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Autore: Harry Fine    09/10/2017    2 recensioni
(Storia attualmente in sospeso)
Nel regno dei mamodo cento ragazzi sono pronti ad andare sulla Terra per combattersi a vicenda insieme ai loro partner umani nella battaglia dei cento e designare così il nuovo re o la nuova regina. Ma questa continua battaglia verrà sconvolta da un mamodo che non ha mai dimenticato la sofferenza e l'umiliazione del suo passato, che tramerà inganni e illusioni contro i suoi avversari e contro qualcuno di ancora più potente, risvegliando un potere che molti ritenevano scomparso nel nulla, per conquistare ciò che secondo lui gli spetta di diritto. Toccherà a dieci mamodo e ai loro partner umani combattere fino allo stremo per salvare entrambi i mondi dalla furia gelida del loro nemico. riusciranno a farcela senza soccombere?
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: Otherverse | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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Il giorno dopo, in casa Higurashi si respirava una tensione quasi palpabile.
Shinichi, suo padre e Mizore stavano facendo colazione, ma l'atmosfera era veramente orribile.
I due ragazzi, ricordando ancora l'incidente della giornata precedente, si lanciavano continuamente sguardi ostili, ignorando bellamente l'uomo, che stava chiedendo da un pezzo cosa ci fosse che non andasse.
Suo figlio si chiedeva come fosse possibile. 
Lui era un ottimo agente di polizia, e quindi era un tipo molto metodico, razionale e sospettoso, ma non aveva fatto nessuna ricerca all'anagrafe o simili per sapere chi fosse seriamente la ragazza che aveva accolto in casa sua e non aveva nemmeno provato a mandarla in una scuola o a contattare almeno un insegnante privato.
Non che gli dispiacesse, visto che gli aveva risparmiato la fatica di provare a dare una spiegazione logica a quello che in realtà era Mizore e ciò che era capace di fare, ma comunque non capiva come mai fosse stato così… credulone?
Insomma, non era possibile che gli avesse semplicemente creduto sulla parola quando gli aveva raccontato la storiella del tentato stupro. 
E comunque quella non sarebbe stata una scusa per non darle un'istruzione o scoprire chi fosse.
Naturalmente, lui sapeva che lei non era nata in quel mondo e che forse aveva una famiglia e aveva ricevuto un'educazione scolastica nel luogo da cui proveniva, ma suo padre non ne era ovviamente al corrente!
E questo rendeva la situazione alquanto strana, anche se stava seriamente iniziando a sospettare che la mamodo c'entrasse qualcosa in quella mancanza di sospetti da parte si suo padre. 
Soprattutto perché lui non si era mai mostrato tanto comprensivo, dolce e aperto con qualcuno. Eppure, trattava la ragazza dai capelli viola come se fosse anche lei sua figlia.
E questo pensiero lo rodeva come un tarlo.
Suo padre con lui era stato quasi sempre rigido, severo e composto, quasi come se avesse ingoiato un bastone! 
Invece con lei era sempre molto cortese e dolce. Ci chiacchierava, le chiedeva come stesse, l'aiutava a cucinare o con le faccende di casa e le sorrideva molto spesso.
Stava cominciando ad avvertire una cocente gelosia bruciargli nelle viscere mentre li guardava comportarsi come padre e figlia.
Si sentiva escluso e lasciato indietro. 
Come nel primo periodo dopo che sua madre se n'era andata.
《Bene. Io adesso vado a scuola.》 Disse di colpo, afferrando la tracolla e uscendo senza salutare nessuno.
Sbuffando, si diresse verso l’edificio scolastico.
Appena arrivò alla sua destinazione, entrò in classe e si sedette con uno sbuffo irritato.
Non gli piaceva affatto la piega che stava prendendo quella situazione. 
E Non gli piaceva nemmeno comportarsi in quel modo tanto acido, lui che era quasi sempre padrone delle proprie emozioni. Ma non poteva farci nulla.
Era geloso e arrabbiato. Anzi no, furibondo!
Sinceramente, non ne poteva più di suo padre, che preferiva una quasi estranea a lui, e Mizore era peggio di una piattola!
Le aveva detto no, e adesso aveva iniziato a tormentarlo. 
Ma c'era anche una parte di lui che gli diceva che, forse, avrebbe fatto meglio a scegliere se bruciare il libro della mamodo e liberarsene del tutto, così da tornare alla sua vita di prima, oppure assecondarla e combattere al suo fianco.
