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Autore: ROW99    06/10/2017    1 recensioni
Essere soli è una delle cose più devastanti che possano colpire la vita di una persona, ma spesso la luce è nascosta più vicino di quanto sembri, magari negli occhi di qualcuno di insospettabile!
Dal testo: Non è facile avere amici quando sei troppo intelligente. Sembri sempre troppo alto, troppo lontano per chi vive una vita normale. Minaho non ricorda un periodo della sua vita in cui non sia stato solo. Forse, nei suoi primi ricordi, prima dell’incidente che gli porterà via il padre, vi era una stilla di felicità, ma poi tutto era crollato.
nb: Minaho e Manabe frequentano la Raimon, ma in una sezione diversa dai protagonisti di IE go
Genere: Drammatico, Fluff, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri, Manabe Jinichirou, Minaho Kazuto
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Viva la pa-pa-pappa
Col po-po-po-po-po-po-pomodoro
Ah viva la pa-pa-pappa
Che è un capo-po-po-po-polavoro
Viva la pa-pappa pa-ppa
Col po-po-pomodor!


La casa del mister era arredata palesemente da una donna.

Ovunque immagini di gatti. Gatti ovunque, e una tappezzeria nei toni del rosa accompagnavano lo sguardo su un mobilio tradizionale, tipico delle abitazioni dei quartieri benestanti.

Manabe e Minaho entrarono nel piccolo ingresso e vennero accolti dal mister, in tuta sportiva, e da quella che doveva essere sue moglie. Una bellissima ragazza in verità. Disse di chiamarsi Natsumi e di essere stata compagna di scuola dell’allenatore.
I ragazzi salutarono con garbo. Gli sembrava una ragazza simpatica… non poteva essere una cuoca così letale, no?

Dopo essersi tolti le scarpe Manabe e Minaho seguirono Endou nel salotto.
-Sediamoci un po’ qui ragazzi… mentre Natsumi prepara la tavola vorrei che mi raccontaste qualcosa in più di voi! Adesso che ci penso… non mi avete mai raccontato di come vi siate conosciuti!
-Bhe… mister. .. vede… -Minaho non sapeva come iniziare.
-Ecco, è una storia lunga…


Mentre i ragazzi raccontavano di come si fossero conosciuti e poi fossero diventati inseparabili il mister ascoltava interessato con il mento appoggiato sulla mano destra, annuendo e sorridendo.
-Sapete che è una bellissima storia? Che fortuna che avete avuto a trovarvi, quindi!
Minaho sorrise. -Non so cosa avrei fatto senza di lui…
-E io senza di lui… -Manabe sospirò.
-E dire che ne avete passate tante… vedrete che risolveremo tutto! La mia idea si sta concretizzando. -Il mister gli fece l’occhiolino. -È proprio di questo che vorrei parlarvi questa sera… sapete, è una cosa grossa. Molto grossa.

Manabe e Minaho spalancarono gli occhi… cosa aveva in mente l’allenatore?

-Allora… per il mio piano c’è un requisito fondamentale. Manabe deve ottenere la sua emancipazione.
Il lilla sussultó. Da quanto tempo non sentiva i genitori? Il processo… non sapeva nemmeno quando sarebbe stata convocata la sua udienza!
-Ma… mister… io… -Il lilla balbettava.
-Non temere… ho alcune notizie che…


-È in tavola! -La voce squillante di Natsumi risuonó nel salotto. Endou sorrise.
-Bene… vuol dire che dovremo parlarne dopo cena! Mia moglie non ama aspettare…
-Endou! Mi farai sembrare una strega! -La ragazza lo riprese dalla cucina. Manabe e Minaho risero.
-Naaaa… sei solo molto pericolosa! Andiamo a mangiare… spero che la cena sia di vostro gradimento!


I due ragazzi si sedettero al capo opposto del tavolo rispetto al mister e alla moglie. Il clima della cucina era familiare e caldo, e la cena li aspettava già in tavola. C’era di tutto. Pesce, riso in grande quantità e fritture… Manabe si leccó i baffi, mentre Minaho gli sussurrava all’orecchio  -Scommetto che i tuoi sono più buoni!- Facendogli l’occhiolino.

Natsumi insistette per fare personalmente i piatti… o forse sarebbe stato meglio dire le montagne, vista la quantità di cibo che riversó davanti a ciascun commensale.
-Dei ragazzi giovani e forti come voi devono mangiare molto! Mica come Endou,  che invece deve tenersi leggero!
-Guarda… -L’allenatore sorrise- che non ho nemmeno dieci anni più di loro. .. Non mi trattare da anziano!
La ragazza rise e gli diede un buffetto sulla testa.


Il cibo era… letale.
Al primo boccone Minaho ebbe un mezzo conato di vomito, ma la sua estrema forza di volontà gli permise di ingoiare sorridendo. A giudicare dagli occhi con cui lo aveva guardato, il mister aveva apprezzato il gesto.
Manabe da par suo armeggiava con il farfallino come se allargare la gola potesse rendere il cibo più tollerabile… era qualcosa di devastante.

Il pesce sapeva di cuoio, ma la cosa peggiore era il riso. Già al momento di scoperchiare la pentola una nube tossica aveva investito il ficus alle loro spalle facendogli  piegare le foglie come morte, ma Il sapore… il sapore era l’arma definitiva.  

