5° C a p i t o l o
Con
le dita massaggiò le tempie con una serie di movimenti circolari. Il
dolore si era affievolito, ma era ancora piuttosto fastidioso e le
impediva di prestare l'adeguata attenzione all'insegnante di
filosofia, che si portava di quà e di là, con un libro stretto al
petto e gli occhi puntati su pavimento. Nel frattempo, Ai Tocoichi,
una delle migliori studentesse del quarto anno, dava chiara mostra di
un'ottima padronanza di linguaggio. La signora Force annuì con
vivace approvazione e con un gesto brusco della mano la interruppe. -
Ottimo lavoro.- si complimentò, indossando gli occhiali che le
penzolavano sul collo. Tornò a sedersi in cattedra, sfogliando le
pagine del suo registro personale. Kagome nascose il viso tra le
mani, lanciando un'occhiata spaventata verso Sango, che impallidì. -
Non dirmi che non hai studiato. -
-Accidenti !- inveì la mora
sottovoce, tamburellando nervosamente i polpastrelli sul suo libro di
testo.
Kagome puntò lo sguardo sulla cattedra, osservando
attentamente ogni singolo movimento della sua
insegnante, che alzò lo sguardo su di lei, abbozzando un sorriso
indecifrabile.- Signorina Higurashi.- disse, poggiando le mani curate
sull'agenda. - Per questa volta purtroppo non arriverò
ad interrogarla. Mi aspetto di vederla tra i volontari la prossima
volta.-
Kagome annuì vivacemente, trattenendo a stento un sorriso
di trionfo. - Senz'altro.-
L'aveva scampata ancora una volta.
Il mattino
trascorse piuttosto lentamente. Kagome crollò il viso sulle
braccia e sospirò. Passò ore ad osservare dal suo banco
il
sottile velo di pioggia che s' infrangeva delicatamente sull'asfalto.
Inspirando il profumo di terra bagnata portato dal vento,
afferrò
una matita e la rigirò tra le sue mani. Gli occhi del ragazzo
nuovo
guizzarono improvvisamente sui suoi. Ancora una volta i suoi occhi si
persero nel suo sguardo meravigliosamente intenso e indecifrabile. I
suoi occhi immobili, eppure così vivi, sprigionavano tristezza e
malinconia, vigore e moderazione… Non riusciva a decifrarlo
né
tanto meno abbandonarlo. Si sentiva disorientata. Avrebbe voluto
entrare nella sua testa… sapere che cosa stesse pensando,
immaginando, chiedendosi…
C'era qualcosa di incredibilmente
inspiegabile che l'attraeva, ma nello stesso tempo, guardarlo, le
suggeriva un campanellino d' allarme. Pericolo.
Restarono a guardarsi
per una serie incalcolabile di minuti. Fu Kagome a distogliere lo
sguardo per prima. Arrossendo livemente, chinò di colpo la testa tra
le mani, lasciando che la capigliatura corvina le nascondesse il
viso.
*****
Kagome
ripose distrattamente i libri in cartella e si diede un'occhiata in
giro. Era sola.
Nulla che riuscisse a distrarla, se non i
rumori proveniente dall'esterno. Si accostò con gli avambracci alla
finestra semiaperta e fu colta da un brivido improvviso.
Faceva
terribilmente freddo, quella mattina. Presto, prevedevano i
meteroeologi, sarebbe arrivata la neve. Già, la neve. Kagome amava
la neve, le ricordava i tempi dell’infanzia, quando rimaneva per
ore in camera sua, poggiata sul davanzale della finestra ad ammirare
la vegetazione che dormiva sotto una gelida coperta bianca. La lieve
e tenace nevicata imbiacava le strade, gli alberi, i tetti e i
berretti dei più piccoli, che trascorrevano ore e ore a godersi
quello spettacolo.
Era bello perdersi nei ricordi, ma
ripiombare nel presente non lo era per niente. Eppure, i ricordi di
quel periodo, anche se per poco, la rendevano felice.
Ricordava,
quando la madre canticchiava allegramente in cucina, tutta
concentrata sulla sua cioccolata calda; Ricordava, quando fuori
nevicava e, lei e Miroku, inguaribili giocherelloni, rincorrevano
sulla neve i loro amici d'infanzia; Ricordava, quando tutti insieme,
la sera, attendevano l'arrivo del loro padre.
