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Memorie che voglio donarti –
Come sei bella
Padova
Di prima mattina
Il cielo dal colore incerto
Che nasconde ancora
Le prime luci del giorno
Il cielo che ho visto
Appena un giorno fa
Ricordava l’anima mia
Tonalità di blu
Come la malinconia
Sprazzi di grigio
Rimasugli di tristezza
E terribili, qua e là
Squarci di nero
Ferite aperte
Che non hanno ancora smesso di sanguinare
Com’era bello quel cielo
Sembrava capirmi così bene
Senza che io spendessi una parola
Il mio cuore messo a nudo
Nel firmamento patavino
Cieli diversi
E così lontani
Son quelli dei miei giorni d’autunno
E d’inverno
Quando gioia e speranza
E un eccitante timore
Benedecivano le mie giornate
E ricordo quella mattina
Fra le tante
Io col cuore colmo di paura
Ripercorrevo i nostri passi
E tu mi sei apparsa su quel ponte
Inaspettata
Come la meraviglia
Che io avrei
Nel sapere che anche a me
Una possibilità è data
Era l’inverno, freddo e tiranno
Coi corpi e coi cuori
E tu
Mia amata
Mia speranza
Mia illusione
Hai riversato la luce anche quel giorno
Non appena hai sorriso
E con la voce hai intonato
Le prime parole di una mattina perfetta
Le lame del giorno hanno squarciato le nubi
Le acque mormoravano sotto di noi
E il mio cuore batteva
Per te e te sola
Non sono io che ti ho cercata
Sei tu che hai trovato me
Quel giorno ero una comparsa
Eppure mi hai sollevato dal fango
E nella luce aurea del tuo splendore
Mi hai preso per l’animo
Mostrandomi le ali
Con le quali troppo breve volo ho compiuto
E nel tornare indietro
In tua compagnia
Non avrei immaginato
Che di lì a poco
Da me ti saresti allontanata
Felicia
Mio sogno e mio incanto
Nome, che altro non sei
Il più bello e terribile a pronunciarsi
Che ne è di me ora?
Perché mi neghi i tuoi sorrisi?
E i tuoi sguardi, se mai hanno avuto
Un barlume d’amore
Ora sono pieni d’indifferenza
Che ne è della Felicia che ho conosciuto?
Ed è mai esistita?
Ma tu non hai colpa
E io nemmeno
Perché non posso essere reo
Di aver amato e aver voluto
Essere amato da te
Vivrai la tua vita
E sarà meravigliosa
Ma voglio che tu sappia
Mentre io ricostruisco la mia
Che saresti stata la mia regina
Ed è l’universo che non l’ha voluto