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Autore: NotEvenChip    11/10/2017    1 recensioni
Mr. Gold possiede la maggior parte di Storybrooke, oscuro, tenebroso, con un passato turbolento, quasi tutta la città lo teme, tranne il figlio Neal.
Belle French è giovane, spensierata, determinata, ambiziosa ed in cerca di pace e tranquillità, grazie anche al suo nuovo lavoro.
Praticamente Rumbelle AU :)
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Baelfire, Belle, Jefferson/Cappellaio Matto, Neal Cassidy, Neal Cassidy/Baelfire, Ruby/Cappuccetto Rosso, Signor Gold/Tremotino
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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“Forse dovrai farmi da baby-sitter ancora, zio Jeff.” Se ne uscì Neal addentando il suo panino, mentre rileggeva le ultime cose da fare per scuola.

“Oh?! E come mai?” Chiese Jefferson sorpreso.

Gold, che era nel retro a sistemare contratti, sentì il discorso ed alzò la testa dalle carte ed iniziò a giocherellare con la penna.

“Papà e Belle si sono abbracciati un sacco ieri. Belle è venuta da noi a bere il the, abbiamo guardato Aladdin e poi abbiamo cenato assieme.” Disse Neal alzando le spalle.

“Questa poi! Bobbyyyy?”

Gold sospirò quando vide entrare Jefferson nel retro e, come un uragano, dirigersi verso il suo bancone di lavoro. “Bobby” era proprio un soprannome che detestava. Lo usava solo Jefferson e la cosa lo infastidiva da morire. 

“Tuo figlio ti ha tradito.”

“Ho sentito, si. E smettila di chiamarmi con quel soprannome insulso.”

“Bobby?”

Gold digrignò i denti.

“E’ un soprannome così carino. Ti si addice. Beh, quindi?”

“Quindi cosa? Neal ti ha già detto tutto…” Gold riprese a scarabocchiare sui suoi contratti.  Jefferson roteò gli occhi. Gold sembrò percepire la presenza fastidiosa dell’amico, alzò lo sguardo nuovamente verso di lui, appoggiò di nuovo la penna sul tavolo.

“Cosa vuoi ancora?”

“Non giocare la carta dello scorbutico con me, Bobby Gold. Lo devi a me se la magnifica signorina French era sul tuo divano stretta a te, ieri pomeriggio!”

Gold sbuffò. “E’ venuta per il the, Neal ha messo su un DVD, abbiamo cenato e poi si è fatto tardi.”

Jeff sgranò gli occhi. “Tutto qui? Lei viene a casa tua e… basta?”

Gold annuì. 

“Ed io che ero qui per i dettagli vietati ai minori” Concluse Jefferson, alludendo a Neal, intento a finire la merenda ed i compiti nell’altra stanza.

“Nessun dettaglio vietato ai minori, Jefferson, quante volte te lo devo dire?”

“Oh Robert. Quanto mi deludi… ti facevo più…” Ed iniziò a gesticolare stranamente.

“Più?” Marcò Gold.

Jefferson rise. “Neanche un bacetto?”

A quella domanda, a Gold scappò un sorriso, al solo ricordo delle morbide labbra di Belle sulle sue, delle mani che cominciavano a stringersi in una morsa bisognosa, dei respiri sempre più affannati… Gold scosse la testa, vide Jefferson ridere.

“HA-HAAAAAAAA! E chi ha fatto la prima mossa, lei vero?”

Gold lo guardò di traverso. “Jeff, sei rimasto fermo al liceo? Smettila.”

Poi Gold, senza rispondere, si alzò e si diresse verso la parte anteriore del negozio, in cerca del figlio, solo per interrompere le domande di Jefferson.

“Guarda che ti ho capito sai” Aggiunse l’amico, annoiato.

Gold gli rispose con un sorriso di ghiaccio.

“Neal, hai finito i compiti?”

Neal annuì ed iniziò a riordinare le sue cose. Poco dopo, Jefferson li salutò, Gold e Neal uscirono dal negozio e Gold chiuse a chiave. Appoggiò una mano sulla spalla al figlio, quando una voce familiare lo chiamò.