Flashback
-
Miroku.- esclamò la piccola, per attirare l'attenzione
del fratello, che se ne stava raggomitolato sul divano, con il capo
poggiato sul grembo della madre. - Sta nevicando, sta nevicando.-
-
Davvero?-
I suoi occhi si illuminarono vivacemente e agli angoli
della bocca comparve un sorriso. - Voglio vedere anche io.-
Flashback
-Kagome-chan!-
Kagome
sussultò e si voltò di scatto nella direzione in cui aveva udito
quella voce a lei familiare. Sorrise.- Sango!- esclamò, correndole
incontro.- Credevo fossi già tornata a casa.-
Sango era sua amica
da sempre. Lei la ascoltava e la rincuorava quando era triste e la
faceva ridere di cuore quando andavano a far compere e la costringeva
ad indossare gli abiti più strani. Era una ragazza dal gran cuore,
ma allo stesso tempo aveva carattere da vendere. Era una ragazza
veramente speciale.
- Sono andata a consegnare i libri che avevo
preso in prestito. Faresti bene a farlo anche tu. Quella donna ha
borbottato tutto il tempo parole del tipo "Quella ragazza è
sempre la solita. Quante volte devo ripeterle che deve rispettare le
scadenze della biblioteca." Cavolo! E' proprio di pessimo umore.
Ed è acida, t'avverto.-
Kagome si limitò a sospirare, allargando
le braccia in segno dire resa.- Ok. Mi hai convinta. -
- Lo sai
che lo dico per te.- le ricordò, baciandola affettuosamente su una
guancia. Seguirono in quel chiacchericcio quotidiano il corridoio
inondato di studenti e professori, fermandosi appena sull'atrio. Il
portone completamente aperto offriva una piccola visuale degli
esterni. Lo sguardo delle due si soffermò contemporaneamente su
Miroku. Quando si accorse di loro le salutò con un cenno del capo,
concedendo un sorriso particolare a Sango, che arrossì e voltò il
capo da lato opposto con aria stizzita. Miroku rimase a fissarla con
un velo di delusione, sorbendosi tra l'altro l'occhiataccia di
Kagome, che lo pregava silenziosamente di raggiungerle. Lui scrollò
le spalle bruscamente e, afferrando il suo casco, salì in moto.
Sango
sospirò, stringendo con forza le mani sulla propria cartella. Quando
inontrò l'occhiata maliziosa di Kagome arrossì violentemente. -
C-Che c'è?- balbettò.
-
Sbaglio o hai dimenticato di raccontarmi qualcosa?-
- I-io?
Ma di cosa parli?-
- Di te e di mio fratello. Ieri sera è tornato
a casa con una cinquina sulla faccia. Dai, raccontami com'è andata. -
la pregò.
-Bè
lo sai com'è fatto. All'inizio si è comportato piuttosto bene.
Siamo andati a mangiarci una pizza e abbiamo visto un bel film al
cinema, ma poi.. -
-Poi
ha allungato le mani ed ha rovinato tutto come al solito, eh? Tipico
di mio fratello.-
Sango
sospirò con un gemito, volgendo lo sguardo all'esterno. - E inoltre poi è arrivata quella lì e si è messo a fare il
cascamorto con lei.-
Con
un cenno brusco indicò una ragazza del quinto anno. - Dovevi vedere
quanti complimenti le faceva, quello stupido!
-
Sango, so che non mi crederai, ma credo che mio fratello tenga molto
a te.- le disse, accarezzandole con affetto i capelli.
Sango
si voltò di scatto nella sua direzione, con occhi colmi di
tristezza. Kagome avvertì una morsa stringersi attorno al suo cuore.
Le faceva male vedere la sua migliore amica soffrire così e l'ultima
cosa al mondo che voleva fare era ferirla ed essere di parte.- Io
invece credo che per Miroku non ci sia differenza tra me e un'altra.
E' veramente difficile dargli fiducia.- s'interruppe un attimo,
trattenendo a stento un groppo alla gola, poi riprese a parlare.-
Kagome, tu non capisci. Tuo fratello finisce col ferirmi tutte le
volte che c'incontriamo. Mi piacerebbe conoscerlo meglio, ma se
continua così finirà col perdermi definitivamente.-
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In realtà avrei dovuto aggiornare tre giorni fa con un capitolo più lungo di questo, ma purtroppo il pc s'è spento all'improvviso e, non avendo salvato quello che avevo scritto, è andato perso tutto il resto. ç___çComunque, non preoccupatevi, nel prossimo capitolo naturalmente ci sarà un passo avanti tra Inuyasha e Kagome, che fino ad ora si sono limitata a guardarsi e basta. xD
A presto. KIsS =)