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Autore: whitecoffee    08/10/2017    3 recensioni
❝“Potresti abbassare il volume della tua maledetta musica? Sono almeno quarantacinque minuti che non faccio altro che sentire “A to the G, to the U to the STD”. Per quanto tu sia bravo a rappare, il mio esame è più importante. Grazie”
-W
“N to the O to the GIRL to the KISS MY ASS”
-myg
“Senti, Agust Dick, comincia a calmarti, che non ci metto niente a romperti l’amplificatore e pure la faccia.”
-W❞
rapper/photographer!YoonGi | non-famous!AU | boyxgirl
-
» Storia precedentemente pubblicata sul mio account Wattpad "taewkward"
Genere: Commedia, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Min Yoongi/ Suga, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate
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XXIX.
Whisper Challenge


"When I was younger I was certain
That I'd be fine without a queen:
Just a king inside his castle,
With an ocean in between…
Now all I do is sit
And count the miles from you to me"

(All Time LowOh Calamity!)

 

 Y O O N G I   



A giudicare dal casino che JungKook stava facendo in salotto, doveva essere arrivata Winter.
«Non vai a salutarla?» Chiese Jin, lanciandomi un’occhiata divertita, distogliendo l’attenzione dai fornelli per un solo attimo.
«Vero. Che ci fai, ancora qui?» Gli fece eco NamJoon, ridacchiando. Sospirai voltandomi appena in tempo, affinché non notassero il sorrisetto che si stava formando sulle mie labbra. Uscii dalla cucina, sprofondando le mani nelle tasche. Ero stato incerto fino all’ultimo, domandandomi se fare quella cena sarebbe stata una buona idea. Generalmente, non avevo mai presentato nessun’amica al mio gruppo. Avevano conosciuto Nancy due settimane dopo esserci messi insieme, e poi più nulla. Di tanto in tanto, si facevano uscite di gruppo, ma a lei non piaceva stare con gli altri. Li giudicava troppo volgari e rumorosi, per i suoi gusti. Solo perché nessuno faceva attenzione alle sue avances indirette. Avrei dovuto capirlo da quei piccoli particolari, che con quella stronza non sarebbe durata. Mi sarei risparmiato parecchie grane, se l’avessi lasciata prima. Ma ormai, il danno era fatto. Ed io continuavo a domandarmi perché mi fossi lasciato convincere ad invitare anche la mia vicina a quella cena. Avrebbe conosciuto tutta la comitiva, ma a che scopo? Ero sinceramente convinto che gli altri la credessero già la mia ragazza. Me ne accorgevo da come mi guardavano, quando parlavo di lei.
Dopo l’episodio del raffreddore, e il discorso che avevamo fatto sul mio passato, senza volerlo il nostro rapporto si era modificato. Sembrava subentrata, all’interno della relazione, una confidenza particolare. Intima. Che sapevo benissimo non sarebbe durata a lungo, fra due amici. Solitamente, tendeva ad evolversi verso due opposte direzioni. Ed io, stupidamente, proprio come un ragazzino alle prese con le sue prime cotte, mi ritrovavo a sperare che anche lei si accorgesse di quella sorta di chimica che stavamo sviluppando insieme e che la situazione si risolvesse nel migliore dei modi.
Mi appoggiai allo stipite della porta che dava sul salotto, gustandomi la scena che avevo sotto gli occhi. Winter era seduta sul divanetto, mentre JungKook giocherellava con i suoi capelli e TaeHyung blaterava una qualsiasi delle sue sciocchezze senza senso. JiMin era in un angolo, ascoltando quello che un piuttosto preoccupato HoSeok gli stesse dicendo. Più tardi, mi sarei informato sul suo problema.
«Ah, YoonGi!» Mi richiamò il castano, facendo caso alla mia presenza. I due sul divanetto si voltarono, e vidi un timido sorriso farsi strada sulle labbra della mia vicina di casa. Cos’era quel lieve tonfo che mi sembrava di aver appena sentito, al cuore? E perché avevo lo stomaco serrato come prima di andare in scena, ad una delle mie serate rap in qualche locale sperduto per New York? Stavo benissimo, prima che lei si girasse a guardarmi, prima che i suoi due occhi smeraldini mi trapassassero, contenti. Si era truccata? Sembrava ancora più bella. Dio, quanto ero banale. Mi accorsi che il problema principale della serata, non sarebbe stata lei. Sarei stato io. Insieme a lei.
 

