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Autore: Myra11    11/10/2017    2 recensioni
Allora...da dove inizio..sono una fan sfegatata di Final Fantasy XV, e ho adorato tutto del gioco, e ancora di più del film Kingsglaive, quindi ho deciso di scrivere una WhatIf? descrivendo cosa sarebbe accaduto se [ATTENZIONE SPOILER] Nyx Ulric non fosse morto alla fine del film, ma fosse sopravissuto e avesse accompagnato Luna nel suo viaggio per risvegliare gli Dei.
[DALLA STORIA]
Lo individuò immediatamente. Non era difficile riconoscerlo, con quei capelli di un blu quasi nero, e i vestiti logorati dal lungo viaggio. Non aveva molto di regale, pensò, ma se il suo Re si era sacrificato per difenderlo, e se Luna credeva così tanto in lui, forse, solo forse, ne valeva la pena.
Genere: Avventura, Fantasy, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lunafreya Nox Fleuret, Noctis Lucis Caelum, Nyx Ulric, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 2
 
Quando Nyx Ulric aveva accettato di accompagnare Lunafreya nel suo viaggio era certo che non sarebbe stato un viaggio normale, ma di sicuro non si aspettava qualcosa del genere.
«Allora, Principessa?» Domandò, sentendo il ginocchio destro che iniziava a cedere, costringendolo a rafforzare la presa sui pugnali incrociati per evitare che gli scivolassero dalle mani.
Avere un Dio arrabbiato che cercava di schiacciarlo sotto il proprio gigantesco pugno non era esattamente la sua idea di viaggio ideale.
Lunafreya esitò un attimo prima di rispondergli. «Allora, Nyx, cerca di non farti schiacciare ancora per un attimo. È arrabbiato, ma posso farlo ragionare.»
«Sene siete convinta.» Concesse, sperando sinceramente che lei riuscisse a placare la divinità incollerita. Aveva sentito il cuore saltare un paio di battiti quando erano giunti al Disco di Cauthess, e il meteorite rovente si era sollevato, rivelando il dio intrappolato al di sotto di esso, ma l’incredulità era stata prontamente spazzata via quando il gigantesco occhio arancione si era posato su di lui, in un misto di antica rabbia e sorpresa.
Titano spostò il braccio, pronto a caricare il colpo definitivo, l’altro braccio ancora sollevato a sorreggere il meteorite che gli gravava sulla schiena, ma la voce di Luna lo bloccò prima che potesse portare a termine il suo intento.
«Fermo! Quest’uomo è stato giudicato degno dagli Antichi Re!»
Più o meno, pensò Nyx con un sorriso ironico ma, se fosse servito a placare la divinità furibonda, di sicuro non sarebbe stato lui a smentire quell’affermazione.
Non aveva confessato né alla Principessa né a Libertus la reale entità della sua conversazione con gli Antichi Dei, e aveva scartato le loro preoccupazioni dicendo che le cicatrici che gli ornavano il viso erano causa della lotta contro Glauca, e non la lenta opera di distruzione che il Potere dei Re avrebbe dovuto compiere su di lui.
«Sono qui per chiederti di concedere la tua benedizione al Re dei Re, quando giungerà, e di guidarlo verso il sentiero che è stato tracciato per lui.» Continuò Lunafreya in tono solenne, e l’uomo alle sue spalle non poté far altro che ammirarne la calma, di fronte ad una creatura che avrebbe potuto spappolarla con un dito.
Quello che sembrava un ruggito riecheggiò nella vallata del Meteorite, facendo barcollare i due umani. Nyx fu svelto nell’avvolgere la giovane con un braccio, impedendole di cadere sul suolo arido. Lei gli si appoggiò quasi inconsciamente, come se non si rendesse conto di aver bisogno di aiuto.
«Non posso attardarmi, ma ti ringrazio infinitamente per la tua benevolenza, e per il rispetto dell’accordo.» Terminò Lunafreya con voce formale, ma stava tremando.
Qualsiasi cosa fosse successa tra lei e Titano sembrava averla indebolita, e fu proprio per questo che Nyx prese il controllo della situazione.
«Se avete finito, Principessa, credo che sia ora di andare. Titano non sembra avere molta pazienza rimasta per noi.» La incoraggiò, guidandola verso il sentiero roccioso che portava lontano da lì, verso le verdi praterie di Duscae.
Era stato strano e confortante allo stesso momento arrivare in quella regione, ricordò Nyx mentre scavalcava i detriti che occupavano la strada.
 «Assomiglia vagamente a casa.» Aveva confessato mentre, al volante di un rottame che si vergognava a chiamare auto, avevano superato il confine tra Leide e Duscae.
Sembrava incredibile, quella netta differenza tra deserto e infinite distese verdi, ma Nyx l’aveva apprezzata segretamente: Galahd era sempre ricoperta di piante, e il loro intenso profumo aveva accompagnato Nyx per tutta l’infanzia.
«Continua a seguire la strada, per favore. Abbiamo poco tempo e tante cose da fare.» l’aveva interrotto Lunafreya, apparentemente persa nei propri, inquietanti pensieri.
«D’accordo.» Aveva ceduto concentrandosi sul percorso, ma la sua mano destra era salita quasi involontariamente al petto.
Sentiva il peso dell’Anello di Lucis nella tasca interna della giacca di pelle bianca.
Erano state due le cose che avevano deciso prima di partire: l’Anello sarebbe stato con lui, l’unico tra loro che sapeva combattere, e l’uniforme delle guardie del re, usurata e bruciata, andava sostituita con qualcosa che avrebbe attirato meno l’attenzione.
 «Nyx.»
«Hm?»
«Stai bene?»
Quella domanda così inaspettata lo fece sorridere.
«Dovrei essere io a chiederlo a voi, Principessa.» Ritorse, accennando al fatto che Lunafreya si stava ancora appoggiando a lui per avanzare.
Quando se ne rese conto si allontanò rapidamente e abbassò lo sguardo mentre sistemava il lungo vestito bianco che si ostinava ad indossare nonostante non fosse pratico per il viaggio.
«Si, sto bene, perdonami. E…Nyx? Puoi chiamarmi Lunafreya, se lo desideri.»
L’uomo annuì con un breve sorriso, anche se sapeva che non gli sarebbe venuto naturale adempiere a quella richiesta. Lunafreya, in fondo, era la sua futura Regina.
«D’accordo, Lunafreya. Dove andiamo ora?»
 