“Robert caro!” 

Gold si voltò di scatto, stringendo la presa su Neal, istintivamente cercando di proteggerlo.

“E tu devi essere il piccolo Neal! Come sei cresciuto, caro! Ricordo ancora quand’eri un tenero fagiolino, ti ho tenuto in braccio lo sai? Ma come sei diventato carino… Assomigli molto a tua ma…”

“Sali in macchina Neal, ti raggiungo in un momento.” Tagliò corto Gold. Neal annuì e prese le chiavi dal padre.

“Cosa vuoi ancora?”

“Non trovi che abbia le guance di Milah?”

Gold deglutì. “Sì.” Sospirò. Amava molto il figlio, più di se stesso, ma era anche vero che molte volte ci rivedeva la su ex moglie in lui.

Cora lo guardò soddisfatta. Colpito ed affondato.

“Cosa vuoi?”

“Oh Robert caro, ancora questo gioco della freddezza nei miei confronti. Dovresti essere felice! So che ti sei chiarito con la tua bella, tutto di guadagnato!”

Gold si morse il labbro. “Certo. Non grazie a te ed ai tuoi sotterfugi!”

Facendo finta di non averlo sentito, Cora continuò:” Volevo dirti che tra poco tornerò a New York, che mi aspetto un tuo invito a cena prima della mia partenza, in memoria dei vecchi tempi…”

Lo sguardo di Cora vagò su di lui, come se volesse mangiarselo lì, sul momento, in mezzo al marciapiede. Gold si sentì a disagio.

“Non succederà mai. Buon rientro a casa, Cora.” Detto questo, Gold la superò e raggiunse Neal in macchina.

“Chi era quella signora papà? Ed è vero che mi ha tenuto in braccio?”

Gold accese il motore, con il desiderio di mettere più km possibili tra lui e Cora.

“Cora Mills, la madre di Regina, il sindaco. Si, è vero che ti ha tenuto in braccio quando eri piccolo, era amica mia e di… tua madre…”

“Non mi piace quella signora, papà. Cosa voleva da te?”

“E’… complicato”

“E’ un’altra fidanzata papà? Io non la voglio, preferisco la signorina French!” Neal alzò la voce offeso, cominciando a non capire il nervoso del padre.

Robert sospirò, non erano facili da spiegare certe cose ai propri figli.

“No, no, tesoro. Lei non è… O almeno non più…E’ una persona molto cattiva, ma allo stesso tempo è stata una persona molto importante per me… Capisci?”

“No.” Disse schietto Neal.

Gold rise. “Sono intenzionato a fare del mio meglio con Belle, figliolo. Quella signora non è nessuno, ok?”

“Ok!” Sorrise Neal, questo lo aveva senza dubbio capito!

 

 

…………………………………………

 

I giorni passavano tranquilli, Gold e Belle ricominciarono la loro routine, si incontravano da Granny la mattina, incuranti degli occhi puntati di tutta la città e facevano colazione assieme, salutandosi solo una volta che l’altro doveva attraversare la strada. Quella mattina, il solito veloce bacio che si davano, sembrava non bastare a Belle, che continuava a sorridere contro le sue labbra, aggrappata al suo collo. Robert rise a sua volta, tenendola stretta per non farla cadere.

“Nessuna voglia di lavorare stamattina, signorina French?” 

Belle rise. “Non particolarmente, Mr Gold.”

Gold sorrise, il rombo della sua risata, così vicino alle sue orecchie, la fece rabbrividire.

 

“Belle French!” Belle si impietrì e tolse le braccia dal collo di Gold, voltandosi.

Suo padre stava lì, davanti a loro, con un’espressione tutt’altro che compiaciuta.

“Papà!” Belle arrossì all’istante.

Gold tolse rispettosamente le mani dalla vita di Belle, ma non si spostò, percependo subito della tensione.

“Come stai?”

Moe non toglieva gli occhi di dosso da Gold, sembrava essere cominciata una sfida di sguardi.

“Bene mio piccolo fiore. Tu?”

