tempo la loro fiducia in Endou era totale.


Il resto delle lezioni passò con grandissima lentezza. Manabe e Minaho non vedevano l’ora di fiondarsi agli allenamenti e la curiosità gli faceva sembrare lo scorrere delle lancette come qualcosa di lento e insopportabile. Da come fissavano l’orologio sembrava che volessero mangiarlo con gli occhi!

Finalmente la desiderata campanella suonò. Era ora! Corsero fuori nel corridoio pieno di ragazzi. Chi raccoglieva lo zaino, chi chiacchierava… la luce inondava il corridoio.
Corsero alla sede del club e si fiondarono dentro… erano i primi! Mentre aspettavano ebbero modo di fare altre ipotesi… ma proprio non trovavano capo alla faccenda. Di sicuro Endou aveva in mente qualcosa di grosso… o almeno lo speravano.


Quando Endou arrivó si limitò a sorridergli, e così fece per tutta la partita di allenamento. Nessun segno, nulla che facesse pensare a qualcosa di strano o diverso dal solito.
-Man… pensi che… pensi che ci siamo illusi troppo presto?
Manabe sorrise cercando di incoraggiare l’amico. -Dobbiamo avere fiducia… ho un buon presentimento, sai?
Minaho ingoió i suoi timori. Doveva fidarsi.


Alla fine dell’allenamento i due ragazzi si cambiarono. L’ansia era decisamente calata… erano stanchissimi!
-Ehi Minaho! Cos’è quel livido che hai sul piede? -Kirino si era chinato davanti all’amico, preoccupato.
-Ehm… nieeeeente… colpa… colpa dello zaino! Mi è  caduto e…
Manabe rise sotto i baffi.


Fu quando ormai si erano dimenticati del motivo per cui erano stati così in agitazione che il mister li prese da parte.

-Ragazzi… devo parlarvi.

Minaho si illuminó. -Ha… ha delle notizie su… sulla questione… ecco… ha capito a cosa mi riferisco…
Manabe prese la mano dell’amico… ci speravano tanto…
-Sì. Ho delle notizie… ma non posso parlarvene qui. Vi va bene se questa sera venite a cenare a casa mia? Vi presenterò mia moglie… e vi dirò tutto.

Minaho e Manabe si guardarono allibiti. Andare a cena da Endou?
-Va… va bene allenatore… lei è troppo gentile… -Minaho balbettava.
Endou rise. -Aspetta di sentire la cucina di mia moglie e ti pentirai di queste tue parole! Ma comunque… a parte gli scherzi… penso che sia ora di rivelarvi alcune cose, a tavola si parla meglio… più in tranquillità. Ci sono notizie abbastanza dire da digerire… ma penso che alcune cose vi interesseranno. -Fece l’occhiolino ai ragazzi.
-Rivelarci… alcune cose… sí! Ci saremo! -Manabe si inchinó. -Grazie mille allenatore!

Endou sorrise e gli appoggió la mano sulla spalla. -Ottimo! Allora vi aspetto per le sette… state tranquilli, quello che vi dirò potrebbe essere la soluzione a Buona parte dei nostri problemi.

Minaho spalancò gli occhi speranzoso.
-D… davvero??

   
 
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