 
«Credo che dovremmo fermarci.» Mormorò Nyx rallentando l’auto, anche se si aspettava esattamente la reazione che scoppiò poco dopo.
Lunafreya scosse vigorosamente la testa, rifiutandosi di scendere dall’auto dopo che lui ebbe parcheggiato in una piazzola sotto un rigoglioso albero.
«Non possiamo fermarci, Nyx, Noctis ha bisogno del mio aiuto, e io devo adempiere al mio compito e…»
L’uomo la interruppe. «Il vostro compito, Lunafreya, è quello di restare in vita, se davvero volete aiutare il Principe Noctis.»
«Io non…»
Nyx le sorrise. Ragazza cocciuta, pensò, ma forse era proprio quello il motivo per cui Re Regis si era fidato così tanto di lei. Avrebbe fatto di tutto per compiere il suo dovere di Oracolo, anche crollare dalla stanchezza, rifiutando di assecondare i bisogni del suo corpo mortale.
Era così giovane, pensò, troppo giovane per avere quella triste saggezza negli occhi.
«Siete solo umana, Lunafreya, non esagerate. Per ora…» Scese dall’auto e aprì il bagagliaio, estraendo le poche provviste che erano riusciti a procurarsi. «…il vostro dovere è quello di mangiare, dormire e prepararvi allo scontro con la prossima divinità offesa per essere stata svegliata dal riposino.»
Il suo tono scanzonato – e il fatto che si stesse allontanando sulla collina lasciandola sola – convinsero la ragazza a scendere dall’auto e seguirlo nella luce del sole calante.
Poche ore dopo era ormai notte fonda, ma entrambi erano rifocillati e tranquilli.
La presenza dell’Anello li difendeva dai daemon, perciò l’unico problema serio che avevano era la scomodità del terreno sul quale dormivano.
Lunafreya aveva ceduto poco dopo aver terminato la cena, e ora Nyx era l’unico a vegliare sulla ragazza. Sembrava ancora più minuta di quanto già non fosse, avvolta nella sua giacca, e l’uomo si chiese se sarebbe stata in grado di fare ciò che doveva. Non sempre la pura forza di volontà bastava.
Abbassò lo sguardo sulle proprie cicatrici, e per l’ennesima volta si chiese perché era vivo.
Ricordava benissimo ciò che gli Antichi Re avevano decretato per lui, dopo che lui aveva riso loro in faccia, disprezzandoli per le loro azioni.
Gli era sembrato naturale in quel momento, e i suoi pensieri erano immutati.
Gli Antichi Re, tanto celebrati, non avevano impedito che la loro città venisse saccheggiata, la loro reliquia rubata e il loro re brutalmente assassinato.
Si passò una mano sul viso, sentendo la pelle fragile del palmo.
Era consapevole che avrebbe dovuto riposare, ma ogni volta che chiudeva gli occhi rivedeva il capitano traditore, e la larga lama della spada che trapassava il corpo indebolito di Re Regis.
Quello sguardo non l’avrebbe mai abbandonato, ne era consapevole.
Il suo re si era affidato a lui, abbastanza da dargli il compito di proteggere Lunafreya, e l’Anello.
Il suo re era morto sapendo che non sarebbe stato deluso.
Se avesse indossato l’Anello prima, forse sarebbe riuscito a salvare il re che gli aveva donato una nuova vita, a salvare tutto il mondo che conosceva.