Belle si accorse che il padre non smetteva di sfidare Gold, così gli si avvicinò al e lo prese per un braccio. “Molto bene grazie” gli sorrise. Moe finalmente distolse lo sguardo da Gold e lo fissò sulla figlia. 

“Che ne dici di… vederci a pranzo?” Provò nuovamente Belle ad addolcire la pillola.

“Certo, vieni al negozio? Vorrei mostrarti alcune novità…”

Belle annuì, si staccò dal padre, che le sorrise dolcemente.

“Gold.” Fece un cenno all’uomo per salutarlo, Gold ricambiò.

Appena il padre sparì dalla loro visuale, Belle sospirò.

“Wow.”

“Già” Aggiunse Gold.

“Che faticaccia saranno i nostri pranzi di Natale, eh?!”

Gold le sorrise distratto, improvvisamente preso da un turbinio di brutti pensieri.

“Robert…” Belle notò subito che qualcosa non andava in lui. 

Gold le sorrise e la baciò di sfuggita sulla guancia. “Ci vediamo più tardi?”

Belle annuì e guardò Gold allontanarsi. Suo padre aveva decisamente rotto l’incantesimo. 

 

 

 

“Sai, papà, non c’è bisogno che guardi Robert in quella maniera…”

“E chi è Robert?”

Belle roteò gli occhi. “Gold” sbuffò.

“Oh… Gold. Non mi piace, lo sai. Non posso cominciare a farmelo piacere solo perché tu… E lui…Beh…” Moe parlava, con ancora il boccone in bocca, gesticolando con la forchetta, visibilmente agitato.

“Non è la persona più facile del mondo, ma mi rende felice papà. Credo che… Credo potrebbe essere una cosa seria. Anzi, sicuramente lo è.”

Moe a momenti si soffocò con il cibo. Belle ci rimase molto male.

“Belle. Quell’uomo ha molte sfumature. Può essere padre, fidanzato, ed allo stesso tempo lo spietato creditore che conosciamo tutti. Quell’uomo è uno squalo, fiorellino. Mi dispiacerebbe vederti sofferente come la settimana scorsa. Questa cosa è solo all’inizio ed avevi già il cuore spezzato.”

Belle comprese le parole del padre. Era solamente preoccupato per lei e da come l’aveva vista la settimana scorsa, quando con Robert sembrava tutto essere finito.

“Non dico che lo approvo, sai invece, quanto mi piacesse Gary…”

Belle roteò gli occhi. “Gary è… Gary…” Scosse la testa, cercando di scacciare i brutti pensieri. Gary non era decisamente un aspetto del suo passato che aveva piacere di ricordare.

Finirono il pranzo chiacchierando del più e del meno, dei progetti del padre per la fioreria, dei progetti di Belle per la biblioteca e per il suo appartamento, ancora da finire di sistemare completamente. A pranzo concluso, Belle si avviò nuovamente verso la biblioteca, cercò di scorgere Robert, ma sembrava non essere ancora tornato a lavoro.

 

…………………………

 

“Cosa dovrei fare esattamente?”

“Sai benissimo dove si trova la tua Belle ora, è tornata a Storybrooke dal padre, non è andata a girare il mondo come ti aveva detto.”

“Può assicurarmi che l’ha vista?”

Cora rise, poi mandò giù l’ultimo sorso di Cosmopolitan, mettendo una mano sulla mano del ragazzo.

“Certo mio caro. L’ho vista con i miei occhi.”

“E… Come sa di me? Come mi ha trovato?”

Cora rise. “Caro il mio ragazzo, ho occhi ed orecchi ovunque. Diciamo che per ottenere quello che voglio, non guardo in faccia nessuno.”

Gary annuì. Lui e Belle si erano lasciati abbastanza civilmente, ma era decisamente determinato a riaverla. Questi mesi senza di lei, erano stati impossibili. Pensava avesse intrapreso il viaggio che tanto desiderava, ma evidentemente era stato preso in giro. Avrebbe fatto una visita a Belle appena possibile.