   
 


«Sono così pieno» mormorò JungKook, crollando con la testa sulla spalla di TaeHyung, che si appoggiò a lui a sua volta, sbadigliando. Jin li guardò, soddisfatto.
«Allora, aspetteremo per il dolce» decretò, con tutta la calma di questo mondo, com’era suo solito fare. Winter, seduta accanto a me, appariva piuttosto tranquilla. Sembrava essersi adattata alla comitiva dal momento esatto in cui i suoi piedi avessero varcato la soglia. Pareva conoscerli da una vita. Rideva perfino alle battute idiote di TaeHyung. La vedevo ancora piuttosto scossa, quando i suoi occhi incrociavano quelli di NamJoon, ma non diedi troppo peso a quel particolare. Sapevo del debole che lei avesse nei suoi confronti, si sarebbe abituata. E poi, il biondo aveva già una ragazza: Darlene, un’afroamericana tosta come una roccia, che faceva kick boxing e ascoltava solo underground rap. Ricordava molto Cookie Lyon, della serie tv Empire. La adoravamo tutti, nel nostro gruppo.
Senza nemmeno pensarci, abbandonai casualmente un braccio sulla spalliera della sedia di Winter, con nonchalance. Ottenendo di farla voltare verso di me. Sorrise.
«Come va?» Le chiesi a voce bassa, mentre gli altri discutevano sul dessert. Potevo sentire JungKook decretare di avere ancora spazio per il dolce, a costo di andare a vomitare in bagno. Che ci provasse soltanto. L’avrei fatto pulire con la lingua, dopo.
«Mi sento come HaeSoo nella prima puntata di Moon Lovers. Hai presente, quando lei esce dall’acqua e si ritrova davanti tutti quei principi bellissimi?» Rispose, sognante. Risi. «Ecco. Stasera, io sono HaeSoo».
«Ma in quel momento, So non è lì» commentai, divertendomi a guardare la sua reazione. Sospirò, esasperata. Adoravo mandarla in crisi, era più forte di me.
«Il meglio per ultimo» rispose, senza incrociare il mio sguardo. Rimasi a fissarla, confuso. Era forse un complimento? Un’allusione? Cosa aveva cercato di dire? Si stava forse convertendo al partito del quarto principe? E perché avevo preso quel suo commento direttamente sul personale?
«Facciamo qualcosa o potrei addormentarmi addosso a TaeHyung» si lagnò JungKook, attirando l’attenzione di tutti. Vidi l’altro spingerlo via, con una smorfia.
«Questo corpo è solo per le donne! Trovati un altro bisessuale che ti accolga fra le sue braccia volgari» ribatté, indignato.
«Ma quanto sei idiota?» Chiese il più piccolo, stropicciandosi gli occhi con le mani chiuse a pugno. «Lo sai che sono etero».
«Non è un mio problema!» Esclamò, turandosi i timpani con gl’indici, e cominciando ad intonare note a caso, per non ascoltarlo. Volli coprirmi la faccia con le mani. Perché non potevano mai evitare quei teatrini? Nemmeno la presenza di Winter era bastata a placarli. Eppure, lei sembrava divertirsi, accanto a me. Forse ero io che mi lasciavo condizionare eccessivamente, dalla precedente esperienza con Nancy.
«Trovato!» Saltò su JiMin. Lo fissammo tutti. «Whisper Challenge»
«Oh, sì! Io sono bravissima!» Si entusiasmò la mia vicina, puntandogli contro un dito, mentre il ragazzo alzava un pollice nella sua direzione. Mi divertii ad una simile reazione. Era bastata una parola, per farla animare di colpo, proprio come occorreva con due dei miei sei amici.
«Cos’è, Merida?» Domandò JungKook, soffocando uno sbadiglio.
«Allora, indossi delle cuffie e metti la musica altissima. La persona davanti a te, dice una parola e tu devi indovinarla, basandoti solo sul labiale, le espressioni e tutto quello che riesci a carpire».
«Ah, Darlene lo fa spesso, con le sue amiche. È esilarante» convenne NamJoon. Allora, TaeHyung batté entrambe le mani sulla tavola, con solennità.
«La miss va per prima. E la parola, la sceglierò io» decretò, con un sorrisetto malizioso e una luce perfida negli occhi. Intuii che la sua vendetta per Starbucks sarebbe finalmente stata compiuta, quella sera. Winter annuì, del tutto ignara di quanto malvagio potesse essere quel ragazzino.
«Va bene, Whisper Challenge sia» concesse Jin. «Ma prima… via tutto. E non provate nemmeno a filarvela in bagno, perché vi verrò a recuperare con la scopa. Uno per uno» disse poi, con un amabilissimo sorriso che mi fece accapponare la pelle. Ancora ricordavo quando aveva inseguito HoSeok, perché si era rifiutato di aiutarlo a sparecchiare. Brutte scene. La mia vicina fu la prima a scattare in piedi e a radunare i piatti in una pila, piuttosto celermente.
«Winter, lascia stare. Ci penseremo noi, sei nostra ospite» protestò Jin, ma ella scosse la testa. I riccioli ramati seguirono il suo movimento, ondeggiando. Sorrise.
«Ho lavorato come cameriera per tre anni, in Florida. E so quanto noioso possa essere, sparecchiare. Non potrei mai disertare» ribatté, sollevando la piccola torre di bianca ceramica con fare esperto, dirigendosi in cucina prima che il mio amico potesse porgerle ulteriori rimostranze. La seguimmo tutti con lo sguardo, in silenzio. Quando sparì oltre la porta, Jin si chinò verso di me, portandosi la mano a coppa vicino alle labbra.
«Sposala, YoonGi. E sbrigati, prima che qualcun altro decida di soffiartela».
Scoppiai a ridere, mio malgrado. Iniziavo ad accorgermi che averla accanto mi faceva stare bene. Forse più di quanto avessi voluto ammettere a me stesso.



