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Autore: pulce852004    20/06/2009    12 recensioni
OTTAVO CAPITOLO MODIFICATO NELLA PARTE FINALE. Salve a tutti! E' la prima volta che mi cimento come scrittrice e spero che la mia FF vi piaccia. Vorrei sapere cosa ne pensate e se è il caso di continuarla. Vi prego, siate magnanimi, anche se sono fermamente certa che le critiche negative siano sempre costruttive. La storia si svolge in un ipotetico futuro dopo la sconfitta di Naraku. Kagome è sola, sola ad affrontare la prova più difficile della sua vita. Perchè Inuyasha non è al suo fianco? Cosa sarà successo ai nostri due protagonisti? Dalla FF: "...Tutto si è spento in un attimo. Con una parola. Con un’accusa. È bastato un istante e LUI mi ha uccisa. Direi a sangue freddo quasi. Ora anch’io sono morta. Morta, come LEI. Ma non fino in fondo. LEI è solo un frammento di anima senza un corpo. IO un corpo senza più il soffio della vita, che si muove d’inerzia..." Buona lettura a tutti!
Genere: Romantico, Triste, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Kagome
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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UNFORGETTABLE




SETTIMO CAPITOLO

Non ne posso più.
Sembra che il tempo non passi mai.
Ho appena finito di stendere alcuni capi di biancheria.
Kaede me l'ha categoricamente vietato.
Viene lei stessa almeno una volta a settimana per prendere il mio bucato sporco.
Ma non sopporto l'idea di non poter essere autosufficiente.
Così nascondo la maggior parte della biancheria e lascio a lei solo qualche capo.
Fa anche troppo per me.
Fino ad ora ha trascurato anche i suoi doveri di sacerdotessa pur di starmi accanto il più possibile.
Mi sento in colpa.
Se io fossi rimasta al villaggio questo non sarebbe successo.
Non avei pesato così tanto su di loro.
Ma non potevo.
No.
Ero stufa di sacrificare solo me stessa.
Sono stufa.
Anche se questo significava gravare sui miei amici.
Ma, in ogni caso, non avrei cambiato per niente al mondo le mie scelte.
Non sarei restata lì un minuto di più.
Non volevo rischiare di vedere lui.
Di vedere lei.
Loro.
Insieme.
Stringo i pugni fino a far diventare le nocche bianche.
In questi mesi ho costretto me stessa a odiarlo.
Ad addossare tutte le colpe della mia vita storta a lui.
Ma nonostante la testa, razionalmente, mi dice di odiarlo, il cuore non smette di tormentarmi.
Mi sfugge un sorriso tirato sulle labbra.
Che sciocca questa mia natura.
Così fragile.
Così instabile.
Amare chi ti ha ucciso.
Desiderare chi ti ha straziato l'anima.
Ma adesso non sono più così debole.
La solitudine di questi mesi mi ha aiutato.
Adesso ho un altro scopo nella vita.
Un progetto nuovo.
Che non comprende e non comprenderà mai lui.
Inuyasha ha perso tutti i diritti su di me.
Su MIO figlio.
E sulla nostra vita.
Io sarò forte.
Lo crescerò.
Gli insegnerò a vivere.
Lo amerò.
Come la mia famiglia ha amato me.
Sento il bambino darmi un lieve calcio.
Sorrido mentre poggio una mano sul ventre.
È enorme.
Ormai manca poco al parto.
Due settimane al massimo secondo Kaede.
Ho un po' paura.
Non lo so neanche io di cosa.
Forse di soffrire.
O forse della mia nuova vita.
Kaede vorrebbe che io tornassi a vivere al villaggio con lei.
Nella sua capanna.
Dice che senza di me si sente sola.
Se io volessi, altrimenti, mi farebbe costruire una piccola capanna tutta per me.
Ma io non voglio.
Ritornare significherebbe affrontare un problema al quale non ho trovato ancora una soluzione.
Forse più avanti.
Quando il mio cuore sarà riuscito a costruire una corazza di pietra impenetrabile .
Forse.
Ancora ricordo il mio ultimo giorno al villaggio, quando tutti cercarono di convincermi a rimanere.
- FLASHBACK -
Ka “Perché vuoi sapere se puoi alloggiare alla capanna sul fiume? Non ti trovi bene qui con me Kagome? E poi... No. Non è il momento più adatto per isolarsi. Devo controllare la tua gravidanza. Non puoi...”