“Grazie signora Mills, le sono molto riconoscente. Ma qual è  quindi il prezzo per quest’ informazione?”

Cora rise di nuovo, tirò fuori l’accendino e le sigarette dalla sua borsetta, ne accese una e buttò la boccata di fumo in faccia al ragazzo. 

“Caro mio, ci terremo in contatto, l’unica cosa che voglio per ora, sono due cuori spezzati.” Detto questo, lasciò la mancia al cameriere e si incamminò nella luminosa notte di New York.

 

………………………

 

 

 

“Sei stato schivo prima” 

Gold alzò la testa, notando Belle entrare nel negozio. Le sorrise. Come poteva non sorriderle? Vedere Belle entrare nel suo negozio era una delle cose che preferiva.

“Schivo?”

“Uhm… Si… Dopo che abbiamo incontrato papà. A cosa stavi pensando?”

Gold sembrò pensarci un secondo. “Oh, mi spiace Belle. Non sono… Non ci sono abituato.”

“Abituato? A cosa?” Belle corrugò la fronte, non afferrando il punto.

Gold appoggiò i fogli che aveva in mano sul bancone e raggiunse Belle per prenderle le mani nelle sue, accarezzandole il palmo.

“Sai… Ad essere con qualcuno… Veramente con qualcuno In pubblico…”

“Oh”. Belle trattenne in fiato. Era una cosa negativa o positiva? Non voleva stare con lei in pubblico?

Gold sembrò percepire il nervosismo nei pensieri di Belle.

“No, no. Non pensare male… L’incontro di oggi con tuo padre mi ha solamente ricordato che non tutti approveranno questa relazione, tutti ti daranno contro, Belle. Sei così bella, giovane, affascinante, intelligente… Nessuno vorrebbe per te che il tuo fidanzato fosse questo mostro…”

Belle gli sorrise, afferrando il motivo delle sue insicurezze. 

“Fidanzato eh?!”

Gold si bloccò improvvisamente. “Io… Beh… Pensavo che dopo… Pensavo che noi…” Gold alzò lo sguardo per fissarlo a quello di Belle e si accorse che gli stava sorridendo ed arrossendo. “Sì. Intendo prenderla seriamente, credo che la fase dove ci frequentiamo, sia terminata un po’ di tempo fa… Credo che la nostra sia una relazione vera e propria, è lo stesso per te?”

Gold sospirò, wow. Per una volta non ci aveva girato attorno per niente! Proprio così, dritto al punto. 

“Assolutamente si! Volevo solo averne la conferma… è sicuramente bello essere sulla stessa pagina.”

Gold le sorrise e le portò le mani sui fianchi, in modo da stringerla in un abbraccio.

Belle appoggiò la testa sulla sua spalla, strofinandogli dolcemente il naso sul collo, appena sopra al colletto della sua camicia, inspirandone il forte profumo di colonia.

Gold si spostò leggermente, le poggiò una mano sulla guancia, tracciandone le gote ancora leggermente arrossate, sorridendo. Presto si chinò per sfiorare le labbra con le sue. Belle ricambiò entusiasta, approfondendo immediatamente il contatto, non volendosi accontentare di un casto bacio. 

Questa storia con Robert si era già manifestata difficile, ma era chiaro ad entrambi che il loro legame era qualcosa di insolito, che difficilmente si riusciva a trovare nella vita.

Robert fu il primo a staccarsi, sospirando e controllando l’orario.

“Scusami, sta arrivando Neal e…”

“Non devi scusarti, sei davvero un buon padre” Belle gli sorrise dolcemente, rassicurandolo. E proprio a proposito di Neal, cominciarono ad accordarsi su come vedersi quella settimana. 

Qualche minuto dopo, la campanella del negozio suonò ed apparve Neal, che sbuffando, lanciò lo zaino per terra e corse nel retro del negozio.

Gold corrugò la fronte. “Ehi! Neal. Torna subito qua.” Disse perentorio.

Neal comparve dal retro, con gli occhi leggermente rossi e la testa china.

“Ti sembra il modo di comportarsi? Soprattutto davanti ad una signorina?”