Dopotutto, gli aveva chiesto un aiuto e solo lui poteva leggere i suoi incantesimi.
Era una totale pazzia quella in cui lo voleva trascinare, ma comunque anche lui non avrebbe accettato tanto facilmente un rifiuto se fosse stato nei suoi panni.
Ma, mentre si arrovellava su questi pensieri, sentì una mano toccarlo sulla spalla.
Si voltò e vide Penny sorridergli. 
《Ciao Shinichi.》 Lo salutò allegra la ragazzina.
《Ciao. Cosa c'è?》
La dodicenne sorrise di nuovo, anche se in maniera vagamente sospetta.
 《Ci hanno detto che alcuni professori della prima ora sono rimasti a casa a causa di un'epidemia di influenza. Quindi, io e te abbiamo un'ora buca e mi chiedevo se volevi farti una chiacchierata, tanto per ammazzare il tempo.》.
Il corvino ci pensò un attimo e acconsentì. Era un ottimo modo per distrarsi.
Seguì la ragazzina in cortile e si sedette con lei.
《Allora, di cosa volevi parlarmi?》
《Ti piacerebbe venire a prendere un thè a casa mia stasera?》
Quella richiesta lo sorprese un po'.
《Perché?》
《Beh, perché mi sei simpatico e vorrei che diventassimo amici. Io vengo dall'America, quindi non conosco quasi nessuno, e vorrei rimediare. E ci sarà anche Andrea con noi. Così passeremo una bella serata tutti quanti insieme. E poi casa mia è molto grande. Non ci annoieremo di sicuro.》 Affermò lei con un sorriso.
Shinichi sorrise a sua volta. Dopotutto, i due studenti in Erasmus gli erano molto simpatici e magari passare la serata con loro lo avrebbe rilassato.
《Va bene allora. Ci vediamo stasera alle cinque.》.
Penny annuì e scrisse rapidamente il suo indirizzo, per poi andarsene.
Il corvino, dopo la fine delle lezioni, tornò a casa con Sakura, chiedendole ovviamente perdono per come si era comportato il giorno prima, e mangiò in fretta una volta a casa.
Lì, avvertì suo padre di essere invitato da un'amica quel pomeriggio e poi si mise a studiare.
Una volta terminato, si diresse rapidamente verso il quartiere in cui abitava Penny.
Si accorse subito che quello era il quartiere più ricco della città.
Il quartiere Roppongi. 
Era un luogo gigantesco, costituito completamente da larghe strade, parchi, grattacieli enormi e ville gigantesche.
E appena vide la casa di Penny, rimase di Sasso.
Una elegante abitazione bianca dalla forma leggermente pentagonale a quattro piani con tanto di giardino ben curato con un'enorme piscina personale lo attendeva.
Aveva almeno una ventina di finestre per piano, tutte chiuse da pregiate tende, e un imponente portone laccato dava sull'ingresso.
Una casa tanto sfarzosa lui non l'aveva mai vista.
Sakura gli aveva detto che il padre della ragazzina bionda era una persona molto importante in America ed Europa, e che era molto molto ricco, ma non avrebbe mai pensato che lo fosse fino a tal punto.
Con un po' di soggezione, si avviò al portone e suonò al campanello.
Ad aprirgli furono due uomini di colore, grossi come armadi e in divisa da camerieri.
《Lei sarebbe l'altro amico che la signorina Penny ha invitato questa sera?》 Chiese quello sulla destra.
Quando ricevettero una risposta affermativa, scortarono il corvino fino alla così detta “sala della merenda”.
Shinichi dovette ammettere che una casa simile lui non poteva nemmeno sognarsela.
E non solo l'esterno, anche l'interno era incredibilmente sfarzoso.
Quadri e statue decoravano i corridoi chilometrici, mentre pregiati tappeti ne ricoprivano il pavimento in legno. E non c'era un solo granello di polvere su nessun mobile o soprammobile o qualsiasi altra superficie.
E quando arrivarono alla stanza dove si trovavano Penny e Andrea, ebbe un'altra sorpresa.
L'americana e l'italiano erano seduti di fronte ad un tavolo lungo tre volte lui e ricoperto di ogni dolce leccornia da mangiare e bere.