 

   

 


#Yah!: ah, l'amour. Cosa? Che? Non ho detto nulla, no, vi sbagliate. Vi rendo partecipi di un episodio divertente, affinché voi impariate dai miei errori, e non li ripetiate a vostra volta. Alla fiera del fumetto nella mia città, le mie amiche mi hanno impietosamente sventolato poster enormi di JungKook e JiMin in faccia (J e P, se state leggendo, sappiate che non ci saranno sushi che tengano, a salvarvi dalla mia ira funesta, quando sarà l'occasione). Sebbene nessuno dei due sia il mio bias, il maknae mi fa male e JiMin ha certe pose che mi provocano il dolore esistenziale baudelairiano. Comunque, ho provato a resistere. Allora, hanno preso quello di NamJoon. Vorrei poter dire che, stoicamente, ho pagato i miei gadget e sono andata via, ma così non è stato. E niente, dopo gli acquisti mi hanno dovuta trascinare via dallo stand, mentre volavano parolacce contro i posters in almeno due lingue diverse -compreso il mio dialetto d'origine- e le ragazzine che compravano cd mi lanciavano occhiate a metà fra il divertito e l'oltraggiato. Magari avrei potuto evitare di urlare "Jeon JungKook è duemila dentro", però okay. Ma che ne sanno, loro. 

   
 
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