Neal alzò la testa, rendendosi conto della presenza di Belle, sgranò gli occhi e riabbassò immediatamente la testa, facendo cenno di no.

“Bene, allora io credo che Belle avanzi delle scuse per la tua maleducazione, immediatamente.”

Belle prese Gold per un braccio, per dirgli che non era importante, sicuramente Neal aveva i suoi problemi per comportarsi così, quando Neal parlò: “ Scusami Belle.”

Belle spostò la testa di lato. “Di nulla Neal, avrai sicuramente i tuoi motivi.”

Neal annuì. “Che ne dici se vi lascio soli a discuterne? Ci vediamo più tardi, ok?” Robert annuì e le sorrise, grato per la comprensione. Prima di uscire, le strinse dolcemente la mano, in segno di gratitudine.

“Allora ragazzo. Posso sapere cos’è successo?”

“Niente.” E fece per voltarsi di nuovo, solo che questa volta Gold lo prese per un braccio e lo voltò per guardarlo in faccia.

“Figliolo…”

“Ho detto niente! Va tutto bene!” Neal cominciò ad innervosirsi e ad alzare la voce. 

Gold si abbassò all’altezza del figlio per potergli parlare meglio. Gli appoggiò entrambe le mani sulle spalle e notò subito la sua difficoltà a respirare. Faceva sempre così, quando era in difficoltà.

“Neal, calmati e fa respiri profondi. Sono qui.”

Neal annuì e parve tranquillizzarsi un po’. “Bravo ragazzo. Lo sai che puoi dirmi tutto, vero?”

Neal annuì. “Anche se la gente dice cose che non sono vere?”

Gold corrugò la fronte. Neal sospirò. “I bulli della scuola mi prendono in giro perché non ho la mamma ed ho un papà cattivo come te, che è per questo che passo il mio tempo con Emma, perché sono una femminuccia.”

A Gold si strinse il cuore. Come potevano dire tutte quelle cattiverie su suo figlio. Un bambino così mite, intelligente, educato. Rabbia cominciò a formarsi negli occhi di Gold.

“Chi sono questi bulli Neal? Chi sono i loro genitori? Devi dirmelo.”

“Non ti devi arrabbiare papà. Ecco perché non te lo volevo dire! Altrimenti combini i tuoi soliti casini e mi odieranno ancora di più!” E così dicendo, si asciugò una lacrima con la manica della camicia e si divincolò dalla presa del padre per correre sul retro.

Gold abbassò la testa. Un groppo gli si formò in gola. Il figlio era stato preso in giro per colpa sua, per il suo caratteraccio e non poteva farci nulla. Voleva prendere e fare a pezzi i genitori di quei bambini, certo. Ma Neal era stato chiaro, non voleva che si immischiasse e peggiorasse la situazione. Niente è peggio di vedere la persona che si ama, soffrire per le proprie colpe ed essere totalmente impotenti.

Si alzò da terra e represse la voglia di distruggere il negozio.

Neal riapparve e prese per mano il padre, chiedendogli con lo sguardo di essere accompagnato a casa. Gold gli accarezzò una guancia e gli sorrise, mise in ordine le ultime carte, prese le chiavi e nuovamente la mano di Neal per uscire dal negozio e chiuderlo. Voltandosi vide Belle chiacchierare con Ruby dall’ingresso della biblioteca e notando che lo aveva visto, alzò la mano in cenno di saluto, che Belle ricambiò all’istante con un sorriso smagliante. Anche Neal salutò Belle e Ruby e si mise in macchina. Gold si prese due secondi per ammirare Belle e poi raggiunse il figlio in auto.  Ne sarebbe uscito, si disse Gold. Il suo coraggioso e testardissimo bambino ne sarebbe uscito anche senza il suo aiuto. Anche se a lui tremavano le mani al solo pensiero di trattenersi, farà come gli aveva chiesto il figlio. Nonostante la sua mente stesse già macchinando piani strani, non avrebbe fatto nulla. Ne sarebbe stato fuori e avrebbe supportato il figlio in tutto e per tutto.

   
 
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