Tentando di non sbavare di fronte a tutti quei dolcetti, il corvino annunciò la sua presenza.
《Buonasera.》
Subito i due biondi si voltarono con un sorrisone stampato in faccia.
 《Ciao Shinichi! Come stai? Albert e Jhon ti hanno trattato bene?》 Chiese la ragazzina, scoccando un'occhiata ai due energumeni, che sembrarono farsi piccoli piccoli di fronte ad una dodicenne alta poco più di un metro e mezzo.
《Si. Non preoccuparti.》.
Soddisfatta, la ragazzina congedò i due uomini e lo fece accomodare.
《Mi spiace. Avrei voluto darti una scelta più ampia, ma oggi molti cuochi avevano la giornata libera.》 Si rammaricò poi, indicando il tavolo con aria critica.
Il corvino sgranò gli occhi.
Scelta più ampia!? Tutto quel cibo sarebbe bastato per sfamare una cinquantina di persone!
Andrea lo notò e rise. 《Stai tranquillo. Anche io ho reagito così quando me lo ha detto. Questa ragazzina non ha idea di cosa sia la semplicità.》
《Voglio solo avere il meglio quando mangio.》 Ribattè lei.
Il ragazzo rise leggermente. Quei due gli stavano simpatici.
Solo che, un attimo dopo, la padrona di casa iniziò a ricoprirlo di domande, chiedendogli di casa sua, della scuola, se avesse una ragazza, della sua famiglia, che cosa gli piacesse mangiare o fare e lui cercò di starle dietro, mentre il biondo se la rideva di gusto.
Ma poi anche lui gli pose una domanda.
《Beh, che genere di libri leggi?》
《Perché me lo chiedi?》 Domandò lui, leggermente sulla difensiva. 
Quei due avevano assunto un'espressione fin troppo seria.
《Perché in America io ho trovato un libro veramente bello, e pensavo che ti sarebbe piaciuto.》 Si intromise Penny, prendendo il suo zaino.
Un attimo dopo, ne tirò fuori un volume dalla copertina verde acqua.
Sembrava abbastanza antico, ma la rilegatura era perfettamente intatta, ma non aveva titolo e nemmeno immagini.
Shinichi sgranò gli occhi.
Eccetto per il colore, quel libro era identico in tutto e per tutto a quello di Mizore!
《Cosa sarebbe?》 Chiese, provando a fare il finto tonto.
《Lo sai bene. È un libro di incantesimi. Incantesimi dei mamodo. Ne hai uno anche tu, non è vero?》 Domandò lei, senza perdere l'espressione allegra.
Il corvino era stato messo all'angolo.
《Stai tranquillo, a noi puoi dirlo.》 Affermò Andrea, tirando fuori dal suo borsone un libro identico, ma di colore viola scuro.
《Come avete fatto a scoprirlo?》
《Abbiamo sentito i suoni dello scontro che hai sostenuto nella cella frigorifera.》
《E cosa volete da me? Se volete combattere, mi dispiace, ma…》
L'arrivo di una coppia di figure in ombra lo zittì.
Quando entrambi vennero alla luce, Shinichi capì subito che erano i mamodo di Andrea e Penny.
La più alta dei due dimostrava al massimo quattordici anni. 
La pelle pallidissima esaltava le occhiaie bluastre sotto i grandi occhi viola, mentre i corti capelli neri incorniciavano il viso delicato e leggermente malinconico.
Indossava un abito nero scollato dai riflessi viola scuro e lungo oltre il ginocchio. Era stretto sotto il seno piatto e le corte maniche erano a sbuffo.
In mano reggeva un lungo scettro dorato col pomolo a falce di luna. 
Ma la cosa che più saltava all'occhio erano le corna da diavolo che spuntavano tra i capelli.
Lei si mise vicino all'italiano, mentre l'altro, un bambino sorprendentemente magro di circa nove anni con un viso allegro e vispo, si accomodava in grembo all'americana.
Lui era scuro di pelle e aveva delle lunghe e affilate orecchie, che facevano capolino tra gli spettinati capelli verde acqua, lo stesso colore dei suoi occhioni scintillanti.
Indossava una casacca e dei pantaloni larghi sulle maniche e le caviglie, tutto della tonalità dei suoi capelli ed era completamente scalzo.
《Ti presentiamo Kyo…》 Iniziò Lei
《… e Layla.》 Finì lui.

   
 
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