Colla liquida versata in bocca sarebbe stata più buona e commestibile. Come era possibile che sapesse di cavolo avariato? Minaho e Manabe non riuscivano o a spiegarselo.
Ogni boccone poteva essere l’ultimo. Il rischio di vomitare tutto era alle porte, e i due ragazzi non si spiegavano come potesse il mister vivere così…

La frittura poco ci mancava che fuggisse dal piatto in preda alla fregola. Cruda dentro, unta e bisunta fuori.
-Ci vuole arte per questa cucina degli orrori… -pensò Minaho.

-Bene! È l’ora del dolce! Spero che la cena sia stata di vostro gradimento… -Chiosó Natsumi.
Endou guardò supplicante i due ragazzi.
-Ehm… sí certo! Ottima! Gusto incredibili! Eccellenti! -Manabe fece un sorriso di circostanza.
-Sì.. gusti che mai avrei immaginato potessero essere tirati fuori da del povero pesce innoc… ahia! -Manabe aveva pestato un piede all’amico. -Cioè… ehm… tutto ottimo! -Sorrisone dell’arancione.

-Per fortuna il dolce lo avete portato voi! -Il mister sussurrò ai ragazzi. -Abbiamo così qualche speranza di sopravvivere…
Minaho e Manabe risero, mentre Natsumi si fiondava in cucina a prendere la crostata.


Mentre finivano di sgranocchiare la loro fetta di torta,  Manabe e Minaho tornarono a interrogarsi su cosa li aspettasse. Non volevano fare pressione sul mister, ma non resistevano più alla curiosità!

-Bene! -Endou si alzò in piedi con un sorriso. -Se volete tornare con me in salotto… abbiamo un discorso da finire, no? Natsumi verrà con noi appena finito di lavare i piatti… sapete, è una maniaca dell’ordine!
La ragazza gli lanciò un mestolo, che lui agevolmente schivó. -Endou!

Ridendo come matti Manabe e Minaho seguirono il mister in salotto, riaccomodandosi nelle posizioni di poco prima.
-Dove eravamo rimasti… -Il mister si grattó il mento.
-Ci stava parlando del fatto che… che Manabe deve ottenere l’emancipazione perché il suo… il suo piano funzioni. -Minaho sorrise agitato.

-Esatto! Adesso ricordo! Allora… vedete… la mia idea è molto, molto pazza! Tenete a mente che abbiamo due priorità. La prima, impedire che Minaho vada in orfanotrofio. La seconda, trovare un sistema che faccia sí che nessuno possa più infastidirvi, e che Manabe mantenga la sua casa…
I due ragazzi arrossirono. Il mister aveva capito che volevano vivere sotto lo stesso tetto! Annuirono emozionati.

Il mister lasciò passare qualche secondo, poi riprese.
-Tenetevi forte. .. Sto per svelarvi la mia idea! -Fece l’occhiolino ai ragazzi. -Ecco, il piano è questo. Cercheremo di ottenere che il tribunale mi affidi Minaho nominando suo tutore, quindi…

Sbam. La tazza di tè che Minaho stava sorseggiando cadde per terra. Non si ruppe,  ma inzuppó la moquette, i pantaloni e le calze del ragazzo.

-Oddio! Mi… mi perdoni… io… io non… -Minaho si riscosse agitato come non mai.
Endou rise. -Lascia stare… è solo acqua! Non dovevo essere così brusco, temo! Vuoi andare a sciacquarti?
Minaho fece cenno di no con la testa… era in confusione. Manabe gli prese la mano. Anche lui era sconvolto, ma vedeva una scintilla di ragione in quel piano apparentemente folle. -Vada… vada avanti la prego!

Endou annuì. -Bene… dicevamo… se il tribunale mi rendesse tutore di Minaho, poi non dovremmo fare altro che ottenere l’emancipazione per te, Manabe… a quel punto… sarebbe tutto a posto! Per la casa… per la casa ci inventeremo qualcosa in un secondo momento.

Manabe credeva di essere in un sogno. Sembrava tutto così assurdo… Minaho invece era direttamente fuso.
-Ma… Ma come… io non so nemmeno quando avrò la perizia psicologica e poi l’udienza in tribunale per l’emancipazione… -Il lilla era confuso.
-Questo non è un problema… era la notizia che volevo darvi! I miei amici della polizia mi hanno detto che la tua perizia è fissata per domenica… e sai che, per legge, l’udienza deve avvenire nella settimana successiva. Domani dovresti trovare la convocazione ufficiale nella buchetta delle lettere!

Manabe a questo punto era direttamente partito per altri lidi. -Cos… davvero? Ma… oddio…
Endou sorrise e gli toccó la spalla. -È il momento che tanto aspettavi no? Sei un guerriero si o no? Lotta! Lottiamo insieme! -Gli occhi del mister brillavano.

-Io… io credo di si… anzi! Sì! -Manabe strinse i pugni. -Sì… sono pronto!
-Scusate ma… manca un requisito fondamentale… -Minaho era mogio. -Mia… mia zia è la mia tutrice… lei mi… mi odia e non… non mi lascerà mai andare…
-Mh… devo parlare con questa donna! È imperativo. -Endou sorrise. -Non avere paura, la spunteremo.



Buona parte della serata fu passata a cercare di convincere Minaho che tutto stesse avvenendo realmente… era incredibile, assurdo!
Quando si giunse ai saluti e ci si diede appuntamento per il giorno dopo a scuola, il ragazzo arancione stava appena prendendo realmente coscienza dei fatti.

-Man… dimmi… dimmi che non sto sognando…
Manabe aveva il viso rigato di lacrime.

-No… non stiamo sognando. Stiamo andando a prenderci la nostra vita insieme.
   
 
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