«Nyx…perché sei ancora sveglio?» La voce insonnolita dell’Oracolo lo colse di sorpresa.
«Continuate a riposare, Lunafreya.» Mormorò, cercando di sciogliere il nodo che gli chiudeva la gola.
«Sto bene. Cosa ti turba?»
Come faceva a sapere che era turbato?
Inarcò un sopracciglio osservandola mentre si metteva seduta, stringendosi nella giacca che la difendeva dal vento freddo delle radure.
«Vi chiedete mai perché gli Dei ci abbiano creati, se non come passatempo?» Le domandò a bruciapelo, e la vide sobbalzare.
«I Sei ci hanno dato la vita, e la morte, come un dono. Ogni secondo del nostro tempo è prezioso, e quando il nostro tempo scade, torniamo alla serenità della Luce. Siamo stati creati come parte di un Equilibrio che non possiamo comprendere.»
«E cosa succede se viviamo più del tempo che ci è stato concesso?» Le chiese sottovoce, senza riuscire a trattenersi.
«Cosa intendi?»
«Io…» Esitò un attimo; Lunafreya aveva già tante cose a cui pensare, si rese conto, e non era il caso di aggiungere sulle sue fragili spalle il peso della sua inquietudine.
Scrollò le spalle. «Nulla. È arrivata Gentiana.» Le fece notare, ringraziando in silenzio la Messaggera degli Dei per aver interrotto quel momento.
Lunafreya si alzò velocemente e andò incontrò alla donna dai capelli scuri.
Alla lieve luce del fuoco sembravano due ombre danzanti, nero e bianco fusi in un unico fascio.
«Oracolo. Il Re dei Re presto giungerà in questa regione. Il suo destino è quello di ricevere la Benedizione del Tuonante, e dell’Arcano. Il vostro, è di ripartire.»
Mentre terminava la frase la donna aprì gli occhi, fissandoli in quelli di Nyx.
La prima volta che l’aveva vista, fuori dalla capitale devastata, non era riuscito a decidere di che colore fossero, se dorati o verde chiaro, ma ora decise che erano un misto di entrambi i colori.
Erano occhi antichi, che vedevano il mondo in un modo differente.
Erano occhi che sapevano, si rese conto Nyx, sapevano che il suo tempo era scaduto.
“Non temere, Nyx Ulric. Il tuo cammino è ancora lungo.”
 
«Noct! Che succede?»
«Cosa diavolo era…» Mormorò, una mano premuta contro la tempia per cercare di tenere sotto controllo quell’improvvisa emicrania.
La voce pacata di Ignis gli venne in soccorso, pacata e pratica come al solito, e disfece la confusione della sua mente. «Noct, che cos’hai visto?»
Quella era una domanda interessante, gli concesse.
«Un disco, in fiamme…Il Meteorite, credo, e…»
«E?»
Esitò un istante. Sapeva benissimo cosa aveva visto, ma non sapeva chi.
«Ho visto Luna, al Meteorite. Dobbiamo andarci, subito.»
Mentre uscivano dalla Tomba Reale, Noctis si chiese ancora una volta chi potesse essere l’uomo dai capelli grigio scuro e gli occhi blu che aveva visto al suo fianco.


[Note dell'autore]
Eccoci al capitolo 2! ( io me stessa e me xD)
Spero che vi piaccia, e soprattutto spero di non andare troppo OOC >.< Nyx è un personaggio complicato, un po' triste, un po' allegro, tanto sexy XD
A parte le cavolate, ci vediamo al capitolo 3! Se ci sarà qualcuno a leggere xD <3

 
  
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