K “Kaede la prego. Io... Non posso rimanere qui al villaggio. Vede... Io...”
Ka “So cosa pensi. La tua gravidanza ha suscitato molto scalpore, ma vedrai che le chiacchiere cesseranno presto e passerai la tua gestazione tranquillamente.”
K “No Kaede. Io non voglio rimanere qui. Io... Non mi sento più parte di questo villaggio. Quello che è successo non si dovrà ripetere. Non permetterò a persone che non sanno nulla su di me di giudicarmi e condannarmi. E poi... Ho tanti altri buoni motivi per non restare.”
S “Sei un'incosciente Kagome. Non ci possono essere buoni motivi per quello che stai facendo. Potresti sentirti male. Essere attaccata da uno youkai. Dai briganti. E chissà cos'altro. Io non ti permetterò di affrontare la gravidanza da sola. Sono la tua migliore amica Kagome.”
M “Divina Kagome. Sango ha ragione. Potrebbe accadervi di tutto e noi saremo troppo lontani per soccorrervi in tempo. La prego. Ci pensi su un altro po'. Vedrà che a mente lucida capirà che non può passare da sola questi mesi. Non riusciremo a stare tranquilli sapendola in pericolo costantemente. Nessuno di noi.”
K “Siete tutti molto gentili con me. Ma questa è una decisione che spetta solamente a me. Ed io ho già deciso. Sono irremovibile.”
Sh “E' per Inuyasha vero?”
Il cuore mi si ferma un secondo.
Non avevo considerato il fatto che Shippo avesse il fiuto fino simile a quello di Inuyasha.
E ora?
Cosa ha già capito Shippo?
Cosa potrà rivelare?
K “No Shippo... Che dici... Inuyasha non c'entra nulla.”
Mi guarda con occhi stretti a fessure e io mi sento morire.
Sh “Lui non ha accettato il bambino vero?”
Che altro posso fare?
Negare o confessare?
Non avrei mai voluto ammettere che il padre di mio figlio mi ha usata e poi gettata via.
Come uno strofinaccio vecchio.
Per poi disinteressarsi completamente della creatura che avevamo concepito.
Non ho più scelta.
Sono con le spalle al muro.
K “Già. Lui non l'ha accettato.”
La mia ammissione è un sussurro a denti stretti.
Brucia.
Mi brucia l'anima ammetterlo.
Ma è così.
Shippo mi guarda con gli occhi pieni di malinconia.
Quei grandi occhi verdi che abbagliano come smeraldi.
Che rispecchiano tutta la sua innocenza,
Ma che ora esprimono disapprovazione.
Rammarico.
Mi osserva con tenerezza e con gli occhi quasi velati.
Che abbia capito tutto?
S “Shippo cosa importa che Inuyasha abbia accettato o no il bambino? In fondo lui non è il padre e poi se Kagome ha scelto un'altra persona al suo fianco è colpa sua. Ne ha avute mille di possibilità. Ma lui era troppo occupato a correre dietro a Kikyo per coglierle.”
Le parole di Sango mi pugnalano il cuore.
Le uniche parole che possono farmi stare male come un veleno.
Tutte in un'unica frase.
Padre.
Inuyasha.
Kikyo.
Sento Shippo digrignare i denti.
Lo fa sempre quando è nervoso.
Lo vedo alzarsi di scatto e avviarsi verso l'uscita della capanna.
Rabbrividisco.
Dove va?
Non vorrà parlare con...
K “Aspetta Shippo...”
Shippo si volta e mi guarda con un sorriso triste.
Sh “Non ti preoccupare Kagome. Io devo preparare il necessario per il viaggio al villaggio dei kitzune-youkai. Comunque sono d'accordo con te. Hai il diritto di scegliere dove passare la tua vita. Se qui o altrove. Io ti considero più forte di quanto tutti qui ti stiano valutando. Ce la farai. Anche se non approvo la situazione non farò niente che possa interferire con le tue decisioni.”
Detto questo si dilegua.
Quel bambino non finirà mai di stupirmi.
Non ha svelato il mio segreto.
Forse sa più di quanto credessi.
-FINE FLASHBACK-
Già alla fine di quella giornata avevo radunato le mie cose e mi ero trasferita in questa capanna.
La solitudine mi aiuta a ricordare quanto sono stata sciocca.
L'Amore serve solo ai deboli.
Ed io ero debole.
Ora sono cresciuta.
Sono cambiata.
Adesso il mio cuore non deve temere niente.
La mia vita sarà perfetta.
Con mio figlio al mio fianco.
Io e lui.
Soli.
Ma insieme.
Sento un rumore.
Mi volto di scatto e osservo tutto.
Niente.
Non vedo niente.
Sarà stato qualche animale.
Saranno tutte le stupidaggini che mi hanno rifilato.
Youkai.
Briganti.
Di qua non passa mai anima viva.
Sono cinque mesi che mi trovo qui è gli unici che sono passati di qui sono stati proprio i miei amici.
E poi cosa potrebbero volere da me?
Non ho ricchezze e nulla che possa interessare.
E per gli youkai...
Beh.  
Sono ancora una sacerdotessa.
Posso sempre creare barriere e difendermi.
Forse è il mio stato che mi rende così suscettibile e protettiva.
Mi incammino verso la capanna e ne esco con un cestello di legno con tutto quello che serve per un bel bagno caldo.
Fortunatamente qua vicino c'è un laghetto termale.
Anche se siamo in autunno sembra inverno inoltrato.
Il freddo gela persino le ossa.
E qualche giorno fa è caduta persino la prima neve.
Nonostante ciò, farsi un bagno è proprio quello che ci vuole per alleviare la tensione.
Arrivata ai piedi della fonte mi svesto.
Mi tolgo il kimono e lo lascio piegato a terra.
Sento l'aria ghiacciata infrangersi sulla mia pelle.
Ma non è solo quello.
Sarà l'ansia.
O la tensione della gravidanza.
Ma spesso ho come l'impressione di essere spiata.
Come in questo momento.
È sgradevole.
Spesso passo giornate intere a guardarmi intorno imbracciando l'arco che ho nella capanna.
Anche adesso mi volto in ogni direzione cercando di captare qualsiasi segnale.
Un minimo rumore.
Un'aura ostile.
Niente.
L'ho detto.
La gravidanza e la solitudine mi hanno reso un po' ossessiva.
Prendo la stoffa che uso di solito per avvolgermi.
Sono talmente grossa che neanche si chiude più.
Mi immergo immediatamente per riscaldare il mio corpo dal freddo circostante.
Che bella sensazione,
Sembra quasi un abbraccio.
Il suo abbraccio.
Scuoto la testa freneticamente.
Non ci voglio più pensare.
Lui non si merita neppure questo.
Da quando me ne sono andata non l'ho più visto.
Vigliacco.
È solo un vile.
Una volta, per curiosità, chiesi a Kaede di Inuyasha.
Kaede fu sbrigativa.
Mi disse solamente che lui non passava che poche ore al giorno al villaggio.
Nessuno sapeva dove andava.
A volte non tornava per giorni interi.
E alla mia domanda se lui avesse mai chiesto di me, Kaede ha abbassato il capo mesta e ha scosso la testa in segno di diniego.
Mi sono sentita una stupida anche solo a chiederlo.
Ma il mio cuore sperava ancora.
Sperava che forse sarebbe tornato da me.
Ma come al solito sono stata una stolta.
Di quante prove avrebbe avuto bisogno il mio cuore prima di arrendersi alla realtà?
Sento dei leggeri spasmi al basso ventre.
Ultimamente mi capita spesso.
Kaede dice che sono contrazioni che preparano il mio corpo al parto.
Ma oggi sono particolarmente forti.
Forse è meglio rientrare.
Esco dall'acqua e mi rivesto velocemente.
Mi dirigo a passo svelto verso la capanna.
Stavolta le contrazioni non cessano come al solito.
Le altre volte duravano solo alcuni secondi.
Ed erano più lievi.
Accidenti.
Ho paura che mi si siano rotte le acque.
Mi appoggio alla parete della capanna e mi lasci scivolare giù.
No.
Non può accadere ora.
Kaede non c'è.
Non c'è nessuno.
Sono sola.
No.
Cammino a carponi fino al futon e mi sdraio.
Sento la paura invadermi.
Non può accadere ora.
Non sono pronta.
Ho paura.
Tremendamente paura.
Il dolore aumenta e non riesco a reprimere un urlo che riecheggia tra le pareti.
Ora mi pento di essere così distante dal villaggio.
Ma non si può piangere sul latte versato.
No?  
Qualche lacrima sfugge al mio controllo.
Che i Kami mi assistano.    
Che qualcuno mi aiuti.     



FINE SETTIMO CAPITOLO.




Ringrazio tutti quelli che mi seguono e mi scuso se non inserisco i ringraziamenti e le risposte alle recensioni.
Prometto che verranno inserite nel prossimo capitolo.
Aggiornerò il prima possibile.
Ps. Vi comunico che dal prossimo capitolo ci sarà un cambio di "prospettiva".
Non posso aggiungere altro.
Tanti kiss.
Eva
  
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